DOMANDE E RISPOSTE SUL SACRAMENTO DEL BATTESIMO

 

Perché si chiama Battesimo?
In cosa consiste l’originalità del battesimo cristiano?
Nel rito battesimale cosa rappresentano l’acqua, l’unzione col crisma e la veste bianca?
Chi ha istituito il battesimo?
In che senso col Battesimo moriamo e risuscitiamo?
Nel momento del Battesimo cosa accettiamo e cosa rifiutiamo?
Perché per un cristiano il Battesimo è il primo e più importante Sacramento?
In che senso col Battesimo diventiamo una "nuova creatura"?
Cosa vuol dire che col Battesimo diventiamo membra del Corpo Mistico?
Chi può ricevere il Battesimo?
Quali sono le differenze tra il Battesimo dei bambini e quello degli adulti?
Come si svolge il Battesimo degli adulti?
Perché è importante battezzare i bambini?
Perché i Battesimo viene definito "il sacramento della fede"?
Quando si battezza?
Chi è autorizzato a battezzare? E’ vero che in casi particolari anche chi non è sacerdote può battezzare?
Dove si battezza?
E’ vero che il Battesimo è necessario per la salvezza?
Questo significa che chi muore senza aver prima ricevuto Battesimo è condannato?
... e quelli che muoiono senza conoscere Cristo, possono salvarsi anche questi?
Da quali peccati libera il Battesimo?
Quali sono le conseguenze del peccato di Adamo per l'umanità?
In che modo il peccato di Adamo è diventato il peccato di tutti i suoi discendenti?
È giusto battezzare i bambini senza il consenso dei genitori?
… e i bambini di coppie "irregolari"?
Chi può fare il padrino e che cosa significa oggi?
In che senso il battezzato diviene sacerdote di Cristo?
Il Battesimo cosa ci impegna a fare e ad essere?
E’ vero che il Battesimo segna la nostra appartenenza a Cristo?
Perché anche Gesù si è fatto battezzare?
Qual è il ruolo dei genitori nel Battesimo dei bambini?
Che valore ha il Battesimo di altre Confessioni cristiane?
… E il Battesimo delle sètte, come i Testimoni di Geova?
… E coloro che vogliono essere "sbattezzati"?
Quali nomi è possibile scegliere per un battezzato?

 

 

Perché si chiama Battesimo?

Lo si chiama Battesimo dal rito centrale con il quale è compiuto: battezzare ("baptizein" in greco) significa "tuffare", "immergere"; l' "immersione" nell'acqua è simbolo del seppellimento del catecumeno nella morte di Cristo, dalla quale risorge con lui, [Cf Rm 6,3-4; Col 2,12] quale "nuova creatura" (2Cor 5,17; Gal 6,15).

Questo sacramento è anche chiamato il "lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo" (Tt 3,5), poiché significa e realizza quella nascita dall'acqua e dallo Spirito senza la quale nessuno "può entrare nel Regno di Dio" (Gv 3,5).

San Giustino diceva: "Questo lavacro è chiamato illuminazione, perché coloro che ricevono questo insegnamento vengono illuminati nella mente...". Poiché nel Battesimo ha ricevuto il Verbo, "la luce vera... che illumina ogni uomo" (Gv 1,9), il battezzato, "dopo essere stato illuminato" (Eb 10,32) è divenuto "figlio della luce" (1Ts 5,5), e "luce" egli stesso (Ef 5,8).

 

In cosa consiste l’originalità del battesimo cristiano?

L’apostolo Pietro nel giorno di Pentecoste annuncia agli abitanti di Gerusalemme la "Buona Novella" di Gesù ucciso per mano di empi, ma risuscitato da Dio e costituito "Signore" e Cristo. E alla domanda della folla: "Che cosa dobbiamo fare?", dichiara: "Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo".

La risposta è incoraggiante: il dono di Dio è più grande delle vostre colpe. Il racconto, poi, chiude: "Allora quelli che accolsero la sua parola furono battezzati e in quel giorno si unirono a loro circa tremila persone" (Atti 2,41).

In questo passo degli Atti si coglie già l’originalità del Battesimo cristiano, rispetto anche a quello praticato da Giovanni il Battista e da altri gruppi religiosi del tempo come ad esempio gli Esseni.

Richiede un vero e proprio cammino, con diverse tappe. Esso comporta anzitutto l’annuncio (kerigma) che Gesù è morto e risorto e che in Lui Dio dona la salvezza a tutti gli uomini.

Segue la conversione e la fede, ossia il pentimento dei peccati con l’impegno di cambiare vita e l’accettazione totale di Cristo e del suo Vangelo con la professione di fede. Quindi viene l’atto battesimale; il farsi battezzare "nel nome di Gesù Cristo" vuoi dire che ci si mette in relazione alla persona di Gesù invocato come Signore. E nel Cristo veniamo messi in relazione anche con tutta la Trinità, e di conseguenza siamo battezzati "nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo".

Gli effetti che derivano dal Battesimo sono la remissione dei peccati, il dono dello Spirito Santo, l’incorporazione a Cristo, l’aggregazione alla comunità dei credenti (la Chiesa), l’accesso all’Eucaristia.

Il Battesimo opera un passaggio radicale, una trasformazione interiore per cui il peccato è distrutto in radice e sorge una esistenza nuova in relazione con le Tre Divine Persone, nell’accettazione della Signoria di Cristo Salvatore e Capo.

Il mistero pasquale di Cristo è reso presente e operante nel battezzato mediante l’invocazione della Trinità e dall’immersione-emersione nelle/dalle acque. Dal lavacro battesimale il cristiano esce rinnovato, anzi "ri-creato", una nuova creatura.

 

Nel rito battesimale cosa rappresentano l’acqua, l’unzione col crisma e la veste bianca?

La Chiesa durante il Battesimo chiede a Dio che, per mezzo del suo Figlio, la potenza dello Spirito Santo discenda sull’acqua, in modo che quanti vi saranno battezzati "nascano dall'acqua e dallo Spirito" (Gv 3,5).

L'unzione con il sacro crisma, olio profumato consacrato dal vescovo, significa il dono dello Spirito Santo elargito al nuovo battezzato. Egli è divenuto un cristiano, ossia "unto" di Spirito Santo, incorporato a Cristo, che è unto sacerdote, profeta e re.

