PADRE LAMY: LE VISIONI DEL SIGNORE

 

 

 

Vi proponiamo un brano tratto dal libro "Le Père Lamy - Apôtre et mystique", del conte Paul Biver, capitolo XI. Padre Jean-Edouard Lamy qui fa, in base alle sue esperienze mistiche, delle considerazioni su Gesù.

 

APPARIZIONI DI NOSTRO SIGNORE

Padre Lamy diceva la sua Messa con uno straordinario fervore, che quasi lo trasfigurava. Era il momento in cui i favori di Dio gli venivano spesso accordati in un modo per lui sensibile, il momento in cui Cristo si manifestava più frequentemente al suo servitore.

«Invoco sempre prima della Messa San Pierre Fourier, perché diceva la sua con la più grande pietà. Per il fatto che la Santissima Vergine ha detto di lui (nella chiesa di Gray, dove è conservato il suo cuore) che è un vero santo, deve essere la santità personificata, perché Ella non dà i suoi complimenti a caso».

«Quando si celebra la Santa Messa, si è distaccati da ogni pensiero terreno. Si ritorna sulla terra solo al Memento [nome di due preghiere della Messa in cui si ricordano i vivi e i morti; N.d.R.]. Questi sono i due momenti in cui uno espone a Dio ciò che ci tocca umanamente. Si ritorna allora un po' in sé stessi».

«Vedo generalmente le sante Specie circondate di luce. Si sente una dolcezza, una soavità straordinarie. Sì, in questi momenti, non si pensa più alla terra, si sente qualcosa di così celestiale! Questo è l'effetto della presenza di Nostro Signore. Sento anche la presenza del santo Angelo che mi assiste alla Messa, non sempre».

«Non mi chieda chi era ad officiare quando il Santissimo Sacramento è sull'altare; io non vedo più nessuno. Posso vedere che c'è della gente. Ho visto che era il vicario che mi ha passato l'ostensorio. Quanto miseramente riceviamo Nostro Signore! Bisogna dirGli: "Tu vieni accolto in una stalla e su una paglia molto dura, ma Tu e Tua Madre vi siete sistemati in una stalla a Betlemme". Fortunatamente, Lei è là per riceverLo! Né Lui né la Sua santa Madre fanno i difficili!».

«Nostro Signore di solito viene da solo, sia che lui si manifesti sofferente, sia risorto, sia che partecipi o dica in qualche modo la Messa. Ci si sente piccoli, piccoli, piccoli e Nostro Signore si fa piccolo per non spaventarci con la sua grandezza. E l'attenzione è così concentrata su Nostro Signore che non ci si occupa più del resto».

«Egli segue le preghiere della Messa, come se assistesse alla Messa. Vi lascia pregare».

«Scompare alla terza delle ultime preghiere, in modo che il sacerdote possa comunicare».

«Raramente, ha una gloria. Non potremmo sopportare la gloria di Nostro Signore. Di solito è preceduto da nuvole rosse. Gli do quel colore perché non riesco a trovare l'espressione: non sono né marroni né viola. Appare una luce bianca: si apre. Lui è là, molto semplice. È di una Maestà ammirevole! Non ci si abitua mai!».

«Quando Nostro Signore si mostra nello stato doloroso, non ha intorno a sé la sua gloria abituale. Non è luminoso come al solito. Mostra le sue mani quando parla; fa dei gesti, ma più sobri di quelli della Santa Vergine. Non l'ho mai visto sorridere. Da bambino, è sorridente; ma come uomo non lo è più. Nostro Signore sembra più freddo; lo si direbbe quasi triste. Ha la dignità dell'uomo. Ho trovato Nostro Signore molto degno. Ispira rispetto, è vero; ma ispira anche fiducia. Il suo sguardo è molto dolce. Si sente che Nostro Signore ci guarda, ma anche che il suo sguardo è immerso nell'infinito. La Beata Vergine è la stessa cosa. Nostro Signore sembra avere sui trentacinque anni: è un uomo. Nostro Signore e la Santissima Vergine hanno un naso dritto. Entrambi, nostro Signore e la Sua Santissima Madre, hanno la vera carnagione dei loro paesi, e anche San Giuseppe. Quando ho visto degli orientali, ho riconosciuto la loro carnagione. Sul bruno, ci sono sfumature, come tendenti al nero».

