Nota della redazione:

Prima di proporvi la e-mail che ci ha inviato Giacomo (la cui opinione ci sentiamo di condividere) riteniamo utile ricordare la posizione della Chiesa sull'omosessualità, citando il Catechismo della Chiesa Cattolica:

"(...) Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che "gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati". Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.
Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.
Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un'amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana." (C.C.C. nn. 2357-2359).

Ci pare importante sottolineare che il Catechismo dice chiaramente che "gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati...In nessun caso possono essere approvati", di conseguenza non devono esserci dubbi sul fatto che tali atti vanno contro la Volontà di Dio! Ciò però non toglie che verso gli omosessuali dobbiamo sempre avere un atteggiamento di "rispetto, compassione, delicatezza". Per nessuna ragione gli insegnamenti della Chiesa possono essere strumentalizzati per mascherare e legittimare i propri pregiudizi e il proprio disprezzo a danno del prossimo! La carità cristiana va usata anche e soprattutto nei confronti di queste persone, che, a causa della loro particolare condizione, quasi sempre si trovano a vivere una situazione di grande disagio esistenziale e di profonda sofferenza psicologica. Ma proprio in virtù di questa carità non possiamo neanche assecondare l'atteggiamento di tutte quelle correnti di pensiero e quei neo-movimenti di stampo "progressista" e "ultra-liberale" (presenti purtroppo anche all'interno della Chiesa) che pretendono di sdoganare l'omosessualità e di farla passare come una condizione naturale e perfettamente compatibile con la Fede Cattolica.

 


La posta dei lettori

 

 

L'omelia gay...!

 

Nell'antico testamento Dio prescrive:

"Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro" (Lv 20,13).

E la vicenda di Sodoma e Gomorra (Gen. 18,16 seg.) è conosciuta da tutto il mondo "…Condannò alla distruzione le città di Sodoma e Gomorra, riducendole in cenere, ponendo un esempio a quanti sarebbero vissuti empiamente. Liberò invece il giusto Lot, angustiato dal comportamento immorale di quegli scellerati. Quel giusto infatti, per ciò che vedeva e udiva mentre abitava in mezzo a loro, si tormentava ogni giorno nella sua anima giusta per tali ignominie…" (2 Pt. 2,6 seg.)

"…Così Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all'impudicizia allo stesso modo e sono andate dietro a vizi contro natura, stanno come esempio subendo le pene di un fuoco eterno…" (Gd. 7)

Nel Nuovo Testamento lo Spirito Santo è altrettanto chiaro: "...Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che si addiceva al loro traviamento... E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa." (Rm 1, 26/32)

"...Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio" (1 Cor. 6,9/10)

"…la legge non è fatta per il giusto, ma per i non giusti e riottosi, per gli empi e di peccatori, per gli scellerati e i profani, per i parricidi e matricidi e omicidi, per i fornicatori, per i sodomiti, per i ladri d'uomini, i bugiardi, gli spergiuri…"(1 Tm. 1,9)

Oggi invece: ...ecco la lobby gay all'opera!

 

(Foggia, 25 dicembre 2003)

Un'omelia a dir poco "trend", pronunciata da Pasquale Quaranta che non è un ragazzo qualsiasi ma è un attivista ben conosciuto del movimento gay. Si è spostato da Salerno a Foggia proprio per salire sul pulpito e dire che l'omosessualità (intesa anche come sfogo sessuale) non è peccato. Questo con l'approvazione del parroco e contro gli insegnamenti della Chiesa Cattolica.

"Sono venuto da Salerno per parlarvi in questa Chiesa, di omosessualità. Sono gay credente...

[Vociare rumoroso]

No, non vi spaventate! Ascoltate.

Dicevo, sono gay credente e la ragione per cui sono qui stasera è perché credo che una testimonianza possa farvi riflettere su una realtà con la quale ognuno di voi, molto probabilmente, non ha avuto ancora modo di confrontarsi nei termini in cui ne parlerò... ovvero di gioia, di amore, di serenità, di trasparenza.

L'omosessualità non è una malattia, non è perversione, né trasgressione, né moda e - la cosa che mi preme sottolineare ora - non è peccato!

Si tratta di un dono di Dio che, in quanto tale, non è scelto e che ci si ritrova a vivere. La fede, ugualmente, è un sentimento che scopriamo e coltiviamo dentro di noi, un "orientamento" che siamo chiamati, nello stesso modo, a vivere. Gay e lesbiche hanno il diritto di vivere pienamente la propria vita, anche sul piano affettivo e sessuale, tanto quanto una persona eterosessuale. Chi chiede l'astinenza e la "vende" come esigenza di castità non ha capito il dono dell'amore.

Chiediamoci piuttosto: qual è il mio rapporto nei confronti di una persona omosessuale? Quale sarebbe la mia reazione se mio figlio o mia figlia mi rivelasse la sua omosessualità?

Sono sicuro che le risposte farebbero emergere quel pregiudizio millenario che una tradizione storica, anche quella cattolica, ha radicato nelle coscienze.

Io vi dico: "Liberiamocene!"

