CATECHESI SULL'APOCALISSE
DI SAN GIOVANNI APOSTOLO

don Guglielmo Fichera

3ª puntata - 2ª parte

 

 

 

CAPITOLO 9

ULTIME TRE TROMBE ---- 5ª TROMBA - 1° GUAI

 

(1) IL QUINTO ANGELO SUONÒ LA TROMBA E VIDI UN ASTRO CADUTO DAL CIELO SULLA TERRA

(N.d.R. = A) Quando si parla di un astro caduto dal cielo, non bisogna pensare ad un meteorite o ad una cometa. Qui si tratta di una potenza spirituale perché è detto che gli "fu data la chiave dell’abisso" e non si dà la chiave ad una cometa o ad una meteorite, non si dà la chiave ad un piccolo pianeta caduto sulla Terra! B) Giovanni vede "un astro caduto dal cielo": non lo vede cadere, lo vede giù caduto. C) "Nell’astro che cade dal cielo alcuni vedono uno degli angeli decaduti, altri, più verosimilmente, un essere angelico, incaricato di aprire le porte dell’abisso" (Pietro Rossano, Apocalisse, Supplemento n. 1 a Famiglia cristiana, 12/12/2004, nota 9,1 p. 64). D) Si tratta di un Angelo, comandato da Dio, come quello che più tardi verrà ad incatenare Satana e a rinchiuderlo nell’Abisso (Ap 20,1 ss), non certo di un demonio: la chiave di quel posto ce l’ha solo Dio! Pensare che si tratti di un demonio, a cui Dio avrebbe dato la chiave dell’Abisso, a me sembra una incoerenza: è come se in un carcere, la chiave del penitenziario, l’avesse uno dei carcerati! Ricapitolando: a questo Angelo fu data la chiave del pozzo dell’inferno. L’iniziativa è di Dio, perché l’Angelo cade dal cielo. Un angelo, per comando di Dio, apre l’inferno. Il fumo che ne esce oscura il Sole e l’atmosfera. = N.d.R.)

GLI FU DATA LA CHIAVE DEL POZZO DELL’ABISSO;

(N.d.R. = A) Cosa si intende per Abisso? L’inferno. Secondo Lc 8,31, i demoni, che si chiamano legione, supplicano di non essere rimandati nell’abisso. L’Abisso è il nome dato alla regione sotterranea dei demoni (cfr. Lc 8,31; cfr. 2 Pt 2,4), cioè all’INFERNO. In Ap 11,7 e Ap 17,8 si dice che la Bestia deve salire dall’Abisso. L’Abisso è una prigione provvisoria, fino al giudizio finale. B) "Nell’Apocalisse - l’Abisso - è indicato come il luogo di pena provvisorio (per "mille anni") (Ap 20,14-15), destinato agli angeli decaduti; mentre il luogo definitivo di punizione per Satana e i suoi seguaci è lo "stagno di fuoco e di zolfo" (Ap 20,10.14-15)" (cfr. Nuovissima Versione della Bibbia, Apocalisse, San Paolo, 2002, p. 99). L’Abisso è rappresentato come un immenso antro sotterraneo (cfr 2 Pt 2,4), ove arde fuoco e che comunica con la superficie terrestre, mediante un pozzo coperto da un coperchio chiuso = N.d.R.).

(2) EGLI APRÌ IL POZZO DELL’ABISSO E SALÌ DAL POZZO UN FUMO COME IL FUMO DI UNA GRANDE FORNACE

(N.d.R. = Questo fumo è un modo simbolico per indicare tutte le legioni di demoni che sono liberati e che invadono il mondo, mirando ad oscurarlo di luce e di grazia per mettere in atto il loro piano e il loro programma = N.d.R.)

CHE OSCURÒ IL SOLE E L’ATMOSFERA

(N.d.R. = A) Una volta Padre Pio ha detto che se si potessero vedere tutti i demoni che sono sulla terra, per opporsi al TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA (cfr. Segreto di Fatima), si OSCUREREBBE IL SOLE. Essi operano negli uomini mirando ad insinuarsi nei loro impulsi di volontà, nelle loro motivazioni, nelle loro idee, nei loro comportamenti. Guarda caso, qui viene detta la stessa cosa affermata da P. Pio, perché è evidente che se questo angelo apre le porte dell’Inferno, dall’Inferno non escono cocomeri o banane oppure uva; dall’Inferno escono diavoli; quindi questi diavoli che escono oscurano il Sole e l’atmosfera. B) Qualcuno interpreta solo simbolicamente questo passo e afferma - a proposito del fumo che esce - che si tratterebbe solo del "fumo" dell’inganno e della delusione, del peccato e del dolore, delle tenebre morali e della degradazione = N.d.R.).

(3) DAL FUMO USCIRONO CAVALLETTE CHE SI SPARSERO SULLA TERRA E FU DATO LORO UN POTERE PARI A QUELLO DEGLI SCORPIONI DELLA TERRA.

(N.d.R. = A) "Le cavallette" sono simbolo di demoni. Da tutto il contesto appare chiaro che non si tratta veramente di locuste, ma esse sono solo un simbolismo per descrivere le proprietà e le caratteristiche dei demoni che verranno lanciati sulla terra, per devastare e tormentare gli uomini.

