CATTOLICI NEL SOCIALE:
CHI È STATO FEDELE AL CONCILIO?

Editoriale di don Guglielmo Fichera

 

 

A me non interessa cosa deve essere e cosa deve fare un laico opposto al cattolico (secondo il vocabolario dei giornali), cioè un laicista, una persona secolarizzata. Né m’interessa cos’è un laicista secondo il pensiero non solo debole, ma "infermo" dei vari Eugenio Scalari, Umberto Eco, Norberto Bobbio, Giorgio Bocca, che tanta parte hanno avuto nel diffondere i virus di una cultura scristianizzata e scristianizzante, (non solo fuori della Chiesa), soprattutto dalle colonne de "La Repubblica". A me interessa chiarire che cosa il Concilio Vaticano II ha detto e indicato sull’impegno del laico cattolico nel sociale: un impegno da cristiano, con mezzi e prassi cristiana.

 

1) IL CONCILIO VATICANO II

"E’ proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio. /.../ santificando il mondo /.../ manifestando Cristo agli altri /.../ A loro, quindi, spetta, particolarmente, illuminare e ordinare tutte le cose temporali, in modo che sempre siano fatte secondo Cristo" (Lumen Gentium, n.31; n.36 b). "I laici risanino le istituzioni e le condizioni del mondo, se ve ne siano che spingano i costumi al peccato /.../ Così agendo impregneranno di valore morale la cultura e le opere umane. /.../ In ogni cosa temporale devono essere guidati dalla coscienza cristiana, poiché nessuna attività umana, neanche nelle cose temporali, può essere sottratta al comando di Dio /.../ Come infatti si deve riconoscere che la città terrena è retta da propri principi, così a ragione è rigettata l’infausta dottrina che si sforza di costruire la società senza tenere alcun conto della religione" (Lumen Gentium, n. 36 c-d) (cfr. Gaudium et Spes, n.72). "L’ordine temporale deve essere instaurato in modo che, nel rispetto integrale delle leggi sue proprie, sia reso ulteriormente conforme ai principi della vita cristiana e adattato alle svariate condizioni di luogo, di tempo e di popoli. Tra le opere di simile apostolato si distingue l’azione sociale dei cristiani, che il Concilio desidera oggi si estenda a tutto l’ambito dell’ordine temporale, anche a quello della cultura" (Decreto su "Apostolato dei laici", n. 7 f-g). Questo impegno dei cristiani nel sociale deve tenere sempre presente due cose: a) la distinzione e la legittima autonomia delle realtà temporali da quelle soprannaturali (Mt 22,21); b) legittima autonomia non significa però indipendenza da Dio (cfr. Gaudium et Spes, n. 36 b-c). Il Concilio parla quindi di cattolici praticanti, impegnati in un cammino di santità, buoni samaritani e missionari, anche nel sociale, anche al Parlamento. Testimoni rispettosi, apostoli della cultura e della vita cristiana che si impegnano a effondere nel sociale la ricchezza dei valori cristiani e insieme a cogliere tutti i semi di verità e di bontà che vi sono presenti.

 

