CENNI STORICO-BIOGRAFICI

Varie informazioni sulle apparizioni mariane e sulla vita di santi, mistici e veggenti

 

(Beata) Elisabetta Canori Mora - Roma, Italia
Enzo Alocci - Porto Santo Stefano, Italia
Estatica di Tours - Francia
Fatima, Portogallo
Fra' David Lopez

(San) Francesco d'Assisi
(San) Francesco da Paola
(San) Gaspare del Bufalo
(San) Giovanni Damasceno
(San) Girolamo

Giuseppina Reverdy
Grotta di Bessbrook - Irlanda
Grotta di Melleray - monte Knockmealdown, Irlanda
Hanya - Ucraina

Helena Wallraff - Brüggen, Germania
(San) Ilario di Poitiers
(San) Ippolito
(San) Ireneo
(Padre) Jean-Edouard Lamy

 

 

 

(Beata) Elisabetta Canori Mora – Roma, Italia

Elisabetta Canori Mora

Elisabetta Canori nacque a Roma il 21 novembre 1774 in una famiglia agiata e molto devota. I coniugi Canori ebbero dodici figli, sei dei quali morirono nei primi anni di vita. A causa di sopravvenuti problemi economici, il padre di Elisabetta si trovò costretto a ricorrere all'aiuto di un fratello che si fece carico delle nipoti Elisabetta e Benedetta. Questo, qualche tempo dopo, deciderà di affidare le nipoti alle Suore Agostiniane del monastero di S. Rita da Cascia.

Il 10 gennaio 1796 Elisabetta sposò Cristoforo Mora, un giovane avvocato colto ed educato. Ma dopo alcuni mesi Cristoforo, irretito da un’altra donna, tradisce la moglie e si abbrutisce fino al punto di sottoporla a violenze di ogni genere. Inoltre trascura il suo lavoro e finisce per ridurre la famiglia sul lastrico. Ma nonostante tutto Elisabetta rifiutò sempre di prendere anche solo in considerazione di separarsi dal marito, come qualcuno le consigliava, ma anzi continuò ad amare Cristoforo, a sostenerlo, a perdonarlo, sperando sempre e pregando per una sua conversione.

Nel 1799 nacque la figlia Marianna e nel 1801 Maria Lucina. Elisabetta per sostenere la famiglia fu costretta a guadagnarsi da vivere lavorando. Ma nello stesso tempo riusciva ad occuparsi con amorevole dedizione delle figlie e della cura quotidiana della casa, dedicando contemporaneamente molto spazio alla preghiera, al servizio dei poveri e all'assistenza degli ammalati. La gente si rivolgeva a lei per chiederle consiglio spirituale, conforto e preghiere. Col passare del tempo non solo i suoi vicini ma la gente di ogni parte di Roma iniziò a chiamarla "la santa"; si era ormai diffusa la voce delle sue straordinarie esperienze mistiche e facoltà taumaturgiche. Questa grande popolarità però non influì sul suo stile di vita povero, improntato ad una grande umiltà e ad un generoso spirito di servizio ai poveri e ai lontani da Dio. Più tardi aderì all’ordine dei Trinitari.

Trascorse gli ultimi anni della sua vita nella malattia, sostenuta dal grande amore per Gesù Crocifisso. Il Signore la ripagò con innumerevoli grazie e doni mistici. Ricevette anche le piaghe di Cristo, le stigmate.

Morì a Roma il 5 febbraio 1825, e venne sepolta nella Chiesa di San Carlino.

Prima della sua morte predisse la conversione del marito. Ebbe ragione, Cristoforo abbracciò la Fede e divenne prima frate minore, poi sacerdote nell’Ordine dei Francescani.

Fu proclamata Venerabile nel 1928 e il 24 aprile 1994 venne beatificata da Papa Giovanni Paolo II.

 

 

Enzo Alocci – Porto Santo Stefano, Italia

Enzo Alocci

Il 27 marzo 1966 la Madonna apparve ad Enzo Alocci, un agricoltore di trentacinque anni, padre di sette figli, che viveva a Porto Santo Stefano, una cittadina di 15.000 abitanti in provincia di Grosseto (Toscana). Nato e cresciuto nella povertà, l’uomo non poté attendere allo studio: aveva appena l'istruzione della seconda elementare. Va detto che a quel tempo Enzo non si distingueva particolarmente per la devozione religiosa.

L’uomo, al tramonto di quel 27 marzo, mentre si accingeva a ritornare a casa, scorse vicino alla fontana una luce misteriosa molto chiara: al centro di questa luce si stagliava la figura della Madonna, giovane sui diciotto anni, con una veste magnifica e portava una bellissima corona sul capo. Enzo cadde in ginocchio e le domandò: "Chi siete voi?" - "Sono la Madonna, la Regina del Mondo" - "E da me cosa volete? " - "Da questo giorno tu cambierai vita. Sarai al mio servizio per l'apostolato contro l'immoralità, che va dilagandosi nella mia Chiesa e griderai forte ai miei sacerdoti, per quanto è possibile, di lottare contro l'immoralità". Dopo toccò il rubinetto dell'acqua e lo benedisse. Nei mesi successivi Enzo ricevette apparizioni anche di Gesù e degli Arcangeli.