La veste bianca significa che il battezzato si è "rivestito di Cristo" (Gal 3,27): egli è risorto con Cristo.

La candela, accesa al cero pasquale, significa che Cristo ha illuminato il neofita. In Cristo i battezzati sono "la luce del mondo" (Mt 5,14) [Cf Fil 2,15].

 

Chi ha istituito il battesimo?

Il Battesimo di Gesù nel Giordano

L’ha istituito Gesù stesso. Egli da inizio alla sua vita pubblica dopo essersi fatto battezzare da san Giovanni Battista nel Giordano [Cf Mt 3,13] e, dopo la sua Risurrezione, affida agli Apostoli questa missione: "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato" (Mt 28,19-20) [Cf Mc 16,15-16].

Nostro Signore si è volontariamente sottoposto al Battesimo di san Giovanni, destinato ai peccatori, per compiere ogni giustizia [Cf Mt 3,15]. Questo gesto di Gesù è una manifestazione del suo "annientamento" [Cf Fil 2,7].

E' con la sua Pasqua che Cristo ha aperto a tutti gli uomini le fonti del Battesimo. Egli, infatti, aveva già parlato della Passione, che avrebbe subìto a Gerusalemme, come di un "Battesimo" con il quale doveva essere battezzato [Cf Mc 10,38; Lc 12,50]. Il Sangue e l'acqua sgorgati dal fianco trafitto di Gesù crocifisso [Cf Gv 19,34] sono segni del Battesimo e dell'Eucaristia, sacramenti della vita nuova: [Cf 1Gv 5,6-8] da quel momento è possibile "nascere dall'acqua e dallo Spirito" per entrare nel Regno dei cieli [Cf Gv 3,5].

Sant'Ambrogio diceva: "Considera, quando sei battezzato, donde viene il Battesimo, se non dalla croce di Cristo, dalla morte di Cristo. Tutto il mistero sta nel fatto che egli ha patito per te. In lui tu sei redento, in lui tu sei salvato".

Dal giorno della Pentecoste la Chiesa ha celebrato e amministrato il santo Battesimo. Infatti san Pietro, alla folla sconvolta dalla sua predicazione, dichiara: "Pentitevi, e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo" (At 2,38). Gli Apostoli e i loro collaboratori offrono il Battesimo a chiunque crede in Gesù: giudei, timorati di Dio, pagani [Cf At 2,41; At 8,12-13; At 10,48; At 16,15].

 

In che senso col Battesimo moriamo e risuscitiamo?

Secondo l'Apostolo san Paolo, mediante il Battesimo il credente con Cristo è sepolto e con lui risuscita: "Quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte. Per mezzo del Battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova" (Rm 6,3-4) [Cf Col 2,12]. Quindi il Battesimo, il cui segno originale e plenario è l'immersione, significa efficacemente la discesa nella tomba del cristiano che muore al peccato con Cristo in vista di una vita nuova.

I battezzati si sono "rivestiti di Cristo" (Gal 3,27). Mediante l'azione dello Spirito Santo, il Battesimo è un lavacro che purifica, santifica e giustifica [Cf 1Cor 6,11; 1Cor 12,13].

 

Nel momento del Battesimo cosa accettiamo e cosa rifiutiamo?

Accettiamo Dio come nostro Signore e rifiutiamo Satana. Dal momento che il Battesimo significa la liberazione dal peccato e dal suo istigatore, il diavolo, viene pronunziato uno (o più) esorcismo(i) sul battezzando. Questi viene unto con l'olio dei catecumeni, oppure il celebrante impone su di lui la mano, ed egli rinunzia esplicitamente a Satana. Così preparato, può professare la fede della Chiesa alla quale sarà "consegnato" per mezzo del Battesimo [Cf Rm 6,17].

 

Perché per un cristiano il Battesimo è il primo e più importante Sacramento?

Il Battesimo è il fondamento di tutta la vita cristiana, il vestibolo d'ingresso alla vita nello Spirito e la porta che apre l'accesso agli altri sacramenti. Mediante il Battesimo siamo liberati dal peccato e rigenerati come figli di Dio, diventiamo membra di Cristo; siamo incorporati alla Chiesa e resi partecipi della sua missione. Il Battesimo può definirsi il sacramento della rigenerazione cristiana mediante l'acqua e la Parola.

 

In che senso col Battesimo diventiamo una "nuova creatura"?

Il Battesimo costituisce la nascita alla vita nuova in Cristo. Il Battesimo non soltanto purifica da tutti i peccati, ma fa pure del battezzato una "nuova creatura" (2Cor 5,17), un figlio adottivo di Dio [Cf Gal 4,5-7] che è divenuto partecipe della natura divina, [Cf 2Pt 1,4] membro di Cristo [Cf 1Cor 6,15; 1265 1Cor 12,27] e coerede con lui, [Cf Rm 8,17] tempio dello Spirito Santo [Cf 1Cor 6,19].

La Santissima Trinità dona al battezzato la grazia santificante, la grazia della giustificazione che

- lo rende capace di credere in Dio, di sperare in lui e di amarlo per mezzo delle virtù teologali;

- gli dà la capacità di vivere e agire sotto la mozione dello Spirito Santo per mezzo dei doni dello Spirito Santo;

- gli permette di crescere nel bene per mezzo delle virtù morali.

In questo modo tutto l'organismo della vita soprannaturale del cristiano ha la sua radice nel santo Battesimo. Mediante il Battesimo il cristiano partecipa alla grazia di Cristo, Capo del suo Corpo.

 

Cosa vuol dire che col Battesimo diventiamo membra del Corpo Mistico?

Il Battesimo, in virtù del quale siamo uniti alla Morte e alla Risurrezione di Cristo, incorpora alla Chiesa, ci fa membra del Corpo di Cristo. Dai fonti battesimali nasce l'unico popolo di Dio della Nuova Alleanza che supera tutti i limiti naturali o umani delle nazioni, delle culture, delle razze e dei sessi: "In realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo" (1Cor 12,13). "Siamo membra gli uni degli altri" (Ef 4,25). "Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione." (Rm 6,4-5). I credenti che rispondono alla Parola di Dio e diventano membra del Corpo di Cristo, vengono strettamente uniti a Cristo: "in quel Corpo la vita di Cristo si diffonde nei credenti che attraverso i sacramenti vengono uniti in modo arcano ma reale a Cristo che ha sofferto ed è stato glorificato" [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 7].

