GLI EVENTI ESCATOLOGICI NELLA BIBBIA E NELLA TRADIZIONE

I passi principali nel Vecchio e nel Nuovo Testamento che riguardano gli "Ultimi Tempi"

 

 

Introduzione

 

1. Definizione dei termini

Prima di addentrarci in questa breve introduzione sulle tematiche escatologiche riguardanti gli "Ultimi Tempi", ci pare opportuno chiarire il significato di alcuni termini e concetti che useremo nel corso della nostra riflessione:

1) il Magistero della Chiesa Cattolica individua negli "Ultimi tempi" l'intera storia della Cristianità a partire dal primo Avvento. Infatti dopo l'Ascensione del Signore, il disegno di Dio per l'ultima fase della storia del mondo è entrato nel suo compimento. A questo proposito citiamo il Catechismo della Chiesa Cattolica: «…Noi siamo già nell'"ultima ora". Già dunque è arrivata a noi l'ultima fase dei tempi […] Già presente nella sua Chiesa, il Regno di Cristo non è tuttavia ancora compiuto "con potenza e gloria grande" (Lc 21,27) mediante la venuta del Re sulla terra ». Tenendo come punto fermo quanto ci dice il Catechismo, bisogna aggiungere che con "Ultimi Tempi" si tende a indicare anche (e più comunemente) il periodo, di durata indefinita (nella Scrittura non ci vengono date indicazioni di tempo o segni che consentano di stabilirne con precisione l'inizio e la durata), che precederà immediatamente la Seconda Venuta di Gesù Cristo (cfr.: 2 Timoteo 3,1; 2 Pietro 3,3) e che sarà caratterizzato dai numerosi "segni della fine" che vengono descritti in varie parti della Bibbia. Ed è appunto in questa accezione che useremo nel nostro sito l'espressione "Ultimi Tempi";

2) in questa introduzione e in varie parti del nostro sito è ricorrente il concetto di "segni dei tempi". Questa espressione, che troviamo nel Vangelo e che per lo più oggi viene usata per indicare genericamente i segni dell'azione divina nella storia, originariamente venne pronunciata da Gesù per esortare i farisei e i sadducei a riconoscere nella Sua manifestazione i segni dell'inizio dell'era messianica. Spesso è utilizzata in senso profetico ed escatologico per indicare gli eventi che caratterizzeranno gli ultimi tempi. Ed è proprio in quest'ultima accezione che qui noi useremo questa espressione. Per ulteriori approfondimenti cfr. anche la relativa voce di glossario;

3) quando parliamo di "Seconda Venuta" intendiamo riferirci alla Parusia di Cristo alla fine dei tempi, quando, secondo quanto insegna la Chiesa, Egli ritornerà per giudicare i vivi e i morti. Questo termine non va confuso con la cosiddetta "Venuta Intermedia", a cui si fa cenno in alcune rivelazioni private (per ulteriori informazioni cfr. nel glossario: "Venuta Intermedia").

 

2. Gli eventi degli "Ultimi Tempi"

Le profezie bibliche preannunciano un’epoca di straordinari e al tempo stesso drammatici avvenimenti mai prima verificatisi da quando l'uomo vive sulla terra. Tutto ciò dovrebbe accadere nella fase conclusiva di quel periodo definito nelle Scritture come: "Ultimi Giorni" o "Ultimi Tempi".

Il periodo più critico di quei giorni, in cui grande sarà il travaglio per tutta l’umanità, viene indicato da Matteo (cap. 24), da Marco (cap. 13) e da Giovanni nell’Apocalisse (cap. 7), col nome di Grande Tribolazione. Ma questo è solo l'atto finale di una lunga serie di importanti eventi che caratterizzano gli Ultimi Tempi.

La Seconda Venuta di Cristo sarà infatti preceduta da un mirabile periodo di pace e di prosperità spirituale e materiale per tutto il mondo, ma anche da guerre, immani catastrofi, grandi eventi e segni nella terra e nel cielo. La fase più drammatica dovrebbe culminare nella scomparsa della civiltà moderna così come la conosciamo oggi. Due terzi dell'umanità dovrebbero perire durante questo periodo di grande travaglio. Non si tratta della fine del mondo intesa come cessazione definitiva della vita sul nostro pianeta, bensì la fine di un’era, l'abbandono di un vecchio modo di vivere e di concepire l’esistenza, a favore di un mondo rinnovato in cui gli uomini accetteranno finalmente di mettere Dio al centro della loro vita.