B) "La punizione del male morale degli uomini viene da Dio e si effettua mediante forze di natura demoniaca. /.../ Le cavallette sono un flagello, che però è limitato nella sua portata (vv. 4-5)" (Ugo Vanni, op. cit., p. 43). C) "Dal fumo uscirono cavallette che si sparsero sulla terra". Il fumo non coincide con le cavallette, cioè non è costituito solo dalle cavallette. Non sono solo le cavallette che formano il fumo, ma esse escono da quel fumo, cioè dall’insieme della folla di demoni. Come a dire: da mezzo ad una folla di demoni, di tante specie, escono dei demoni particolari che hanno un compito specifico, Queste cavallette sono chiaramente simbolo di particolari demoni. Queste cavallette si trovano già nella celebre visione di Gioele, dove esse presentano già tratti mostruosi e demoniaci: hanno denti di leone, aspetto di cavalli e il loro volo è come un fragore di carri (cfr. Gl 1,6; 2,4 ss.). La piaga delle locuste è una delle più terribili ed è l’OTTAVA PIAGA D’EGITTQ (cfr. Es 10,4-15) ma, a differenza di quelle locuste che divoravano solo la vegetazione, queste tormentano gli uomini. Specialmente la profezia di Gioele 1,7-12; 2,2-11 presenta le locuste come simboli di un nemico più temibile e ne descrive gli effetti disastrosi sulle vegetazioni e sugli uomini. D) "e fu dato loro un potere pari a quello degli scorpioni della terra". Gli scorpioni sono associati ai serpenti a motivo del loro veleno (cfr. Lc 10,19) e tutti e due sono presi come simboli delle forze del male. Anche nel Salmo 90 usato in ambiente esorcistico - aspidi, vipere, leoni e draghi sono solo animali simbolici per sottintendere coloro che operano facendo del male = N.d.R.).

(4) E FU DETTO LORO DI NON DANNEGGIARE NÉ ERBA NÉ ARBUSTI NÉ ALBERI, MA SOLTANTO GLI UOMINI CHE NON AVESSERO IL SIGILLO DI DIO SULLA FRONTE.

(N.d.R. = A) Queste cavallette - a differenza di quelle vere, naturali - danneggiano solo gli uomini e non le piante e le erbe. Le cavallette non sono nocive per gli uomini; sono fastidiose, ma non danneggiano l’uomo: scientificamente parlando, non hanno questo potere. B) È evidente che una cavalletta fisica, cioè l’insetto naturale, non ha certamente gli occhi per distinguere se un uomo ha il sigillo di Dio oppure no! Chi invece ha questi occhi, con questa capacità. è un demonio, che quando vede un figlio di Dio se ne accorge subito = N.d.R.).

(5) PERÒ NON FU CONCESSO LORO DI UCCIDERLI, MA DI TORMENTARLI PER CINQUE MESI, E IL TORMENTO È COME IL TORMENTO DELLO SCORPIONE QUANDO PUNGE UN UOMO.

(N.d.R. = L’azione di queste cavallette è FRENATA. Ad esse non fu concesso di uccidere gli uomini, ma solo di tormentarli per 5 mesi, e il tormento è come il tormento dello scorpione quando punge un uomo. Secondo alcuni, 5 mesi vuol solo indicare un tempo di breve durata. Le locuste - generalmente - durano da maggio a settembre (proprio 5 mesi!), massimo fino a ottobre. Anche il flagello annunciato avrà breve durata. 5 mesi è il tempo completo di tutta la loro azione: per 5 mesi potranno sempre tormentare. Secondo altri commentatori tormenterebbero per 5 mesi di seguito; per altri, invece, una volta tormentato con la puntura, le sofferenze da loro inflitte durerebbero 5 mesi. La tortura inflitta sembrerebbe essere descritta come simile a quella dello scorpione, la cui puntura non è mortale, ma è dolorosissima. Appare chiaro che non si tratta veramente di animali , ma sono solo il simbolo delle caratteristiche dei demoni = N.d.R.)

(6) IN QUEI GIORNI GLI UOMINI CERCHERANNO LA MORTE, MA NON LA TROVERANNO; BRAMERANNO MORIRE, MA LA MORTE LI FUGGIRÀ.

(N.d.R. =.Cercheranno di morire, perché stanchi di soffrire atroci tormenti, ma il loro desiderio di morire non sarà appagato (cfr. Le 23,30; Giobbe 3,20-25; Ger 8,3; Osea 10,8; Ap 6,14) = N.d.R.).

 

DESCRIZIONE DELLE LOCUSTE INFERNALI Ap 9,7-11.

(7) QUESTE CAVALLETTE AVEVANO L’ASPETTO DI CAVALLI PRONTI PER LA GUERRA. SULLA TESTA AVEVANO CORONE CHE SEMBRAVANO D’ORO E IL LORO ASPETTO ERA COME QUELLO DEGLI UOMINI.

(N.d.R. = In questi versetti è ancora più evidente il simbolismo di queste cavallette.

1) Non esistono cavallette che hanno l’aspetto di cavalli pronti per la guerra. 2) Non esistono cavallette il cui aspetto è come quello degli uomini. Si osservi poi l’apparente paradosso che esiste quando, delle stesse cavallette, si dice che hanno l’apparenza di cavallo e di uomo contemporaneamente! 3) Non esistono cavallette che hanno sulla testa "come delle corone d’oro". Queste corone d’oro fanno riferimento ad un autentico potere concesso da Dio agli angeli, potestà che rimane anche negli angeli caduti, per quanto ora essi se ne servano contro Dio e il suo piano di salvezza. Un cenno a questo uso distorto di questa potestà regale, si può evincere nelle parole di Giovanni che non dice che queste entità demoniache recano sul capo "corone d’oro", ma dice che sulle loro teste ci sono "come delle corone simili ad oro". La descrizione delle locuste richiama chiaramente il libro del Profeta Gioele, i primi 2 capitoli: "Viene il giorno del Signore, giorno di tenebre e di caligine, giorno di nube e di oscurità. L’INVASIONE DI CAVALLETTE. Il loro aspetto è aspetto di cavalli, come destrieri che corrono. Come fragore di carri che balzano sulla cima dei monti" (Gl 2,1-5). Tutti questi simbolismi, con cui si dipinge l’aspetto di queste cavallette originali, è solo un modo allegorico per indicare le caratteristiche e i poteri che hanno questi spiriti maligni: 1) la loro determinazione a colpire; 2) la loro personalità spirituale; 3) il loro potere. Essi sono stati fatti uscire dall’inferno perché, se noi ci comportiamo come demoni, il Signore ci corregge e ci punisce aprendo l’inferno e donandoci la compagnia di coloro ai quali noi somigliamo. Se noi ci comportiamo come demoni, il Signore ci dà la compagnia dei demoni. Se ci comportiamo come angeli, il Signore ci dà la compagnia degli angeli = N.d.R.)