 

Chi può ricevere il Battesimo?

"E’ capace di ricevere il Battesimo ogni uomo e solo l’uomo non ancora battezzato" (Codice di diritto canonico, 864). La norma giuridica esprime sinteticamente quella chiamata che Dio rivolge ad ogni essere umano senza esclusioni e senza ripensamenti.

Tuttavia il Battesimo, come ogni altro sacramento, pur essendo un dono gratuito dell’amore di Dio, è anche un sacramento della fede, esprime cioè un rapporto d’amore, quindi libero e bilaterale e, poiché costituisce un rapporto definitivo con Dio, non può essere ripetuto.

Per questo i sacramenti non possono ridursi a semplici cerimonie folcloristiche. La norma della Chiesa infatti afferma: "Affinché un adulto possa essere battezzato è necessario che abbia manifestato la volontà di ricevere il Battesimo, sia sufficientemente istruito nelle verità della fede e sui doveri cristiani e sia provato nella vita cristiana per mezzo del catecumenato; sia anche esortato a pentirsi dei propri peccati" (Codice di diritto canonico, 865).

Per i bambini e coloro che sono incapaci di intendere e volere, le condizioni sono ovviamente diverse e coinvolgono più direttamente i genitori, i padrini e la comunità.

 

Quali sono le differenze tra il Battesimo dei bambini e quello degli adulti?

La riforma conciliare ha opportunamente diversificato gli itinerari di preparazione al Battesimo per gli adulti e per i bambini.

Ai primi viene richiesta una personale adesione di fede. Chiunque abbia raggiunto l’uso di ragione, se desidera diventare cristiano deve manifestare la sua volontà ad accogliere il Vangelo e le sue esigenze prendendo parte ad un itinerario di preparazione che può durare anche qualche anno e che si conclude con la celebrazione dei tre sacramenti dell’iniziazione cristiana nella Veglia pasquale, dopo un’ulteriore intensa preparazione durante la quaresima recedente.

Questo itinerario non è possibile per i bambini; per loro, nel rito romano, questi tre sacramenti vengono attualmente distribuiti su un arco dì circa 12 anni e inseriti lungo un itinerario catechistico adatto per loro.

Tuttavia neppure il Battesimo ai bambini può essere dato indiscriminatamente. Essi sono sotto la tutela dei genitori, i quali sono responsabili non solo della loro crescita fisica, ma anche di quella spirituale.

Per questo la norma prevede che "i genitori di un bambino da battezzare, come pure coloro che stanno per assumere l’incarico di padrino, siano bene istruiti sul significato di questo sacramento e circa gli obblighi ad esso inerenti; il parroco, personalmente o tramite altri, provveda che i genitori, mediante esortazioni pastorali ed anche con la preghiera comune, siano debitamente istruiti, radunando più famiglie e dove sia possibile visitandole" (Codice di diritto canonico, 851,2).

 

Come si svolge il Battesimo degli adulti?

Dalle origini della Chiesa, il Battesimo degli adulti è la situazione più normale là dove l'annunzio del Vangelo è ancora recente. Il catecumenato (preparazione al Battesimo) occupa in tal caso un posto importante. In quanto iniziazione alla fede e alla vita cristiana, esso deve disporre ad accogliere il dono di Dio nel Battesimo, nella Confermazione e nell'Eucaristia.

Il catecumenato, o formazione dei catecumeni, ha lo scopo di permettere a questi ultimi, in risposta all'iniziativa divina e in unione con una comunità ecclesiale, di condurre a maturità la loro conversione e la loro fede. Si tratta di una formazione alla vita cristiana mediante la quale i discepoli vengono in contatto con Cristo, loro Maestro. Perciò i catecumeni vengono iniziati al mistero della salvezza e alla pratica delle norme evangeliche, e mediante i riti sacri, da celebrare in tempi successivi, sono introdotti nella vita della fede, della Liturgia e della carità del Popolo di Dio.

I catecumeni "sono già uniti alla Chiesa, appartengono già alla famiglia del Cristo, e spesso vivono già una vita di fede, di speranza e di carità" [Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes, 14]. "La madre Chiesa, come già suoi, li ricopre del suo amore e delle sue cure" [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 14; Codice di Diritto Canonico, 206; 788, 3].

 

Perché è importante battezzare i bambini?

Battesimo di un bambino

"Non sarebbe meglio attendere che i bambini crescano e scelgano loro stessi se essere battezzati o meno?". E’ un’obiezione che ritorna sovente. E’ tuttavia un fatto certo che fin dagli inizi la Chiesa ha battezzato anche i bambini, consapevole che anch’essi sono oggetto dell’amore di Dio e bisognosi della sua salvezza.

Se i neonati non sono ancora in grado di dare una risposta personale alla chiamata di Dio, ciò non impedisce a Dio di manifestare il suo amore e che la Chiesa si senta sempre impegnata a donare questo amore che precede la nostra risposta. Gli stessi genitori non esprimono forse il loro amore verso i figli anche quando questi non sono ancora in grado di comprendere e di ricambiare?

Resta poi sempre la tragica libertà dì accogliere o rifiutare l’amore di Dio.

Poiché nascono con una natura umana decaduta e contaminata dal peccato originale, i bambini hanno bisogno della nuova nascita nel Battesimo per essere liberati dal potere delle tenebre e trasferiti nel regno della libertà dei figli di Dio, [Cf Col 1,12-14] alla quale tutti gli uomini sono chiamati. La pura gratuità della grazia della salvezza si manifesta in modo tutto particolare nel Battesimo dei bambini. La Chiesa e i genitori priverebbero quindi il bambino della grazia inestimabile di diventare figlio di Dio se non gli conferissero il Battesimo poco dopo la nascita. Per i genitori cristiani questa pratica corrisponde pure al loro ruolo di alimentare la vita che Dio ha loro affidato [Cf Conc. Ecum Vat. II, Lumen gentium, 11; 41; Id., Gaudium et spes 48; Codice di Diritto canonico, 868].