2) DON LUIGI STURZO

Per Don Sturzo l’impegno in politica è effusione e conseguenza della virtù teologale della carità. L’unica vera rivoluzione è quella spirituale. Al falso concetto di rivoluzione marxista, Sturzo contrappone: "Per noi la prima, vera, unica rivoluzione fu quella del cristianesimo. Le altre se sono vere rivoluzioni, hanno un orientamento cristiano; sono tanto più vere quanto più sono animate da spirito cristiano, tanto meno vere quanto più lontane da questo" (Salvo Millesoli, Don Sturzo, La carità politica, Ed. Paoline, pp. 182-183). Per Don Sturzo la vera riforma sociale consiste nella revisione della vita dell’uomo alla luce del Vangelo e di tutti gli insegnamenti di Cristo (cfr. Salvo Millesoli, o.c., p. 183). Le vere riforme le possono fare solo i santi. "In Sturzo non si può mai disgiungere il proprio ministero di evangelizzatore dall’impegno per una migliore giustizia sociale. Vita spirituale cristiana completa ed impegno politico vanno sempre insieme: così anche nel laico cattolico. Don Sturzo rifiuta categoricamente la lotta di classe di stampo marxista, proponendo al contrario una sorta di evangelica conciliazione tra le classi. Sturzo, non può assistere inerme alla semina che altri fanno nel popolo di Dio dei germi dell’odio di classe che inevitabilmente comporta la violenza della rivoluzione cruenta" (Salvo Millesoli, o.c., p. 188). Per Sturzo chi si impegna nel sociale è un cattolico praticante, con una ricca e centrale vita spirituale, fedele al Magistero della Chiesa e missionario dovunque, anche al Parlamento. Per questo cristiano i principi etici personali e sociali, sono quelli evangelici (insegnati dalla Chiesa) e quindi non opinabili. Egli è un missionario nel sociale e in politica, con una cultura e una prassi cristiana che non intende compromettere o prostituire con nessuno. Sturzo parla di una coscienza "integralmente cristiana", di un impegno "ecclesiale": l’ecclesialità per Sturzo non è mai un "optional" e non può mai essere messa tra parentesi. Il vero credente è attaccato alla Chiesa, sempre, non "a corrente alternata". Il Re del Belgio, Baldovino, si dimise per non firmare la legge sull’aborto. Non ci sono stati e non ci sono molti cosiddetti "cattolici sociali" che sono stati altrettanto coerenti e coraggiosi! Un cattolico è sempre "Buon samaritano": amante del prossimo, della persona del prossimo, ma allo stesso tempo non si compromette mai con nessuna ideologia o con posizioni antropologiche incompatibili con la fede (efr. Octogesima adveniens, n. 49). Ama la persona, ma rifiuta gli idoli. "Per Sturzo la distinzione tra religione e politica non deve mai farsi separazione, perché il cristianesimo è messaggio di salvezza "integrale" per l’uomo, cioè mira al bene di tutto l’uomo. Esso deve pertanto ispirare anche l’impegno nel temporale e la democrazia, senza però confondersi con essi, evitando sia la secolarizzazione della missione soprannaturale della Chiesa, sia la sacralizzazione della politica" (Salvo Millesoli, o.c., pp. 175-176).

 

3) CHI E’ STATO TESTIMONE FEDELE?

L’insegnamento del Concilio e il pensiero di Don Sturzo ci spingono a porre delle domande. In questi anni del post-concilio chi veramente si è impegnato ad ordinare le cose temporali secondo Dio? "Siamo /.../ in un’epoca in cui /.../ la società si illude di trovare nel riferimento all’io individuale l’unico criterio di verità e delle scelte che ne conseguono. Assistiamo con sofferenza ai tentativi di scardinare principi fondamentali della fede cristiana, riguardanti la vita, l’amore, la famiglia, l’uso dei beni materiali, la giustizia, la solidarietà. La fede incide sempre meno nella vita. /.../ La mentalità permissiva penetra progressivamente nel costume di tanti cristiani, che mettono insieme una saltuaria richiesta di sacramenti /.../ e l’adesione quotidiana a stili di vita in contrasto con la fede" (Libro del 1° Sinodo Diocesano, Introduzione, pp. 11-12).

 

LA SECOLARIZZAZIONE INTACCA I CODICI ETICI

La falsa rivoluzione sessuale (H. Marcuse) ha prodotto una corruzione dei costumi e una caduta spirituale nei cuori. A questa idolatria degli istinti chi ha saputo contrapporre la bellezza e la profondità del progetto di Dio sulla sessualità, sulla dignità e la santità della famiglia e del matrimonio, sull’amore e la fecondità del matrimonio, sul rispetto della vita umana sin dal concepimento, sull’impegno di tutti a tutelare e promuovere la famiglia fondata sul matrimonio (Gaudium et Spes, nn. 47-52)? Il liberismo sessuale e una sessualità randagia, hanno prodotto gravi danni alla famiglia. Paolo Sorbi, ex sessantottino "pentito": "La crisi della famiglia deve molto al Sessantotto". Chi ha saputo mobilitarsi per evitare che la famiglia, anche legalmente, fosse sempre meno difesa, sempre più smembrata? La cultura dell’adulterio è stata diffusa e incoraggiata. La fedeltà derisa. Secondo un sedicente psicanalista la fedeltà è impossibile; essa o è frutto di nevrosi oppure produce nevrosi. Le qualità morali erano oggetto di ironia: "Poverino è virtuoso, non ha fantasia!". L’amante era sempre mitizzato ed esaltato, mentre la moglie o il marito traditi erano visti sempre e solo come colpevoli!!! C’è stata una degradazione di alcuni valori fondamentali nella famiglia (Familiaris consortio, n. 6).

