Giovanni Paolo II fece l'Atto di Affidamento del 2000 in ossequio alle richieste della Madonna di Civitavecchia

 

 

 

Pubblichiamo l'intervento di S. Ecc.za Mons. Girolamo Grillo, Vescovo emerito di Civitavecchia-Tarquinia, tenuto al termine della processione con la statua della Madonna pellegrina di Fatima, la sera del 21 maggio 2010, in occasione della V edizione de "Il Giorno del Timone".

 

Mi si permetta, anzitutto, di fare riferimento all’Atto di Affidamento” a Maria Santissima, pronunciato da Giovanni Paolo II l’8 ottobre del 2000, in Piazza San Pietro per il Giubileo dei Vescovi, davanti all’immagine della Beata Vergine di Fatima.

Mi soffermo soltanto su qualche espressione che in quella circostanza mi colpì non poco, al fine di fare con voi qualche riflessione.

La Chiesa oggi - disse allora il Papa - con la voce del Successore di Pietro, a cui si unisce quella di tanti Pastori qui convenuti da ogni parte del mondo, cerca rifugio sotto la tua protezione materna e implora con fiducia la tua intercessione di fronte alle sfide che il futuro nasconde…

“Vogliamo oggi affidarti il futuro che ci attende, chiedendoti di accompagnarci nel nostro cammino. Siamo uomini e donne di un’epoca straordinaria, tanto esaltante quanto ricca di contraddizioni. L’umanità possiede oggi strumenti di inaudita potenza: può fare di questo mondo un giardino, o ridurlo a un ammasso di macerie. Ha acquistato straordinarie capacità d’intervento sulle sorgenti stesse della vita: può usarne per il bene, dentro l’alveo della legge morale, o può cedere all’orgoglio miope di una scienza che non accetta confini, fino a calpestare il rispetto dovuto a ogni essere umano…”.

Prima di parlare delle motivazioni che allora hanno indotto Giovanni Paolo II a fare questo “Atto di Affidamento”, vorrei riflettere sul perché il Papa abbia adoperato alcuni termini che chiaramente lasciavano aperto il significato del messaggio di Fatima. Il Papa, infatti, rivolgendosi alla Madonna, affermava di implorare con fiducia la sua materna intercessione “di fronte alle sfide che il futuro nasconde…”.

Mi sembra doveroso dire che anche Giovanni Paolo II, come oggi lo stesso Benedetto XVI, era più che convinto dell’apertura al futuro della profezia di Fatima. E con molta probabilità egli, da mistico qual’era, conosceva più di noi il mistero che spesso si para davanti a ciascuno di noi.

C’è poi un chiaro riferimento alla nostra epoca “straordinaria, tanto esaltante quanto ricca di contraddizioni”, agli “strumenti di inaudita potenza” posseduti oggi dall’umanità, capaci di ridurre questo mondo a un ammasso di macerie, alle capacità di intervento sulle sorgenti stesse della vita, alla scienza che non accetta confini ecc.

Ecco, quindi, che cosa si potrebbe profilare nel presente e nel futuro all’orizzonte dell’umanità; e non si tratta, come si può notare, di una prospettiva allettante, tanto più che, nella visuale dei Papi, potrebbe nascondersi ben altro anche per la vita stessa della Chiesa, come attualmente si sta verificando.

Ciò premesso, mi si consenta ora di fare un riferimento piuttosto storico, partendo dalla seguente domanda: perché mai Giovanni Paolo II, ha voluto fare questo “Atto di Affidamento”, in Piazza San Pietro, alla fine del Giubileo, insieme a circa 1600 fra Cardinali e Vescovi, alla presenza della statua proveniente dalla Cappellina delle Apparizioni di Fatima? Come si vedrà, non è questa una domanda soltanto retorica.

Ci si ricorderà, che Giovanni Paolo II, dopo essersi convinto che la mano materna di Maria aveva deviato la pallottola omicida e che taluni passi del terzo segreto si riferivano proprio a questo episodio, il 12 e il 13 maggio 1982 volle recarsi pellegrino a Fatima per ringraziare la Madonna e nella Cova d’Iria consacrò al Cuore Immacolato di Maria la Chiesa, gli uomini e i popoli, con una menzione velata della Russia.

