La “profezia” di san Francesco? Facciamo chiarezza

 

 

“La profezia di san Francesco sul futuro della Chiesa”.

Impossibile per qualsiasi francescano restare indifferenti davanti a un titolo del genere. Quale profezia? Cosa vorrà mai dire?

È da molto tempo ormai che circola questo testo in cui Francesco parlerebbe di uno “sterminatore”, di un “Sommo Pontefice non canonicamente eletto” e con tutta naturalezza i diversi siti in cui viene diffusa questa pseudo-profezia spesse volte non mancano di riferire queste parole alla situazione attuale della Chiesa, alludendo al mito ridicolo dell’invalidità dell’elezione di papa Francesco, questione alzata più volte da scrittori incapaci di compiere seriamente il loro mestiere.

Ma non voglio divagarmi in inutili pettegolezzi. Dobbiamo dire che sono molti i testi che fin dal secolo XIII parlano di profezie – arcana et secreta del Santo d’Assisi inerenti a vari argomenti compresi avvenimenti ecclesiali quali successione di pontefici, divisione di ordini religiosi e persino di un pontefice non canonicamente eletto. Ogni tanto queste profezie sono rispolverate e riferite alla situazione attuale della Chiesa.

Di queste profezie incuriosisce non solo il testo, ma la rapidità e la facilità di diffusione, perciò ho voluto documentarmi per vederne l’origine. Ben lungi dall’essere un “topo di biblioteca” non mi è mai mancata, comunque, la curiosità e gli strumenti per lo studio e la ricerca e gusto una certa sensibilità per le questioni riguardanti san Francesco, fondatore del mio Ordine e ispiratore della mia vita. Perciò mi sono messo all’opera e, senza troppo stupore, sono arrivato alla conclusione che questo fatidico testo è del tutto estraneo dal pensiero e dalla parola del Poverello di Assisi.

 

Andiamo con ordine: chi non distingue confonde!

Dividiamo i documenti in due blocchi: scritti del santo e scritti sul santo. Gli scritti di san Francesco non sono molti, ma ci sono voluti infiniti studi e anni di ricerca per provarne l’autenticità; molti di più sono i documenti su san Francesco: agiografie, legende, biografie, lettere, cronache, testimonianze, bolle papali e documenti vari… un mare magnum di letteratura su san Francesco davvero difficile da conoscere, catalogare e verificare. Ma i nostri studiosi hanno compiuto un lavoro ineccepibile producendo quel grande libro che si chiama “Fonti Francescane”, un punto fermo sull’autenticità degli scritti di Francesco e sul valore di quei documenti che parlano di lui.

Dicevo prima che su Francesco è stato scritto tantissimo e le Fonti Francescane ci riportano quella collezione di testi che più si avvicina, in termini sia temporali che contenutistici, alla figura del santo. Ciò che non è contenuto nel testo delle Fonti Francescane è da considerarsi certamente piuttosto lontano da vita, pensiero e opere del nostro san Francesco.

 

E questa profezia, da dove salta fuori?

La storia è molto complessa, ma proviamo a ricostruire il percorso. I diversi siti in internet riportano i riferimenti bibliografici per attestare la presenza di questa “profezia”: è contenuta nel tomo sesto della Medi Ævi Bibliotheca Patristica, opera pubblicata a Parigi nel 1880, che raccoglie, fra le altre cose, l’opera omnia di san Francesco redatta padre Joan De La Hayle (1593-1661). Le note ci riconducono a una ben più famosa pubblicazione: il “De conformitate vitæ beati Francisci ad vitam Domini Iesu” di fra Bartolomeo da Pisa, detto “il Pisano”, scritto tra il 1385 e il 1390, un’opera che mira a dimostrare quanto san Francesco sia stato conforme alla vita di Gesù. Il Pisano, a sua volta, ha attinto dall’“Expositio Regulæ” di Angelo Clareno che era a conoscenza della profezia tramite alcuni opuscoli che riportavano i “Verba fratris Conradi”, ovvero le testimonianze che il beato fra Corrado da Offida avrebbe raccolto dalla bocca di frate Leone, fedelissimo compagno di san Francesco, in punto di morte: in questa raccolta vengono scritte diverse “profezie” attribuite a san Francesco. Questa dunque sarebbe la genesi: Francesco, Leone, Corrado, Angelo Clareno, Bartolomeo da Pisa, Joan De La Hayle e le pubblicazioni successive della sua raccolta.