(8) AVEVANO CAPELLI, COME CAPELLI DI DONNE, MA I LORO DENTI ERANO COME QUELLI DEI LEONI.

(N.d.R. = Continuano i simbolismi per indicare le proprietà di questi spiriti maligni. 1) Queste cavallette hanno "capelli come di donna": forse per indicare il loro potere di sedurre, di suggestionare; 2) Hanno poi "denti come quelli dei leoni": per indicare la loro ferocia e la loro forza. Quanto ai denti di leone, provengono direttamente da Gl 1,6: "é venuta contro il mio paese una nazione potente, senza numero, che ha denti di leone, mascelle di leonessa" = N.d.R).

(9) AVEVANO IL VENTRE SIMILE A CORAZZE DI FERRO E IL ROMBO DELLE LORO ALI COME ROMBO DI CARRI TRAINATI DA MOLTI CAVALLI LANCIATI ALL’ASSALTO.

(N.d.R. = 1) "Ventre simile a corazze di ferro": significa che sono forti, irrompono con decisione; significa che si tratta di guerrieri ben armati. 2) "Il rombo delle loro ali come il rombo di carri trainati da molti cavalli lanciati all’assalto": sono determinati e senza indecisione nell’assaltare gli uomini che devono tormentare. Questi due ultimi paragoni provengono certamente da Gl 2,5.

(10) AVEVANO CODE COME GLI SCORPIONI, E ACULEI. NELLE LORO CODE IL POTERE DI FAR SOFFRIRE GLI UOMINI PER CINQUE MESI.

(N.d.R. = Nella Bibbia sempre si afferma che il diavolo ha il potere nella coda e colpisce con la coda (cfr. Ap 12,4). Quando di altri personaggi si afferma pure che hanno potere nella coda e colpiscono con quella, è sempre perché essi hanno parentela e affinità col mondo demoniaco = N.d.R.)

(11) IL LORO RE ERA L’ANGELO DELL’ABISSO, CHE IN EBRAICO SI CHIAMA PERDIZIONE (ebraico = Abaddon = perdizione, rovina), IN GRECO STERMINATORE (greco = Apollion = distruttore, sterminatore).

(N.d.R. = Il loro re è il diavolo, il demonio, satana: essi quindi sono demoni. Questa affermazione esplicita è proprio contenuta nel testo. Abbiamo così la certezza, che non stiamo forzando il testo, che non stiamo appiccicando al testo delle nostre fantasie, ma che l’interpretazione scaturisce dal testo ed è fedele ad esso. Il fatto che il loro re abbia un doppio nome, ebraico e greco, dimostra che Giovanni non sta parlando solo agli ebrei, ma si rivolge a tutti, intendendo quindi ebrei e pagani come la totalità di tutti i popoli. Si tratta di una visione teologica, non etnologica, dell’umanità. La scena di Ap 20,1-3 ci aiuta a capire chiaramente che questo re altro non è che Satana = N.d.R.)

(12) IL PRIMO "GUAI" È PASSATO. RIMANGONO ANCORA DUE "GUAI" DOPO QUESTE COSE

(N.d.R.= Questi tre guai sono legati alle ultime tre trombe e quindi agli ultimi avvenimenti prima della fine dei tempi = N.d.R.)

 

SESTA TROMBA – 2° GUAI
LA "CAVALLERIA INFERNALE"

La SESTA TROMBA coincide con il SECONDO "GUAI", abbraccia il lungo brano che va da Ap 9,13 ad Ap 11,14. La 6ª tromba introduce un flagello più grave del precedente: le locuste tormentano, invece, la cosiddetta "cavalleria infernale" della 6ª tromba, uccide, ma fa morire solo 1/3 degli uomini. Lo squillo della tromba non scatena direttamente il flagello, ma fa levare dall’altare una voce che invita l’angelo delle trombe a mettere in azione gli strumenti di questo nuovo giudizio di Dio. A differenza dei precedenti questo flagello non ha corrispondente nelle piaghe d’Egitto; la sua gravità è grande. È un flagello legato solo agli avvenimenti degli ultimi tempi. Questo SECONDO GUAI, annunzia sicuramente UNA GUERRA. Che differenza c’è tra questa e la guerra del 4° sigillo? Secondo alcuni la Guerra del 4° sigillo riguarderebbe le persecuzioni contro i cristiani; la Guerra della 6ª Tromba riguarderebbe i non credenti, sarebbe un ammonimento per loro a convertirsi. Secondi altri, invece, si tratterebbe della stessa guerra, terribile, che cumulerebbe in sé più flagelli (guerra, fame, peste, ferocia inaudita dei combattenti, definiti "bestie feroci"). Dunque Ap 6,7-8 (4° Sigillo), Ap 9,13-20 (6ª Tromba) e Ap 16,12-16 (6ª Coppa) si riferirebbero allo stesso avvenimento, allo stesso flagello, descritto sotto sfaccettature diverse. L’interpretazione della 6ª Tromba, e del 2° guai, è complessa. Dopo il suono della 6ª Tromba, irrompe una nuova travolgente cavalleria.