Molti studiosi di profezie sono convinti che ci troviamo già negli Ultimi Tempi, che siamo ormai entrati nella fase conclusiva della storia del mondo; molte profezie bibliche sugli "Ultimi Giorni" sembrerebbero confermarlo. Numerosi sono ormai gli indizi a favore di questa tesi, diversi i "segni dei tempi" predetti nella Bibbia che vediamo spiegarsi innanzi ai nostri occhi.

Tutto questo vuol forse dire che la Grande Tribolazione, la Parusia e quindi anche la fine del mondo sono vicine? Molti segni suggeriscono che non dovremmo essere molto lontani da questi avvenimenti escatologici. Questo però non significa necessariamente che sarà la nostra generazione a vivere la fase finale. Anzi, potrebbe volerci ancora molto tempo, persino diversi secoli, perché tutto si compia. Infatti, secondo gli insegnamenti della Chiesa, la fine del mondo arriverà solo dopo che tutti i Gentili e tutti gli Ebrei si saranno convertiti al cristianesimo e dopo che il Vangelo sarà stato "annunziato in tutto il mondo" (Matteo 24,14). Inoltre, stando ad una antica tradizione nella Chiesa e alle rivelazioni di vari santi, beati e venerabili, la fine del mondo dovrebbe arrivare dopo la cosiddetta "Era di Pace", che molto probabilmente corrisponde al "periodo di pace" che la Madonna ha profetizzato a Fatima. E tutto ciò evidentemente non si è ancora verificato.

Secondo molte rivelazioni private l'Era di Pace sarà l'epoca della rinascita e del massimo trionfo della Chiesa, il tempo in cui si compirà l'evangelizzazione del mondo intero. Sempre secondo le rivelazioni private, l'Era di Pace potrebbe essere preceduta da un "Grande Castigo", una profezia che però è condizionata: infatti la possibilità che questo evento si verifichi o meno dipenderà da come gli uomini risponderanno agli appelli del Cielo che il Signore ci sta inviando attraverso Sua Madre (con le apparizioni mariane) e attraverso alcuni eventi futuri specifici che saranno degli ammonimenti per tutto il genere umano.

Poi, dopo l'Era di Pace, ci sarà l'apostasia universale, di cui parla anche San Paolo (in 2 Tessalonicesi 2,2-3), che costituirà il segno inequivocabile che la Grande Tribolazione, che dovrà precedere la Parusia, è alle porte e che l'ascesa dell'Anticristo è prossima. I cristiani, a causa della grande prosperità che a quel tempo il mondo avrà raggiunto, diventeranno talmente indifferenti verso la loro fede che la più grande apostasia che l'umanità abbia mai conosciuto diverrà una triste realtà.

Le "guerre e i rumori di guerre" di cui parlano Matteo (24,6), Marco (13,7) e Luca (21,9) riferendosi agli "Ultimi Giorni", sono senza dubbio elementi che caratterizzano la nostra epoca e costituiscono dei segni dei tempi. Il ventesimo secolo ha visto per la prima volta nella storia dell’umanità il verificarsi di ben due guerre mondiali e di centinaia, se non addirittura migliaia, di piccole e grandi guerre locali, conflitti inter-etnici e guerre civili. Il secolo che ci siamo appena lasciati alle spalle è quello che più di tutti è stato segnato dalle violenze e dal sangue versato nelle guerre, un secolo funesto che ha visto solo poche regioni del mondo risparmiate dalla guerra.

