Recenti studi sulle NDE potrebbero costituire la prova scientifica dell'esistenza dell'anima

 

 

Dall'articolo di "The Telegraph" (news.telegraph.co.uk) dal titolo: "Back from brink patients 'prove the soul exists'", di Jonathan Petre (09/12/2001):

Nuove evidenze scientifiche che dimostrerebbero la possibilità che pazienti che hanno subito un arresto cardiaco possono avere esperienze di vita dopo la morte […] costituirebbero una conferma della tesi secondo cui la mente (o l’anima) può continuare ad esistere anche dopo la morte.

I medici che hanno studiato 344 persone sopravvissute ad attacchi cardiaci hanno scoperto che più di uno su 10 ha sperimentato emozioni, visioni o pensieri di qualche tipo quando era "clinicamente morto" - cioé incosciente, senza alcuna traccia di polso, respirazione o attività cerebrale. Alcuni raccontano di aver vissuto l’esperienza di sentirsi come "fuori dal corpo".

Lo studio, condotto da un gruppo di ricerca olandese, verrà pubblicato nel "The Lancet", la principale rivista medica britannica e una delle più autorevoli nel mondo. Questo studio è destinato a diventare una pietra miliare per quei ricercatori universitari che credono che la mente possa continuare a funzionare anche dopo che ogni attività cerebrale si è fermata. Le autorità della Chiesa lo citeranno come prova a sostegno dell’esistenza dell’anima.

Dallo studio, durato due anni e condotto in 10 ospedali olandesi, emerge che il 12 per cento delle persone che sono sopravvissute ad un arresto cardiaco hanno riferito di aver avuto varie esperienze di "pre-morte" o NDE (Near-Death Experiences) prima di essere rianimate. Una di queste ha raccontato di essersi ritrovata a fluttuare fuori dal suo corpo, osservando i medici mentre gli toglievano la protesi dentaria prima di inserirgli un tubo endo-tracheale nel tentativo di rianimarla.

La ricerca condotta dal professor Pim Van Lommel coincide con i risultati di una nuova inchiesta condotta in Gran Bretagna nella quale si afferma che il 10 per cento delle persone interpellate pensano di avere vissuto una sensazione di "fluttuazione" al di fuori del loro corpo. Lo studio, condotto a novembre dalla Opinion Research Business su un campione rappresentativo di un migliaio di persone, ha prodotto risultati simili a quelli di precedenti inchieste condotte in America. […]

Per secoli ci sono state persone che hanno raccontato di aver avuto esperienze di pre-morte ma, fino a poco tempo fa, queste affermazioni non erano mai state provate scientificamente e il fenomeno era stato considerato con scetticismo dalla maggior parte degli accademici. Queste esperienze comprendono: sentimenti di pace e gioia, un’accelerazione del tempo, un’intensificazione dei propri sensi, una perdita di coscienza della proprio corpo, l’ingresso in un altro mondo, l’incontro con un essere mistico e il raggiungimento di un "punto di non ritorno".

La ricerca olandese è il più ampio studio scientifico su questo fenomeno e conferma i risultati di un progetto più limitato condotto al Southampton Hospital che era stato completato lo scorso anno. Per stabilire con certezza l’assenza di polso o di attività cerebrale nei pazienti che hanno riferito esperienze di pre-morte sono state impiegate le apparecchiature più moderne

I ricercatori affermano che queste persone non sarebbero dovute essere in grado di percepire alcunché e che i loro ricordi sono troppo strutturati per essere allucinazioni. Il fenomeno sfida ogni spiegazione medica.

Lo studio olandese rivela che le persone sopravvissute ad arresti cardiaci che hanno avuto esperienze di pre-morte, più tardi tendono a sviluppare un approccio alla vita più spirituale e una minore paura della morte rispetto a coloro che non ne hanno avuto.

Il dottor Peter Fenwick, neuropsichiatra alla London University e co-autore dello studio del Southampton Hospital, ha detto: "La ricerca olandese è molto stimolante perché conferma le nostre conclusioni. Ora sappiamo che le NDE esistono e si verificano quando l’individuo si trova in coma, perciò dobbiamo esaminare la questione se la mente e il cervello siano una cosa unica […] Se esiste la possibilità che la mente e il cervello siano indipendenti allora questo fa nascere degli interrogativi sulla continuazione della coscienza dopo la morte. E fa nascere interrogativi sull’esistenza di una componente spirituale negli esseri umani e di un universo con un senso piuttosto che un universo casuale".

In un articolo, che verrà pubblicato il prossimo anno dalla rivista medica Resuscitation, il dottor Sam Parnia - ricercatore alla Southampton University e co-autore assieme al dott. Fenwick - sostiene che la coscienza "in realtà potrebbe essere un’entità scientifica fondamentale…non riducibile a niente di più elementare. Questo concetto potrebbe essere paragonabile a quello della scoperta del fenomeno elettromagnetico nel 19mo secolo o della meccanica quantistica nel 20mo secolo." […]

 

 

L'articolo di "The Lancet" dal titolo: "Near-death experience in survivors of cardiac arrest: a prospective study in the Netherlands" a cui si fa riferimento nell'articolo di "The Telegraph" di cui sopra, si conclude con una riflessione:

[…] si dovrebbe discutere sulla validità del concetto, fino ad ora presunto ma mai provato, che la coscienza e i ricordi siano localizzati nel cervello. Come potrebbe sperimentarsi una chiara coscienza al di fuori del proprio corpo quando il cervello non ha più alcuna attività, in un intervallo di tempo nel quale abbiamo la morte clinica con un EEG 1 piatto?  Per altro nell’arresto cardiaco l’EEG di solito diventa piatto entro 10 secondi dal verificarsi della sincope 2. Inoltre persone cieche hanno descritto percezioni veridiche durante esperienze extra-corporee [...] L’NDE spinge ai limiti estremi le idee mediche sui confini della coscienza umana e sul rapporto mente-cervello.

Un’altra teoria sostiene che l’NDE potrebbe essere un cambiamento nello stato di coscienza (trascendenza 3) nel quale, identità, cognizione ed emozione funzionano indipendentemente dal corpo non cosciente, ma mantengono la possibilità di una percezione non sensoriale.

La ricerca dovrebbe concentrarsi sullo sforzo di spiegare scientificamente il verificarsi dell’NDE e i suoi contenuti, e dovrebbe focalizzarsi su alcuni elementi specifici della NDE quali per esempio le esperienze extra-corporee ed altri aspetti verificabili. Infine la teoria e il retroterra della trascendenza dovrebbero essere presi in considerazione come parte integrante di un quadro esplicativo di queste esperienze […].

 

 

 

 

Note:
1)
EEG = elettroencefalogramma
2) sincope = perdita di coscienza, associata ad alterazioni circolatorie e respiratorie
3) trascendenza = nozione in cui si identifica una forma di esistenza al di sopra della realtà sensibile, dotata di una sua realtà indipendente

 

A cura di "Profezie per il Terzo Millennio" - dicembre 2001


 

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