Lo stesso Giovanni Paolo II consacrò una seconda volta il mondo al Cuore Immacolato di Maria, in una circostanza storica alquanto delicata. Il 25 marzo 1984 lo fece in Piazza San Pietro dinanzi ad una immagine della Madonna proveniente dalla Cappellina di Fatima, in unione con tutti i vescovi del mondo, i quali erano stati da lui contattati per lettera personale.

Ed allora perché mai il terzo “Atto di Affidamento”, di cui è stato detto? Credo che a questo interrogativo io stesso personalmente possa dare una risposta, che è la seguente.

Siamo nel 1995 e cioè dopo il pianto di lacrime di sangue della Madonnina di Civitavecchia, avvenuto anche nelle mie mani. Proprio in quell’anno, la piccola Jessica Gregori che per prima aveva visto piangere la Madonnina, di appena sei anni, venne da me per quattro volte consecutive (settembre, ottobre, novembre e dicembre), dicendomi che ella aveva avuto l’incarico da una ragazza bellissima dell’età di 16 anni, che ella diceva fosse la Madonna, di recarmi alcuni messaggi e che il secondo di questi messaggi avrei potuto farlo conoscere anche al Papa.

Naturalmente il sottoscritto non credette affatto ai messaggi suddetti, che definivo “stupidaggini” di una piccola bambina, dei quali qualcuno l’avrebbe imbottita.

Dovetti ricredermi, però, circa un anno dopo, quando il primo di quei messaggi di fatto si è verificato. Ma, poiché, il secondo di quei messaggi era legato al primo, cominciai a riflettere. Nel secondo messaggio la Madonna mi chiedeva di fare “Atto di Affidamento” (disse proprio così la bambina, la quale non capiva nulla di questa espressione) di tutti i miei sacerdoti e che altrettanto avrebbe dovuto fare il Papa per tutti i sacerdoti del mondo. Feci conoscere tale richiesta, quindi, anche a Giovanni Paolo II, il quale anch’egli rimase perplesso, ma pensieroso, essendo venuto a conoscenza, per necessità di cose, anche del primo messaggio.

Incredibilmente sia il sottoscritto sia il Papa abbiamo fatto questo “Atto di Affidamento” quasi in contemporanea, cioè alla fine del Giubileo (io nella mia diocesi su richiesta di alcuni miei sacerdoti e Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro davanti a più di 1600 Vescovi).

Certamente di più non posso dire, perché sono vincolato al secreto voluto dalla Madonna, (a dire della bambina). Ma chi vuol capire, capisca.

Una storia di bambini, come si vede. A Fatima i piccoli pastorelli, ai quali la Madonna ha chiesto soprattutto preghiera e penitenza. A Civitavecchia, alla piccola Jessica di allora, ha domandato altrettanto. Ed ecco il motivo, per cui personalmente ho sempre collegato il pianto di lacrime di sangue al messaggio di Fatima; la qualcosa oggi per la prima volta il sottoscritto svela, in questa bella circostanza dedicata da “il Timone” alla Madonna di Fatima.

Raccolti in processione ci siamo rivolti alla Madonna recitando il Rosario, cioè con la scansione di dieci Ave Maria, intercalata dalla contemplazione dei misteri dell’Incarnazione, Passione e Morte di Gesù. E a Maria ci siamo rivolti perché sia Lei a pregare per noi. Non è vero, forse, che anche la Madonna, in quasi tutte le sue apparizioni si presenta sempre con la Corona in mano? Ella, come è ovvio, non può recitare l’Ave, ma segue con molta attenzione il nostro ritmo, accompagnandoci con il suo sguardo materno.

A Lei, Regina della pace e Regina della famiglia, domandiamo con tutta l’anima la vera pace, quella promessa da Gesù per il mondo, per le nostre famiglie e per noi stessi. Amen!

 

Questo discorso di Mons. Gerolamo Grillo è contenuto nell'articolo "Giorno del Timone - intervento mons. Grillo", pubblicato il 27-05-2010 nel sito Web de "Il Timone".

 

Consulta anche:

Civitavecchia: le lacrimazioni della Madonnina di Pantano

I messaggi di Civitavecchia

 

 

 

"Profezie per il Terzo Millennio" - Maggio 2010


 

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