Il Vicario generale della diocesi di Foggia-Bovino

IL MISTERO DELLA TRINITÀ IN CRISTO E IN MARIA SS.

Prof. Mons. Donato Coco

 

I Padri della Chiesa chiamano misteri singoli episodi della vita del Cristo, quasi ad evidenziare che se Egli è il Mistero di Dio per eccellenza (Col 2,2; 4,3; 1 Cor 1,23; 1 Tim 3,16) tale si manifesta in ogni momento della sua esistenza di Verbo incarnato, in ogni atto che compie e in ogni parola che pronuncia. D’altronde, non potremmo parlare di misteri, se non ci fosse stata una rivelazione. In tal senso possiamo dire che non ci sono misteri che Dio non ci abbia rivelati. In Cristo, ogni rivelazione di Dio si è compiuta. Oggi si ama parlare di icone bibliche per presentare e offrire alla contemplazione orante episodi singoli della vita di Cristo. Il termine icona è usato in Col 1,15 in riferimento a Cristo in quanto Figlio di Dio fatto uomo: nella sua natura umana visibile riflette l’invisibile Dio; nella sua esistenza di uomo in mezzo agli uomini, nelle sue azioni e parole, Cristo rivela il suo essere da Dio. In Cristo 1’essere da Dio e 1’operare in mezzo agli uomini costituiscono un tutt’uno, per cui, in ogni azione e parola, Cristo si consegna col suo venire da Dio e tale si rivela. L’icona non è una semplice immagine. E’ raffigurazione che rende presente la realtà raffigurata in quanto piena di grazia e, quindi, di Dio. Cristo non è, dunque, semplicemente l’immagine di Dio: Egli è la presenza dell’invisibile Dio. Così i santi, e in primo luogo la madre di Cristo, la Vergine Maria, sono icone di Cristo, rendono nella loro vita presente, contemporaneo agli uomini di tutti i tempi, Cristo, il Signore che è lo Spirito (2 Cor 3,17), "pieno di grazia e di verità" (Gv 1,14). Abbiamo parlato di Cristo come l’inviato di Dio. Non possiamo fare alcuna affermazione su Cristo senza fare riferimento alla sua relazione con Dio Padre e con lo Spirito di Dio. Tutto il suo essere e tutto il suo esistere è relativo a Dio e al suo Spirito. Egli é il Figlio del Padre nello Spirito. Tutto quello che è, Cristo lo riceve da Dio e dallo Spirito. Da Dio, Egli è di Dio: è il Figlio del Padre, divenuto per sempre uomo nel grembo di Maria, per opera dello Spirito Santo, così come da sempre e per l’eternità è generato nel seno del Padre, "Dio vero da Dio vero ". Tutto di Dio, tutto di Maria, Verbo eternamente pronunciato dal Padre nello Spirito, Verbo fatto uomo per l’eternità nel grembo verginale di Maria per opera dello stesso Spirito: "unico fra tutti, egli ebbe in sé la splendida nascita che gli viene dal Padre altissimo e la splendida nascita che gli viene dalla Vergine" (S. Ireneo A.H., III,19,2).

