Il Santo Padre esorta i Cardinali a guardare ai segni dei tempi

 

Quello che segue è il discorso pronunciato da Giovanni Paolo II il 21 febbraio 2001 in Piazza San Pietro, durante il Concistoro per la creazione di nuovi Cardinali.
In alcune parti del suo discorso (in particolare in quelle che abbiamo evidenziato in rosso) il Santo Padre fa dei richiami molto interessanti. Parla della necessità di "scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del Vangelo". Inoltre alcune sue parole rivolte ai nuovi cardinali sembrano evocare in qualche misura la terza parte del segreto di Fatima nella quale si parla del martirio di "Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose".
I riferimenti agli "ultimi tempi" nei discorsi del Papa sembrano farsi col passare del tempo sempre più frequenti ed espliciti come anche le sue citazioni del libro dell’Apocalisse (Giovanni Paolo II parla della Nuova Era di Cristo; Giovanni Paolo II parla della figura di Maria nell'Apocalisse).

 

 

Ancora una volta abbiamo sentito risonare ai nostri orecchi la sconcertante parola di Cristo. Oggi essa è echeggiata in questa Piazza particolarmente per voi, venerati e cari Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio, che ho avuto la gioia di annoverare tra i membri del Collegio cardinalizio. Con profondo affetto vi porgo il mio saluto cordiale, che estendo alle molte persone che vi fanno corona. Una speciale parola di gratitudine va al caro Cardinale Giovanni Battista Re per le gentili espressioni che, interpretando con calore i sentimenti di voi tutti, mi ha indirizzato.
Rivolgo poi un fraterno saluto a tutti gli altri Cardinali presenti, come pure agli Arcivescovi e Vescovi che sono qui con noi. Saluto, inoltre, le Delegazioni ufficiali, venute da vari Paesi per far festa ai loro Cardinali: attraverso di esse invio il mio deferente pensiero alle Autorità come pure alle care popolazioni che esse rappresentano.
Rilevo con gioia la presenza al Concistoro di Delegati fraterni di alcune Chiese e Comunità ecclesiali. Ad essi rivolgo un cordiale saluto, nella certezza che anche questo loro gesto delicato non mancherà di favorire la sempre migliore intesa reciproca ed il progresso verso la piena comunione.
Oggi è festa grande per la Chiesa universale, che si arricchisce di quarantaquattro nuovi Cardinali. Ed è festa grande per la città di Roma, sede del Principe degli Apostoli e del suo Successore, non solo perché essa instaura uno speciale rapporto con ciascuno dei nuovi Porporati, ma anche perché il confluire qui di tante persone di ogni parte del mondo le offre la possibilità di rivivere un momento di gioiosa accoglienza. Questa solenne adunanza, infatti, richiama alla mente i tanti eventi che hanno contrassegnato il Grande Giubileo, concluso da poco più di un mese. È con lo stesso entusiasmo che questa mattina la Roma "cattolica" si stringe attorno ai nuovi Cardinali in un abbraccio caloroso, nella consapevolezza che si sta scrivendo un'altra pagina significativa della sua storia bimillenaria.
2. "Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti" (Mc 10, 45).
Queste parole dell'evangelista Marco ci aiutano a comprendere meglio il senso profondo di un evento come il Concistoro, che stiamo celebrando. La Chiesa poggia non su calcoli e potenze umane, ma su Gesù crocifisso e sulla coerente testimonianza a Lui resa dagli apostoli, dai martiri e dai confessori della fede. È una testimonianza che può esigere anche l'eroismo del dono totale di sé a Dio e ai fratelli. Ogni cristiano sa di essere chiamato ad una fedeltà senza compromessi, che può richiedere anche l'estremo sacrificio. E questo sapete specialmente voi, venerati Fratelli, eletti alla dignità cardinalizia. Voi vi impegnate a seguire fedelmente Cristo, il Martire per eccellenza ed il Testimone fedele.
Il vostro servizio alla Chiesa si esprime poi nel prestare al Successore di Pietro la vostra assistenza e collaborazione per alleviarne la fatica di un ministero che si estende fino ai confini della terra. Insieme con lui dovete essere difensori strenui della verità e custodi del patrimonio di fede e di costumi che ha la sua origine nel Vangelo. Sarete così guide sicure per tutti e, in primo luogo, per i presbiteri, le persone consacrate, i laici impegnati.
Il Papa conta sul vostro aiuto a servizio della comunità cristiana, che si introduce con fiducia nel terzo millennio. Quali Pastori autentici, voi saprete essere sentinelle vigili a difesa del gregge a voi affidato dal "Pastore supremo" che prepara per voi "la corona della gloria che non appassisce" (1 Pt 5, 4).
3. Un vincolo specialissimo vi congiunge da oggi al Successore di Pietro, che per volontà di Cristo - come è stato opportunamente ricordato - è "il perpetuo e visibile principio e fondamento dell'unità sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli" (Lumen gentium, 23). Questo legame vi rende, a nuovo titolo, segni eloquenti di comunione. Se sarete promotori di comunione, a beneficiarne sarà la Chiesa tutta intera. San Pier Damiani, del quale oggi ricorre la memoria liturgica, afferma: "È l'unità che riduce molte parti ad un solo tutto, che fa convergere le diverse volontà degli uomini nella compagine della carità e dell'armonia dello spirito" (Opusc. XIII, 24).
