La croce miracolosa di Migné

 

 

 

È la sera del 17 dicembre 1826, un evento straordinario sta per mettere in grande fermento il piccolo comune di Migné. La popolazione del villaggio e dei dintorni si è riunita per erigere una croce di missione. Verso le 5 della sera, mentre la folla ascolta il discorso del predicatore, una misteriosa croce appare nel cielo. Contrariamente alla croce che è stata appena eretta, questa è molto grande, regolare, luminosa e posizionata in senso orizzontale. Resta così per circa mezz'ora, orientata da Est verso Ovest, allungata al di sopra della folla che è raccolta dinanzi alla chiesa. Al prodigioso evento assistono circa tremila persone, fra queste anche i parroci di Migné e di Saint-Porchaire, il sindaco di Migné e due militari della gendarmeria di Poitiers i quali ne daranno in seguito pubblica testimonianza, anche dinanzi alla commissione nominata dal Vescovo.

La pubblicazione di notizie sull'evento e la diffusione di litografie che rappresentano il miracolo scatena una polemica nazionale alimentata dai mezzi di comunicazione dell'epoca: stampa, opuscoli e libri. I sostenitori della Chiesa e del Concordato vi vedono un'approvazione divina, gli anti-Concordatari denunciano una montatura ed i liberi pensatori inveiscono con derisione contro gli abitanti di Migné che vengono trattati come contadini arretrati e creduloni. Ma col tempo altri fatti si impongono all'attenzione dell'opinione pubblica e i media abbandonano presto l'affare di Migné.

Stampa dell'epoca che raffigura il momento dell'apparizione della croce

 

Intanto nella diocesi di Poitiers l'apparizione è stata tutt'altro che dimenticata. Dopo che la commissione diocesana ne ha confermano l'autenticità, in una lettera ufficiale il vescovo di Poitiers, Mons. de Bouillé, la dichiara miracolosa. Egli fa ampliare la chiesa dandole una forma a croce e la ri-orientata verso ovest, nella direzione della croce apparsa quel dicembre del 1826. Sulla stele di Mons. de Bouillé nella cattedrale di Poitiers, un bassorilievo illustra sia l'apparizione che la ricostruzione della chiesa.

Questa chiesa resta il memoriale essenziale dell'evento. All'interno, un grande croce ricoperta di rame è fissata alla volta del transetto, nel luogo esatto dell'apparizione. Un quadro nella navata e la vetrata del transetto di sinistra rappresentano l'evento. Un'iscrizione collocata al di sopra dell'entrata della chiesa ed un'altra nel transetto, ricordano anch'esse questo fatto eccezionale.

La croce fissata alla volta del transetto nella Chiesa di Migné

 

Anche a Parigi, è possibile trovare opere commemorative di questo miracolo. Nella basilica del Sacro Cuore a Montmartre, la prima cappella di sinistra è dedicata a santa Radegonda, patrona di Poitiers. L'altare fu costruito a spese della Contessa di Beauchamp di St. Julien l'Ars in memoria della sua nuora bruciata viva nella catastrofe dell'incendio del bazar della carità a Parigi il 4 maggio 1897. Esso comprende due bassorilievi: quello di sinistra illustra l'arrivo a Sigon (quartiere di Migné) nel 569 del vescovo di Tours che porta a santa Radegonda un frammento della croce del Cristo offerta dall'imperatore di Costantinopoli. Il bassorilievo di destra rappresenta il miracolo dell'apparizione della croce luminosa avvenuto il 17 dicembre 1826.

Bassorilievo nell'altare della basilica del Sacro Cuore a Montmartre, Parigi.