(13) IL SESTO ANGELO SUONÒ LA TROMBA. ALLORA UDII UNA VOCE DAI LATI DELL’ALTARE D’ORO CHE SI TROVA DINANZI A DIO.

(N.d.R. = "l’altare parla", si tratta di una personificazione che presenta il 6° flagello - questa piaga - come un esaurimento divino delle preghiere dei credenti (cfr. Ap 8,3). Sono le preghiere dei santi che ottengono quello che hanno chiesto: sono effetto della preghiera dei martiri, il cui grido incalza la giustizia divina (Ap 6,10 ss). Il comando viene da Dio che ingiunge al 6° angelo di sciogliere i 4 angeli incatenati sul fiume Eufrate. Quindi i castighi che seguono sono volontà di Dio, sono voluti e permessi da Dio = N.d.R.)

(14) E DICEVA AL SESTO ANGELO CHE AVEVA LA TROMBA: "SCIOGLI I QUATTRO ANGELI INCATENATI SUL GRAN FIUME EUFRATE"

(N.d.R. = A) "4 angeli", atti cioè a raggiungere l’intero universo (4 è numero cosmico, simboleggia l’intera terra, l’intero universo). Si fa riferimento ai 4 angeli per indicare tutto l’universo, tutto ciò che è contenuto all’interno dei 4 punti cardinali. B) "sciogli i 4 angeli" per servirsene come strumenti dell’ira divina; questi erano prima "legati", impediti di nuocere, sull’Eufrate, frontiera del mondo romano-ellenistico da cui irrompevano sempre gli invasori. Si tratta di potenze che però non possono esplicare la loro forza perché legate. Di per sé la loro forza non è diminuita, è solo sospesa, per poi scatenarsi una volta liberata. Questi Angeli sono "legati" solo perché fino a questo momento sono stati impediti di infliggere agli uomini i castighi già preparati. C) Secondo alcuni questi "quattro angeli" sono gli stessi di 7,1; secondo altri non sono necessariamente gli stessi. Ma questi angeli sono buoni o cattivi? 1) Secondo alcuni si tratta di angeli cattivi, (cfr. Ap 20,3; Tob 8,3) in quanto è detto che essi "sono legati" e perché solo essi possono accarezzare l’idea di immergere il genere umano nel bagno di sangue della guerra. Si dicono "legati", perché non possono far nulla, se Dio non lo permette loro. 2) Secondo altri si tratta invece di angeli buoni, esecutori dei giudizi di Dio, i quali sono detti "legati", solo perché - sino a questo momento - erano impediti di infliggere agli uomini i castighi già preparati dalla divina giustizia. Erano cioè impediti dagli ordini superiori di Dio d’eseguire la loro missione fino al momento preciso stabilito da Dio. Questa seconda spiegazione è migliore. L’ordine espresso dal verbo "sciogli" va inteso in senso metaforico, cioè di "dare ordine a loro di sciogliere".

D) Questi angeli diversi da quelli con funzioni analoghe di Ap 7,1-3, sono "angeli del castigo" (cfr. Enoch 53,3; 56,5-8) i quali sono precostituiti da Dio perché infieriscano al momento stabilito (ora, giorno, mese ed anno). Lanciano all’assalto eserciti di cavalieri detti "infernali", demoniaci (probabilmente per gli effetti prodotti). Questa strage supera in rigore la decima piaga d’Egitto, colpisce solo i non contrassegnati col sigillo di Dio (Ap 9,2), benché tale precisazione non sia ripetuta. I quattro angeli che si tengono pronti sull’Eufrate hanno il compito di mandare ad effetto i giudizi divini; sono quindi angeli del castigo o angeli della vendetta e hanno a propria disposizione un’immensa schiera di cavalieri ben equipaggiati.

E) Angeli del castigo. Nel 2° libro di Samuele si legge: "La collera di Dio si accese contro Davide perché aveva fatto il censimento del popolo (24,1-9). Davide riconosce il suo errore e chiede perdono. Attraverso il profeta Gad, Dio gli propone tre cose: tre anni di carestia, tre mesi di fuga davanti al nemico oppure tre giorni di peste (2 - Sam 24,10-13). Davide sceglie tre giorni di peste. "Così il Signore mandò la peste in Israele /.../ morirono 70.000 persone. E quando l’Angelo ebbe stesa la mano su Gerusalemme per distruggerla, il Signore si pentì di quel male e disse all’angelo che distruggeva il popolo: "Basta; ritira ora la mano!". Ora l’angelo del Signore si trovava presso l’aia di Araunà il Gebuseo. Davide, vedendo l’Angelo che colpiva il popolo, disse al Signore: "Io ho peccato; io ho agito da iniquo; ma queste pecore che hanno fatto? La tua mano venga contro di me e contro la casa di mio padre!" (2 Sam 24,15-17).