"Molte parti" della Chiesa trovano espressione in voi, che avete maturato le vostre esperienze in continenti diversi ed in servizi diversi al Popolo di Dio. È essenziale che le "parti" da voi rappresentate siano raccolte in "un solo tutto" mediante la carità, che è il vincolo della perfezione. Solo così potrà trovare attuazione la preghiera di Cristo: "Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato" (cfr Gv 17, 21).
Dal Concilio Vaticano II ad oggi molto si è fatto per allargare gli spazi della responsabilità di ciascuno nel servizio alla comunione ecclesiale. Non vi è dubbio che, con la grazia di Dio, ancora di più si potrà realizzare. Voi siete oggi proclamati e costituiti Cardinali perché vi impegniate, per quanto è di vostra competenza, a far sì che la spiritualità della comunione cresca nella Chiesa. Solo essa, infatti, è in grado di conferire "un'anima al dato istituzionale con un'indicazione di fiducia e di apertura che pienamente risponde alla dignità e responsabilità di ogni membro del Popolo di Dio" (Novo Millennio ineunte, 45).
4. Venerati Fratelli, voi siete i primi Cardinali creati nel nuovo millennio. Dopo aver abbondantemente attinto alle sorgenti della misericordia divina durante l'Anno Santo, la mistica nave della Chiesa s'accinge a "prendere nuovamente il largo" per portare nel mondo il messaggio della salvezza. Insieme vogliamo scioglierne le vele al vento dello Spirito, scrutando i segni dei tempi e interpretandoli alla luce del Vangelo per rispondere "ai perenni interrogativi degli uomini sul senso della vita presente e futura e sulle loro relazioni reciproche" (Gaudium et spes, 4).
Il mondo si fa sempre più complesso e mutevole, l'acuta consapevolezza delle discrepanze esistenti genera o aumenta contraddizioni e squilibri (cfr ibid., 8). Le enormi potenzialità del progresso scientifico e tecnico, come pure il fenomeno della globalizzazione che si estende a sempre nuovi campi, ci chiedono di essere aperti al dialogo con ogni persona e con ogni istanza sociale, nell'intento di rendere a ciascuno ragione della speranza che portiamo nel cuore (cfr 1 Pt 3, 15).
Sappiamo, però, venerati Fratelli, che, per poter affrontare validamente i nuovi compiti è necessario coltivare una sempre più intima comunione con il Signore. È lo stesso colore purpureo delle vesti che portate a ricordarvi questa urgenza. Non è forse, quel colore, simbolo dell'amore appassionato per Cristo? In quel rosso acceso non è forse indicato il fuoco ardente dell'amore per la Chiesa che deve alimentare in voi la prontezza, se necessario, anche alla suprema testimonianza del sangue? "Usque ad effusionem sanguinis", recita la formula antica. Guardando a voi, il Popolo di Dio deve poter trovare un punto di riferimento concreto e luminoso che lo stimoli ad essere veramente luce del mondo e sale della terra (cfr Mt 5, 13).
5. Voi provenite da ventisette Paesi di quattro continenti e parlate lingue diverse. Non è forse anche questo un segno della capacità che ha la Chiesa, diffusa ormai in ogni angolo del pianeta, di comprendere popoli con tradizioni e linguaggi differenti per portare a tutti l'annuncio di Cristo? In Lui e in Lui soltanto, è possibile trovare salvezza. Ecco la verità che insieme quest'oggi vogliamo riaffermare. Cristo cammina con noi e guida i nostri passi.
A duecento anni dalla nascita del Cardinale Newman, mi pare di sentir risuonare le parole con le quali egli accettò dal mio Predecessore, il Papa Leone XIII, la sacra porpora: "La Chiesa - disse - non deve fare altro che proseguire nel suo compito, nella fiducia e nella pace; rimanere salda e tranquilla, e attendere la salvezza di Dio. Mansueti hereditabunt terram, et delectabuntur in multitudine pacis (Sal 36, II)". Le parole di quel grande uomo di Chiesa siano stimolo per tutti noi ad un crescente amore per il nostro ministero pastorale.
Venerati Fratelli, raccolti attorno a voi, a condividere questo momento di gioia, si trovano i vostri familiari ed amici, si trovano i fedeli affidati alle vostre cure pastorali. Essi, insieme con l'intero popolo cristiano spiritualmente presente, rivolgono al Signore suppliche fervorose per il vostro nuovo servizio alla Sede Apostolica e alla Chiesa universale.
Su di voi stende il suo manto materno Maria che, accogliendo l'invito del divino messaggero, seppe prontamente rispondere: "Avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1, 38). Intercedono per voi gli apostoli Pietro e Paolo ed i Santi vostri Protettori. Vi accompagna anche il mio fraterno ricordo nella preghiera e la mia benedizione.

 

 

Da "L'Osservatore Romano"

 


 

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