L'usanza di battezzare i bambini è una tradizione della Chiesa da tempo immemorabile. Essa è esplicitamente attestata fin dal secondo secolo. E' tuttavia probabile che, fin dagli inizi della predicazione apostolica, quando "famiglie" intere hanno ricevuto il Battesimo, [Cf At 16,15; At 16,33; 1252 At 18,8; 1Cor 1,16] siano stati battezzati anche i bambini.

 

Perché i Battesimo viene definito "il sacramento della fede"?

La prima "professione di fede" si fa al momento del Battesimo. Il "Simbolo della fede" è innanzi tutto il Simbolo battesimale. Poiché il Battesimo viene dato "nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt 28,19), le verità di fede professate al momento del Battesimo sono articolate in base al loro riferimento alle tre Persone della Santa Trinità.

Il Battesimo è il sacramento della fede. Nel Vangelo di Marco (Mc 16,16) leggiamo: "Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato". La fede però ha bisogno della comunità dei credenti. E' soltanto nella fede della Chiesa che ogni fedele può credere.

La fede richiesta per il Battesimo non è una fede perfetta e matura, ma un inizio, che deve svilupparsi. Al catecumeno o al suo padrino viene domandato: "Che cosa chiedi alla Chiesa di Dio?". Ed egli risponde: "La fede!".

In tutti i battezzati, bambini o adulti, la fede deve crescere dopo il Battesimo. Per questo ogni anno, nella notte di Pasqua, la Chiesa celebra la rinnovazione delle promesse battesimali. La preparazione al Battesimo conduce soltanto alla soglia della vita nuova. Il Battesimo è la sorgente della vita nuova in Cristo, dalla quale fluisce l'intera vita cristiana.

Perché la grazia battesimale possa svilupparsi è importante l'aiuto dei genitori. Questo è pure il ruolo del padrino o della madrina, che devono essere dei credenti solidi, capaci e pronti a sostenere nel cammino della vita cristiana il neo-battezzato, bambino o adulto [Cf Codice di Diritto Canonico, 872-874]. Il loro compito è una vera funzione ecclesiale (officium") [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 67].

 

Quando si battezza?

Neppure il tempo condiziona l’amore di Dio. Ma noi viviamo nel tempo e diamo ad esso un particolare valore, per questo siamo molto sensibili agli anniversari.

La comunità cristiana ha scelto infatti la domenica per radunarsi attorno all’altare, perché questo giorno ricorda la Risurrezione del Signore, il compimento dell’alleanza.

Per questo il Battesimo, soprattutto quando è celebrato insieme agli altri due sacramenti dell’iniziazione cristiana, come nel caso degli adulti, è previsto nella Veglia pasquale o comunque di domenica, nel giorno della pasqua settimanale.

E ovvio che esistono situazioni particolari che derogano dalla norma generale. Essa tuttavia resta sempre l’ideale per poter esprimere anche visibilmente l’intimo collegamento del Battesimo con la morte e risurrezione di Cristo della quale diveniamo partecipi.

 

Chi è autorizzato a battezzare? E’ vero che in casi particolari anche chi non è sacerdote può battezzare?

I ministri ordinari del Battesimo sono il vescovo e il presbitero, e, nella Chiesa latina, anche il diacono [Cf Codice di Diritto Canonico, 861, 1; Corpus Canonum Ecclesiarum Orientalium, 677, 1]. In caso di necessità, chiunque, anche un non battezzato, purché abbia l'intenzione richiesta, può battezzare utilizzando la formula battesimale trinitaria. L'intenzione richiesta è di voler fare ciò che fa la Chiesa quando battezza. La Chiesa trova la motivazione di questa possibilità nella volontà salvifica universale di Dio [Cf 1Tm 2,4] e nella necessità del Battesimo per la salvezza.

E’ sufficiente versate l’acqua sul capo, o altra parte del corpo, pronunciando la formula: "io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo". Anche in questo modo la Chiesa proclama l’amore di quel Dio che è Trinità, cioè comunione d’amore, e che vuole salvi tutti gli uomini superando tutti gli ostacoli purché non vi sia un consapevole rifiuto.

 

Dove si battezza?

La salvezza di Dio non è legata a nessun luogo particolare. Il sacramento tuttavia, essendo per l’uomo, deve essere in grado di manifestargli il più chiaramente possibile ciò che Dio intende comunicare.

Per questo il sacramento assume maggiore forza significativa se celebrato anche nel luogo più adatto; e poiché il Battesimo esprime un dialogo di salvezza che normalmente passa attraverso la comunità, esso richiede di essere celebrato nella chiesa parrocchiale.

Non basta però celebrarlo materialmente in chiesa; è necessario celebrano nella Chiesa. Per questo si consigliano celebrazioni comunitarie e talvolta persino all’interno della messa per meglio esprimere la dimensione ecclesiale e gli impegni che ne derivano.

Il cristiano non è solo una persona "religiosa", ma anche una persona che sa fare comunione. Solo eccezionalmente, in casi particolari, e ovviamente in casi di estrema urgenza, il Battesimo può essere celebrato anche in altri luoghi.

 

E’ vero che il Battesimo è necessario per la salvezza?

Gesù stesso afferma che il Battesimo è necessario per la salvezza: "In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio" (Gv 3,5). Per questo ha comandato ai suoi discepoli di annunziare il Vangelo e di battezzare tutte le nazioni [Cf Mt 28,19-20; Concilio di Trento; Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 14; Id. , Ad gentes, 5].

Il Battesimo è necessario alla salvezza per coloro ai quali è stato annunziato il Vangelo e che hanno avuto la possibilità di chiedere questo sacramento [Cf Mc 16,16]. La Chiesa non conosce altro mezzo all'infuori del Battesimo per assicurare l'ingresso nella beatitudine eterna; perciò si guarda dal trascurare la missione ricevuta dal Signore di far rinascere "dall'acqua e dallo Spirito" tutti coloro che possono essere battezzati. Dio ha legato la salvezza al sacramento del Battesimo, tuttavia egli non è legato ai suoi sacramenti.

 

Questo significa che chi muore senza aver prima ricevuto Battesimo è condannato?