F) "In Enoch 56 gli angeli del castigo suscitano l’invasione dei Parti e dei Medi. I loro eserciti conquistano la terra d’Israele e vengono poi sconfitti, alla fine, in un disastro che prefigura l’ultimo giudizio. Questo testo si ispira chiaramente a Ez 38-39, di cui propone una lettura che assimila Gog e Magog ai Parti e ai Medi. Esiste dunque un esempio di tradizione apocalittica giudea che attribuisce ad alcuni angeli il compito di scatenare la fiumana degli invasori orientali, rivestiti da Dio di una missione temporanea sterminatrice /.../ Gli autori dell’A.T. così parlano dell’Eufrate: il fiume è come la frontiera teorica al di là della quale la terra perde il suo carattere di terra santa, scelta da Dio come dono per il suo popolo (cfr. Gen 2,14; 15,18; Es 23,31 nei LXX; Dt 1,7; 11,24; Gs 1,4, ecc.). /.../ Secondo Andrea, l’Eufrate è il paese da cui viene l’Anticristo; secondo Beda esso è la potenza mondana. In ogni caso essi sono agenti del castigo divino" (L’Apocalisse di S. Giovanni, Pierre Prigent, Borla, 1985, pp. 284-285).

G) "IL GRAN FIUME EUFRATE". Segnava il limite settentrionale del paese assegnato da Dio a Israele, come l’Egitto ne era il limite meridionale. Dall’Eufrate calarono sulla Palestina le più terribili invasioni (gli Assiri di Salmanazar, di Sennacherib e i Caldei di Nebucadnezar). "Il fiume Eufrate, in certo modo frontiera del mondo biblico, era l’area geografica da cui venivano le invasioni che devastavano le terre d’Israele (cfr. Is 7,20; Ger 46,10, ecc.)" (La Bibbia di Navarra, Nuovo testamento, Edizioni Ares, 1994, nota ad Ap 9,13-19, p. 772). Spesso l’Eufrate rappresentava l’Assiria, Babilonia e, in genere, tutto il mondo cattivo: quindi è innanzitutto simbolo del mondo malvagio. Eufrate è qui probabilmente una semplice figura, un simbolismo. Dall’Eufrate, nell’A.T. (cfr. Is 7,20; 8,7; Ger 46,10) partivano le armate nemiche per fare strage dei Giudei infedeli; e presso l’Eufrate si ammassavano gli invasori che irrompevano nell’impero romano (cfr. Ap 16,12) e specialmente la famosa cavalleria dei Parti. Il fiume Eufrate divideva la Palestina, dalle nazioni d’Oriente; perciò il suo prosciugamento vuole chiaramente indicare che la via resta più facilmente aperta alle invasioni e azioni di guerra, e nel nostro caso che è aperta perché tutti i poteri anticristiani muovano guerra alla Chiesa. Abbiamo qui un primo annuncio di quella battaglia finale tra le forze del male e le potenze del bene, che si chiama battaglia di Har-Maghedom.

H) Decisivo per la spiegazione di questo passo è il parallelo che troviamo nel Capitolo 16 dell’Apocalisse, dove è detto così: "Il sesto angelo versò la sua coppa sopra il gran fiume Eufrate e le sue acque furono prosciugate per preparare il passaggio ai re dell’oriente. Poi dalla bocca del drago e dalla bocca della Bestia e dalla bocca del falso profeta, vidi uscire tre spiriti immondi, simili a rane: sono infatti spiriti di demòni che operano prodigi e vanno a radunare tutti i re della terra per la guerra del gran giorno di Dio onnipotente" (Ap 16,12). "All’epoca dell’Apocalisse l’Eufrate segnava la frontiera dell’impero di Roma coi Parti. In un passo del libro apocrifo di Enoc si legge: "In quel giorno gli angeli torneranno /.../ ecciteranno i re in modo che uno spirito di irrequietezza si impossessi di loro. Ed essi saliranno e calpesteranno con i loro piedi la terra degli eletti". "L’Eufrate, nella successiva tradizione popolare divenne la patria dell’Anticristo. Gli angeli incatenati finora erano bloccati; da questo momento Dio li lascia liberi di irrompere come una fiumana che tutto travolge.

/.../ Questi angeli del male sono agenti al servizio del giudizio di Dio e si scatenano solo su 1/3 dell’umanità e per un tempo circoscritto. L’ora delle tenebre non è infinita, ma fa parte di un progetto divino che è ben pianificato" (Gianfranco Ravasi, Apocalisse, Piemme, 2004, p. 91). "Ritengo più probabile che "il terzo degli uomini" destinati a perire con la 6ª tromba sia il terzo dell’umanità intera" (Edmondo Lupieri, L’Apocalisse di Giovanni, Mondatori, 2000, pp. 168-169) = N.d.R.)

 

3 SPIEGAZIONI

1) La prima è che qui si parli di un flagello sotto forma di guerra feroce, da parte di popoli senza Dio, che Dio suscita e "usa" per punire le infedeltà del suo popolo, come tante volte abbiamo già letto nell’A.T. 2) La seconda è che si tratti di realtà soprannaturali - per analogia - con le cavallette della tromba precedente (di cui pure sembrano avere lo stesso profilo mostruoso) ma, a differenza di quelle, non tormentano ma uccidono. 3) La terza possibilità è che si tratti delle truppe dell’Anticristo. Venire dal Fiume Eufrate, far venire i Re dall’Oriente, è un modo per dire: verranno gli aiuti all’Anticristo. I Re dell’Oriente sarebbero aiuti per l’Anticristo. Potrebbe essere descritta una grande battaglia con la quale l’Anticristo conquista o consolida il suo impero mondiale. Dopo di che ci sarà la grande tribolazione di cui parla Gesù in Mt 24,21, con la feroce persecuzione contro i cristiani, oppure la grande tribolazione potrebbe coincidere con questa rovinosa guerra.