 

 

RESOCONTO DETTAGLIATO DELL'APPARIZIONE DELLA CROCE A MIGNÉ
(dal rapporto della commissione incaricata dal Vescovo di Poitiers)

Quello che segue è il rapporto sull'apparizione della Croce a Migné, così come è stato formulato il 29 febbraio 1827 dai membri della commissione incaricata dal Vescovo di Poitiers di elaborare la relazione ufficiale dell'evento:


L'APPARIZIONE DELLA CROCE ALL'IMPERATORE COSTANTINO AVVENUTA NEL IV SECOLO

Nell'anno 306 Costantino il Grande successe al padre Costanzo Cloro. Ben presto egli si trovò davanti ad un nemico, Massenzio, che voleva dominare a Roma.

Costantino si accorse che Massenzio era troppo forte e che non avrebbe potuto vincerlo nella battaglia decisiva. Era pagano e non sapeva a quale divinità rivolgersi per essere aiutato.

Avvenne allora il miracolo. Un giorno Costantino e tutto il suo esercito assistettero ad un fenomeno prodigioso: di pomeriggio, mentre il sole volgeva al tramonto, apparve sopra il disco solare una grande Croce, formata di raggi luminosi. Sulla Croce stava scritto in latino: "Con questo segno vincerai!".

Costantino rimase colpito dallo strano fenomeno e non sapeva darsene spiegazione. La notte l'imperatore ebbe una visione chiarificatrice. Gli apparve Gesù, con in mano lo stesso segno che si era visto in cielo, e gli ordinò di fare uno stendardo simile a quello per servirsene nelle imprese militari. Costantino, scosso ed illuminato dalla visione, l'indomani comandò che si costruisse il làbaro (il vessillo imperiale che veniva utilizzata quando l'imperatore si trovava con l'esercito), fregiato del segno della Croce.

Preceduto dal làbaro, l'esercito costantiniano andò in battaglia contro Massenzio. Non c'era parità di forze; Costantino avrebbe dovuto essere sconfitto ed invece riportò una strepitosa vittoria. L'imperatore attribuì il buon esito della battaglia all'assistenza del Dio dei cristiani. Immediatamente sospese le persecuzioni contro i seguaci di Gesù e in seguito si fece pure lui cristiano, anzi divenne un grande araldo del Cristianesimo.

«Domenica 17 dicembre 1826, giorno della chiusura di una serie di esercizi religiosi organizzati nella parrocchia di Migné, in occasione del giubileo, dal Sig. curato di Saint-Porchaire e del cappellano del collegio reale (il sig. Marsault), al momento dell'erezione solenne di una croce, e mentre quest'ultimo indirizzava a un pubblico di circa tremila anime un discorso sulla grandezza della croce nel quale aveva appena ricordato l'apparizione che ebbe luogo in passato alla presenza dell'esercito di Costantino, venne vista in cielo una croce molto regolare e di grandi dimensioni.

Nessun segno sensibile aveva preceduto la sua manifestazione, nessuna esplosione di luce aveva annunciato la sua presenza. Coloro che la videro per primi la indicavano alle persone vicine e presto essa attrasse l'attenzione di gran parte del pubblico, al punto che il Sig. curato di Saint-Porchaire, avvertito dalla folla in mezzo alla quale egli si trovava, ritenne di dovere interrompere il predicatore. Allora tutti gli occhi si rivolsero verso la croce che pareva fin dall'inizio esattamente formata e che era posizionata orizzontalmente di modo che l'estremità del piede coincideva con la facciata anteriore della chiesa e che la testa si portava in avanti nella stessa direzione di questa chiesa, verso il tramonto estivo. La traversa che formava i bracci della croce, ne tagliava il corpo principale ad angolo retto; ogni braccio, uguale alla parte superiore, era circa un quarto del resto del tronco.

Queste diverse parti erano dappertutto di uguale larghezza e terminavano lateralmente con linee ben diritte, ben nette, fortemente pronunciate e tagliate ad angolo retto alle estremità da linee diritte ed ugualmente pure.

A giudizio di molti testimoni, queste parti avevano un certo spessore che le faceva apparire come un po' arrotondate quando le si osservava da un'angolazione obliqua, e squadrate in maniera regolare quando ci si accostava alla verticale.