Il 10 settembre 1966 gli apparve Gesù crocifisso con la corona di spine e ricoperto di sangue. Enzo si sentì profondamente e pietosamente commosso da quella contemplazione, poi sentì Gesù dirgli: "Io ti trasmetto le mie piaghe: questo è un dono preziosissimo, ma doloroso e che ti procurerà i più grandi dolori e le più profonde sofferenze. Questo mio sigillo lo imprimo in te, come simbolo sacrificale per il tuo operato espiatorio in favore delle anime dei peccatori". Appena l'apparizione scomparve il veggente si ritrovò debolissimo e con mani, piedi e il fianco destro sanguinanti: le cinque piaghe della Passione del Signore. Oltre alle stigmate, che scomparivano per alcuni periodi, Enzo aveva ricevuto anche vari carismi e alcuni doni mistici.

L'uomo venne vessato da manifestazioni sataniche che lo tormentavano per lunghi periodi di tempo con apparizioni diaboliche, rottura di vasi, animazioni di oggetti, falsi messaggi divini, ecc.

Il 3 luglio 1972, mentre era assorto in preghiera dinanzi alla statua della Vergine, notò che questa aveva iniziato a lacrimare. Molte persone furono testimoni di quest'avvenimento, che durò senza interruzioni per cinque notti e cinque giorni e sì ripeté ancora il 16 e il 19 luglio. Il 16 ottobre la statua lacrimò sangue. Il liquido venne esaminato ed emerse che si trattava di sangue di tipo umano del gruppo A. Una moltitudine di persone accorse richiamata da questi fenomeni straordinari.

Il 13 novembre 1973, Mons. Primo Gasbarri, vescovo di Grosseto, emetteva una notifica nella quale si affermava che un "esame, che è stato lungo e approfondito, non ha consentito di provare il carattere soprannaturale dei fatti in questione" e disponeva che i sacerdoti, i religiosi e i fedeli si astenessero da ogni manifestazione di culto pubblico e dal recarsi nei luoghi collegati alle presunte apparizioni in processione e recitando delle preghiere. Tuttavia né i fatti né i messaggi, e il veggente stesso, sono mai stati condannati (non è stato trovato niente di contrario alla Fede e alla morale). Analogamente a quanto accade in altri siti di apparizioni nel mondo, si tratta di una misura prudenziale del vescovo molto comune: difficilmente la Chiesa riconosce come soprannaturale un caso di marifania quando è in corso e fintanto che il veggente è ancora in vita. Non abbiamo notizie sulla posizione dei vescovi che sono succeduti a Mons. Gasbarri alla guida della diocesi di Grosseto.

La dott.ssa Inge Stoltenberg, nel suo libro "Veliki znak. Ukazanja i poruke Presvete Djevice " (in croato "Grande segno. Apparizioni e messaggi della Santissima Vergine", a pag 127) afferma che Enzo Alocci sarebbe stato ammesso in udienza ufficiale con Papa Paolo VI (pare nel mese di ottobre del 1973) e che il Pontefice abbia letto i messaggi consegnatigli dal direttore spirituale del veggente; Gesù e Maria avevano richiesto in più occasioni che i messaggi venissero fatti conoscere al Santo Padre.

Enzo Alocci è morto il 7 agosto 2015.

 

 

Estatica di Tours – Francia

Di lei si sa ben poco. Non si conosce il suo nome ma si sa che era una suora vissuta nel XIX secolo a Tours in Francia. Le rivelazioni ricevute fra il 1872 e il 1873 vennero pubblicate nel 1882, sotto la supervisione del suo direttore spirituale, nel libro "La Veille de la Victoire du Christ" ("La Vigilia della Vittoria di Cristo"; N.d.T.).

Le profezie dell'Estatica di Tours

 

 

Fatima, Portogallo

Da sinistra: Giacinta Marto, Francesco Marto e Lucia dos Santo

Il 13 Maggio 1917 la Santissima Vergine è apparsa a tre bambini portoghesi a Cova da Iria vicino al villaggio di Fatima. I bambini erano: Lucia dos Santos di dieci anni e i suoi cugini Giacinta Marto di sette anni e Francesco Marto di nove anni.

Nostra Signora è apparsa loro il 13 di ogni mese per sei mesi consecutivi (tranne che ad agosto, quando apparve il 19), chiedendo preghiera, la recita quotidiana del Rosario e sacrifici per la conversione dei peccatori. Il giorno dell’ultima apparizione, avvenuta il 13 ottobre 1917, 70.000 persone raccolte nel luogo delle apparizioni hanno potuto assistere al miracolo del sole.

