PADRE LAMY:
ECCO QUELLO CHE HO IMPARATO DALLA MADONNA E DAGLI ANGELI SU SATANA

 

 

 

Vi proponiamo un brano tratto dal libro "Le Père Lamy - Apôtre et mystique", del conte Paul Biver, capitolo XIV. Padre Jean-Edouard Lamy qui, in base alle sue esperienze col demonio, racconta degli aneddoti e fa delle riflessioni sugli angeli decaduti.

 

APPARIZIONI DEL DEMONIO

«Lucifero è alto, con un viso abbastanza bello, magro, con la barba. Ha occhi feroci, sfolgoranti, i capelli biondi, una barba riccia abbastanza corta. Ha la struttura di un uomo vigoroso di taglia forte. Indossa un abito bianco, una specie di peplo antico, che scende fino a metà gamba. Salgono e serpeggiano costantemente, lungo il suo corpo e la sua veste, attraverso la barba, dai piedi fino alla sommità della sua testa, delle fiamme di due tipi che sembrano aderire ad esso: alcune, le più numerose, sono nere come la pece che brucia; le altre sono lingue di fuoco ordinarie, come il fuoco di questa lampada. Soffre in silenzio e non grida. Ciò non ostacola i suoi movimenti. Io lo chiamo "il grande Bruciacchiato". Lei [la Madonna] lo mostra nella sua sofferenza: è per togliergli ogni autorità. Quando lo vedo circondato dalle fiamme, o piuttosto, quando la Santissima Vergine ha la bontà di farmi vedere il suo volto circondato dalle fiamme, giudico terribili, terribili le sofferenze di Lucifero».

«La Santissima Vergine lo domina, ma lui è qui. Siamo un granello di sabbia davanti a lui. Dio gli ha lasciato la straordinaria potenza di un arcangelo, ponendogli, tuttavia, qualche limite; altrimenti polverizzerebbe, in un istante, il mondo intero. Non si può immaginare la potenza di un arcangelo, né quella della Santa Vergine. La natura di questi spiriti, anche decaduti, è così straordinaria! I nostri pensieri gli sono nascosti, ma loro li indovinano così facilmente!».

«Che disprezzo ha per coloro che soccombono alle sue tentazioni! Non ho mai visto nessuno che si prende gioco come fa Lucifero. Vedeva delle anime pie; aveva un sorriso satanico e diceva: "Ecco la più bugiarda delle tre" (indicando col dito e con disprezzo la meglio vestita). Fui estremamente sorpreso di sentirgli dire questo. Se questa povera donna avesse compreso il disprezzo di Satana, avrebbe fatto un atto di contrizione e avrebbe lasciato la chiesa giustificata, corretta».

«Ha in odio il sacerdote, il rappresentante di Gesù Cristo. Dice: "Quando un'anima ha smesso di pregare, la considero mia". Lucifero mi dice: "Smettila di pregare e io smetterò di tormentarti". Può dire quello che vuole, io me ne guardo bene. Pregherei solo per farlo arrabbiare, se non avessi l'amore di Dio. La recita del Santo Rosario, è questa che disturba Lucifero. Lui è il nemico dichiarato del Rosario».