Da sempre la Chiesa è fermamente convinta che quanti subiscono la morte a motivo della fede, senza aver ricevuto il Battesimo, vengono battezzati mediante la loro stessa morte per e con Cristo. Questo Battesimo di sangue, come pure il desiderio del Battesimo, porta i frutti del Battesimo, anche senza essere sacramento.

Per i catecumeni che muoiono prima del Battesimo, il loro desiderio esplicito di riceverlo unito al pentimento dei propri peccati e alla carità, assicura loro la salvezza che non hanno potuto ricevere mediante il sacramento.

"Cristo è morto per tutti e la vocazione ultima dell'uomo è effettivamente una sola, quella divina, perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio conosce, col Mistero pasquale" [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22; cf Id. , Lumen gentium, 16; Id., Ad gentes, 7].

Quanto ai bambini morti senza Battesimo, la Chiesa, sicura come è che Dio vuole la salvezza dì tutti e che Cristo è morto per tutti, confida nella loro salvezza, ma non sa in che modo possano arrivare a beneficiarne. La Chiesa non può che affidarli alla misericordia di Dio, come appunto fa nel rito dei funerali per loro. Infatti, la grande misericordia di Dio che vuole salvi tutti gli uomini [Cf 1Tm 2,4] e la tenerezza di Gesù verso i bambini, che gli ha fatto dire: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite" (Mc 10,14), ci consentono di sperare che vi sia una via di salvezza per i bambini morti senza Battesimo. Tanto più pressante è perciò l'invito della Chiesa a non impedire che i bambini vengano a Cristo mediante il dono del santo Battesimo.

 

... e quelli che muoiono senza conoscere Cristo, possono salvarsi anche questi?

Ogni uomo che, pur ignorando il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, cerca la verità e compie la volontà di Dio come la conosce, può essere salvato.

Come bisogna intendere l’affermazione spesso ripetuta dai Padri della Chiesa: "Fuori della chiesa non c'è salvezza"? Formulata in modo positivo, significa che ogni salvezza viene da Cristo-Capo per mezzo della Chiesa che è il suo Corpo. Il Concilio Vaticano II ha affermato che la Chiesa "è necessaria alla salvezza. Infatti solo Cristo, presente per noi nel suo Corpo, che è la Chiesa, è il mediatore e la via della salvezza; ora egli, inculcando espressamente la necessità della fede e del Battesimo, ha insieme confermata la necessità della Chiesa, nella quale gli uomini entrano mediante il Battesimo come per la porta. Perciò non potrebbero salvarsi quegli uomini, i quali, non ignorando che la Chiesa cattolica è stata da Dio per mezzo di Gesù Cristo fondata come necessaria, non avessero tuttavia voluto entrare in essa o in essa perseverare" [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 14].

Questa affermazione non si riferisce a coloro che, senza loro colpa, ignorano Cristo e la Chiesa. Infatti "quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, e tuttavia cercano sinceramente Dio, e sotto l'influsso della grazia si sforzano di compiere con le opere la volontà di Dio, conosciuta attraverso il dettame della coscienza, possono conseguire la salvezza eterna" [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 14].

 

Da quali peccati libera il Battesimo?

Per mezzo del Battesimo sono rimessi tutti i peccati, il peccato originale e tutti i peccati personali, come pure tutte le pene del peccato. In coloro che sono stati rigenerati, infatti, non rimane nulla che impedisca loro di entrare nel Regno di Dio, né il peccato di Adamo, né il peccato personale, né le conseguenze del peccato, di cui la più grave è la separazione da Dio.

Rimangono tuttavia nel battezzato alcune conseguenze temporali del peccato, quali le sofferenze, la malattia, la morte, o le fragilità inerenti alla vita come le debolezze del carattere, ecc., e anche una inclinazione al peccato che la Tradizione chiama la concupiscenza, o, metaforicamente, "l'incentivo del peccato": "Essendo questa lasciata per la prova, non può nuocere a quelli che non vi acconsentono e che le si oppongono virilmente con la grazia di Gesù Cristo. Anzi, non riceve la corona se non chi ha lottato secondo le regole (2Tm 2,5)" [Concilio di Trento].

 

Quali sono le conseguenze del peccato di Adamo per l'umanità?

Tutti gli uomini sono coinvolti nel peccato di Adamo. San Paolo lo afferma: "Per la disobbedienza di uno solo, tutti sono stati costituiti peccatori" (Rm 5,19); "Come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato..." (Rm 5,12). All'universalità del peccato e della morte l'Apostolo contrappone l'universalità della salvezza in Cristo: "Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita" (Rm 5,18).

Sulle orme di san Paolo la Chiesa ha sempre insegnato che l'immensa miseria che opprime gli uomini e la loro inclinazione al male e alla morte non si possono comprendere senza il loro legame con la colpa di Adamo e prescindendo dal fatto che egli ci ha trasmesso un peccato dal quale tutti nasciamo contaminati e che è "morte dell'anima" [Concilio di Trento]. Per questa certezza di fede, la Chiesa amministra il Battesimo per la remissione dei peccati anche ai bambini che non hanno commesso peccati personali.

 

In che modo il peccato di Adamo è diventato il peccato di tutti i suoi discendenti?

Tutto il genere umano è in Adamo. Per questa "unità del genere umano" tutti gli uomini sono coinvolti nel peccato di Adamo, così come tutti sono coinvolti nella giustizia di Cristo. Tuttavia, la trasmissione del peccato originale è un mistero che non possiamo comprendere appieno. Sappiamo però dalla Rivelazione che Adamo aveva ricevuto la santità e la giustizia originali non soltanto per sé, ma per tutta la natura umana: cedendo al tentatore, Adamo ed Eva commettono un peccato personale, ma questo peccato intacca la natura umana, che essi trasmettono in una condizione decaduta. Si tratta di un peccato che sarà trasmesso per propagazione a tutta l'umanità, cioè con la trasmissione di una natura umana privata della santità e della giustizia originali. Si tratta di un peccato "contratto" e non "commesso", uno stato e non un atto.