Altri segni non meno importanti sono quelli evocati nella seconda lettera a Timoteo (3,1-3,5), nella quale l’apostolo Paolo descrive gli uomini degli Ultimi Tempi: "Devi anche sapere che negli ultimi tempi verranno momenti difficili. Gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanitosi, orgogliosi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, senza religione, senza amore, sleali, maldicenti, intemperanti, intrattabili, nemici del bene, traditori, sfrontati, accecati dall’orgoglio, attaccati ai piaceri più che a Dio, con la parvenza della pietà mentre ne hanno rinnegato la forza interiore.". È difficile non riconoscere nella descrizione accurata che fa Paolo, le inclinazioni e i vizi che contraddistinguono gli uomini della nostra epoca. L’egoismo, l’avidità, la vanità, l’orgoglio, l’indifferenza verso la religione, la mancanza di rispetto e la ribellione dei figli verso i genitori, l’avida ricerca delle cose materiali e dei piaceri, sono tratti peculiari delle società materialiste dei nostri giorni.

Qualcuno potrebbe anche obiettare che questi peccati sono sempre esistiti da che mondo è mondo. Indubbiamente questo è vero, ma a ben vedere mai prima d'oggi era accaduto che la trasgressione sistematica dei Comandamenti venisse ostentata, incoraggiata e, per certi versi, istituzionalizzata come sta accadendo nella nostra epoca. Questi che solo pochi decenni fa erano ancora considerati, secondo i canoni della morale cristiana, come gravi vizi, vengono oggi guardati con indulgenza o persino accettati con indifferenza; la nostra società spesso addirittura li esalta e li incoraggia, considerandoli un mezzo inevitabile per poter emergere ed affermarsi nel difficile mondo di oggi.

È importante sottolineare che quando nella Bibbia (e in particolare nel N.T.) si parla di "Ultimi Giorni", spesso si abbraccia l'intera storia della Chiesa, non solo l'ultima fase. E ciò vale anche per questo passo della lettera di San Paolo. La tendenza al male non è mai venuta meno nel corso di questi duemila anni di vita della Chiesa. Anzi, col passare del tempo, man mano che la storia si avvicinerà al suo epilogo, il peccato e le tante manifestazioni del male andranno in un continuo crescendo, fino a quando non raggiungeranno il loro apice nella piena manifestazione del "mistero dell'iniquità" (2 Tess 2,7), al tempo dell'Anticristo. 

Per cui, è vero che questi vizi descritti da San Paolo non sono nuovi, ma è altrettanto vero che nei nostri giorni assistiamo, come non mai, a un aumento prepotente e inaudito del male, in tutte le sue innumerevoli espressioni. Ed è proprio questo a costituire di per sé un importante segno dei tempi.

L'allontanamento generale della gente dalla fede, e il crescente interesse per nuovi culti e filosofie, per l’esoterismo e il satanismo, per la magia e gli oroscopi sono realtà del nostro presente che costituiscono un ulteriore importante campanello d’allarme. Si veda a questo riguardo quello che San Paolo scrive nella prima lettera a Timoteo (4,1): "Lo Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche, sedotti dall'ipocrisia di impostori, già bollati a fuoco nella loro coscienza".

Anche molti recenti sviluppi tecnologici costituiscono un elemento importante per chi cerca di comprendere i segni dei tempi. Giovanni ci mette in guardia nell’Apocalisse (13,16-18) da colui che imporrà ai popoli l’uso del cosiddetto "marchio della bestia", recante il numero 666. Senza questo marchio sulla fronte e sulla mano destra non sarà possibile per nessuno vendere o acquistare alcunché.

Ebbene, secondo numerosi studiosi, alcuni recenti ritrovati tecnologici - molti dei quali già entrati nella nostra vita e nelle nostre abitudini di ogni giorno - potrebbero essere i precursori del "marchio" descritto nell’Apocalisse. L’utilizzo di sistemi di identificazione e di pagamento come tessere magnetiche e smart-cards in ogni settore del commercio e della pubblica amministrazione, la grande diffusione dei sistemi di codifica a barre come mezzi di identificazione per merci e persone, l’avvento dei sistemi di rilevamento e localizzazione satellitare come il GPS, e la recente sperimentazione di micro-dispositivi di identificazione che vengono inseriti sotto la pelle, sono realtà concrete del nostro presente che devono farci riflettere. L’elevato grado di miniaturizzazione raggiunto in questi ultimi anni nella produzione di micro-chip ed altri congegni elettronici ed elettro-meccanici tanto piccoli da poter essere inseriti nel corpo umano dimostrano senza ombra di dubbio come l’avanzamento tecnologico sia arrivato ad un grado tale da rendere ormai possibili scenari come quelli che Giovanni ha descritto circa diciannove secoli fa nel suo libro profetico.