E fin qua tutto sembra filare liscio, finché non andiamo a verificare l’autenticità degli scritti e andiamo a scoprire che riguardo a questi detti di fra Corrado ci sono molte perplessità. Paul Sabatier, studioso di francescanesimo vissuto a cavallo tra il XIX e il XX secolo, ha preso in analisi questi opuscoli attribuiti a fra Corrado, ma a causa di diversi elementi dubbi (tra cui alcune aggiunte postume fatte proprio alle profezie) non ha potuto verificarne l’attribuzione e la datazione. Ancora oggi non abbiamo alcuna certezza, ma secondo gli studiosi è molto più logico vedere in Corrado da Offida l’autore originale di quella “letteratura profetica” riguardante san Francesco; di conseguenza dubitano che questi “detti” siano di frate Leone visto che ci sono forti dubbi anche sul fatto che i due frati si sarebbero incontrati. Dobbiamo, perciò, riconoscere che i Verba non possono essere attribuiti direttamente a san Francesco e forse nemmeno allo stesso frate Leone. Questi detti riferiti al santo, pur rilevando un piacevole lato spirituale del francescanesimo, non mancano di esprimere carattere e ideologia più dello stesso Corrado, sostenitore ferreo della corrente degli “spirituali”, quanto di san Francesco...

 

Chi ha scritto questa “profezia” e perché?

...Corrado, infatti, in seguito ai problemi derivati dalle divisioni interne all’Ordine, in contatto con Pietro di Giovanni Olivi e Angelo Clareno, si schierò per un periodo contro papa Bonifacio VIII contestandone addirittura l’elezione; perciò, se anche volessimo riconoscergli la paternità dei Verba, non ci stupirebbe di trovarvi una profezia che parla di divisioni dell’Ordine e di un papa non canonicamente eletto.

Sabatier ipotizza pure che l’autore sia un discepolo di fra Corrado e pensa di poter ricondurre la stesura (o almeno la ristesura) dei Verba a dopo il 1328, vedendo nell’antipapa Niccolò V il sommo pontefice citato nella profezia. Angelo Clareno ha contribuito alla diffusione di questo testo e Bartolomeo da Pisa subito ha collegato la situazione del suo tempo con la profezia.

Nostra dividetur Religio”, lesse il Pisano e proprio in quegli anni era in atto la divisione dell’Ordine con la riforma dell’Osservanza, ma c’era pure in atto una ben più preoccupante divisione: lo scisma d’occidente. Dal 1378 la Chiesa era divisa a causa dell’elezione non canonica dell’antipapa Clemente VII; un uomo che, giusto un anno prima della sua elezione, fu capace di autorizzare a Cesena lo sterminio di 4000 uomini che rifiutavano di assoggettarsi alla Chiesa e che per questo fu chiamato “il boia di Cesena”. Possiamo immaginare lo stupore del Pisano nel leggere in quelle righe di un papa “non canonicamente eletto” che sarà uno “sterminatore”… È lo stesso Bartolomeo da Pisa nell’introdurre la “profezia” che la riconosce come attuale per il suo tempo e, dunque, già realizzata: quale occasione più ghiotta per nutrire il suo “De conformitate” e dimostrare che san Francesco aveva uno spirito profetico, esattamente come Gesù, e leggendo questo testo ogni fedele avrebbe potuto dire: “È proprio quello che sta accadendo! San Francesco lo aveva previsto!” Tutto bello, se quelle parole fossero davvero di san Francesco, e veramente il Pisano lo credeva.

Ma dopo quanto esposto abbiamo gli elementi sufficienti per capire il motivo per cui queste profezie non sono state inserite nelle Fonti Francescane; il testo in questione è lontano, prima di tutto, in termini di tempo dalla vita di san Francesco e poi è inserito in un’opera dubbia e influenzata ideologicamente. Non voglio negare lo spirito profetico del mio fondatore, tutt’altro! Ma lo spirito profetico è un dono che va ben oltre una storiella narrata e avverata. In ogni modo non possiamo negare che se anche questa “profezia” fosse autentica si sarebbe avverata già un paio di volte lungo la storia, direi che possono bastare.

Che dire? Sono convinto che il nostro Serafico Padre ha parlato molto meno di quel che si pensa e ha operato molto più di quel che si sa. Non credo che ci sia altro da aggiungere.

 

Frate Alessandro Giacomo Brustenghi ofm

 

Riferimenti bibliografici:

Raoul Manselli, voce Corrado da Offida, beato, in Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 29, 1983;
http://www.treccani.it/enciclopedia/corrado-da-offida-beato_(Dizionario_Biografico)/
;
Paul Sabatier, Opuscoles de critique historique, I, Paris, 1903, pp 368 e ss;
Franciscus liturgicus, a cura di F. Sedda, Editrici Francescane, Padova 2015.

 

Profezie per il Terzo Millennio" - febbraio 2016. Pubblicazione autorizzata dall'autore.


 

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