LIBERACI DAL MALIGNO

Intervista a Padre Gabriele Amorth

 

 

Padre Gabriele Amorth

Padre Amorth il Vangelo di Giovanni parla più volte e chiaramente di una contrapposizione tra la luce e le tenebre. Il Concilio Vaticano II, nella Gaudium et Spes, al n. 37, dichiara che "Tutta intera la storia umana è pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall’origine del mondo, che durerà, come dice il Signore, fino all’ultimo giorno". Eppure oggi poche volte si presenta o si annuncia questa prospettiva. Come mai secondo lei?

Si tratta di una vera carenza, poiché tutta quanta la Bibbia parla della vita come una lotta e un combattimento spirituale e al a. 37 della Gaudium et Spes. è detto espressamente che questa è una caratteristica di tutta la storia, ossia fin quando siamo nella vita mortale. Esiste una lotta tremenda con il potere delle tenebre, lotta che, come afferma il Signore, durerà fino alla fine del mondo. Abbiamo perso il senso del combattimento spirituale, invece il Catechismo della Chiesa Cattolica parla in più punti della lotta e del combattimento spirituale (cfr. n. 162; n. 405; n. 409; n. 921; n. 978; n. 1264; n. 1426; n. 2015; n. 2819, ecc.) per "abbassare le montagne", ma anche contro l’azione del Maligno (cfr. n. 2725). La Sacra Scrittura stessa è chiarissima su questa lotta contro il potere delle tenebre: "La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti" (Ef 6,12).

 

Ho letto una sua intervista sulla rivista "30 giorni" che ho trovato molto interessante e lei in quella intervista ha parlato di certe posizioni di debolezza teologica che circolano nella Chiesa da circa 30 anni. Inoltre ha aggiunto che una buona quantità di clero non crede più negli esorcismi. Questa debolezza teologica ha portato incredulità solo negli esorcismi oppure ha raggiunto anche altri campi e quindi è da estendere anche ad altri aspetti della fede?

Direi che è da estendere perché dipende, fa parte, di un orizzonte più grande che è costituito dal calo tremendo di fede che c’è nel nostro tempo, un calo di fede che è stato favorito dall’inquinamento determinato dall’irruzione nella nostra teologia del razionalismo, dell’illuminismo e dalle filosofie contestate dal Papa nella "Fides et Ratio" (cfr. nn. 80-91), poi dal diffondersi degli errori del comunismo da parte della Russia, la quale era l’università dell’ateismo e quindi del materialismo. Finita la guerra c’è stata anche l’influenza del consumismo e quindi una decadenza della moralità, generale.

 

Padre lei in quell’intervista ha parlato di un certo ruolo un po’ negativo esercitato da alcuni biblisti e ha detto una cosa che mi ha colpito molto. Lei ha detto: "Questa mentalità per cui è da buttare via tutto ciò che era nel passato e bisogna fare tutto d’accapo, è segno della crisi che attraversa alcuni settori del mondo cattolico". Questa mentalità di tipo illuministico secondo la quale ciò che è vero, è solo ciò che penso io oggi (l’illuminismo infatti è antitradizionale e antistorico) la si ritrova solo in alcuni biblisti oppure, a suo avviso, questa mentalità è penetrata anche in altri ambiti, ad esempio in qualche aspetto della liturgia, della pastorale?

E’ penetrata in tutti gli ambiti. Alcuni biblisti e alcuni teologi hanno grave responsabilità perché, come ha affermato anche il Cardinale Biffi in un interessante articolo pubblicato sull’Osservatore Romano, hanno voluto cominciare ad interpretare la Bibbia in modo conforme alla mentalità moderna e quindi a negare, in pratica, l’esistenza del diavolo e quindi, di conseguenza, a negare anche gli esorcismi. Con interpretazioni arbitrarie alcuni hanno poi negato i miracoli contenuti nella Rivelazione, gli esorcismi operati da Gesù Cristo, ecc. Oltre a questo poi c’è stata la mania, nel dopo concilio di letture ed interpretazioni ideologiche del Concilio. Per me il Concilio ha lavorato benissimo. E’ il dopo Concilio che, in alcuni ambiti, si è lavorato male. Mentre il Concilio aveva detto di rivedere i documenti in base ai risultati dei lavori conciliari, invece di rivedere si è voluto buttare via e fare tutto da capo, per cui si sono buttati via dei tesori plurisecolari, con gravissimo danno, con gravissima perdita da parte della spiritualità, da parte della formazione, da parte dei valori espressi dai documenti stessi; per cui molte volte si capisce perché uno è costretto a rimpiangere i documenti del passato, rispetto ai documenti di adesso.