Leggendo la Bibbia si evince che l’Anticristo avrà potere su gran parte dei popoli del mondo.

È facile prevedere che il primo passo per arrivare a questo traguardo sia la creazione di un unico sistema politico, economico-finanziario, militare e religioso a livello planetario.

Le premesse di tutto ciò si stanno concretizzando proprio in questi anni. Da qualche anno, si sente parlare con sempre maggior insistenza di concetti come globalizzazione e nuovo ordine mondiale.

Nei settori dell’economia e della finanza si può dire che la globalizzazione delle economie nazionali e dei mercati sia già una realtà. In molti vedono nel potente Fondo Monetario Internazionale l’abozzo di un futuro nucleo mondiale di controllo finanziario e monetario.

I progetti di un ordine mondiale e di un'unione politica a livello continentale e globale sono forse quelli che più tarderanno ad affermarsi, per le naturali resistenze dei singoli stati a cedere quote della propria sovranità. Ma le guerre, le crisi economiche e i disastri naturali delineati nelle profezie dovrebbero accelerare notevolmente questo processo.

Solo dopo questa svolta politica "la Bestia" dell'Apocalisse (tradizionalmente identificata nell'esegesi della Chiesa con l’Anticristo) avrà la strada spianata per l’ascesa al potere. A questo punto per ottenere un potere assoluto dovrà assicurarsi il controllo su tutte le persone e per questo motivo imporrà il suo marchio-microchip sulla fronte e sulla mano destra di ognuno.

Il "marchio", però, dovrà aver prima rimpiazzato completamente il contante ed ogni altro mezzo di pagamento. Dovrà diventare l’unico mezzo possibile per poter effettuare transazioni commerciali.

La prospettiva di un "grande fratello" a quel punto uscirà dalla fantascienza per approdare concretamente nella realtà. Il "marchio" diventerà un formidabile strumento di controllo sulle masse perché consentirà una continua sorveglianza di tipo informatico sui beni acquistati e su chi li acquista abolendo di fatto ogni diritto alla privacy. Ma soprattutto, in un sistema di tipo totalitario, metterà nelle mani dell’autorità un mezzo di coercizione e repressione formidabile quanto temibile. Infatti basterà che a un individuo, una volta identificato attraverso il chip, vengano applicate delle restrizioni nell'accesso ai servizi (commerciali, sanitari, bancari, amministrativi, ecc.) a cui ha diritto per privarlo di fatto dei mezzi fondamentali di sostentamento.

Secondo la Bibbia quando l’Anticristo assumerà il potere e volendosi sostituire a Dio vieterà ogni forma di culto, il popolo di Cristo dovrà rifiutare il suo marchio e la sua adorazione:

«…"Chiunque adora la bestia e la sua statua e ne riceve il marchio sulla fronte o sulla mano, berrà il vino dell'ira di Dio che è versato puro nella coppa della sua ira e sarà torturato con fuoco e zolfo al cospetto degli angeli santi e dell'Agnello. Il fumo del loro tormento salirà per i secoli dei secoli, e non avranno riposo né giorno né notte quanti adorano la bestia e la sua statua e chiunque riceve il marchio del suo nome". Qui appare la costanza dei santi, che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù.» (Apocalisse 14,9-12).

Per coloro che rifiuteranno il marchio, ciò comporterà l’impossibilità di acquistare o vendere e probabilmente condannerà queste persone alla clandestinità e agli stenti.

Questa prospettiva può sembrarci terribile ma è una scelta che si renderà necessaria. Non dobbiamo dimenticare che l’Anticristo agirà per conto di Satana. Gesù nel Vangelo dice: «Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona.» (Matteo 6,24).

Fino a quando non sarà "rivelato" non ci è dato sapere molto sull’Anticristo. Non sappiamo la sua identità, né sappiamo quando o come entrerà nella scena politica mondiale. Però dalle rivelazioni di vari santi, beati e venerabili e da diversi scritti patristici, si può desumere che la sua entrata in scena dovrebbe avvenire dopo l'Era di Pace, subito prima della Seconda Venuta di Cristo.