Per il resto, nessun accessorio sembrava tenere questa croce né accompagnarla; tutte le sue forme erano pure e risaltavano molto distintamente sull'azzurro del cielo. Essa non offriva agli occhi uno splendore abbagliante ma un colore ovunque uniforme e tale che nessun testimone ha potuto definirlo in modo preciso, né trovargli un oggetto di esatto raffronto. Vi è accordo soltanto, più in generale, per darne un'idea, su un colore bianco argenteo degradante a una leggera tinta rosa.

Risulta certo, dall'insieme delle deposizioni, che questa croce non era ad un'altezza considerevole; è anche molto probabile che essa non fosse più elevata di duecento piedi [circa 65 metri; N.d.R] al di sopra del terreno; ma sarebbe difficile indicare qualcosa di più preciso di questo limite.

La lunghezza totale del tronco poteva essere di centoquaranta piedi [circa 45 metri; N.d.R], e la sua larghezza, a giudicare dai dati meno rigorosi, da tre a quattro piedi [circa 1 metro; N.d.R].

Quando si iniziò a vedere la croce, il sole era tramontato da una mezz'ora almeno; ed essa ha conservato la sua posizione, la sua forma ed tutta l'intensità di colore nel corso di circa mezz'ora, fino al momento in cui si è rientrati nella chiesa per ricevere la benedizione del Santo Sacramento. Allora era notte, le stelle brillavano in tutto il loro splendore. Coloro che sono rientrati per ultimi hanno visto la croce decolorarsi; in seguito, alcune persone rimaste fuori la videro scomparire poco a poco, prima il piede e poi progressivamente il resto, così che presto presentava quattro bracci uguali, senza che nessuna di queste parti si fosse spostata dal primo momento dell'apparizione e senza che quelle parti che erano scomparse lasciassero nelle vicinanze la minima traccia della loro presenza.

Sembra che nessun osservatore si sia applicato a seguire questa scomparsa graduale fino alla sua conclusione; ma si sa che era completamente svanita quando si si uscì dalla chiesa, immediatamente dopo la benedizione.

La giornata in cui quest'evento ebbe luogo era stata molto bella, ed era seguita a diversi giorni di pioggia. Al momento dell'apparizione il tempo era ancora sereno e la temperatura abbastanza mite perché solo poche persone si accorgessero del fresco della sera. Il cielo era sereno in tutta la regione in cui si mostrò la croce, e si scorgeva soltanto qualche nuvola in due o tre punti in lontananza in prossimità dell'orizzonte. Infine nessuna nebbia si alzava dalla terra né dal fiume che scorre a poca distanza.

Queste sono le circostanze materiali del fatto. Quanto alla sua influenza morale su coloro che ne sono stati testimoni, abbiamo constatato che la maggioranza fu colta, nel momento stesso, da ammirazione e da un religioso rispetto. Si videro alcuni prosternarsi spontaneamente dinanzi a questo segno di salvezza; altri avevano gli occhi bagnati dalle lacrime; questi esprimevano con vive acclamazioni l'emozione del loro animo, quelli alzavano le loro mani verso il cielo invocando il nome del Signore: non vi fu quasi nessuno che non credette di assistere ad un autentico prodigio della misericordia e della potenza di Dio.

Abbiamo anche constatato che molte persone che non avevano partecipato alla preparazione per gli esercizi del giubileo, erano poi tornate a seguito di quest'evento alla pratica della religione, da cui erano rimaste lontane per molti anni, e altre che, con le loro opere e i loro discorsi, sembravano annunciare che la fede era completamente estinta nei loro cuori, l'hanno sentita rianimarsi improvvisamente e ne hanno dato segni inequivocabili.

Infine, l'impressione prodotta da questo spettacolo straordinario era stata così viva e così profonda che ancora strappava le lacrime ad alcuni di quelli che deposero dinanzi a noi, a più di un mese di distanza dall'evento.