«Mi hanno dato da leggere "Sous le soleil de Satan" ["Sotto il sole di Satana"]. Non si lotta con Satana! È la lotta di un bambino di un anno contro un ragazzo di vent'anni... e il paragone ancora non rende l'idea. È illusorio! Per Giacobbe, credo che Dio avesse limitato la forza dell'angelo a quella della forma di uomo che aveva preso [cfr. Genesi 32,23-31; N.d.R.]. Altrimenti! Altrimenti, con un soffio, ma neanche un soffio! Bisogna essere molto chiari su questo e avvertire le persone. Si combatte con Satana con la preghiera; ma la preghiera è la forza di Dio. Chi esaudisce la preghiera? È Dio. Combattere contro Satana! Sì, si combatte con armi che sono divine. Lui è un serafino. Si presenta davanti a Dio come vuole. Ottiene tutta la potenza contro il sant'uomo Giobbe [cfr. Giobbe 1,6-12; 2,1-7; N.d.R.], di cui Dio ha misurato la virtù. Cosa fare contro i briganti radunati da Satana? Gli prendono il bestiame. Satana solleva un vento nel deserto, che rovescia la casa dove mangiavano i suoi figli. Cosa fare contro la tempesta soffiata da Satana? Basta vedere Satana per indovinare tutta la sua potenza. Allo stesso modo per gli angeli buoni. Quando l'angelo assume la forma umana, vediamo immediatamente una potenza superiore: si è fiduciosi, ma si sente la potenza. Insisto sul sole di Satana: è sbagliato. Hanno tanta immaginazione. Non raggiungerà mai la realtà».

«Prima che il santo arcangelo mi avvertisse, non mi rendevo conto di quello che facevo nell'insultare Lucifero, non vedevo la sproporzione tra uomo e angelo. Non si deve irritare nemmeno un arcangelo cattivo. Bisogna avere rispetto per l'opera di Dio ... (Ridendo). Andiamo a scuola tutti i giorni! Era in sacrestia e mi infastidiva. Gli dico: "Ah! La sporca bestia!". San Gabriele mi dice: "Non dimenticare che è un arcangelo! Non discutere. Rispetta Lucifero: è l'arcangelo decaduto". È come un figlio di una famiglia molto nobile, caduto per i suoi vizi. Non è rispettabile di per sé stesso, ma bisogna rispettare in lui la sua famiglia. Si rispetta il capolavoro del Creatore, anche quando è distrutto. È d'altronde il metodo migliore per far rientrare Satana nei ranghi. Satana, come un bambino, raccoglie sulla strada pietre e fango, tutto ciò che gli capita sotto mano, per gettarcelo addosso; ma, se uno inizia a rispondere insulto per insulto, allora diventa una vera battaglia di poveretti. Quando uno rispetta il suo carattere angelico, lo si rattrista molto di più».

«A La Courneuve, ho avuto tanti problemi con Lucifero! Un giorno accendevo dei candelabri, dei pezzi d'altare; avevo messo in cima ai candelabri dei mozziconi di candele che rimanevano dalla domenica. Questi, che raccoglievo ovunque nella chiesa, mi servivano per una Messa, a volte per due. Avevo già l'ornamento, dovevo mettere solo la casula [veste liturgica indossata dal sacerdote che celebra la messa; N.d.R.]. Ecco Satana che appare davanti a me dall'altra parte dell'altare. Era lì per prendersi gioco di me, probabilmente. Lui sa che non siamo due fratelli! Vedendolo farsi beffe di me, mi arrabbio e gli dico in faccia: "Non dirò la mia messa stamattina!". Al che, la voce grave di Nostro Signore, uscendo dal tabernacolo, mi riprende con questa parola: "Celebra". Si riconosce bene la voce di Nostro Signore. Io mi inchino, naturalmente, davanti alla sua volontà. Se n'è andato: abbiamo avuto entrambi quel che meritavamo».

«A volte è piuttosto noioso. Nella sacrestia di La Courneuve, mi impediva di leggere il breviario: faceva il cavallo, il cane, il lupo, il topo. Picchiava sui vetri delle finestre. Il mio sacrestano mi diceva: "Romperanno tutte le finestre!". Io gli rispondevo: "Lascia che i bambini giochino a palla!". E un fracasso! E bum! Il sagrestano correva fuori, convinto di impedirgli di battere sulle finestre».

 

Fonte: "Apôtre et mystique: le Père Lamy", conte Paul Biver, Librairie Gabriel Enault, Parigi, 1950.

 

Consulta anche le note biografiche su Padre Jean-Edouard Lamy
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Traduzione a cura di "Profezie per il Terzo Millennio" - Aprile 2019
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