JACQUES MARITAIN

I TRE (FALSI) RIFORMATORI

 

 

Essi sono i Padri di alcuni errori dell’età moderna. Questo non significa che, in essi, tutto è negativo, ma che tra le loro affermazioni ce ne sono alcune che sono le cause di alcuni grossi squilibri. Il "cancro" dell’età moderna si chiama "soggettivismo": esso è l’esaltazione e l’esasperazione solo della soggettività, a scapito o rifiuto dell’oggettività. Non si rifiutano, dunque, i valori dell’interiorità o dell’esperienza personale, ma si nega l’esclusivizzazione della dimensione soggettiva a scapito della dimensione oggettiva. L’uomo tende a rivendicare per sé stesso quello che la filosofia classica attribuiva a Dio, e quindi a rimuovere ogni costrizione esterna, ogni "eteronomia". Il Vangelo parla, invece, di dare gloria a Dio e di "rinnegare se stessi" (Mt 16,24). Tutto ciò che non sgorga dal di dentro, per il soggettivismo, è considerato nevroticamente un attentato alla libertà (pp. 27-28). Il grande fatto - introdotto dalla Riforma e dal Rinascimento - è l’avvento dell’io, che rompe con i legami oggettivi che lo equilibravano. Lutero, Cartesio e Rosseau operano la rottura e la liberazione dell’io su tre linee diverse, in tre campi diversi.

 

LUTERO

Martin Lutero

"La ricerca di Maritain è di natura filosofica, non teologica-religiosa. Maritain afferma che in Lutero si compie - nel campo della religione - quella soggettivizzazione del mondo e dell’essere, che è il grande errore dell’immanentismo (pp. 84-89).

Il movente di Lutero è stato innanzitutto di natura spirituale, ed ha rappresentato un tentativo di rinnovamento della spiritualità a cui è tenuta dietro, però, la catastrofe, i cui effetti stupirono lo stesso Lutero, ma che erano impliciti nella teologia luterana.

La spiritualità di Lutero cercava un interiore rinnovamento, ma approdò ad esiti e a forme che non erano più un rinnovamento, ma una ribellione alla Chiesa. I risultati, cioè, sono stati contro le prime intenzioni.

La ribellione di Lutero fu possibile solo perché Lutero non seppe riconoscere, sotto le vesti consunte, l’anima intatta della Chiesa, perché non seppe essere abbastanza santo (e le riforme, nella chiesa le fanno solo i santi): col pretesto di liberare la Chiesa dalle sovrastrutture, di fatto, Lutero, intaccò lo stesso patrimonio della Rivelazione, sovrapponendo la sua voce alla voce della Chiesa" (pp. 29-30).

 

LE TRE FRATTURE CREATE DA LUTERO

1) FRATTURA TRA FEDE E CARITA’

La fede viene separata dalla carità: gli atti dell’uomo cristiano, infatti secondo Lutero, non possono produrre alcun frutto ai fini della salvezza, per cui essi non avranno altro oggetto che le relazioni interpersonali; la carità è solo un servizio reso al prossimo e quindi cessa di essere la suprema delle virtù teologali.

2) FRATTURA TRA RAGIONE E FEDE

La ragione viene dichiarata non solo inutile, ma contraria alla fede. Lutero afferma l’impossibilità di una Teologia naturale e, dunque, dell’uso della ragione nelle cose di Dio. La ragione si volge solo alle cose del mondo, essa è pragmatizzata a conseguire gli scopi della volontà.

3) FRATTURA TRA VOLONTA’ ED INTELLETTO

In Lutero c’è l’affermazione del primato della volontà ed un radicale insanabile antiintelletualismo (cfr. pp. 67-84). L’individualismo, attraverso questo ego-ismo metafisico è ormai entrato nel mondo moderno.

 

CARTESIO


René Descartes (Cartesio)

Cartesio opererà la frattura dai legami conoscitivi che l’uomo ha con l’oggetto e col mondo esterno. Frattura tra conoscenza e realtà oggettiva, tra conoscenza e mondo esterno. Cartesio "inventerà" l’arte di ricreare il mondo dal di dentro, allo stato di pure idee, di maneggiarlo con la matematica e di imporre al mondo esterno le leggi del suo pensiero. Cartesio insegnerà che ciò che non si aggiusta al livello della sua ragione non ha alcuna validità.

Ciò che non è sguardo introspettivo, intuitivo e immediato (a cui è ormai ridotta la conoscenza!) non è degno di scienza!