Il peccato originale, sebbene proprio a ciascuno, in nessun discendente di Adamo ha un carattere di colpa personale. Consiste nella privazione della santità e della giustizia originali, ma la natura umana non è interamente corrotta: è ferita nelle sue proprie forze naturali, sottoposta all'ignoranza, alla sofferenza e al potere della morte, e inclinata al peccato (questa inclinazione al male è chiamata "concupiscenza"). Il Battesimo, donando la vita della grazia di Cristo, cancella il peccato originale e volge di nuovo l'uomo verso Dio; le conseguenze di tale peccato sulla natura indebolita e incline al male rimangono nell'uomo e lo provocano al combattimento spirituale.

 

È giusto battezzare i bambini senza il consenso dei genitori?

Nel disegno di Dio i genitori sono i primi responsabili anche per la trasmissione della fede. E il loro compito e il loro merito più grande. Pertanto nelle situazioni normali la stessa legge della Chiesa dice che "per battezzare lecitamente un bambino si esige che i genitori o almeno uno di essi o chi tiene legittimamente il loro posto vi consentano; che vi sia la fondata speranza che sarà educato nella religione cattolica; se tale speranza manca del tutto, il Battesimo venga differito, secondo le disposizioni del diritto particolare, dandone ragione ai genitori.

Il bambino di genitori cattolici e persino di non cattolici, in pericolo di morte è battezzato lecitamente anche contro la volontà dei genitori" (Codice di diritto canonico, 868).

Così facendo la Chiesa intende soltanto esprimere la sua universale maternità e la sua fedeltà al comando di Cristo di comunicare a tutti la salvezza.

 

… e i bambini di coppie "irregolari"?

"Nella consapevolezza che, in quanto segni e gesti della fede, i sacramenti dei figli ancora incapaci di un giudizio e di una decisione autonomi, sono da celebrarsi nella fede della Chiesa, fede che può vivere anche nei genitori nonostante la loro situazione irregolare, si proceda alla celebrazione del Battesimo a condizione che ambedue i genitori, o almeno uno di essi, garantiscano di dare ai loro figli una vera educazione cristiana.

In caso di dubbio o di incertezza circa la volontà e la disponibilità dei genitori a dare tale educazione, si valorizzi il ruolo dei padrini scelti con attenzione e oculatezza.

Si celebri comunque il Battesimo se, con il consenso dei genitori, l’impegno di educare cristianamente il bambino viene assunto dal padrino o dalla madrina o da un parente prossimo, come pure da una persona qualificata dalla comunità cristiana" (Direttorio di pastorale Familiare n. 232).

 

Chi può fare il padrino e che cosa significa oggi?

Ogni cattolico che abbia ricevuto la Confermazione e l’Eucaristia, che abbia compiuto i 16 anni e che conduca, per quanto possibile, una vita conforme alla fede, può fare da padrino/madrina nel rito dei Battesimo.

E’ sufficiente un solo padrino o madrina indipendentemente dal sesso del battezzando. Tuttavia entrambi sono normalmente permessi.

Ciò che però conta maggiormente non è né il numero né l’età, quanto piuttosto la qualità.

Secondo la tradizione della Chiesa i padrini sono membri della comunità cristiana che presentano gli adulti che chiedono il Battesimo, li accompagnano nel loro itinerario di formazione e ne garantiscono la preparazione e la sincerità.

Nel rito per i bambini i padrini si affiancano ai genitori per manifestare la presenza della Chiesa-Madre che presenta e accoglie i suoi nuovi figli.

Se poi sarà necessario, i padrini dovranno collaborare con i genitori affinché il bambino possa giungere ad una personale professione della fede e la possa esprimere nella realtà della vita. Sempre sono comunque tenuti a dare una chiara testimonianza di fede.

Proprio per questo loro ruolo ecclesiale, che amplia in senso spirituale la famiglia del battezzando, i padrini non possono essere i genitori (Cf Codice di diritto canonico, 874).

Se proprio non è possibile avere un padrino o madrina si può ugualmente celebrare il Battesimo.

 

In che senso il battezzato diviene sacerdote di Cristo?

Entrando nel Popolo di Dio mediante la fede e il Battesimo, si è resi partecipi della vocazione unica di questo Popolo, la vocazione sacerdotale: "Cristo Signore, pontefice assunto di mezzo agli uomini, fece del nuovo popolo un regno e dei sacerdoti per Dio, suo Padre" [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 10]. Tutta la Chiesa è un popolo sacerdotale. I battezzati divengono "pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo" (1Pt 2,5). Per mezzo del Battesimo sono partecipi del sacerdozio di Cristo, della sua missione profetica e regale, sono "la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui" che li "ha chiamati dalle tenebre alla sua ammirabile luce" (1Pt 2,9).

 

Il Battesimo cosa ci impegna a fare e ad essere?

Divenuto membro della Chiesa, il battezzato non appartiene più a se stesso, [Cf 1Cor 6,19] ma a colui che è morto e risuscitato per noi [Cf 2Cor 5,15]. Perciò è chiamato a sottomettersi agli altri, [Cf Ef 5,21; 1Cor 16,15-16] a servirli [Cf Gv 13,12-15] nella comunione della Chiesa, ad essere "obbediente" e "sottomesso" ai capi della Chiesa, [Cf Eb 13,17] e a trattarli "con rispetto e carità" [Cf 1Ts 5,12-13]. Come il Battesimo comporta responsabilità e doveri, allo stesso modo il battezzato fruisce anche di diritti in seno alla Chiesa: quello di ricevere i sacramenti, di essere nutrito dalla Parola di Dio e sostenuto dagli altri aiuti spirituali della Chiesa [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 37; Codice di Diritto Canonico, 208-223; Corpus Canonum Ecclesiarum Orientalium, 675, 2].

"Rigenerati [dal Battesimo] per essere figli di Dio, [i battezzati] sono tenuti a professare pubblicamente la fede ricevuta da Dio mediante la Chiesa" [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 11] e a partecipare all'attività apostolica e missionaria del Popolo di Dio [Cf ibid., 17; Id. , Ad gentes, 7; 23].

I laici, come tutti i fedeli, in virtù del Battesimo e della Confermazione, ricevono da Dio l'incarico dell'apostolato; pertanto hanno l'obbligo e godono del diritto, individualmente o riuniti in associazioni, di impegnarsi affinché il messaggio divino della salvezza sia conosciuto e accolto da tutti gli uomini e su tutta la terra; tale obbligo è ancora più pressante nei casi in cui solo per mezzo loro gli uomini possono ascoltare il Vangelo e conoscere Cristo. Nelle comunità ecclesiali, la loro azione è così necessaria che, senza di essa, l'apostolato dei pastori, la maggior parte delle volte, non può raggiungere il suo pieno effetto [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 33].