Tuttavia molte recenti rivelazioni (su cui però la Chiesa non si è ancora pronunciata) sembrerebbero suggerire anche la possibilità che l'Anticristo possa manifestarsi prima dell'Era di Pace, contraddicendo così, almeno apparentemente, le sopraccitate fonti. In realtà la tesi di un anticristo prima dell'Era di Pace potrebbe anche essere plausibile, ma solo se ciò significasse che questo anticristo sarà un precursore dell'Anticristo vero e proprio. In ogni caso dobbiamo essere particolarmente cauti nel considerare queste rivelazioni, perché per adesso non è possibile stabilirne con certezza l'attendibilità. E d'altronde tutte le rivelazioni private, per quanto autorevole possa essere lo "strumento" che le trasmette, vanno sempre considerate con grano salis, non dimenticando che non fanno parte del deposito della fede che la Chiesa custodisce. Sarà il tempo e la storia a dire se esse hanno un qualche fondamento di verità.

Sul tema dell'imminenza del tempo dell'Anticristo preferiamo non dilungarci oltre in questa pagina introduttiva; ma a chi fosse interessato ad approfondirlo ulteriormente raccomandiamo di consultare: L'Anticristo nella Tradizione e nelle rivelazioni private (L'Anticristo arriverà prima o dopo l'Era di Pace? La manifestazione del "figlio della perdizione" è davvero prossima?)

Ma il segno dei tempi forse più importante è la storia recente di Israele. L'Antico Testamento, come è noto, ha sempre avuto nel popolo di Israele il suo obiettivo primario. Il profeta Ezechiele è quello che forse più manifestamente di altri sembra inquadrare nel contesto escatologico il ritorno del popolo eletto in Palestina. Nel capitolo 38, egli mette in relazione la guerra che avverrà "sul finire degli anni" (scatenata da "Gog di Magòg") col ritorno degli ebrei nella loro terra dopo la diaspora fra i popoli di tutto il mondo. Infatti, nel versetto 8 il Signore dice a Gog: "sul finire degli anni tu andrai contro una nazione che è sfuggita alla spada, che in mezzo a molti popoli si è radunata sui monti d'Israele, rimasti lungamente deserti. Essa rimpatriò dalle genti e tutti abitano tranquilli" e nel versetto 16 aggiunge: "Verrai contro il mio popolo Israele, come un nembo per coprire la terra. Sul finire dei giorni Io ti manderò sulla mia terra perché le genti mi conoscano". Il profeta parla della restaurazione di Israele anche in 36,24 e 39,25-29. Ci sono accenni a questa restaurazione anche in Isaia (Is 11,11-12) e Amos (Am 9,14-15).

Dal 1948 Israele, dopo un esilio di quasi 2000 anni, si è ricostituita come nazione. La diaspora di Israele fra le nazioni era iniziata nel 70 d.C. con l'assedio di Tito a Gerusalemme. Ebbe poi il suo epilogo nel 133 d.C. quando, a seguito di varie rivolte scoppiate nella città, i romani deportarono lontano dalla loro terra quasi tutti gli ebrei rimasti (come Gesù stesso aveva profetizzato: "saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli" - cfr. Luca 21,24). Per cui, il rimpatrio degli ebrei in Palestina dopo l'ultima grande diaspora "sul finire dei giorni" di cui parla Ezechiele potrebbe essere con grande probabilità proprio quello avvenuto alla metà del secolo scorso[1], e ciò quindi ad ulteriore sostegno della tesi che ci troviamo già negli Ultimi Tempi. Una conferma della validità di tale interpretazione ci viene anche da una profezia della beata Anna Caterina Emmerich che attorno al 1820 scriveva: "Gli ebrei ritorneranno in Palestina e diverranno cristiani verso la fine del mondo"[2]. A sua riprova non resta a questo punto che l'adempimento della profezia sulla grande guerra di "Gog di Magòg".