Cartesio capovolge il rapporto tra essere e pensiero: non è più il pensiero che si misura sull’essere, ma è l’essere che si misura sul pensiero!!!

Dio non entra come costitutivo della conoscenza: il formale della conoscenza è diventata l’autocoscienza !!!

Così la scienza dovrà, poi, discutere l’esistenza del suo oggetto. Cartesio afferma il pragmatismo della ragione. Egli parla di Dio, ma a lui interessa la scienza. Tutta la sua teologia è una teologia negativa: vuole onorare Dio ponendolo tanto oltre la nostra ragione da fame un sovrintelligente (è conoscibile solo ciò che è misurabile dall’uomo; c’è inafferrabilità e indeterminabilità razionale dell’infinito). L’idea cartesiana non ci rivela com’è l’oggetto in se stesso, ma essa costituisce l’oggetto, l’idea rivela solo se stessa.

C’è una sproporzione tra idea ed essere: quello che è luminoso in noi, può non esserlo in sé. Le verità eterne non sono - per Cartesio - connaturali all’essenza stessa di Dio, non hanno un valore in sé, ma sono create e dipendono dalla volontà di Dio il quale Dio può fare anche che un cerchio sia quadrato (!) perché questo dipende dalla volontà di Dio. Introdotto, così, l’arbitrio in Dio, non era poi tanto difficile introdurlo nell’uomo.

Ecco tolto un altro legame dell’uomo con la realtà: si è angelizzato l’uomo (disumanizzandolo), lo si è sottratto al legame con l’oggetto e col mondo per porlo al cospetto di Dio, dal quale solo ormai (ma ancora per poco!; N.d.R.) riceverà la verità. Si fa strada il tentativo di deizzare l’uomo: alla creazione di Dio lentamente, si sostituirà la creazione dell’uomo (pp. 3 1-33).

 

ROUSSEAU


Jean-Jacques Rousseau

Rousseau e Voltaire sono i "padri" dell’Illuminismo francese: la ragione umana diventa un "assoluto", il "dio " che ricrea tutta la realtà, l’idolo che mira a distruggere la religione Non si discute il valore della ragione ma averla idolatrata e assolutizzata.

1) FRATTURA TRA L’UOMO E LA SOCIETA’ UMANA, LA COMUNITA’

Rousseau dà il primato al sentimento. L’uomo sia se stesso, segua i propri moti interiori, gli impulsi che vengono dal profondo del suo essere: non potrà mai sbagliare!

Il primato della volontà diventa il primato del sentimento. La quiescenza alle proprie tendenze, il "lasciarsi andare" alla propria immaginazione e fantasia, l’inefficacia della ragione, il sottrarsi alla realtà, preferendole il mondo che ognuno si costruisce: questo è lo stile con cui è vissuto il primato del sentimento. Questo sarebbe, per Rousseau, lo stato beato, lo stato originario. Vuole creare una società in cui, associandosi, la persona non perda la sua originaria libertà ed obbedendo alle leggi non obbedisca che a se stesso. Fa nascere la società da un contratto: quindi solo da una convenzione popolare.

Di fatto, in Rousseau, c’è la negazione dell’esistenza del peccato originale: affermazione chiaramente contraria alla fede (pp. 33-35). "L’affermazione dell’individualismo costituisce il rifiuto del personalismo cristiano. Individualismo e personalismo sono due posizioni opposte e inconciliabili (cfr. pp. 53-67). Non è la soggettività che fa problema, ma l’averla staccata dall’oggettività e l’averla pensata con caratteristiche artificiali: una soggettività, cioè, che non esiste.

Quella che è presa in considerazione, cioè non è neanche la vera soggettività! La scoperta della soggettività, si è attuata promettendo all’uomo una falsa liberazione, spezzando i suoi legami con la realtà e mettendo l’uomo alla mercé di idoli. Si è cercato l’uomo solo nell’uomo. Ma S. Agostino afferma: "Che cos’è l’uomo, ogni uomo, se è solo uomo?" (Le Confessioni, Paoline, 2002, Libro IV, Cap. l, p. 120). La soggettività è una scoperta valida, ma solo "l’umanesimo integrale" potrà reintegrare l’uomo, restituire, cioè, l’uomo all’uomo" (pp. 35-36).

a cura di Francesco Paolo Gabriello

 

 

 

Da Per maggiori informazioni cliccare sul logo n.9 - febbraio 2003 (per maggiori informazioni cliccare sul logo).
Pubblicato da "Profezie per il Terzo Millennio" su autorizzazione del
direttore di redazione di "Fede e Cultura", don Guglielmo Fichera.

 


 

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