 

LA MEDICINA SBAGLIATA DEL ‘68

A partire dal ‘68, è esploso un forte processo di secolarizzazione, nel campo politico, nel campo filosofico, nel campo pedagogico, nel campo dell’etica sessuale, ecc., secolarizzazione che non ha mancato di interessare anche la Chiesa. A problemi veri, a istanze giuste, ad autentiche aspirazioni sono state date risposte e soluzioni ideologiche sbagliate. La malattia c’era, ma la medicina era sbagliata e ha prodotto effetti di morte su tutto l’organismo. Papa Paolo VI: "Non è attraverso nuove ingiustizie che si combattono quelle contro le quali si insorge" (18/5/1970, Insegn. di Paolo VI, T. P. V., vol. VIII, pp. 584-589).

 

CLIMA INSURREZIONALE E CAPOVOLGIMENTO DEI VALORI

Marito contro moglie, figli contro i padri, alunni contro insegnanti! Tutti i professori nel ‘68 erano "aguzzini", lo studente era sempre un imputato, l’esame sempre una tortura sadica (cfr. Michele Brambilla, 10 annidi illusioni, Rizzoli, 1994, p.14). Quanti hanno assecondato la contestazione di tutto e tutti (genitori, insegnanti, ogni autorità) e trasformato la trasgressione in legge? Il motto di Camus, era: "Mi ribello, dunque sono!". "Vietato vietare", era il delirante slogan di quegli anni. La ribellione a tutto e a tutti, ha tolto i padri ai figli e i figli ai padri, generando nevrosi. Chi si è impegnato a promuovere una vera cultura della paternità, dell’autorità e dell’educazione in armonia con gli insegnamenti conciliari?

 

CRISTIFICARE LE COSE TEMPORALI

Chi si è impegnato ad illuminare ed ordinare tutte le cose temporali (lavoro, giustizia, famiglia, politica, realtà sociali, corpi intermedi, sanità, ecologia, bioetica, scuola, Università, problemi demografici, cultura, educazione, vita e sviluppo economico, vita pubblica, ecc.) perché siano fatte secondo Cristo? Chi si è mobilitato per evitare che la scuola fosse sempre più colonizzata dalla "egemonia gramsciana" e riempita di troppi libri di testo scritti con la "sinistra"? Chi ha saputo assumere un corretto impegno per la giustizia, e ha promosso un giusto approccio anche al problema dell’associazionismo dei magistrati? Come mai in buona parte della magistratura si infiltrano cervelli "sinistri" e una minoranza di "ayatollah eversivi" (come dice Cossiga) senza che ci sia stata una proposta valida alternativa? La magistratura (democratica!) e persino la psichiatria (democratica!) sono entrate nella strategia gramsciana di conquista del potere, senza incontrare resistenze.

 

RISANARE ISTITUZIONI CHE SPINGONO AL PECCATO

Chi si è impegnato a risanare le istituzioni e le condizioni del mondo, se ve ne siano che spingono i costumi al peccato? Si è assistito ad un dilagare della pornografia e della licenza sessuale come mai in precedenza. La lussuria è diventata l’ingrediente necessario nella vita, negli spettacoli televisivi, nei films, nelle riviste, ecc. Con la scusa di opporsi al passato si è finiti nell’eccesso opposto: un clima di sesso-latria. Chi si è impegnato, cristianamente, per avere una cultura dei cervelli puliti, dei cuori puliti, degli spiriti puliti, così che anche l’agire poi, potesse essere pulito? Per anni si è fatta dilagare la cultura della droga (cultura underground americana, beat, hippie, Allen Ginsberg, Timothy Leary, Jack Kerouac "Sulla strada"; happening, concerti con fumo di Cannabis o di acidi o di peyote), e poi ci si lamenta che ci sono troppi drogati! Chi ha promosso la cultura della verità e della responsabilità?

