Una guarigione miracolosa
e una conversione ancora più miracolosa

 

Una giovane affetta da peritonite tubercolare, ormai moribonda, completamente guarita e un illustre scienziato miscredente che torna alla fede: due miracoli insieme.

 

Una giovane affetta da peritonite tubercolare, ormai moribonda, completamente guarita e un illustre scienziato miscredente che torna alla fede: due miracoli insieme.

Nel 1903 si recò a Lourdes con un treno di pellegrini il dott. Alexis Carrel (1873-1945), medico e scienziato che nel 1912 fu insignito del ‘Premio Nobel’ per la Medicina. Durante il viaggio, il celebre medico passa in rassegna gli ammalati e resta colpito dalle condizioni di una donna, affetta da peritonite tubercolare. Annota sul suo ‘Diario’: "C’è anche una giovinetta, Maria Ferrand, presso la quale mi hanno chiamato forse dieci volte, e che è sull’orlo della morte. Questa disgraziata ha una peritonite tubercolare all’ultimo stadio. Tutti i suoi parenti sono morti di tubercolosi; la ragazza ha avuto piaghe tubercolose, caverne polmonari e, dopo qualche mese, una peritonite diagnosticata da un medico e da Bromilloux, il notissimo chirurgo di Bordeaux. Ora è in uno stato pietoso; ho dovuto già farle delle iniezioni di caffeina. Temo che mi muoia tra le mani. Se guarisse questa ammalata, sarebbe veramente un miracolo. Io crederei a tutto e mi farei frate!".

Ecco, secondo il racconto del dottore, cosa accadde davanti alla Grotta: "Il mio sguardo tornò a Maria Ferrand: mi parve che il suo viso non avesse più lo stesso aspetto, che i riflessi lividi fossero scomparsi, che fosse meno pallida. Intanto tendevo tutte le mie facoltà di attenzione su di lei, non guardando più altro che lei… Il viso di Maria Ferrand continuava a modificarsi, i suoi occhi estasiati erano rivolti verso la Grotta.

D’un tratto mi sentii impallidire: vedevo, verso la cintura, la coperta abbassarsi a poco a poco. Dopo qualche minuto, la tumefazione del ventre sembrava completamente scomparsa. Il fatto inatteso era talmente contrario a tutte le mie previsioni, che credevo di sognare".

 

"Il mio desiderio più vivo è di credere"

Maria Ferrando venne portata in Ospedale, seguita dal dott. Carrel che fremeva del desiderio di visitarla per verificare che cosa fosse realmente accaduto. Ecco la sua dichiarazione: "La guarigione era completa. La moribonda dal viso cianotico, dal ventre teso, dal cuore fiaccato, si era trasformata in poche ore in una ragazza normale, soltanto molto magra e debole!".

Il dottor Carrel si sentì scorrere sulla fronte gocce di sudore. Cominciò una lunga lotta tra l’incredulo che non voleva credere e il credente che desiderava nascere: fu una lotta all’ultimo sangue!

Alla fine il dott. Carrel si recò nella ‘Basilica del Santo Rosario’. Nello sfavillio di luci si alzava il canto di mille voci. Lo scienziato sedette accanto ad un uomo che aveva la veste e le scarpe da contadino: bellissimo accostamento! Restò a lungo con la testa tra le mani, finché dal fondo della sua anima uscì questa preghiera: "Vergine benedetta, che soccorrete gli infelici che Vi implorano umilmente, proteggetemi. Io ho fiducia in Voi. Voi avete voluto rispondere al mio dubbio con un miracolo manifesto. Io non so vederlo, io dubito ancora. Ma il mio desiderio più vivo è di credere, ciecamente credere, senza più discutere...

Prendete Voi questo peccatore inquieto, dal cuore in tempesta, dalla fronte aggrondata, che si consuma nella ricerca delle chimere. Sotto i consigli profondi e duri del mio orgoglio intellettuale giace, disgraziatamente ancora soffocato, un sogno, il più affascinante di tutti i sogni: quello di abbandonarsi a Voi e di amarVi, come i frati dall’anima candida".

E divenne credente.

Mons. Angelo Comastri

 

 

tratto da Madre di Dio, n. 8/9 agosto/settembre 2003

 


 

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