La Madonna il 13 luglio ha rivelato ai bambini un segreto diviso in tre parti e alla più grande, Lucia, che ora è Suor Lucia delle Carmelitane, ha affidato l’incarico di comunicarlo al mondo. Le prime due parti del segreto, che riguardano l’esistenza dell’inferno e la consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato, vennero rivelate da Suor Lucia nel 1941 con l’approvazione del Vescovo. La terza parte venne invece scritta da Suor Lucia nel 1944. Ella volle però che il messaggio non fosse reso noto subito e per questo prima di consegnare al Vescovo la busta sigillata contenente il segreto vi scrisse sopra che poteva essere aperta solo dopo il 1960.

Suor Lucia Dos Santos

Il Vaticano comunque preferì non rendere pubblico il segreto né nel 1960 né negli anni seguenti. Lo fece ben 40 anni più tardi, il 26 giugno 2000, quando su decisione di Sua Santità Giovanni Paolo II (che ne aveva dato l'annuncio il 13 maggio 2000 durante la cerimonia di beatificazione di Giacinta e Francesco), la Congregazione per la Dottrina della Fede ne presentò ufficialmente il contenuto al mondo.

(Consulta la versione integrale del segreto di Fatima nella pagina: "I "segreti" di Fatima").

Le apparizioni di Fatima sono state approvate ufficialmente dalla Chiesa.

Il 13 maggio 2000, nel Santuario di Nostra Signora del Rosario a Fatima, davanti ad una folla di 600 mila persone, Papa Giovanni Paolo II ha beatificato Francesco e Giacinta Marto. Francesco e Giacinta sono i primi bambini non martiri beatificati dalla Chiesa Cattolica.

 

Consulta anche: Fatima: le apparizioni di "Nostra Signora di Fatima", I "segreti" di Fatima, Fatima: profezia realizzata

 

 

Fra' David Lopez

Fra' David Lopez

Fra’ David Lopez è un frate francescano, è nato il 3 gennaio 1956 ed ha studiato negli Stati Uniti, diplomandosi nella scuola superiore di Brownsville nel Texas. Attualmente vive in Messico, nella città di Mazatlán, dove si dedica a tempo pieno alla preghiera, alla contemplazione e all'assistenza spirituale ai poveri. È affetto fin dalla nascita da una paralisi cerebrale dovuta ad una temporanea interruzione dell’afflusso di sangue al cervello verificatasi al momento del parto. Il frate racconta che egli venne abortito per tentare di salvare la vita della madre. Venne dichiarato clinicamente morto ma inspiegabilmente quasi subito i medici si accorsero che, contro ogni previsione, era sopravvissuto allo schiacciamento del cranio che era stato necessario praticare per favorirne l’uscita. I danni cerebrali non solo lo lasciarono parzialmente paralizzato ma gli impedirono l’uso della parola fino ai 10 anni quando, grazie alle cure di un logopedista, iniziò a pronunciare con difficoltà le prime parole.

Nel 1987 viveva negli Stati Uniti, qui da molti anni dirigeva un piccolo ricovero nella cittadina di Weslaco (nel Texas) dove veniva data ospitalità e assistenza agli immigrati clandestini. Il 14 agosto di quell’anno, mentre si trovava in pellegrinaggio a Medjugorje, Fra’ David ricevette una locuzione interiore della Madonna. Mentre assisteva all’apparizione dei veggenti di Medjugorje perse conoscenza e avvertì improvvisamente la presenza della Vergine che gli diede un messaggio per il mondo e gli parlò di alcuni avvenimenti futuri: un periodo di grande tribolazione, tre giorni di buio e un grandioso segno nel cielo.

Fra’ David scrisse il messaggio della Madonna solo l’11 settembre 1987. Pur sapendo che il messaggio andava diffuso, per quasi un mese aveva cercato ogni possibile pretesto per non farlo: vista la gravità dei suoi contenuti temeva per le incomprensioni e le critiche che questo avrebbe certamente suscitato.

L’11 settembre, mentre si trovava nel Santuario di Czestochowa a San Antonio in Texas e stava pregando il Rosario, sollevando gli occhi si accorse che la statua della Vergine di Guadalupe si stava animando miracolosamente. La Madonna gli parlò ancora una volta e gli ripeté la richiesta di scrivere il messaggio datogli a Medjugorje dicendogli di portarlo poi al Vescovo. Fra’ David questa volta fece esattamente come la Madonna gli aveva detto e consegnò il messaggio al Vescovo John Joseph Fitzpatrick della Diocesi di Brownsville. Il Vescovo gli disse: "David, queste parole non sono nuove. Questo messaggio non è tuo e non devi tenerlo per te. È per il mondo intero e io non ti impedirò di pubblicare queste parole, ma sii prudente perché non tutti vogliono accettare e comprendere. Certamente non c’è alcun errore di tipo dottrinale, spirituale o morale".

Nel 2001 Profezie per il Terzo Millennio ha pubblicato integralmente il resoconto, da noi tradotto in italiano, dell'esperienza soprannaturale vissuta dal frate nel 1987 a Medjugorje, il testo e tratto da un articolo dello scrittore americano Wayne Weible dal titolo "Three Days of Darkness: The Great Chastisement". Al fine di fugare ogni possibile dubbio sull'attendibilità di tale resoconto, nel marzo del 2019 la nostra redazione ha contattato Fra' David Lopez per avere da lui un riscontro sulla concordanza di quanto riferito da Weible nel suo articolo con i fatti di cui il religioso è stato protagonista. Fra' David ci ha confermato che il resoconto da noi pubblicato è "esatto e totalmente vero".