Prima di terminare questa relazione (concludono i membri della commissione) che ci sia permesso esprimere i sentimenti che sono stati ispirati a noi stessi dalla conoscenza approfondita che siamo stati chiamati a assumere di questo fatto. Se siamo rimasti colpiti delle singolarità concernenti l'esistenza fisica del fenomeno, abbiamo contemplato soprattutto i consigli adorabili della Provvidenza che ha fatto concorrere in quest'evento delle circostanze così peculiari da dare ad esso quei felici risultati che ha avuto nei fatti.

Quando si sa che il caso non è che un nome, che nulla quaggiù accade senza un disegno e senza una causa ben determinate, non si può che essere vivamente colpiti di vedere apparire improvvisamente, in mezzo al cielo, una croce così manifesta e così regolare, nel luogo e nell'istante preciso in cui un popolo numeroso è radunato per celebrare il trionfo della croce attraverso una solennità importante, e tutto ciò immediatamente dopo che si è discusso di un'apparizione miracolosa che fu un un tempo così gloriosa per il Cristianesimo [quella che ebbe Costantino; N.d.R.]; di vedere che questo fenomeno stupefacente conserva tutta la sua integrità e la medesima condizione fintanto che l'assemblea rimane ad osservarlo; che esso s'indebolisce a misura che questa si ritira e che scompare nel momento in cui uno degli atti più sacri della religione richiama tutta l'attenzione dei fedeli».

Il vescovo di Poitiers così si espresse in merito alla Croce di Migné, nel suo decreto e nella sua allocuzione sull'argomento:

«Il miracolo di Migné è stato riconosciuto secondo tutte le forme di autenticità stabilite dalla Chiesa. Il Vicario di Gesù (Leone XII), è vero, non ha reso una sentenza solenne ma ha dichiarato che, secondo il suo sentimento particolare, il fatto non poteva essere attribuito a cause naturali; ha arricchito la chiesa di Migné dei suoi doni e consacrato la memoria dell'apparizione della croce con preziose indulgenze; si è congratulato con il vescovo della diocesi in cui il Signore aveva manifestato la sua misericordia con tanto fulgore; infine, astenendosi egli stesso dall'esprimere un giudizio formale, ha esortato l'Ordinario ad istruire e chiudere la causa, conformemente ai santi canoni… Mons. Jean-Baptiste de Bouillé, dopo undici mesi di studio e di esame, dichiarò miracolosa l'apparizione della croce, che aveva avuto luogo a Migné il 17 dicembre 1826. Molti altri vescovi aggiunsero la loro autorità a quella dell'Ordinario ed annunciarono ai loro diocesani il miracolo di cui la diocesi di Poitiers era stata testimone; e questo grande evento ha avuto eco sulla Francia, o per meglio dire, sull'intera cristianità».

 

Testi, immagini e notizie sono tratti da:
il libro: "Voix prophétiques", Abbé J. M. Curicque, 1° tomo, pagg. 5-16, Editions Palmé, 5ª edizione, 1872;
il libretto: "Rapports sur l'apparition d'une croix dans la paroisse de Migné, présentés a Monseigneur l'Évêque de Poitiers", Imprimerie de F. A. Barbier, Poitiers, 1827;
il libro: "Propheties - La Fin des Temps", Eugène Bareste, pagg. 115-132, 2ª edizione, Lavigne Editeur, Paris, 1840;
il libro: "Italian history of the Risorgimento period", Collection of H. Nelson Gay, "Gazzetta piemontese" del 1827, pagg. 183-184;
il libro: "La Croce di Gesù", Don Giuseppe Tomaselli, 1967;
i siti: Migné-Auxances Memoires; Foi et Spiritualité Chrétienne.

 

 

 

Redazione, traduzione e adattamento testi a cura di "Profezie per il Terzo Millennio" - Aprile 2011.
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