 

E’ vero che il Battesimo segna la nostra appartenenza a Cristo?

Il Battesimo è al tempo stesso porta per cui si entra nella Chiesa e vincolo dell'unione a Cristo. Incorporato a Cristo per mezzo del Battesimo, il battezzato viene conformato a Cristo [Cf Rm 8,29]. Il Battesimo segna il cristiano con un sigillo spirituale indelebile ("carattere") della sua appartenenza a Cristo. Questo sigillo non viene cancellato da alcun peccato, sebbene il peccato impedisca al Battesimo di portare frutti di salvezza [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1609-1619]. Conferito una volta per sempre, il Battesimo non può essere ripetuto.

Incorporati alla Chiesa per mezzo del Battesimo, i fedeli hanno ricevuto il carattere sacramentale che li consacra per il culto religioso cristiano [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 11]. Il Battesimo è il sigillo con cui lo Spirito Santo ci ha segnati "per il giorno della redenzione" (Ef 4,30) [Cf Ef 1,13-14; 1274 2Cor 1,21-22]. "Il Battesimo, infatti, è il sigillo della vita eterna" [Sant'Ireneo di Lione, Demonstratio apostolica, 3]. Il fedele che avrà "custodito il sigillo" sino alla fine, ossia che sarà rimasto fedele alle esigenze del proprio Battesimo, potrà morire nel "segno della fede", [Messale Romano, Canone Romano] con la fede del proprio Battesimo, nell'attesa della beata visione di Dio - consumazione della fede - e nella speranza della risurrezione.

Il sigillo battesimale abilita e impegna i cristiani a servire Dio mediante una viva partecipazione alla santa Liturgia della Chiesa e "a esercitare il loro sacerdozio" battesimale "con la testimonianza di una vita santa... e con una operosa carità" [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 11].

 

Perché anche Gesù si è fatto battezzare?

Gesù, l’innocente, il Giusto, sottoponendosi al battesimo di Giovanni, sì fa solidale con i peccatori. E’ il Servo di Jahwéh che accetta la missione di salvare gli uomini, prendendo su di sé i loro peccati. E’ l’Agnello di Dio che prende su di sé il peccato del mondo.

Il battesimo di Gesù è, da parte di lui, l'accettazione e l'inaugurazione della sua missione di Servo sofferente. Egli si lascia annoverare tra i peccatori; [Cf Is 53,12] è già "l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo" (Gv 1,29); già anticipa il "battesimo" della sua morte cruenta [Cf Mc 10,38; 536 Lc 12,50].

Il suo battesimo nel Giordano è l'inizio [Cf Lc 3,23] della vita pubblica di Gesù è [Cf At 1,22]. Giovanni predicava "un battesimo di conversione per il perdono dei peccati" (Lc 3,3). Una folla di peccatori, pubblicani e soldati, [Cf Lc 3,10-14] farisei e sadducei [Cf Mt 3,7] e prostitute[Cf Mt 21,32] vengono a farsi battezzare da lui. Ed ecco comparire Gesù. Il Battista esita, Gesù insiste: riceve il battesimo. Uscendo dall’acqua "si aprirono i cieli" (Mt 3,16): è riaperto il Paradiso che Adamo, per la sua disobbedienza, aveva chiuso. La voce del Padre annuncia che Gesù è il Figlio prediletto [Cf Mt 3,13-17], cioè scelto e consacrato per la missione di Salvatore che ha appena dimostrato di accettare. E' la manifestazione ("Epifania") di Gesù come Messia di Israele e Figlio di Dio.

Già viene ad adempiere "ogni giustizia" (Mt 3,15), cioè si sottomette totalmente alla volontà del Padre suo: accetta per amore il battesimo di morte per la remissione dei nostri peccati [Cf Mt 26,39]. A tale accettazione risponde la voce del Padre che nel Figlio suo si compiace [Cf Lc 3,22; Is 42,1]. Lo Spirito, che Gesù possiede in pienezza fin dal suo concepimento, si posa e rimane su di lui [Cf Gv 1,32-33; cf Is 11,2]. Egli ne sarà la sorgente per tutta l'umanità.

Tutto questo raffigura la realtà del Battesimo cristiano che dona la remissione dei peccati, l’adesione al piano divino per la salvezza del mondo, l’adozione divina come figlio, il dono dello Spirito per operare e testimoniare.

Seguendo la vita pubblica di Gesù non possiamo dimenticare, oltre la predicazione, i suoi vari prodigi, in particolare le guarigioni da malattie: la febbre (Matteo 8,14); la lebbra (Matteo 8,1-4); la paralisi (Matteo 9,1-13); il sordomutismo (Matteo 9,32-34); la cecità (Matteo 9,27-31).

Queste guarigioni sono gesti e azioni simbolici che annunciano i segni sacramentali, con i quali il Cristo morto e risorto, dopo la Pentecoste, opererà nella sua Chiesa la santificazione delle anime e dei corpi.

Tuttavia il momento fondamentale nella vita di Gesù si ha nella sua morte e risurrezione. Ai discepoli, che non riescono a distaccarsi dalla visione di un messia trionfatore, Gesù annuncia la realtà della croce. La passione è imminente: "C’è un battesimo che devo ricevere" (Luca 12,50), un battesimo con cui io sono battezzato (Marco 10,38).

E in questa immersione nelle acque c’è la sofferenza salvatrice, che tende tutta la vita di Gesù, passando attraverso la morte, alla risurrezione e alla vita presso il Padre.

Proprio per questo non possiamo ridurre il Battesimo cristiano ad un semplice lavacro, esso si fonda sulla passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo ed è finalizzato nell’associare i battezzati a questa morte e risurrezione, seppellirli con Cristo e farli rinascere a vita nuova (Cr Romani 6,3-4).

Senza l’evento della Pasqua di Cristo il Battesimo cristiano sarebbe privo del suo carattere proprio ed essenziale.