Le rivelazioni della Madonna a Fra' David Lopez

 

 

(San) Francesco d'Assisi

San Francesco d'Assisi

Francesco nacque ad Assisi, tra il dicembre 1181 e il settembre 1182, da Pietro Bernardone dei Moriconi, ricco mercante di stoffe, e dalla nobil donna Pica Bourlemont.

Condusse una giovinezza dissoluta. Nel 1202 partecipò come cavaliere alla guerra tra Assisi e Perugia e nel 1205, come volontario nelle milizie pontificie, alla spedizione per la guerra santa. Il suo viaggio, tuttavia, fu interrotto da un sogno in cui il Signore gli parlò. La stessa Voce divina di lì a poco lo inviterà a ricostruire la Sua Chiesa. Da quel momento rinunciò alle ricchezze paterne e, abbandonati la famiglia e gli amici, condusse per alcuni anni una vita di penitenza e solitudine in totale povertà. Gli inizi furono non facili in quanto le idee di San Francesco sulla povertà e sulla semplicità della vita non venivano comprese né dalla gente e né dal clero. In seguito, formatosi un gruppo di seguaci, fondò il primo nucleo della congregazione dei fratelli (frati) francescani, attorno al principio della fraternità estesa a tutti gli esseri del creato, della “minorità” intesa come sottomissione completa e dell'assoluta povertà.

Nel 1209 Papa Innocenzo III approvò la Proto-Regola è autorizzò San Francesco a predicare tra le genti. Dal 1210 peregrinò per le strade e le piazze d'Italia: dovunque accorrevano a lui folle numerose e schiere di discepoli. Accolse poi la giovane Chiara, che diede inizio al secondo ordine francescano, e fondò un terzo ordine per quanti desideravano vivere da penitenti, con regole adatte per i laici. Il suo ordine verrà poi riconosciuto definitivamente nel 1223 da Onorio III che ne approverà la Regola, valida anche per le clarisse e per l'ordine laico dei terziari.

San Francesco iniziò così a girare per il mondo arrivando fino a Dalmiata d'Egitto (1219-20 erano i tempi delle crociate) dal sultano Melek El Kamel.

Nel 1224 San Francesco ricevette le stigmate mentre era in preghiera sul monte della Verna. Vide scendere dal cielo un serafino che gli si avvicinò in volo rimanendo sospeso nell'aria. Fra le ali dell’angelo, Francesco vide lampeggiare la figura di un uomo con mani e piedi distesi e inchiodati ad una croce. Quando la visione scomparve lasciò nel suo cuore un ardore straordinario e nella carne i segni della crocifissione.

Di lì a poco, sentendo vicina la morte, San Francesco si fece riportare da Siena ad Assisi (alla Porziuncola). Morì nella notte tra il 3 e il 4 ottobre del 1226.

Il 16 luglio 1228, a meno di due anni dalla morte, papa Gregorio IX proclamò santo il Poverello d'Assisi.

Dopo la morte, la sua figura ebbe subito una vastissima risonanza fra i contemporanei. San Francesco da quel momento e fino ai nostri giorni verrà considerato una delle più grandi figure dell'umanità, non solo in campo religioso.

Nel 1939, Papa Pio XII proclamò San Francesco Patrono d'Italia.

Una presunta (cfr. la nota introduttiva) profezia di San Francesco d'Assisi

 

 

(San) Francesco da Paola

San Francesco da Paola

San Francesco da Paola nacque a Paola, Cosenza, il 27 marzo 1416.

La sua era una famiglia di poveri contadini. Francesco mostrò fin da piccolo i segni della sua straordinaria santità. All'età di tredici anni entrò nell'ordine francescano. Negli anni che seguirono si ritirò a vivere in solitudine dedicandosi alla preghiera e alle mortificazioni. Allevato nella povertà, rimase fedele al suo ideale di vita austera e impose in seguito una "regola" molto severa anche ai suoi seguaci.

La fama della sua santità e dei suoi miracoli attirò per molti anni al suo seguito uno stuolo di giovani desiderosi di seguirne l'esempio. Attorno al 1454 l'Arcivescovo di Cosenza gli diede l'autorizzazione di costruire un grande monastero e una chiesa. L'entusiasmo e la devozione della gente verso questo umile frate crebbero in poco tempo, grazie anche ai tanti miracoli che Francesco operava in risposta alle loro preghiere. Aveva il dono della profezia (profetizzò la conquista di Otranto del 1480 da parte dei turchi ) e del discernimento delle coscienze.

La sua fama di santo e taumaturgo valicò anche le Alpi; lo stesso re di Francia, Luigi XI, chiese l'intervento di Francesco perché lo guarisse dalla grave malattia che lo aveva colpito. Il frate al sovrano non restituì la salute del corpo ma quella dell'anima, conciliandolo con Dio e disponendolo ad accettarne la divina volontà. Prima di morire Luigi XI lo nominò direttore spirituale di suo figlio e successore, Carlo VIII.