"Troppe persone fanno ancora dipendere la loro pace dal parere della Gerarchia, come se essa fosse "la chiesa" o addirittura l' eco o l'interprete della voce di Dio. La chiesa è una realtà più viva e variegata in cui lo spirito di Dio suscita voci ed esperienze diverse".

Ci sono migliaia di persone che, in queste ore, soffrono la solitudine per un orientamento che viene condannato come immorale, intrinsecamente malvagio, abominevole. Badate, solitudine non significa semplicemente "stare soli"... vuol dire anche stare insieme a tante altre persone ma "sentirsi soli", non pienamente compresi.

C'è chi si è tolto la vita perché non riusciva ad accettare la propria omosessualità per motivi confessionali mal interpretati e per l'ostilità della gente o della famiglia.

Sembra risuonare in questa notte, una notte santa perché il figlio di Dio è venuto al mondo, nel freddo di una povera grotta, fuori dalla città degli uomini, ciò che il Prologo al Vangelo di Giovanni dice: "Venne tra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto...". Quanti dei nostri fratelli e sorelle, amici e amiche, gay e lesbiche (queste parole sono ancor intrise oggi di disprezzo o di scandalo) non sono stati accolti?

Quanti sono venuti nella loro famiglia umana e non vi hanno trovato posto?

È il destino di quelli che Gesù ama più di tutti, coloro ai quali è accaduto di trovarsi nella stessa situazione in cui Lui si è trovato, tra gli uomini e le donne del suo tempo: ce lo racconta stanotte il Vangelo di Luca: "La Vergine partorì il bimbo, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia (...) perché non c'era posto per loro nell'albergo". Non c'era posto, come oggi, per molti non c'è posto, non c'è nelle nostre case per Lui e per tanti fratelli che sono omosessuali, non c'è posto nel cuore per accogliere e la Chiesa stessa, la comunità dei credenti, sembra essere diventata quell'albergo, dove non c'è posto...

È possibile secondo voi che Dio possa essere felice di questo? Dio non fa "pezzi sbagliati" e siamo tutti suoi figli! Ognuno ha diritto ad essere quello che è e di essere qui, non meno degli alberi e delle stelle.

Il dono più grande che potete fare/vi, da questo Natale in poi, sarà quello di abbracciare il ragazzo gay, la ragazza lesbica che vi è vicino, sia egli/ella vostro figlio/a, vostro fratello, vostra sorella o cugina, un vostro parente.

Dimostrategli il vostro Amore. C'è n'è bisogno. Dio ne sorriderà, siatene certi!

"Ero forestiero...", cioè ero straniero, differente, della diversità che ci disturba, in base alla quale noi attribuiamo ad altri qualcosa di non giusto o di storto e - dice Cristo - "voi mi avete accolto (...)". Ero gay dunque e mi avete accolto, rispettato e amato (è l'insegnamento del Vangelo di Matteo).

Accogliamoci qui l'un l'altro come Dio ci ha voluti: perché "Come facciamo ad amare Dio - nostro padre - che non vediamo se non amiamo il nostro fratello che vediamo?" (II Lettera di Giovanni)

E come possiamo sperimentare l'amore e la paternità unica di Dio se come figli escludiamo altri figli, nostri fratelli?

Il Padre nostro che sta nei cieli e il figlio suo che oggi è tra noi, nell'umanità e fragilità di una creatura, ci chiedono l'unico abbraccio dell'amore filiale che ci fa' tutti fratelli.

Il mio augurio per questo Natale è che sempre meno persone si sentano sole a causa di un orientamento affettivo naturale che non può significare una discriminante nei rapporti umani. L'augurio è che ognuno di voi capisca che una persona omosessuale è, al pari di una persona eterosessuale, immagine di Dio.

Non mi sento di "dimostrare" nulla a nessuno sul terreno della fede. Posso solo testimoniare umilmente con la mia vita per ogni dono ricevuto, grazie a Dio. "In Lui le differenze sono belle perché hanno radici nel Suo cuore di creatore, fonte di Vita".

Che questo Natale, nella nostra Chiesa, sia gioia per tutti. Nessuno escluso.

Grazie."

Omelia di Pasquale Quaranta letta dall'autore durante la messa di mezzanotte nella chiesa cattolica "Santa Maria Assunta" di Rignano Garganico . Dalla registrazione della celebrazione, trascrizione a cura di Serena Corfù.

 

> Parti dell'omelia:

1) "L'omosessualità non è una malattia, non è perversione, né trasgressione, né moda e non è peccato"
2) "Si tratta di un dono di Dio"
3) "Troppe persone fanno ancora dipendere la loro pace dal parere della Gerarchia, come se essa fosse la Chiesa o addirittura l'eco o l'interprete della voce di Dio "

Carissimi, ...che dire, sono profondamente disgustato dal comportamento di questi due "attori" (il prete e l'omosessuale), rei in solido di prendere in giro Cristo e la Sua Chiesa !

Ma che bel sermone per i fedeli nella notte di Natale, sarebbe stato meglio dare la parola anche al prof. Nicolosi, per par condicio: http://www.kattoliko.it/leggendanera/bioetica/bruti_nicolosi.htm !
Questa è la deriva... !

Che Maria, Regina della Pace, ci copra tutti col Suo candido manto!

Saluti cari
Giacomo
"Come una fonte"

 

 


 

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