L'Apocalisse commentata da Don Dolindo Ruotolo

Le catastrofi: disegno di amorosa carità

 

 

Apocalisse 7,2-3: "Vidi poi un altro angelo che saliva dall'oriente e aveva il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli ai quali era stato concesso il potere di devastare la terra e il mare: «Non devastate né la terra, né il mare, né le piante, finché non abbiamo impresso il sigillo del nostro Dio sulla fronte dei suoi servi»".

Apocalisse 7,9-10: "Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all'Agnello»".

 

Nei grandi flagelli che colpiscono l’umanità alla fine dei periodi storici della vita della Chiesa, il Signore ha i suoi segnati e fa la raccolta degli eletti. Noi non ci accorgiamo di questo lavoro d’infinita misericordia, ma Egli silenziosamente lo fa, e in maniera così misteriosa e nascosta da non farsi scorgere da noi. Ce ne previene in questa scena dei segnati e nell’altra dell’immensa moltitudine di Santi, ce ne previene in vista degli annunzi penosi che sta per farci, ma quando compie quest’opera di misericordiosa salvezza ce ne accorgiamo ben poco, perché Egli passa tra i turbini e le tempeste, tra le distruzioni e la morte.

La terra allora è come una valle profonda e oscura nella quale passano i peccatori che non avrebbero potuto mai sperare salvezza a causa della loro ostinata volontà; passano macchiati, cenciosi, affranti, e sono travolti dalle macerie delle loro case, dalle bombe, dalle infezioni, dalla feroce crudeltà di eserciti barbari. Sono travolti in massa, grandi e piccoli, nobili e plebei, lasciandoci esterrefatti innanzi ad uno spettacolo che ci sembra ingiusto o provocato da forze assolutamente cieche.

Solleviamo lo sguardo in alto dopo simili catastrofi, e noi vedremo tante e tante anime vestite di bianco, purificate dal flagello e salvate dalla misericordia di Dio. Sono i segnati dal suggello del Dio vivente, dalla sua infinita bontà, che senza alcun loro merito, unicamente, per l’espiazione che soffrono, sono riguardati come agnelli, segnati per il grande sacrificio di riparazione che l’umanità peccatrice offre inconsciamente a Dio.

Se pensiamo che la vita è un passaggio fugace, e che la morte è il certissimo tributo che tutti paghiamo dopo pochi e spesso tribolatissimi anni, intendiamo che Dio ci usa grande misericordia troncando questi anni con un’espiazione che eternamente ci salva. Dio sa bene quello che saranno tanti fanciulli in futuro, per il pessimo uso che faranno della loro libertà, conosce nella sua prescienza i futuri traviamenti di tanti adulti attualmente buoni, e coglie i piccoli nell’innocenza e gli adulti nel momento nel quale sono in migliori condizioni spirituali, affinché la loro salvezza sia innanzi ad essi come il loro merito particolare. Egli travolge anche i cattivi che rimangono impenitenti, e li punisce delle loro colpe, ma lo fa anche con un disegno di amorosa carità, diminuendo le loro responsabilità e la pena eterna che meritano, con l’espiazione che soffrono.

Dovremmo pur avere una maggiore fiducia nell’infinita bontà e giustizia di Dio, e dovremmo pensare che se Egli è la bontà infinita, fa tutto bene e per infinito amore. Dobbiamo assolutamente smettere certi atteggiamenti tracotanti innanzi a Lui, e dobbiamo finirla con le nostre intolleranti recriminazioni. Nei grandi flagelli e negli oscuri misteri che li accompagnano dobbiamo solo adorare, riparare e pregare.

Essi hanno, è vero, un aspetto truce e inesorabile, massime quelli provocati direttamente dagli uomini o influenzati positivamente da satana, ma anche un’operazione chirurgica ha il suo aspetto crudele, e nessuno taccia il chirurgo d’ingiustizia o di spietatezza. Certi misteri amorosi di provvidenza ci sfuggono completamente nella loro verità, e se abbiamo un granello solo di giudizio, dobbiamo credere nella bontà di Dio, rimetterci nella sua Volontà, e rammaricarci solo dei grandi peccati che si sono commessi e si commettono nel mondo, e particolarmente dei nostri peccati.

 

Da "La Sacra Scrittura - L'Apocalisse" di Don Dolindo Ruotolo, pagg. 195-197 (pubblicato nel 1974 con Imprimatur di Mons. Vittorio. M. Costantini, Vescovo di Sessa Aurunca)

 

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A cura di "Profezie per il Terzo Millennio" - Maggio 2006
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