Nel Vangelo secondo Luca il Mistero dell’Incarnazione è la traduzione iconografica di un evento divino che è trinitario e che si compie non senza il libero e responsabile assenso di una donna chiamata a diventare la madre dell’eterno Verbo del Padre. L’elezione è trinitaria: è il Padre che la sceglie come Madre del Figlio, è il Figlio che l’accoglie dal Padre come umana genitrice, è lo Spirito che rende feconda la Vergine, colmandola di santità e tendendo possibile l’umanamente impossibile attuazione del divino disegno nascosto da secoli in Dio. E la risposta della Vergine è al Padre, al Figlio e allo Spirito. Il "fiat" di Maria è il "fiat" all’evento trinitario che vuole compiersi in lei e rivelarsi come mistero di salvezza: "L’incarnazione non fu soltanto l’opera del Padre e del suo Spirito, ma anche l’opera della volontà e della fede della Vergine. Senza il consenso della Purissima, senza il concorso della sua fede, questo disegno era egualmente irrealizzabile come senza l’intervento delle medesime Tre divine Persone: è dopo averla istruita e convinta, che Dio la prende come Madre e le prende a prestito la carne che essa vuole prestarGli volentieri. Come voleva incarnarsi, così voleva che sua Madre lo generasse con suo completo gradimento." (Nicolas Cabasilas, Om. Sull’Ann.). Prescelta da Dio, da Lui riempita di grazia e di gioia, di libertà, resa totalmente e radicalmente disponibile ad assecondare ogni divina iniziativa, Maria è introdotta nel disegno che il Padre, per mezzo del Figlio, nella Potenza dello Spirito, intende attuare. Ed ella, umilmente e consapevolmente, diventa protagonista di primo piano, necessaria e insostituibile nel compimento di tutte le promesse di Dio. Maria è ricolmata di ogni divino favore: Dio l’ha graziata dall’eternità in vista della divina maternità. Riempiendola di grazia, la dota di quell’assoluta libertà per cui ella sceglie quel che Dio sceglie per lei: la divina maternità. In Maria, grazia e libertà costituiscono un tutt’uno. Alla liberalità di Dio corrisponde la generosità dell’obbedienza della Vergine. L’obbedienza è qui un atto di fede, sollecitato e reso possibile grazie alla sovrabbondanza del dono dello Spirito. Dio le partecipa la sua stessa fecondità, per cui quel che nascerà da lei sarà il Figlio di Dio. Dio è Spirito e dove c’è lo Spirito, lì c’è la libertà. Come in Dio, così in Maria: il Figlio non è subìto, ma è accolto, in assoluta libertà. In Maria la verginità è l’altro nome della sua libertà: questa si attua pienamente nel fare propria la scelta di Dio che la vuole Madre del Figlio. Accettare la divina maternità è scegliere la perpetua verginità, l’essere, cioè, tutta e sola di Dio, per essere tutta e sola per Dio: nell’anima, nel corpo e nello spirito. "Vergine Madre, Figlia del tuo Figlio" la saluta Dante nella Divina Commedia. Figlia di Dio Padre e Madre di Dio Figlio, amata dal Padre con amore simile a quello che nutre per il Figlio e amata dal Figlio con amore simile a quello che nutre per il Padre, Maria è al centro del cuore di Dio, e Padre e Figlio riama con lo stesso amore nel dono dello Spirito che le è stato da entrambi donato. Maria è figlia del Padre in modo unico, perché al "sì" dell’elezione di Dio Padre, ha risposto con il "sì" di tutta la sua vita, nella dedizione totale e nell’obbedienza della fede a tutto il disegno di Dio.

Maria è madre del Figlio in modo unico: ha potuto concepire il Figlio solo perché "adombrata dallo Spirito", che l’ha resa feconda di una fecondità simile a quella di Dio, per cui ella è Vergine e Madre ad un tempo e per sempre. Maria è, ancora, tutta dello Spirito, in modo unico. Nell’enciclica "Tertio Millennio adveniente", il Papa scrive: "Maria che concepì il Verbo incarnato per opera dello Spirito Santo e che, poi, in tutta la propria esistenza si lasciò guidare dalla Sua azione interiore, sarà contemplata e imitata...soprattutto come la donna docile alla voce dello Spirito, donna del silenzio e dell’ascolto, donna di speranza, che seppe accogliere come Abramo la volontà di Dio "sperando contro ogni speranza" (cfr. Rom 4,18)". Maria è la "sposa" dello Spirito Santo, perché, tutta permeata dallo Spirito del Padre e del Figlio, è la donna vissuta totalmente in intimità con Dio, tutta dischiusa all'abbraccio e al respiro del palpito trinitario.