Dunque abbiamo visto che Ezechiele nei capitoli 38 e 39 profetizza una grande e terribile guerra contro Israele che si verificherà "sul finire dei giorni". Tale guerra dovrebbe essere scatenata da una coalizione di stati che Ezechiele identifica con i nomi di alcuni discendenti di Noè (cfr. Genesi cap. 10):

[cfr. note 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14]

Come si può vedere troviamo qui elencati alcuni dei peggiori nemici di Israele dei nostri giorni.

Secondo quanto alcuni studiosi evincono dall’Apocalisse (Ap 16,12[15]), anche la Cina, forse alleata con altri stati asiatici, dovrebbe partecipare al conflitto. Questi interpreti, partendo dall'assunto che nel libro di S. Giovanni la guerra del capitolo 16°[16] coincida con quella descritta nel capitolo 9°[17], concludono che questa coalizione di stati asiatici parteciperà al conflitto con un imponente esercito di circa 200 milioni di uomini (cfr Ap 9,16). Questo numero probabilmente è solo simbolico e sta ad indicare semplicemente una grande moltitudine. Tuttavia non è neanche da escludere che si tratti di un numero reale: se consideriamo che non è mai esistita, nei secoli passati e ai giorni nostri, un'altra nazione altrettanto popolosa e temibile dal punto di vista militare come la Cina odierna, capace all'occorrenza di mettere assieme un esercito smisurato[18]. Secondo il rapporto "World Factbook 2008" della CIA, la Cina può contare già oggi su oltre 600 milioni di persone abili al servizio militare (circa 313 milioni di uomini e 295 milioni di donne), e senza dubbio questo numero è destinato ad aumentare sensibilmente nel giro di pochi decenni, considerando lo straordinario dinamismo demografico delle popolazioni asiatiche. È singolare come la particolare foggia con cui nel capitolo 9° vengono rappresentati cavalli e cavalieri (Ap 9,17-19[19]) ricordi molto da vicino gli equipaggiamenti militari e gli armamenti in uso nelle guerre dei giorni nostri, e l'esito terribile di questo immane scontro bellico non può non richiamare alla mente gli estesi e devastanti effetti sulle popolazioni dell'impiego di armi chimiche e nucleari nelle guerre del XX secolo. Pur tenendo conto che qui ci troviamo davanti ad una visione, che in quanto tale può contenere elementi che vanno letti in chiave simbolica, non possiamo comunque escludere che certe immagini ed eventi che in essa vengono evocati siano da interpretare letteralmente. E in quest'ottica non si può non notare che tali immagini ed eventi sembrano avere molta più attinenza con l'epoca attuale che con qualsiasi altra epoca passata, e ciò dovrebbe far riflettere... [20]

Per cui, sia il ritorno degli ebrei nella loro terra avvenuto nel XX secolo, sia la singolare concordanza fra la coalizione di nazioni che attaccherà Israele "sul finire dei giorni" (menzionata da Ezechiele) e i nemici dello Stato ebraico nello scacchiere mediorientale e internazionale dei nostri giorni, ci paiono degli eventi/segni estremamente significativi che avvalorano la tesi che il mondo si trova già in prossimità della fase conclusiva della sua storia: gli "Ultimi Tempi".

Israele è dunque il riferimento più importante per chi studia le profezie bibliche, un riferimento essenziale per inquadrare e comprendere appieno gli avvenimenti di un futuro forse non lontano che riguarderanno non soltanto il Medio Oriente ma il mondo intero, non solo il popolo ebraico ma l'intera umanità.

Vorremmo concludere dicendo che con questa breve introduzione non avevamo la pretesa di fornire un quadro certo e infallibile della cronologia degli avvenimenti futuri (solo Dio conosce ed è arbitro del futuro), né tanto meno un resoconto esaustivo delle profezie escatologiche della Bibbia. Abbiamo cercato di presentare, in maniera volutamente schematica e sommaria, questa materia molto complessa e dibattuta, illustrando brevemente alcune tesi sulle relazioni e sulle concordanze tra profezie bibliche ed avvenimenti dei nostri giorni, così come vengono proposte dagli studiosi di questa materia. E abbiamo cercato di farlo nel pieno rispetto e nell'osservanza degli insegnamenti della Chiesa, evitando ogni tesi che contraddicesse la dottrina cattolica. Nel tentativo di gettar luce sulla cronologia e sul senso degli eventi, abbiamo fatto anche riferimento ad alcuni scritti di padri e dottori della Chiesa azzardando inoltre - come si sarà notato - un approccio poco convenzionale: lo studio comparato con le rivelazioni private dei santi e dei mistici cattolici. Un approccio che forse i puristi dell'esegesi biblica moderna potranno considerare poco ortodosso se non addirittura inappropriato, ma che a noi pare utile per cogliere il senso di certe profezie bibliche che a tutt'oggi anche in ambito accademico sono considerate oscure e controverse.