 

LA PIAGA DELL’ABORTO E DEL DIVORZIO

Sotto la spinta di una falsa cultura in Italia sono diventate leggi l’aborto e il divorzio. La legge sul divorzio fu presentata da un democristiano e un socialista insieme (Gaslini-Fortuna). Il referendum sull’aborto (1976) e quello sul divorzio (1974) è passato con la collaborazione di una buona parte del mondo cattolico. Se il Papa, in accordo col Concilio, continua a parlare contro l’aborto, ("abominevole delitto" e mai diritto) (cfr. G.S., n. 51) e contro l’iniqua legge dell’aborto, come è possibile che chi si definisce cattolico, affermi che invece è sacrosanta? Chi si è impegnato a promuovere una vera cultura della vita e dell’amore? Come mai si è arrivati addirittura all’ostentazione e all’orgoglio dei matrimoni gay? E la complementarietà dei sessi e l’unicità della coppia eterosessuale per generare una nuova vita? Dove sono finiti gli intellettuali cattolici? Nella Chiesa, addirittura, il relativismo intellettuale ed etico giunse a negare che esistessero atti intrinsecamente cattivi: tutto è buono o cattivo a seconda delle circostanze. Anche nella Chiesa - in Seminari e Facoltà Teologiche - denuncia il Papa nel 1993 - si sono insegnate cose contrarie alla dottrina morale della Chiesa (cfr.Veritatis splendor, n.4). In quel periodo di cui parliamo, tutti ricordano che chi parlava della patria e dell’unità d’Italia era etichettato come reazionario: oggi, paradossalmente, quelle stesse sinistre che per anni hanno inveito contro questi valori, in nome di un errato internazionalismo, adesso difendono l’identità nazionale. Paradossalmente i comunisti di ieri, hanno dovuto fare i patrioti di oggi! Ma sono credibili?

 

CATTOLICI E POLITICA

A livello politico chi si è impegnato per una vera ispirazione cristiana in politica e chi invece si è compromesso con gli idoli di moda? Paolo Sorbi: "Come mai nel Sessantotto una massa ed anche un’élite di quadri formati nell’Azione Cattolica e nei gruppi di base, finiscono lontani dalla Chiesa? Come mai nello spazio di pochi mesi ci siamo totalmente consegnati, e consapevolmente, ad una dominate marxista. Mi spiego: la linea radicale-francescana del Vaticano II è stata straordinaria per l’aggiornamento della Chiesa rispetto al mondo contemporaneo: Però l’uso che i "figli" - (dai teologi ai vescovi, ai rettori di seminari, a tanti di noi laici) - hanno fatto di tale radicalità evangelica, va chiaramente distinto da essa. Molti cattolici hanno interpretato lo spirito del Concilio radicalizzandolo e rompendo con la linea di Montini e con la linea progressiva del Vaticano II stesso. Salvatore Natoli: "Nel Sessantotto molti cristiani per il socialismo hanno perso la fede e si sono secolarizzati"(cfr. Avvenire, 20 marzo 1998, pp. 20-21).