Come non pensare qui ad alcune affermazioni forti che si trovano in un documento ufficiale: la lettera che Lucia di FATIMA inviò il 22 maggio 1958, a Padre Agostino Fuentes, postulatore della causa di beatificazione di Francesco e Giacinta di Fatima: "Padre, la Madonna è molto scontenta perché non si è fatto caso al suo messaggio del 1917. Né i buoni, né i cattivi, vi hanno fatto caso. I buoni vanno per il loro cammino senza preoccuparsi, non seguono le norme celestiali; ed i cattivi nella via larga della perdizione. Non tenendo in nessun conto i castighi che li minacciano. Mi creda, Padre, il Signore castigherà il mondo molto presto. Il castigo è molto imminente, verrà presto il castigo materiale; s’immagini Padre, quante anime andranno all’inferno! E questo accadrà perché non si prega e non si fa penitenza. Questa è la causa della tristezza della Madonna. Padre, lo dica a tutti, che la Madonna me lo ha detto molte volte: molte nazioni spariranno dalla faccia della terra. NAZIONI SENZA DIO SARANNO IL FLAGELLO SCELTO DA DIO STESSO PER CASTIGARE L’UMANITÀ SE NOI, PER MEZZO DELLA PREGHIERA E DEI SACRAMENTI, NON OTTERREMO LA GRAZIA DELLA LORO CONVERSIONE".

(15) FURONO SCIOLTI I 4 ANGELI PRONTI PER L’ORA, IL GIORNO E IL MESE E L’ANNO PER STERMINARE UN TERZO DELL’UMANITÀ.

(N.d.R. = A) "Da parte loro gli angeli sono eternamente disponibili, perché la loro disponibilità non è toccata dal tempo. Gli angeli sono preparati "da sempre" per questo tempo e per questo compito. Sono stati dotati della loro potenza prima del tempo e collocati al loro posto, però né il tempo né lo spazio hanno minimamente modificato la loro disponibilità. Essendo fuori del tempo possono essere preparati da sempre per un determinato tempo" (Adrienne Von Speyr, L’Apocalisse, Jaca Book, 1983, Vol. I, p. 259). B) Si tratta dello sterminio di una frazione considerevole (1/3) dell’umanità intera. Sono questi 4 angeli che hanno il potere e l’incarico di sterminare 1/3 dell’umanità. Questi angeli hanno potere sopra gli uomini che non hanno il sigillo divino .Questi angeli, esercitano la loro missione sterminatrice per mezzo di un esercito soprannaturale. Il testo dice che sono loro a sterminare 1/3 dell’umanità. Dio usa anche la guerra come una voce di ammonimento e come un giudizio di punizione per i cattivi (9,20); perciò anch’essa è inclusa nel decreto di Dio, che ne fissa "il giorno, il mese, l’ora e l’anno" = N.d.R.)

(16) IL NUMERO DELLE TRUPPE DI CAVALLERIA ERA 200 MILIONI; NE INTESI IL NUMERO.

(N.d.R. = A) "Giovanni non dice come vide sbucare gli eserciti. Prima era presente solo la potenza degli angeli, ora compare improvvisamente un esercito di 200 milioni di soldati. /.../ Ogni angelo ha a disposizione 50 milioni di cavalieri" (Adrienne Von Speyr, L’Apocalisse, Jaca Book, 1983, Vol. I, p. 259-260). B) La scena cambia improvvisamente. Giovanni vede ora le armate sul campo di battaglia, non vede fanti ma "eserciti della cavalleria". Cavalli e cavalieri sono in un numero stragrande, e Giovanni ode il totale del loro computo: "venti migliaia di decine di migliaia", cioè duecento milioni. Si tratta ovviamente di un numero simbolico per significare un’immensa schiera. Inoltre un numero così alto mostra la gravità del castigo annunziato.

C) C’è poi un passaggio particolare: prima si dice che i 4 angeli hanno il potere di sterminare 1/3 dell’umanità, poi compare all’improvviso una truppa di cavalleria addirittura formata da 200 milioni di combattenti e quindi si afferma che questi 4 angeli si servono di questa cavalleria per realizzare il programma loro affidato. O bisogna pensare che ognuno di loro è capo di una truppa e che tutti e quattro insieme mettono insieme le loro truppe; oppure che essi hanno il potere di suscitare - sulla terra e negli uomini, - gli avvenimenti di guerra descritti.

D) E incredibile il numero dell’esercito: 200 milioni, che sorpassava forse la somma totale dell’umanità di allora. Questo numero così grande mostra la gravità del castigo annunziato. Dalla descrizione che viene fatta di questi cavalieri, anche qui si capisce subito che si tratta di caratteri allegorici. "Le forze del male sono poderose e vengono raffigurate da una cavalleria enorme il cui numero è di "due miriadi di miriadi" cioè di 200 milioni (in greco si ha letteralmente 20.000 x 10.000)" (Gianfranco Ravasi, Apocalisse, Piemme, 2004, p. 92).

E) Il motivo di un forte esercito che entra in un paese per comando di Dio, ricorre nella tradizione apocalittica in 1 Enoch 56,5 s, dove si parla di angeli della vendetta che aprono ai re dei Parti e dei Medi e alla loro cavalleria, le porte del paese del popolo eletto, introducendoli a calpestarlo. A sua volta questa spedizione dei Parti e dei Medi, si ispira a quella di Gog e Magog, descritta da Ezechiele. Giovanni però modifica profondamente questa visione. Infatti i cavalieri che egli vede sembrano esseri diabolici e non si riversano sulla Palestina, ma sul mondo: non combattono contro il popolo di Dio, ma contro l’umanità incredula e sono strumento della divina vendetta = N.d.R.).