 

Quindi, a suo avviso, ci sono state queste rovinose letture ideologiche del Concilio e delle altrettanto conseguenti applicazioni ideologiche del Concilio?

Applicazioni che sono state, applicazioni esagerate. Dove il Concilio ha detto rivedere, non ha detto di buttare via e rifare tutto daccapo. In sociologia si dice che bisogna buttare solo l’acqua sporca del bagno, ma stare attenti a non buttare anche il...bambino. Questa cattiva applicazione del "rivedere" conciliare la vediamo anche nel campo, un po’ particolare, delle costituzioni dei vari istituti religiosi. Io appartengo alla società San Paolo, il nostro fondatore, don Giacomo Alberione, è morto nel 1971, quindi ha partecipato in pieno a tutto il Concilio. In quella occasione fu un sacrificio enorme per lui stare fermo, col dolore alle gambe che aveva, un vero martirio, orbene lui stesso aveva detto: "Le nostre costituzioni, sono recenti, sono molto apprezzate, rivedetele, ma non cambiatele". Invece si è voluto fare tutto daccapo, tutto di nuovo. Non c’è dubbio che io, sul piano dei valori, dello spessore, della proposta formativa e della spiritualità, rimpiango le costituzioni vecchie. Certo alcune espressioni sono superate e quindi andavano aggiornate, ma bastava rivedere le vecchie costituzioni anziché buttarle via e fare tutto di nuovo.

 

Padre Gabriele, Papa Paolo VI, nel famoso discorso del 29 giugno 1972 disse: "Da qualche parte il fumo di satana è entrato nella Chiesa di Dio. /.../ Noi avremmo creduto che l’indomani del Concilio sarebbe stato un giorno di sole per la Chiesa. Ma, invece del sole, abbiamo avuto le nuvole, la tempesta, le tenebre /.../ Cosa è successo? Una potenza avversa è intervenuta: Il Diavolo, quest’essere misterioso".

Si, don Guglielmo, Lui disse questo il 29 giugno 1972, nella festa di San Pietro e Paolo. Quando ha visto che questa sua affermazione aveva suscitato una grande impressione e critiche enormi, allora ha dedicato al diavolo tutto il discorso del mercoledì, uno dei mercoledì di udienza Papale, quello del 15 Novembre, sempre del 1972, usando espressioni fortissime:

"Il Demonio è un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore. /.../ Esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di riconoscerlo esistente. /.../ Non si tratta d’un solo Demonio, ma di molti.

Diversi passi evangelici ce lo indicano; ma uno è il principale: Satana, che vuol dire l’avversario, il nemico; e con lui molti, tutte creature di Dio, ma decadute, perché ribelli e dannate; tutto un mondo misterioso, sconvolto da un dramma infelicissimo, di cui conosciamo ben poco" (Insegnamenti di Paolo VI, vol. X, 1972, pp. 1168-1171).

Usa delle frasi fortissime contro il demonio e direi che è stato veramente questo il discorso che ha ridato l’avvio anche a quel campo di mia competenza specifica che è il campo degli esorcismi.

 

Quando Papa Paolo VI ha usato l’espressione "da qualche parte il fumo di satana è entrato nella Chiesa", in quali settori della Chiesa - alla luce della sua esperienza - questo "fumo" ha fatto più danni? Sempre in quell’intervista, lei ha detto una cosa interessante: ha parlato anche di liturgia un po’ manipolata e si riferiva, in particolare, al battesimo.

Evidentemente il Papa intendeva riferirsi ai vertici della Chiesa, è logico che intendeva parlare dei vertici.

 

Ma può darsi che si riferiva anche, non so, ad alcuni aspetti liturgici, ad alcuni aspetti biblici, ad alcuni aspetti teologici.