 

GREGARI E SUBALTERNI

Come è stato possibile il sinistrismo delle ACLI, che nel 1970 fecero l’opzione socialista con Livio Labor (Mpl), per raccogliere i cattolici del "dissenso". La CEI sconfessò le ACLI e negò loro di proclamarsi "movimento cristiano" (cfr. Michele Brambilla, op. cit., pp. 49-59). Chi ha lasciato dilagare l’egemonia culturale del PCI? Il PCI godeva dell’appoggio di alcune importanti case editrici. Molte Università divennero "feudi" culturali del PCI. La CISL, per anni è stata serva e subalterna alla CGIL. Come mai per tanti anni e forse ancora oggi - il mito della rivoluzione ha giustificato ogni massacro? "Padre Francois Ponchaud è stato il primo a denunciare - dall’ottobre 1975 - il genocidio dei Khmer rossi dalle colonne di "La Croix". "Quando ho detto ciò che accadeva in quella terra, nessuno voleva credere: la mitologia dell’epoca era che rivoluzionari non possono essere che buoni". Nessuno fece niente. Anche certi preti francesi confondevano il regno di Marx e il Regno di Cristo" (cfr. Avvenire, Mercoledì 31 Marzo 1999, p. 23). Come mai quando nel 1974 usci "Arcipelago Gulag" di A. Solzenicyn la stampa italiana brillò per silenzi, calunnie e disinformazione. I profughi che raccontavano gli orrori e le sofferenze dei regimi comunisti, erano tacciati per fascisti. Umberto Eco definì Solzenicyn, un Dostoevskij da strapazzo. Alberto Moravia sull’Espresso scrisse che lo scrittore russo era solo un "nazionalista slavofilo" (Avvenire, 13/4/l999). Dov’erano e dove sono finiti gli intellettuali cattolici? Sono passati armi e bagagli al nemico? Come è stata possibile la falsa teologia della liberazione, prostituita col marxismo e contro cui esistono ben due documenti della Congregazione per la Dottrina della Fede? E il fenomeno aberrante dei preti-comunisti? E quello delirante dei cattolici per il socialismo o il comunismo? Non hanno niente a che vedere col Concilio! Come mai abbiamo avuto una chiara tendenza contraria alle indicazioni del Concilio? Mentre il Concilio aveva ribadito il rifiuto del marxismo (Gaudium et Spes, n. 21, nota 16), dopo il Concilio si è fatto a gara per compromettersi col comunismo; 2) il Concilio aveva chiaramente detto che spetta ai laici l’impegno diretto nel sociale ed in politica. Eppure dopo il Concilio un consistente numero di preti si presenta come candidati alle elezioni nelle liste del PCI, occupando abusivamente, lo spazio di competenza dei laici. Cosa è stato fatto per contrastare questo rovinoso fiume di tenebre e di sporcizia? Chi è stato fedele e ha agito solo secondo la vera Dottrina Sociale della Chiesa? Il cristiano deve, nei modi giusti, traghettare la società verso i valori cristiani. Chi promuove questo impegno?

 

SOCIETA’ SENZA DIO

Chi si è impegnato a rigettare l’infausta dottrina che si sforza di costruire la società senza tenere conto della religione? Si è fatto di tutto, invece, per cercare di costruire, al contrario, la società, senza riferimento a Dio. Nella mentalità laicistica e secolarizzata l’impegno cattolico coerente viene visto con disprezzo ed etichettato come "confessionale", come se tutto ciò che proviene dal contributo che dà la chiesa, dovesse essere, a priori, da rigettare. L’impegno culturale è stato di testimonianza del cristianesimo, oppure la maggior parte dei cattolici, dialogando col marxismo, è diventata ....catto-comunista? Sono andati per catechizzare e invece sono stati catechizzati?

L’equilibrio indicato dal Magistero, in gran parte, è mancato; e questo si è tradotto, globalmente, in una precaria e mediocre presenza culturale che, in molti casi, si riduce solo a riciclare e scimmiottare, i falsi miti e di slogan di moda. Questa "caduta" culturale, questa "debolezza" intellettuale inclina al "modernismo", educa alla superficialità, modifica o falsifica i criteri di giudizio, predispone all’accettazione acritica degli idoli di moda.

Don Guglielmo Fichera

 

 

 

Da Per maggiori informazioni cliccare sul logo n.5 - luglio 2002 (per maggiori informazioni cliccare sul logo).
Pubblicato da "Profezie per il Terzo Millennio" su autorizzazione del
direttore di redazione di "Fede e Cultura", don Guglielmo Fichera.

 


 

Ritorna alla pagina principale