(17) COSÌ MI APPARVERO I CAVALLI E I CAVALIERI: QUESTI AVEVANO CORAZZE DI FUOCO, DI GIACINTO E DI ZOLFO. LE TESTE DEI CAVALLI ERANO COME LE TESTE DEI LEONI E DALLA LORO BOCCA USCIVA FUOCO, FUMO E ZOLFO"

(N.d.R. = A) Giovanni vede in cielo una visione che descrive qualcosa che avverrà sulla terra. B) Torna il simbolismo dei cavalli e dei cavalieri, proprio dei primi 4 sigilli. "Ambedue, cavalli e cavalieri, costituiscono insieme un unità. /.../ I cavalli somigliano a bestie selvagge scatenate e operano in modo più spaventoso del previsto: esistono solo per espletare il compito loro assegnato. Non è possibile sfuggire loro" (Adrienne Von Speyr, L’Apocalisse, Jaca Book, 1983, Vol. I, p. 261). Che siano queste le bestie feroci a cui fa riferimento il 4° sigillo? (cfr. Ap 6,7-8). Là era detto che aveva potere di sterminare la quarta parte della terra con la spada, con la fame, con la peste e con le fiere della terra.

I cavalli e i cavalieri qui descritti hanno un carattere allegorico, simbolico. I tre colori del fuoco, del giacinto (viola cupo) e dello zolfo corrispondono alle tre materie, fuoco-fumo-zolfo - che uscivano dalle bocche dei cavalli. Il fatto che esce anche lo zolfo è sufficiente ad affermare che si tratti di esseri diabolici che salgono dall’Abisso? Viene descritta qui una fiamma del tipico colore giallo-viola prodotta dalla combustione dello zolfo che, emanando dalle bocche dei cavalli, uccide in tre maniere (tre flagelli): bruciando (fuoco), asfissiando (fumo), irritando (zolfo). Analogamente alle code delle cavallette infernali (v. 10), anche le code dei cavalli mordono e pungono, e anche più gravemente, essendo i serpenti più nocivi degli scorpioni.

Nel Pastore di Erma c’è una visione in cui si vede un gigantesco mostro marino, figura della tribolazione ventura, dalle cui fauci escono cavallette infuocate (Visione 4,1,6) B) Le corazze sono color di fuoco, di giacinto e di zolfo. "Il giacinto è un fiore di colore blu. È anche una pietra preziosa della stessa tinta. In genere connota il solo colore blu. C’è un’evidente corrispondenza tra i tre termini: fuoco, giacinto e zolfo, vomitato da questi cavalli soprannaturali. Il blù-rosso in questione si può assimilare al colore delle nuvole di un incendio. Il tutto ricorda la catastrofe di Sodoma e Gomorra, colpite dalla pioggia di zolfo e di fuoco operata da Dio attraverso due suoi angeli (Gen 19,24-28. "Il Signore fece piovere dal cielo sopra Sodoma e sopra Gomorra, zolfo e fuoco proveniente dal Signore. /.../ Abramo contemplò dall’alto Sodoma e Gomorra /.../ e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace).

C) Si tratta dunque di un castigo divino, simile a quello che colpì le città clic simboleggiavano l’idolatria mondana. Si tratterebbe allora di creature soprannaturali, suscitate come strumenti della collera divina" (Pierre Prigent, L’Apocalisse di S. Giovanni, Borla, 1985, pp. 287-288).

D) Non potrebbe trovarsi qui un riferimento alle "BESTIE FEROCI" del 4° Sigillo (cfr. Ap 6,8)? L’espressione "bestie feroci", potrebbe essere solo un simbolismo per indicare la ferocia con cui gli uomini, diventati come bestie, uccidono, durante una guerra, durante questa guerra. Sarebbe un simbolismo per indicare omicidi bellici feroci.

La 7ª piaga è particolarmente feroce e caratterizzata da orrore.

E) Questi cavalli, stranamente, hanno teste come quelle dei leoni: anche qui si tratta di un simbolismo per indicare la loro azione ruggente, forte. Le loro corazze sono color fuoco, giacinto (viola) e zolfo: i tre colori che ricordano il fuoco dello zolfo.

F) "I colori corrispondono alle tre piaghe (fuoco, fumo e zolfo) che escono dalla bocca dei cavalli leonini e anche il giacinto non indica il fiore, ma il blu intenso, quello del fumo in grado di soffocare. In alternativa, giacinto potrebbe essere la pietra preziosa di tale nome (e sempre di colore blu intenso) che incontreremo nell’11ª fondamenta della Nuova Gerusalemme (cfr. Ap 21,20); in tal caso fuoco, zolfo e giacinto potrebbero indicare la materia di cui sono fatte le corazze di queste creature angeliche e il giacinto indicherebbe la loro appartenenza alle schiere angeliche fedeli a Dio (cfr. nota ad Ap 15,5, per la possibilità di angeli rivestiti di pietra preziosa, e ad Ap 17,4, per la funzione del giacinto; anche il "fuoco dalla bocca" dovrebbe essere una caratteristica delle forze di Dio (cfr. Ap 11,5 e nota ad Ap 11,3). Fuoco e zolfo, infine, in quanto strumenti della punizione divina, sfuggono completamente al controllo satanico (Ap 20,10) e quindi ben si addicono ad angeli punitori fedeli a Dio" (Edmondo Lupieri, L’Apocalisse di Giovanni, Mondatori, 2000, pp. 169-170) = N.d.R.)