Passò gli ultimi tre mesi della sua vita in completa solitudine, preparandosi alla morte. Morì età di 91 anni a Plessis-les-Tours, Francia, il 2 aprile 1507, un venerdì santo.

Fu canonizzato da Leone X nel 1519, a soli dodici anni dalla morte. Nel 1562 la sua tomba fu aperta e il suo corpo venne trovato incorrotto.

Le profezie di San Francesco da Paola

 

 

(San) Gaspare del Bufalo

San Gaspare del Bufalo

Nacque a Roma il 6 gennaio 1786. Fin dai primi anni la sua vita fu dedita alla preghiera e alla penitenza e caratterizzata dalla chiamata alla vita religiosa. Tentò anche di fuggire di casa per recarsi ad evangelizzare i pagani, sognando la gloria del martirio.

Completati gli studi, nel 1798 indossò l'abito talare e si diede ad organizzare opere di assistenza spirituale e materiale a favore dei bisognosi. Ordinato sacerdote il 31 luglio 1808, intensificò l'apostolato fra le classi popolari fondando il primo oratorio in S. Maria in Pincis e specializzandosi nella evangelizzazione dei carrettieri e contadini della campagna romana.

Il 13 giugno 1810 Gaspare rifiutò il giuramento di fedeltà a Napoleone e venne condannato all'esilio e poi al carcere, che sostenne con animo sereno per quattro anni. Tornato a Roma nei primi mesi del 1814, dopo la caduta di Napoleone, mise le sue forze e la sua vita al servizio del papa. Pio VII lo incaricò di dedicarsi alle missioni popolari per la restaurazione religiosa e morale dell'Italia e Gaspare abbandonò la città, la famiglia ed ogni altro suo progetto per dedicarsi totalmente al ministero assegnatogli, al quale attese per tutto il resto della sua vita con grande zelo.

L'apostolato di Gaspare fu segnato da fatiche e sofferenze non comuni ma fu anche benedetto da Dio con frequenti manifestazioni soprannaturali. Al suo passaggio fiorivano la fede e la pietà cristiana, cessavano gli odi e il malcostume, si verificavano strepitose conversioni.

S. Vincenzo Strambi lo definì "terremoto spirituale"; la gente lo chiamava "angelo di pace". Convertì intere logge massoniche e non si stancò di mettere in guardia il popolo contro la loro propaganda satanica. La fama della sua santità si diffuse anche fuori d'Italia, specialmente in Francia, grazie soprattutto alla guarigione di Francesca De Maistre, figlia del governatore di Nizza.

Morì a Roma il 28 dicembre 1837. San Vincenzo Pallotti vide la sua anima salire al cielo in forma di stella luminosa e Gesù venirle incontro.

Fu canonizzato da Pio XII il 12 giugno 1954.

 

 

(San) Giovanni Damasceno

Giovanni Mansur nacque a Damasco (per questo è detto "il damasceno") attorno al 675. È santo (festa: 6.5), dottore della Chiesa e padre della chiesa greca.

Nella seconda metà del VII secolo, Siria e Palestina erano sotto la dominazione araba. La famiglia di Giovanni ricopriva alte cariche nel governo della città, retta da un Califfo (una sorta di prefetto arabo), di cui Giovanni, giovane colto e brillante, divenne consigliere e amico. In virtù della sua amicizia con il Califfo venne nominato Gran Visir di Damasco.
In quegli anni, da Costantinopoli, l'Imperatore d'Oriente Leone III decretò l'iconoclastia, cioè la dissennata e sacrilega distruzione delle immagini sacre. Da Roma, si levò a combatterla il Papa Gregorio II. Entrato nel monastero di San Saba, presso Gerusalemme (725), Giovanni prese energicamente la difesa delle immagini di culto nel dibattito iconoclasta (Discorsi per le immagini sacre) e si distinse nella predicazione contro le eresie e l'islamismo.

Ebbe una grande devozione per la Madonna alla quale dedicò inni, omelie e trattati teologici. Nelle sue opere, si confermò esegeta coltissimo, critico sicuro, apologeta efficace, teologo illuminato, tanto da meritarsi il titolo di "San Tommaso dell'Oriente".
Compilò numerose raccolte di testi dei padri della Chiesa, la più importante delle quali è la Fons Cognitionis, testo fondamentale della chiesa orientale.

Morì a Gerusalemme il 4 dicembre 749.

Nel 1890, Leone XIII lo ha dichiarato dottore della Chiesa.

Consulta anche: Un quadro generale degli eventi degli Ultimi Tempi secondo la Tradizione

 

 

(San) Girolamo

Girolamo nacque a Stridone attorno al 347, da una ricca famiglia.