«Nostro Signore ha i capelli rossi, di un bel rosso, piuttosto scuro. Sono abbastanza lunghi, cadono piuttosto in basso sulle spalle; ne cadono anche sul davanti. Nostro Signore è, per così dire, avvolto in quel modo nella sua capigliatura. Nostro Signore non è molto barbuto: si distingue la piega del mento qui (la fossetta). La barba è scarsa, ma bella; è più bionda dei capelli; non è rossa ma neanche bionda. I capelli non scendono sulla fronte. L'orecchio di Nostro Signore è ben visibile. Nostro Signore ha il viso molto bello. La voce di Nostro Signore è grave; non lenta, ma questa gravità gli conferisce una certa lentezza».

«Nostro Signore non è molto grande. È vestito di una stoffa marrone, non del tipo dei Cappuccini, ma come le pecore marroni. È con il suo vestito marrone, con maniche larghe come le nostre (maniche di mantelli); ma, nelle sue maniche, si vede del bianco sotto e un mantello sulle spalle. Il vestito è spesso, caldo. Ha grandi pieghe».

«Non ho mai visto le ferite del capo di Nostro Signore, ma solo quelle dei piedi e delle mani. Nostro Signore si mostra a me con le mani e i piedi tumefatti e un pezzo di carne che cade al di sopra. I chiodi dovevano essere quadrati, lunghi come la sua [si sta rivolgendo all'intervistatore; N.d.R.] matita. Le teste dei chiodi erano molto larghe e segnavano un'impronta viola sulla mano o, meglio, sul polso. Si vede perfettamente il loro posto. L'interno del chiodo dovrebbe essere cavo perché forma una corona all'interno. I piedi sono bluastri, sanguinanti e anche le mani. Che sofferenza! E i cristiani vanno così tanto alla ricerca dei godimenti! Quando trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?».

«Spesso tocco i suoi piedi, che sono tra il calice e il canone, quando è in piedi sull'altare, durante la Messa; Gli tocco il fianco e sento la ferita del costato e le sue costole attraverso il mantello quando elevo l'ostia. Io la poso e l'appoggio contro il suo fianco».

«Fu durante la Messa, a Gray, che vidi Nostro Signore coricato sull'altare il 9 settembre (1909). La materia non esiste più per i corpi gloriosi: Egli si è messo rasente all'altare, sollevando il corporale e la santa ostia (mostra, con un gesto, che il corpo di Nostro Signore era sull'altare, a filo con la superficie del tavolo). Egli ha detto: "Tra un anno da qui ...". L'ho visto due volte a Gray; la prima volta così; la seconda volta (9 settembre 1910) era in piedi. La seconda volta, mi ha parlato. Nostro Signore, essendo sull'altare, ascoltava la mia preghiera. A La Courneuve, vedendo che i miei sforzi erano assolutamente vani, e più lavoravo, meno risultati ottenevo, mi lamentavo con Nostro Signore. Tutto andava storto di ciò che facevo. Avevo nell'anima un tal dolore! Esprimevo il mio dolore a Nostro Signore. Posando la santa ostia contro il suo petto, gli dicevo: "Questo è evidentemente l'effetto della mia indegnità. Ti chiedo, mio ​​Dio, di chiedere alla tua Santissima Madre che voglia dirti ciò che io ti dico. Tu sei suo Figlio, e anche io sono Suo figlio. Tu non sapresti resistere alla Sua preghiera". Sentii attraverso il suo mantello la rotondità delle sue costole. Ho anche sentito un calore che mi ha confortato. Dopo la consacrazione, il diavolo era alla destra dell'altare; disse con un tono sprezzante: "Che preghiera, Signore!". In quel momento l'altare fu come se si infiammasse, e Nostro Signore, con il viso rivolto verso il diavolo, gli rispose: "È il protetto di mia madre". Questo è tutto. Ci sono dettagli, ma li ometto.