(18) DA QUESTO TRIPLICE FLAGELLO, DAL FUOCO, DAL FUMO E DALLO ZOLFO, CHE USCIVA DALLA LORO BOCCA, FU UCCISO UN TERZO DELL’UMANITÀ

(N.d.R. = Con questo triplice flagello essi uccidono un terzo dell’umanità, Il tutto ricorda la catastrofe di Sodoma e Gomorra, colpite da una pioggia di zolfo e di fuoco, da cui sale un fumo come di fornace (cfr. Gen 19,24-28). Si tratta, dunque, di un castigo divino = N.d.R.)

(19) LA POTENZA DEI CAVALLI INFATTI STA NELLA LORO BOCCA E NELLE LORO CODE; LE LORO CODE SONO SIMILI A SERPENTI, HANNO TESTE E CON ESSE NUOCCIONO

(N.d.R. = Essi potevano far male agli uomini sia con la loro bocca e sia con la loro coda. Con tutta probabilità sotto queste varie figure si annuncia una terribile guerra, che menerà strage in tutto il mondo e forse PRECEDERÀ IL REGNO DELL’ANTICRISTO (cfr. Ap 17,12 ss; Dan 7,8,24). È possibile che dopo questa feroce guerra l’Anticristo conquisterà un dominio mondiale e subito dopo inizierà a perseguitare i cristiani. Nel senso che dopo questa guerra si autoproclamerà "dio" nel tempio di Dio, iniziando solo dopo le terribili persecuzioni contro i cristiani. Questi "cavalli" feriscono anche con le loro code, che hanno forma di serpente oltre che con la loro testa e 5000 quindi come scorpioni giganteschi. Questo simbolismo, per indicare la capacità di procurare la morte attraverso la coda, è tipico - come abbiamo visto - delle creature infernali. = N.d.R.)

(20) IL RESTO DELL’UMANITÀ CHE NON PERÌ A CAUSA DI QUESTI FLAGELLI, NON RINUNZIÒ ALLE OPERE DELLE SUE MANI; NON CESSÒ DI PRESTAR CULTO AI DEMÒNI E AGLI IDOLI D’ORO, D’ARGENTO, DI BRONZO, DI PIETRA E DI LEGNO CHE NON POSSONO NÉ VEDERE, NÉ UDIRE, NÉ CAMMINARE;

(N.d.R. = A)Lo scopo di questo flagello è medicinale, è ristabilire il primato di Dio. Coloro che sono scampati a tanti flagelli, invece di convertirsi e far penitenza, persistono nella loro idolatria e nella loro iniquità. I superstiti, invece di ravvedersi, si intestardiscono ancora più nel peccare. Giovanni precisa che la piaga ha lo scopo di richiamare l’umanità pagana dall’idolatria e dai vizi, che ad essa si accompagnano. Si tratta quindi di un invito alla penitenza, rivolto all’umanità infedele. Tutte le piaghe dell’Apocalisse vogliono essere innanzitutto un invito alla conversione e alla penitenza. Questa idea dei castighi come inviti di Dio alla conversione e alla penitenza già ricorre in Amos 84,6-11. Invece di avere un risultato medicinale, il resto degli uomini si indurisce nei propri peccati. Le opere delle loro mani, da cui non vogliono convertirsi, sono gli IDOLI, come è indicato subito dopo (cfr. Deut 4,28; Is 2,8; At 7,41, ecc.). All’idolatria va congiunta una grande corruzione morale, non solo non abbandonarono gli idoli, ma non si convertono dai loro disordini morali. Si tratta forse dell’apostasia che precederà la venuta dell’Anticristo?

B) Verso il tempo dell’Anticristo si avrà una recrudescenza di idolatria nel mondo e l’anticristo muoverà poi guerra feroce a tutti i culti per essere adorato egli solo quale "dio" (cfr. 2 Tess 4; Dan 2,36).

C) "Il risultato del flagello, che aveva lo scopo di portare gli uomini alla conversione, è simile a quello delle piaghe d’Egitto: l’indurimento del cuore degli empi" (Nuovissima versione della Bibbia, Apocalisse, San Paolo, 2002, p. 103). "Va rilevato il parallelismo tra i flagelli scatenati dalle trombe e le piaghe d’Egitto. Si può osservare che queste ultime portarono il Faraone "a indurire il suo cuore" (cfr. Es 11,10). Allo stesso modo le piaghe descritte nel nostro testo non portano gli infedeli alla conversione; non si pentono dell’opera delle loro mani" (Pierre Prigent, p. 289). Soltanto in Ap 11,13 incontreremo dei "restanti" che paiono pentirsi. Con queste liste di vizi Giovanni "traccia una frontiera al di là della quale nessuno può più pretendere di condurre una vita ispirata dalla fede cristiana. /.../ I battezzati devono vivere da redenti e non da uomini di questo mondo; per Giovanni esiste (e dovrà sempre esistere) un confine netto e invalicabile che proibisca ogni osmosi possibile fra i cristiani e il resto degli uomini, che sono soltanto pagani idolatri" (Pierre Prigent, L’Apocalisse di S. Giovanni, Borla, 1985, pp. 290-291) = N.d.R.)

(21) NON RINUNCIÒ NEMMENO AGLI OMICIDI, NÉ ALLE STREGONERIE, NÉ ALLA FORNICAZIONE, NÉ ALLE RUBERIE.

(N.d.R. = Quello descritto sembra, uguale uguale, o quasi simile all’elenco delle opere di morte che fanno andare all’inferno, tabellate in Ap 21,8 e in Ap 22,15 = N.d.R.)

 

 

 

 

 

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Pubblicato da "Profezie per il Terzo Millennio" su autorizzazione del direttore di redazione di "Fede e Cultura", don Guglielmo Fichera.

 


 

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