Certo! Per dare un esempio, nello stesso discorso del 15 novembre del 72, il Papa si è lamentato di come si sono ridotti ai minimi termini, ad un semplice "oremus", gli esorcismi del Battesimo nei bambini. Una volta gli esorcismi, sia nel periodo del catecumenato, sia nel rito stesso del Battesimo, avevano una grande parte, perché il Battesimo è proprio strappare la persona a Satana, toglierla dalla schiavitù del demonio e consegnarla a Gesù Cristo.

Quindi il valore degli esorcismi battesimali era sempre stato considerato di massima importanza, invece oggi tutto è stato ridotto ad un semplice "oremus".

 

In un altro famoso discorso del 1969, Papa Paolo VI disse: "La Chiesa si trova in un’ora d’inquietudine, di autocritica, si direbbe di autodistruzione. E’ come uno sconvolgimento interiore, acuto e complesso che nessuno si sarebbe atteso dopo il Concilio. /.../ Come se la Chiesa percuotesse se stessa" (7/12/1969). Il Papa parla di una specie di autodemolizione, di smantellamento che viene, incredibilmente, dall’interno. Lei che cosa ne pensa di questo?

Non c’è dubbio che il Papa vedesse che stavano crollando tante cose. Non c’è dubbio. E anche noi, (chiunque non ha abbandonato il buon senso) abbiamo visto un crollo che ha portato poi, in pratica, a questo calo grandissimo di fede e aumento della miscredenza. E’ un fatto matematico: come cala la fede aumenta la superstizione. Lei pensi che io convinsi un vescovo a nominare esorcisti nella sua Diocesi con questa motivazione: "Guardi e tenga presente che nella sua Diocesi, come in tutta l’Italia, il numero delle persone che vanno da maghi e cartomanti è più del doppio delle persone che vanno a Messa la domenica". Maghi e cartomanti occupano abusivamente uno spazio e una competenza che noi lasciamo sguarnita. Questa frase lo colpì, l’ha fatto riflettere e ha nominato gli esorcisti che hanno un grande compito nel riavvicinare a Dio. Il loro compito primo, infatti, è di riavvicinare le anime a Dio, è un compito di conversione, è un compito di riavvicinamento delle persone ai loro doveri cristiani perché altrimenti è inutile stare a fare degli esorcismi a persone che sono lontane dalla Chiesa, che sono lontane dai sacramenti. Questo è il loro principale compito, e così questo Vescovo si è convinto a nominare esorcisti.

 

Le faccio ora una domanda sull’attività ordinaria del diavolo (spingere al peccato, al male, far perdere la grazia, spingere alla crudeltà, all’odio, alla violenza, ecc. ). Questa attività ordinaria, lei mi insegna, è quella più massiccia e contro la quale è più necessario essere guardinghi.

E’ quella a cui tutti noi siamo soggetti, della nascita alla morte. E’ l’attività del demonio che cerca di farci cadere nel peccato, cerca di allontanarci da Dio e di trascinarci dove lui si trova, di trascinarci nell’inferno, seminando odio, violenza, depravazioni, divisioni, crimini efferati d’ogni tipo, menzogne, idolatrie d’ogni tipo, offese a Dio e morte all’uomo. Indubbiamente è anche l’attività che sta più a cuore al demonio, molto più che non la sua attività straordinaria.

 

Padre Gabriele, siccome il mio è un giornale che si chiama "FEDE E CULTURA", voglio farle una domanda particolare. So che lei è anche un uomo di grande cultura per cui Le chiedo se nell’attività ordinaria del demonio possiamo rubricare, oltre alla spinta al peccato, al male, a toglierci la grazia, anche l’impegno a seminare menzogne, idolatrie (cfr. La verità vi farà liberi, n. 382), dottrine erronee, false filosofie che accecano l’intelligenza e oscurano la ragione intaccando, in qualche modo, anche il piano della fede vera, come ad esempio fa la New Age.

Certamente.

 

a cura di don Guglielmo Fichera

(prima puntata)

 

 

Da Per maggiori informazioni cliccare sul logo n.6 - ottobre 2002 (per maggiori informazioni cliccare sul logo).
Pubblicato da "Profezie per il Terzo Millennio" su autorizzazione del
direttore di redazione di "Fede e Cultura", don Guglielmo Fichera.

 


 

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