È santo (festa 30.9) e padre della Chiesa. Dopo aver studiato a Roma con Elio Donato, partì per l'oriente (373), stabilendosi dapprima ad Antiochia e poi vivendo da eremita nel deserto siriaco. Durante tale soggiorno ebbe modo di studiare a fondo il greco e l'ebraico. Divenuto sacerdote nel 379, a patto di conservare la propria indipendenza come monaco, iniziò un'intensa attività letteraria. Tornato a Roma (382), fu stretto collaboratore di papa Damaso e intraprese un'intensa attività di studio. Nel 384 ripartì alla volta di Betlemme, dove praticò vita ascetica, dedicandosi alla stesura delle sue opere e sovraintendendo a monasteri, ospizi e scuole.

Dal 391, dopo aver iniziato la revisione dell'Antico Testamento sulla traduzione greca dei Settanta, insoddisfatto delle versioni greche e latine, intraprese la traduzione direttamente dal testo ebraico, conclusa nel 406. Tale versione, con il nome di Vulgata, si diffuse negli anni successivi in tutta la chiesa cristiana latina e divenne il testo biblico canonico per tutto il medioevo, riconosciuto come unico autentico dal Concilio di Trento (1546).

Oltre alla Vulgata, la sua vasta produzione comprende: traduzioni di omelie di Origene, la traduzione, con ampie aggiunte, della Cronaca di Eusebio di Cesarea; De viris illustribus (392), rassegna di 135 autori cristiani a partire da S. Pietro; le vite dei monaci Paolo, Malco e Ilarione, con le quali introdusse in occidente il genere agiografico; scritti esegetici (commenti ai Salmi, Ecclesiaste, Profeti maggiori e minori, Epistole di S. Paolo, Vangelo di Matteo); opere dogmatiche di accesa polemica contro gli eretici (Adversus Helvidium, 383; Adversus Iovinianum, 393; Apologia adversus libros Rufini, 401-2; Contra Vigilantium, 406). Grande importanza letteraria ha infine l'Epistolario, comprendente 150 epistole, non tutte di sicura attribuzione, di carattere teologico, personale, dottrinale, esortativo e consolatorio; destinate alla pubblicazione, risentono dell'influsso di modelli classici.

Morì a Betlemme il 30 settembre del 420.

Consulta anche: Un quadro generale degli eventi degli Ultimi Tempi secondo la Tradizione

 

 

Giuseppina Reverdy – Boulleret, Francia

Joséphine Reverdy nacque il 13 maggio 1854 a Boulleret. I genitori erano poveri ma dei buoni cristiani. Lei era molto credente, pia e devota alla famiglia, tutti i conoscenti ne lodavano le qualità. Dopo la prima comunione entrò nella congregazione dei Bambini di Maria presso la propria parrocchia.

Joséphine aveva appena 17 anni quando, nel 21 luglio 1971, i genitori la fecero sposare con un taglialegna di Boulleret, Louis Rimbaud.

La giovane venne colpita da misteriose malattie che non guarivano e resistevano per lungo tempo ad ogni trattamento medico. In preda ai dolori non era in grado di assumere alcun nutrimento, tanto che in breve tempo divenne talmente magra da sembrare, a detta di molti, come uno "scheletro vivente". La giovane sopportava tutte queste atroci sofferenze con pazienza e rassegnazione esemplari.

L'11 dicembre 1875, dopo aver avuto un'apparizione della Vergine ebbe una guarigione prodigiosa dalla paralisi che l'affliggeva da 3 anni. Fu quella la prima di numerose apparizioni di cui Joséphine fu protagonista durante tutta la sua vita. La Vergine si manifestò alla veggente come "Madre dei dolori" e "Regina dei martiri". Da quel momento tutta la sua vita sarà costellata di avvenimenti soprannaturali, riceverà numerosi messaggi celesti di cui alcuni saranno profezie sul futuro della Francia e del mondo.

La Madonna le preannunciò le tante sofferenze che avrebbe dovuto sopportare per amore di Gesù e ciò si verificò puntualmente. Joséphine vomitava sangue ogni giorno, tranne il sabato, anche 90 volte nel corso della giornata. Nonostante ciò aveva la forza di camminare, di cantare e di percorrere due chilometri a piedi per recarsi a Messa.

Ebbe terribili attacchi satanici. Il Maligno era infuriato con la donna perché grazie ai fenomeni straordinari che si verificavano in lei e attorno a lei, Boulleret stava diventando sempre più una meta di pellegrinaggio da parte di numerose persone.

La donna continuerà con rassegnazione la sua vita di anima vittima per l'espiazione dei peccati della parrocchia di Boulleret e dell'intera Francia fino al momento della morte, avvenuta il 28 agosto 1908.

Sebbene nel 1878 il Vescovo locale avesse istituito una commissione di inchiesta per constatare i fatti, le indagini (condotte piuttosto malamente, a detta di vari testimoni) non riuscirono mai a far piena luce sulla natura degli eventi. L'origine soprannaturale delle apparizioni non venne mai stabilita in maniera certa e definitiva.