- Quando Nostro Signore apparve coricato sull'altare, il tavolo dell'altare era scomparso?

- Il tavolo dell'altare rimane. Vi vedete in un secchio d'acqua: la materia, allo stesso modo, non ha più resistenza, che sia legno, che sia pietra. È una cosa molto difficile da far comprendere. La materia non cessa di essere la stessa, ma si lascia penetrare. Quando il Signore passa dietro l'altare, il tabernacolo scompare, lo sguardo si ferma sulla sua persona, ma la materia non è mai di ostacolo. Ma non ho mai visto sparire il calice o la santa ostia».

«Nostro Signore mi ha detto che la guerra aveva tre cause: le bestemmie, il lavoro domenicale e la prostituzione della carne nel matrimonio. Un giovane e una giovane che soccombono [cioè cedono alle tentazioni della carne; N.d.R.], non è niente a confronto. È un peccato grave; ma, in definitiva, è dovuto alla debolezza umana».

«Molti sacerdoti, nell'offrire il santo sacrificio, non si rendono conto abbastanza di questa cosa: non si comprende quanto è grande il potere di cui si dispone, che il sacrificio di Nostro Signore sulla croce ha un valore infinito».

Con un favore speciale, Padre Lamy sentiva quando l'anima del defunto, per il quale celebrava la Messa, ne aveva profitto, sia per una diminuzione delle sue pene in Purgatorio, sia, in Cielo, per un aumento momentaneo di gloria. «Ho detto la messa in suo favore. Non è stata una messa arida, come alle volte capita; ma ho avuto una grande consolazione. Non dico che sia in Cielo: non ne so niente; ma non dubito che sia sotto la misericordia di Dio».

Padre Lamy vedeva Nostro Signore in scene della sua santa infanzia, altre volte nei dolori della sua Passione; ma, a nostra conoscenza, non ha mai descritto in dettaglio che due visioni di Gesù in croce, avvenute in circostanze piuttosto curiose. «Sul terreno, mi è stato dato di vedere Nostro Signore in croce. L'ho visto mentre i ragazzi mi rubavano le pere. Li rincorrevo con un rastrello e dicevo loro: "Vedrete!". Lui era là».

«Era il mese di settembre, durante le vacanze, una domenica. L'anno, non me lo ricordo più. Ero al patronato. Avendo la chiave, sono entrato nella proprietà. Sorvegliavo i frutti, che mi servivano per premiare i bambini. Era tutta una banda di ladri. Mie ero coricato nell'erba. Questo a 96 metri di distanza. Ho preso il rastrello, che era in alto. Mi alzo e corro come sapevo ancora correre, brandendo il bastone del rastrello e gridando: "Mascalzoni, aspettate un po'!". Alzavo il mio rastrello. Non pensavo di far loro molto male. "Vedrete!". Quando sono arrivato al muro della strada, Nostro Signore era lì, in croce, qui, un po' più lontano, dove è lei ora. I bambini interdetti e io pure. È la che è apparso Nostro Signore: non ha voluto che colpissi. Erano della casa della famiglia R., dei rossi, tutto ciò che c'è di più rosso. Li ho sentiti gridare: "Gesù! Gesù, che è con il parroco!". Molti di loro l'hanno visto, senza dubbio. E continuavano a scappare».

«Egli era quasi squartato: le braccia facevano squadra col corpo, le braccia tese. Sulla testa aveva come un cespuglio di spine, come un cesto rovesciato. È un berretto di spine. Che atrocità! Ha entrambi i piedi uno sull'altro, credo: quello che guardo è il viso. Per la corona, hanno dovuto mettere insieme diversi rami, torcerli e poi batterli a colpi di bastone. Sembrava un porcospino! Egli portava un panno grigio intorno ai lombi, ma il nodo del tessuto sembrava dietro la schiena, non sul fianco».