Questa breve dissertazione, nelle nostre intenzioni vorrebbe essere un invito ad approfondire la conoscenza delle tematiche escatologiche per tentare di meglio comprendere i tanti avvenimenti dei nostri giorni che, a parere di molti studiosi (sia in ambito cattolico che di altre confessioni cristiane), in virtù della loro concordanza con le profezie bibliche e con le rivelazioni private, indicherebbero l'imminenza di eventi epocali per tutta l'umanità; eventi che nella Bibbia erano stati preannunciati già migliaia di anni fa.

"Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino..." (Marco 13,35).

 

I principali passi sugli Ultimi tempi nella Bibbia

 

 

Consulta anche:

Un quadro generale degli eventi degli Ultimi Tempi secondo la Tradizione
L'Anticristo nella Tradizione e nelle rivelazioni private
Le profezie di mistici e veggenti - Introduzione
Qualche parola su questo lavoro

 

 

 

N.B.: tutti i passi biblici riportati sono tratti dalla Bibbia CEI

Note:

1) Questa profezia di Ezechiele sulla dispersione e sul successivo ritorno nella sua terra del popolo di Israele, viene riferita da alcuni commentatori alla cattività babilonese del 6° secolo a.C.. A questa interpretazione si potrebbe facilmente obiettare che se qui Ezechiele sta parlando del rimpatrio dopo la prigionia babilonese allora non si spiega come mai al capitolo 36 si dice: "Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo" (Ez 36,24). La frase "da ogni terra" infatti sembrerebbe indicare una molteplicità di luoghi nei quali si sarebbe consumata la diaspora, e non uno solo come avremmo invece se si parlasse di Babilonia. Ma anche ammettendo che il passo in questione riguardi la liberazione del popolo ebraico dall'esilio in Babilonia, ciò non esclude affatto la possibilità che in esso sia profetizzato anche il ritorno nella Terra Promessa avvenuto nel secolo scorso dopo la diaspora iniziata nei primi due secoli dopo Cristo. Infatti nella Bibbia eventi diversi ma assimilabili, verificatisi a distanza anche di secoli l’uno dall’altro, possono essere riassunti talvolta in un’unica profezia. Per cui è plausibile che questa promessa che Dio fa attraverso Ezechiele riguardi non solo uno ma due momenti distinti nei quali Israele ha fatto rientro nella sua terra dopo la dispersione “fra le genti”. Ma il compimento ultimo della profezia riguarda evidentemente soprattutto gli Ultimi Tempi. Altrimenti non si capirebbe l’espressione “sul finire degli anni”: infatti l’offensiva di Gog contro Israele (che appunto avrà luogo, secondo le parole di Ezechiele, “sul finire degli anni”) e il ritorno del popolo ebraico nella sua terra paiono essere in questo passo concomitanti o comunque relativamente vicini nel tempo.
2) R. Gerald Culleton, "The Prophets And Our Times", Rockford (Illinois, USA), Tan Books, 1941.
3)
Fra questi studiosi vi è anche Wilhelm Gesenius (1786–1842), considerato uno dei più importanti studiosi moderni della lingua e della cultura ebraica. Gesenius afferma che in Ezechiele 38 e 39 la parola "ros" sarebbe il "nome proprio di una nazione del nord menzionata assieme a Mesech e Tubal; si tratta senza dubbio dei russi, che venivano indicati dagli scrittori bizantini del decimo secolo con il nome di Ros, ed erano stanziati a nord del Tauro" (cfr. Wilhelm Gesenius, "Gesenius’ Hebrew-Chaldee Lexicon to the Old Testament" Reprint, Grand Rapids: Eerdmans Publishing Company, 1949 752). Varie versioni della Bibbia (ma non quella C.E.I.) riconoscono nel termine ebraico "ros" un nome proprio e traducono quindi i passi in questione come "principe di Ros, Mesech e Tubal" anziché "principe capo di Mesech e Tubal". La tesi che nel libro di Ezechiele "ros" sia un nome proprio è ulteriormente avvalorata dal fatto che nel versetto 66,19 di Isaia, Ros è il nome di un popolo che viene citato assieme a Mesech e Tubal: "Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle genti di Tarsis, Put, Lud, Mesech, Ros, Tubal" (Is 66,19. Il nome "Ros" figura, inserito in questo passo di Isaia, in varie versioni della Bibbia tra cui anche quella C.E.I.).