 

 

Grotta di Bessbrook – Irlanda

La Madonna è apparsa nella grotta di Bessbrook in Irlanda a Beulah Lynch e Mark Treanor, la prima volta nella primavera del 1987. Sabato 30 Maggio 1987, Mark Treanor riferì di aver avuto un improvviso impulso a recarsi nella grotta. Lì vide una donna vestita di bianco che lo guardava: era la Madonna. Indossava una corona d’oro. Il 2 giugno anche Beulah Lynch vide Nostra Signora. "Era bellissima, giovane, materna e circondata di luce" – riferì Beulah. Nei Suoi messaggi la Madonna invitava il mondo alla preghiera, al digiuno e alla penitenza. Nostra Signora consegnò anche dei messaggi profetici sul futuro dell’umanità. Questi messaggi sono simili, in linea generale, a quelli di Medjugorje.

 

 

Grotta di Melleray – monte Knockmealdown, Irlanda

La Madonna sarebbe apparsa nel 1985 in Irlanda presso il monte Knockmealdown, nella grotta di Melleray dove c’è un altare dedicato a Nostra Signora di Lourdes. La prima volta, nell’agosto di quell’anno, Nostra Signora apparve a Ursula O’Rourke, una ragazza di 17 anni del posto. La ragazza in tutto il periodo in cui ebbero luogo le apparizioni, ricevette dalla Madonna, assieme a vari messaggi, anche visioni e rivelazioni profetiche.

Durante la settimana successiva apparve e parlò a due ragazzi: Tom Cliffe (12) e Barry Buckley (11) dando loro dei messaggi di preghiera e la rivelazione di una imminente catastrofe. Ogni sera la Madonna appariva ai ragazzi subito dopo il loro ingresso nella grotta, essi la vedevano materializzarsi accanto alla statua. Secondo quanto da loro riferito, aveva fluenti capelli dorati, una corona di argento, la veste mossa dal vento e le sue labbra si muovevano come se pregasse. Altre persone, adulti e bambini, ebbero visioni di santi e persone pie, tra cui Giovanna d’Arco e Padre Pio e assistettero ad una quantità di fenomeni soprannaturali di vario tipo.

Gli avvenimenti di Melleray sono attualmente in corso di investigazione da parte della Chiesa.

Consulta anche: "Le apparizioni di Melleray in Irlanda" (filmato in inglese in 4 parti che fornisce un resoconto dettagliato sugli gli eventi di Melleray)

 

 

Hanya – Ucraina

Il 20 dicembre 1953 in Ucraina una donna di nome Hanya ebbe una visione durante la messa: vide la collina di Seredne e su questa delle fonti d’acqua. Hanya seppe descrivere chiaramente il luogo anche se non era mai stata su quella collina. La visione continuò e le apparve la Vergine Maria che le parlò.

Il caso di Hanya è attualmente ancora sotto investigazione da parte della Chiesa.

 

 

Helena Wallraff – Brüggen, Germania

Helena Wallraff nacque intorno al 1775 a Brüggen, un villaggio a quel tempo dipendente dalla parrocchia di Kirdorf, oggi appartenente al distretto governativo di Düsseldorf, Germania. I suoi genitori, Reinard Wallraff e Maria Krings, erano semplici agricoltori, senza fortuna, che non le impartirono altra istruzione se non quella religiosa, per cui non sapeva né leggere né scrivere. Helena si sposò nel 1783 con Wilhelm Horst, deceduto nel 1809, da cui ebbe quattro figlie che morirono durante l'infanzia.

Dio le elargì presto i suoi doni mistici: con grande pietà e profonda umiltà praticava a un singolare discernimento degli spiriti e portava nel suo corpo le stigmate di Nostro Signore. Era giudicata dai suoi compaesani come una "donna santa, particolarmente dotata". Una profonda calma regnava solitamente sul suo viso e nei suoi occhi brillava una fiamma celeste. Vedeva per grazia divina la deplorevole decadenza in cui si trovavano sia la Chiesa che lo Stato; le vennero mostrate le punizioni a venire con l'ordine di comunicarle alla sua guida spirituale, il parroco di Kirdorf. Ma Dio le rivelò anche i tempi migliori che avrebbero seguito le prove che erano sul punto di scoppiare. Tutte queste rivelazioni furono messe per iscritto e inviate all'ultimo arcivescovo elettore di Colonia; questi documenti oggi dovrebbero essere custoditi negli archivi di Vienna.

Fu suo marito a scrivere sotto sua dettatura il libro che si sentì ispirata a comporre, dal 12 aprile al 25 dicembre 1800, sotto il titolo di "Trost der Betriïbten" (in tedesco "Consolazione degli afflitti").

Morì il 14 settembre 1801 e venne sepolta a Kirdorf.

Le profezie di Helena Wallraff

 

 

(San) Ilario di Poitiers

Ilario nacque a Poitiers, in Francia, nel 315 circa. È santo (festa: 13.1), padre e dottore della Chiesa. Nobile proprietario terriero, sposato e con una bimba, si convertì al cristianesimo nel 345 e, poco dopo il battesimo, fu acclamato vescovo di Poitiers (350).

Impegnato contro l'arianesimo, ne confutò le posizioni nel De trinitate, subendo per questo l'esilio in Frigia (356-60).