«Un muro chiude il patronato dei giovani: ero stato io a farlo alzare. Lei ha anche notato, accanto ad esso, l'ingresso del castello di Joinville, acquistato ora da una fabbrica. Ha visto qualche albero. Il viale era molto bello. E, accanto, contro al muro di mattoni, che non era stato ancora fatto, c'è il terreno del signor Lariviere. Avevo fatto mettere una recinzione di fil di ferro. Era quasi all'angolo, a un metro e cinquanta dal muro, all'angolo, dove i due muri (attuali) si fondono. Questi ragazzi! Passarono sotto e sopra il filo di ferro, grattando la terra con le mani come dei cani o dei conigli».

«Il muro di pietra è caduto durante la guerra; l'ho fatto fare in mattoni. Era prima della guerra. Il muro fu abbattuto dai soldati. Facevano delle brecce nel muro quando volevano uscire. Io non me ne ero nemmeno accorto: fu il medico-capo che me lo segnalò. Dopo che se n'erano andati, non teneva più».

"Avrei quasi toccato i suoi piedi, alzando la mano. È un'apparizione voluta da Nostro Signore e non la scena del Calvario. La croce era molto alta in questa circostanza; il buco non è rimasto segnato nel terreno. Era un'apparizione: in realtà, è stata introdotta nella terra e sostenuta da pietre. Correvano veloci con me, ma correvano ancora più veloci dopo. La croce apparve vicino all'angolo, ma di fronte a me, schiena alla strada».

«Il Sabato Santo, nel 1914 o nel 1915, ho visto Gesù in croce, la sua croce piantata contro l'altare (l'altare maggiore di La Courneuve), dalla parte del vangelo. I bambini facevano rumore: sembrava di essere al mercato. Ho battuto sul legno dell'altare per zittirli (imita il gesto della mano sinistra) e, girandomi di lato, ho visto Nostro Signore in croce. Sembrava dirmi: "Hai poca pazienza. Guarda quanto sopporto Io". Nostro Signore è rimasto durante il Magnificat della Santa Messa del Sabato Santo. Era vivo. Non ha detto nulla».

«Con Nostro Signore, è così naturale! Nostro Signore è sulla croce come è bambino. Egli è raccolto. Nostro Signore porta un cespuglio di spine sulla sua testa. Non posso dire una corona di spine: è un vero cespuglio. Ha la testa coperta; questo copricapo gli impedisce di appoggiare la testa indietro, contro il legno della croce, o di inclinarla lateralmente sulla sua spalla, e la sua testa non è molto inclinata in avanti. Quando muore, la sua testa si inclina in avanti. Hanno tirato le sue braccia come degli animali: sapevano come far soffrire! Egli ha le braccia tese, tese, tese!».

«La ferita del colpo di lancia è nella parte inferiore del costato sinistro, sì, dico bene, del costato sinistro, sotto le costole, quasi nel ventre. Sono i pittori che rappresentano la ferita nel petto. È un'apertura verticale piuttosto grande: il ferro è penetrato dal basso verso l'alto. La croce doveva essere abbastanza alta».

«Le anime! Le anime non vedono quanto sono costate a Nostro Signore. Quindi le si giudica a caro prezzo. Quando esse vogliono rompere con il mondo, tutto si allea contro di loro».

«Insomma, a chi è stato dato molto, verrà chiesto molto».

 

Fonte: "Apôtre et mystique: le Père Lamy", conte Paul Biver, Librairie Gabriel Enault, Parigi, 1950.

 

Consulta anche le note biografiche su Padre Jean-Edouard Lamy
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Traduzione a cura di "Profezie per il Terzo Millennio" - Aprile 2019
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