4) Flavio Giuseppe, "Antichità giudaiche", libro I, cap. VI (Josephus, "Antiquities of the Jews", trad. da W. Whiston, 1898; da "The works of Flavius Josephus", London, Routledge).
5) Samuel Bochart, "Geographia Sacra seu Phaleg et Canaan", Caen, 1646.
6) "The International Standard Bible Encyclopedia", edited by Geoffrey W. Bromiley, Wm. B. Eerdmans Publishing Co., 1915.
7) "Dictionary of the Bible", edited by William Smith, London, John Murray, 1863.
8) "Easton's Bible Dictionary", by Matthew George Easton, published by Thomas Nelson, 1897.
9) "Young's Analytical Concordance", by Robert Young, Hendrickson Publishers, 1980.
10) Isidoro di Siviglia, "Etymologiae", libro IX, cap. II.
11) Gaetano Moroni, "Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni", vol. LXXII, pagg. 294-295; Tipografia Emiliana, Venezia, 1855.
12) Arthur C. Custance, "Noah's Three Sons", Zondervan Publishing House, 1978.
13) "True origin of the peoples of eastern Europe", History Research Projects.
14) Wikipedia: Gog and Magog, Magog, Meshech, Tubal, Gomer, Togarmah, Phut, Kush, Celti.
15) "Il sesto [angelo] versò la sua coppa sopra il gran fiume Eufràte e le sue acque furono prosciugate per preparare il passaggio ai re dell'oriente" (Ap 16,12).
16) cioè la guerra che inizia dopo che il sesto Angelo ha versato la sua coppa nell'Eufrate in Ap 16,12.
17) cioè la guerra che segue il sesto suono di tromba di Ap 9,13.
18) Al tempo di S. Giovanni un esercito così numeroso era assolutamente inconcepibile. Basti pensare che si stima che nel 1° secolo d.C. l'intera popolazione mondiale ammontasse ad appena 170-190 milioni di individui (dati U.S. Census Bureau).
19) "Così mi apparvero i cavalli e i cavalieri: questi avevano corazze di fuoco, di giacinto, di zolfo. Le teste dei cavalli erano come le teste dei leoni e dalla loro bocca usciva fuoco, fumo e zolfo. Da questo triplice flagello, dal fuoco, dal fumo e dallo zolfo che usciva dalla loro bocca, fu ucciso un terzo dell'umanità. La potenza dei cavalli infatti sta nella loro bocca e nelle loro code; le loro code sono simili a serpenti, hanno teste e con esse nuociono" (Ap 9,17-19).
20) Immaginiamo per un attimo che un contemporaneo di S. Giovanni venga portato nel XXI secolo per scrivere la cronaca di una guerra di oggi: siamo sicuri che il suo resoconto sulle tecnologie belliche odierne sarebbe poi così diverso dalla visione di formidabili "cavalli e cavalieri" che l'autore dell'Apocalisse ebbe duemila anni or sono...? Bisogna comunque ammettere che qui siamo nel campo delle congetture: non abbiamo alcun riscontro certo per affermare che i passi in questione riguardino il nostro presente o un futuro prossimo, né tantomeno che questa guerra sia la stessa di Ezechiele capp. 38 e 39. Questi passi potrebbero anche riferirsi al conflitto escatologico che si combatterà dopo l'Era di Pace, al tempo dell'Anticristo.

 

 

A cura di "Profezie per il Terzo Millennio" - Settembre 1999; ultimo aggiornamento: febbraio 2009
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