Il contatto con l'Oriente fu provvidenziale per il vescovo di Poitiers: nei cinque anni che vi trascorse ebbe modo di imparare il greco, di scoprire Origene e la grande produzione teologica dei Padri orientali.

Rientrato a Poitiers riprese la sua opera pastorale fino al momento della sua morte avvenuta a Poitiers il 13 gennaio del 367.

Pio IX nel 1851 lo ha proclamato Dottore della Chiesa.

Oltre al summenzionato De trinitate, altre opere di Sant’Ilario sono: Commento a S. Matteo; Trattato sui salmi; Trattato sui misteri (365).

Consulta anche: Un quadro generale degli eventi degli Ultimi Tempi secondo la Tradizione

 

 

(San) Ippolito

Religioso e scrittore cristiano di lingua greca, santo (festa: 13.8), è annoverato fra i padri della Chiesa. Studi recenti porterebbero a distinguere tre diversi personaggi: un Ippolito vescovo e scrittore, un Ippolito martire romano e un terzo, autore di saggi filosofici, da identificarsi con l'antipapa contrapposto a Callisto e a Ponziano (quest’ultimo Ippolito sarebbe morto, secondo alcune fonti, il 13.8.236).

Sotto questo nome sono state tramandate numerose opere di esegesi biblica, di argomento liturgico, teologico e apocalittico-escatologico.

Consulta anche: Un quadro generale degli eventi degli Ultimi Tempi secondo la Tradizione

 

 

(San) Ireneo

Ireneo nacque a Smirne (nell’attuale Turchia) attorno al 130. È santo (festa: 28.6) e padre della Chiesa.

Fu uditore di san Policarpo. Approdato in Gallia, nel 177 divenne sacerdote e vescovo della Chiesa di Lione, dove esisteva una comunità cristiana che a quel tempo viveva sotto le persecuzioni di Marco Aurelio.

Lì combatté contro lo gnosticismo (smascheramento e confutazione della falsa gnosi, 5 libri, in greco), difendendo la centralità e il primato della Chiesa di Roma. Molteplice fu la sua attività di maestro e testimone della tradizione apostolica. Diffuse estesamente il messaggio evangelico. Si fece promotore di riconciliazione nella controversia sulla Pasqua, approfondì in opere di grande valore la comprensione delle Scritture e dei misteri della Fede: la Trinità, il Cristo centro della storia, l'Eucarestia che assume e trasforma l'umile materia della creazione. Dei suoi scritti ci restano intatti i cinque libri dell'Adversus haereses, in cui Ireneo appare non solo un teologo equilibrato che sa penetrare mirabilmente il mistero dell'Incarnazione redentrice, ma anche uno dei pastori più completi che abbiano servito la Chiesa.

Morì a Lione attorno al 200.

Consulta anche: Un quadro generale degli eventi degli Ultimi Tempi secondo la Tradizione

 

 

(Padre) Jean-Edouard Lamy

Padre Jean-Edouard Lamy (Père Lamy)

Jean-Edouard Lamy nacque il 23 giugno 1853 nel villaggio di Le Pailly, situato nel dipartimento dell'Alta Marna (diocesi di Langres), in Francia. Fu curato de La Courneuve dal 1900 al 1923.

Tutta la sua vita fu costellata da visioni e fenomeni mistici straordinari. Aveva spesso visioni di Gesù (soprattutto durante la Messa), della Madonna, di San Giuseppe e di angeli. Aveva una straordinaria devozione per la Madonna e una grande familiarità con gli angeli. Conversava regolarmente con il suo Angelo Custode. Molte persone che erano presenti quando parlava con gli angeli riferivano di sentire distintamente le loro risposte. Molti testimoni dicevano di vedere il viso di Padre Lamy diventare radioso quando assisteva alle sue visioni. Spesso nelle sue visioni vedeva fatti del passato e del futuro. Come altri grandi mistici subiva le vessazioni di Satana.

Dormiva una o due ore per notte e recitava il Rosario quasi continuamente. Aveva il dono del discernimento delle coscienze, cioè poteva "sentire" i peccati delle persone. Vengono riferiti molti miracoli operati da lui. Numerosi e illuminanti sono i suoi commenti su questioni spirituali e le profezie pervenuteci.

Il suo vescovo disse di lui: "Nella mia diocesi ho un altro Curato d'Ars".

La sua biografia è sta scritta dal Conte Paul Briver nel libro "Le Père Lamy, apôtre et mystique" ("Padre Lamy, apostolo e mistico"; N.d.T.).

Morì il 1° dicembre 1931 a Jouy-en-Josas, in Francia.

Consulta anche: Selezione di brani tratti dal libro "Apôtre et mystique: le Père Lamy"

 

 

 

Condizioni del copyright sui contenuti di questa pagina


Ritorna alla pagina principale

Indice  Ab-Ei  El-Je  Ji-Ma  Ma-Mo  Mu-Ru  Sa  Sa-Zu

Pagina precedentePag. precedentePag. successivaPagina successiva