Si comprende allora il comando di battezzare dato dal Risorto ai discepoli: "Andate e ammaestrate tutte le nazioni battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato" (Matteo 28,19-20).

Con il Battesimo, il cristiano è sacramentalmente assimilato a Gesù, il quale con il suo battesimo anticipa la sua morte e la sua Risurrezione; il cristiano deve entrare in questo mistero di umile abbassamento e pentimento, discendere nell'acqua con Gesù, per risalire con lui, rinascere dall'acqua e dallo Spirito per diventare, nel Figlio, figlio amato dal Padre e "camminare in una vita nuova" (Rm 6,4).

San Gregorio Nazianzeno diceva: "Scendiamo nella tomba insieme con Cristo per mezzo del Battesimo, in modo da poter anche risorgere insieme con lui; scendiamo con lui per poter anche risalire con lui; risaliamo con lui, per poter anche essere glorificati con lui". E Sant'Ilario di Poitiers: "Tutto ciò che è avvenuto in Cristo ci fa comprendere che, dopo l'immersione nell'acqua, lo Spirito Santo vola su di noi dall'alto del cielo e che, adottati dalla Voce del Padre, diventiamo figli di Dio".

 

Qual è il ruolo dei genitori nel Battesimo dei bambini?

Il rito attuale composto appositamente per i bambini coinvolge i genitori in prima persona. Sono essi che professano la loro fede e si impegnano a comunicarla ai figli.

A loro vengono rivolte le domande alle quali rispondono; e sono ancora loro che, con chi presiede e con i padrini, tracciano il segno di croce sulla fronte dei battezzandi, portano il bambino al fonte, ricevono il cero acceso.

Gesti rituali che richiamano l’impegno di condurre i figli alla conoscenza del Vangelo e alla pratica della vita cristiana. Essi sono i primi e più importanti catechisti e testimoni della fede per i loro figli.

Riguardo, poi, alla grande missione dei genitori verso i figli, leggiamo nel Direttorio di pastorale familiare: "Li accompagnino nel cammino di preparazione ai sacramenti dell’iniziazione cristiana... evitando di delegare totalmente ad altri (sacerdoti, religiosi e laici) il loro diritto-dovere anche di educatori della fede.

Si adoperino perché la catechesi familiare sia in grado di precedere, accompagnare e arricchire ogni altra forma di catechesi...

Soprattutto vivendo secondo il Vangelo sia le scelte più semplici di ogni giornata, sia quelle legate ad alcuni particolari avvenimenti della stessa vita familiare.

Condividano l’importanza e ritrovino la semplicità di alcuni segni visibili da mettere in risalto nella casa (dal crocifisso a un quadro religioso, dal libro della sacra Scrittura al segno che ricorda il Battesimo...) e di alcuni gesti concreti da vivere con gioiosa e intelligente fedeltà (dal segno di croce alla preghiera prima e dopo i pasti, ad alcune espressioni di attenzione, di carità, di aiuto e di festa che le varie tradizioni locali e familiari sanno indicare e suggerire)" (n. 144).

 

Che valore ha il Battesimo di altre Confessioni cristiane?

La validità del Battesimo, come è conferito nelle diverse Chiese Ortodosse e Orientali, non è oggetto di dubbio per i cattolici. E’ quindi sufficiente stabilire che il Battesimo sia stato legittimamente celebrato.

Per quanto riguarda le varie Chiese e Comunità ecclesiali sorte dalla Riforma Protestante e dall’Anglicanesimo è opportuno verificare nei singoli casi se il Battesimo è stato celebrato con la formula trinitaria secondo l’intenzione di fare ciò che esprime la tradizione della Chiesa indivisa.

 

… E il Battesimo delle sètte, come i Testimoni di Geova?

Non può essere ritenuto valido il Battesimo conferito dai movimenti religiosi (sètte) tipo quello dei Testimoni di Geova, dei Mormoni, o altri, che, pur dichiarandosi cristiani, non possono considerarsi tali in quanto non accettano integralmente verità fondamentali della fede cristiana, come l’Unità e la Trinità di Dio, la Divinità di Gesù Cristo, l’Incarnazione, la Passione, Morte e Risurrezione del Signore Gesù Cristo.

 

… E coloro che vogliono essere "sbattezzati"?

Domandare all’autorità ecclesiastica di essere "sbattezzati" (come è iniziativa di qualche aggregazione extracristiana o anticlericale più passionale che illuminata) è una richiesta oggettivamente priva di senso. Si potrà certo ottenere, con l’abiura la sospensione degli effetti sociali e giuridici del Battesimo, ma non la sua reale eliminazione. Sarebbe come tentare di abolire l’evento della propria venuta al mondo o quello della scoperta dell’America.

E’ vero che non si può pretendere che un richiedente ateo condivida la concezione cristiana. Ma non si può nemmeno pretendere che l’autorità ecclesiastica si adegui nella sua prassi ad una concezione diversa da quella che si desume dalla Parola di Dio. Del resto nessuna autorità umana può cancellare l’amore dì Dio.

 

Quali nomi è possibile scegliere per un battezzato?

La scelta del nome è oggi determinata dalle motivazione più svariate. Nel recente passato il nome cercava di esprimere una continuità familiare passando generalmente dai nonni ai nipoti.

Nella cultura biblica il nome è importante perché esprime una missione, un particolare disegno di Dio (Gesù = Dio è salvatore; Giovanni = Dio fa grazia).

Nella tradizione cristiana si è ben presto instaurato l’uso di dare al battezzato il nome di un santo quale segno di protezione e quale modello di vita.

Oggi la norma della Chiesa dice semplicemente così: "I genitori, i padrini e il parroco abbiano cura che non venga imposto un nome estraneo al senso cristiano" (Codice di diritto canonico, 855).

Di fronte a questa ampia facoltà di scelta è comunque importante per l’amore e il rispetto che si deve avere verso i figli non lasciarsi condizionare da motivi troppo banali; un nome sì porta per tutta la vita.

 

Fonti:
Catechismo della Chiesa Cattolica;
"Il sacramento del Battesimo", supplemento a "La domenica" 07-96.

 

 

 

 

 

A cura di Profezie per il Terzo Millennio - settembre 2004
Condizioni del copyright sui contenuti di questa pagina


 

Ritorna alla pagina principale