Commosso, così si rivolge S. Gregorio di Narek alla Vergine dell’Annunciazione: "O Santa Madre di Dio, a te mi rivolgo, a te che fosti fortificata e protetta dal Padre altissimo, preparata e consacrata dallo Spirito che si è riposato in te, adornata dal Figlio che abitò in te". Suor Maria Celeste Crostarosa sembra, a sua volta, così attratta dall’umiltà di Maria, che a nient’altro aspira che a diventare essa stessa umile come Maria, tutta di Gesù: e come Dio è diventato un tutt’uno con Maria, così lei chiede che diventi tutt’uno col suo Signore, per abitare con Lui nella Santa Trinità, con e come Maria. Bellissima, in tal senso, è la preghiera che la Venerabile presenta alla Vergine, nell’elevazione dell’undicesimo giorno dell’Avvento, e che ci piace qui integralmente riportare: "O Madre Divinizzata, fra tanti fulgori chi può rimirarvi, chi può tanto alto ascendere per rimirarvi, o Arca delle meraviglie stupende di Dio, piena di grazia, piena di misericordia, adorna di tutte le virtù e dei doni dello Spirito Santo ripiena, fonte perenne delle grazie del Signore, trasformata e penetrata da Dio! Mi rallegro con voi, o mia Regina: ringrazio l’eterno Padre che vi elesse per sua figlia diletta; ringrazio l’eterno Verbo che vi scelse per sua madre in terra; e ringrazio lo Spirito Santo che vi volle per sua diletta Sposa! Ringrazio la SS. Trinità di tutti i doni, prerogative e grazie, con cui vi ha adornata ed arricchita con tanta sua divina compiacenza d’amore!". Nella stessa elevazione, Suor Maria Celeste Crostarosa esorta se stessa (e indirettamente tutti noi) a mettersi alla scuola di Maria. "Impara da questa tua divina maestra...come ti devi disporre per fare in te questo divino matrimonio spirituale col Verbo, uomo Dio tuo Sposo, con le virtù di Maria, cioè con l’umiltà, obbedienza, e risoluzione di volontà. Sì, come questa tua divina Madre si preparò con queste tre virtù e meritò ricevere tanti e tali doni divini, prega la Vergine ad impetrarti da Dio queste eccellenti virtù, acciò possa conseguire il Divino Matrimonio con Cristo tuo Sposo e la trasformazione dell’anima in Dio!". Nella "Novo Millennio ineunte" il Papa, parlando della preghiera, e in particolare dell’esperienza di preghiera mistica, cui tutti come cristiani dobbiamo aspirare, afferma che essa, nel progredire della vita spirituale, e cioè d’intimità con Dio, diventa sempre più un "vero e proprio dialogo d’amore fino a rendere la persona umana totalmente posseduta dall’Amato divino, vibrante al tocco dello Spirito, filialmente abbandonata nel cuore del Padre. Si fa, allora, esperienza viva della promessa di Cristo: ‘Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui’ (Gv 14,21). Si tratta di un cammino totalmente sostenuto dalla grazia, che chiede tuttavia forte impegno spirituale e conosce anche dolorose purificazioni (la "notte oscura"), ma approda, in diverse forme possibili, all’indicibile gioia vissuta dai mistici come ‘unione sponsale’."

Nessuno come Maria ha mai vissuto e mai vivrà l’esperienza dell’abitare in Dio e dell’essere abitata da Dio. E tuttavia a lei, capolavoro della Trinità, dobbiamo guardare come a modello di santità, di quella "misura alta" della vita cristiana ordinaria che tutti noi siamo chiamati a realizzare, alla maggiore gloria del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. La contemplazione di quanto Dio ha compiuto in Lei, in vista e dal momento dell’Incarnazione dell’eterno Verbo del Padre nella potenza dello Spirito Santo, ci renda certi che "ciò che è impossibile all’uomo è possibile a Dio".

 

d. Donato Coco

 

 

 

Da Per maggiori informazioni cliccare sul logo n.3 - aprile 2002 (per maggiori informazioni cliccare sul logo).
Pubblicato da "Profezie per il Terzo Millennio" su autorizzazione del
direttore di redazione di "Fede e Cultura", don Guglielmo Fichera.

 


 

Ritorna alla pagina principale