Il Papa è infallibile? È lecito poterlo criticare?

 

 

In merito alla possibilità di correggere un superiore, San Tommaso d'Aquino cita S.Agostino: «S. Agostino ha scritto nella Regola: "Non di voi soltanto, ma anche di lui", cioè del prelato, "abbiate misericordia, che quanto si trova in un posto più alto, tanto si trova in maggiore pericolo". Ora, la correzione fraterna è un'opera di misericordia. Quindi vanno corretti anche i prelati».

E continua l'Aquinate: «Non spetta ai sudditi nei riguardi del loro prelato la correzione che è, mediante la coercizione della pena, un atto di giustizia. Ma la correzione fraterna che è un atto di carità spetta a tutti nei riguardi di qualunque persona, verso la quale siamo tenuti ad avere la carità, quando in essa troviamo qualche cosa da correggere. [...] Siccome però l'atto virtuoso deve essere moderato dalle debite circostanze, nelle correzioni che i sudditi fanno ai loro superiori si deve rispettare il debito modo: essa cioè non va fatta con insolenza né con durezza, ma con mansuetudine e con rispetto. Ecco perché l'Apostolo ammonisce: "Non rimproverare l'uomo anziano, ma rivolgigli la tua esortazione come a un padre" [...] Si tocca colpevolmente il prelato quando si rimprovera senza rispetto, oppure quando si sparla di lui.».

San Tommaso spiega anche con quale spirito e atteggiamento bisogna correggere: «"Resistere in faccia davanti a tutti" passa la misura della correzione fraterna: perciò S. Paolo non avrebbe così ripreso S. Pietro, se in qualche modo non fosse stato suo pari rispetto alla difesa della fede. Ma ammonire in segreto e con rispetto può farlo anche chi non è pari. Perciò l'Apostolo scriveva ai Colossesi di ammonire il loro prelato, dicendo: "Dite ad Archippo: Adempi il tuo ministero".

Si noti però che quando ci fosse un pericolo per la fede, i sudditi sarebbero tenuti a rimproverare i loro prelati anche pubblicamente. Perciò S. Paolo, che pure era suddito di S. Pietro, per il pericolo di scandalo nella fede, lo rimproverò pubblicamente. E S. Agostino commenta: "Pietro stesso diede l'esempio ai superiori, di non sdegnare di essere corretti dai sudditi, quando capita di allontanarsi dalla giusta via"» (Somma teologica, II-II, 33, 4).

La Costituzione dogmatica sulla Chiesa del Concilio Vaticano II Lumen Gentium al N. 37 insegna: «I laici, come tutti i fedeli, hanno il diritto di ricevere abbondantemente dai sacri pastori i beni spirituali della Chiesa [...] ad essi quindi manifestino le loro necessità e i loro desideri con quella libertà e fiducia che si addice ai figli di Dio e ai fratelli in Cristo. Secondo la scienza, competenza e prestigio di cui godono, hanno la facoltà, anzi talora anche il dovere, di far conoscere il loro parere su cose concernenti il bene della Chiesa. Se occorre, lo facciano attraverso gli organi stabiliti a questo scopo dalla Chiesa, e sempre con verità, fortezza e prudenza, con rispetto e carità verso coloro che, per ragione del loro sacro ufficio, rappresentano Cristo».

Nel codice di Diritto canonico, al canone 212, leggiamo: «I fedeli, consapevoli della propria responsabilità, sono tenuti ad osservare con cristiana obbedienza ciò che i sacri Pastori, in quanto rappresentano Cristo, dichiarano come maestri della fede o dispongono come capi della Chiesa.

I fedeli sono liberi di manifestare ai Pastori della Chiesa le proprie necessità, soprattutto spirituali, e i propri desideri.

In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l'integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l'utilità comune e la dignità delle persone».

I fedeli cattolici devono nutrire amore filiale e obbedienza per il loro Papa. Ciò non significa che dobbiamo apprezzarlo per forza sempre o che dobbiamo approvare necessariamente tutto ciò che fa. Dovremmo, tuttavia, evitare di suscitare scandalo, mantenere il rispetto per il Santo Padre quando se ne parla con gli altri, prestare attenzione alle sue parole sulla fede e la morale e obbedirgli quando ciò è richiesto.

Va detto che Papa Francesco ha invitato in più occasioni i fedeli alla parresia (termine proveniente dal greco che significa: schiettezza, franchezza). Il Santo Padre in occasione dell'apertura dell’Assemblea generale della Cei, il 21 maggio 2018, ha tenuto un breve discorso introduttivo in cui ha sottolineato l'importanza che egli attribuisce alla franchezza: "Potete rivolgermi tutte le domande, le ansie e le critiche che volete. Non è peccato criticare il Papa, si può fare".

Da quanto abbiamo visto finora appare evidente che è del tutto lecito dissentire da un pastore e persino correggerlo, anche quando si tratta del Papa in persona. Ciò è possibile poiché non sempre ma solo in rari casi il Pontefice si avvale della prerogativa dell'Infallibilità. Se godesse sempre dell'infallibilità, in ogni suo atto, il Papa sarebbe una sorta di sovrano assoluto dotato di una perfezione sovraumana. Papa Pio IX, nella Lettera apostolica Mirabilis illa constantia (4 marzo 1875), lodò la dichiarazione collettiva dei vescovi tedeschi, i quali affermavano che «l’opinione secondo cui il papa è “un sovrano assoluto in ragione della sua infallibilità” è basata su una comprensione completamente falsa del dogma dell’infallibilità papale». Solo quando il Papa si pronuncia su una questione dichiarando in maniera esplicita di voler far uso del carisma dell'infallibilità (pronunciamento ex cathedra nell'ambito del suo Magistero straordinario) i cattolici sono obbligati ad assentire a tale insegnamento infallibile rinunciando così a qualsiasi obiezione o critica su di esso, sapendo che le parole del pontefice sono suggellate dallo Spirito Santo stesso. Infatti ogni credente "è tenuto a prestare a queste verità il suo assenso fermo e definitivo, fondato sulla fede nell'assistenza dello Spirito Santo al magistero della Chiesa, e sulla dottrina cattolica dell'infallibilità del magistero in queste materie. Chi le negasse, assumerebbe una posizione di rifiuto di verità della dottrina cattolica e pertanto non sarebbe più in piena comunione con la Chiesa cattolica" (Nota dottrinale illustrativa della formula conclusiva della Professio fidei, 6).

Tuttavia non sono in pochi anche oggi a credere che un Papa non possa essere mai criticato poiché detiene il carisma dell'infallibilità in qualsiasi cosa dica o faccia. Alcuni a sostegno di questa convinzione affermano che il Pontefice non può sbagliare in quanto assistito costantemente dallo Spirito Santo nella sua veste di rappresentante di Gesù Cristo in terra. Dissentire in merito ai suoi pronunciamenti, anche nell'esercizio del Magistero ordinario, significherebbe peccare gravemente contro lo Spirito Santo.

A questo proposito vi proponiamo, per cercare di fare chiarezza su questa credenza, un interessante articolo (nella nostra traduzione; titolo originale: "The Types of Papal Documents and Weight of Each") di Matthew Plese, pubblicato il 24 agosto 2023 nel sito The Fatima Center.

 

 

I tipi di documenti papali e il peso di ciascuno

 

Molti non cattolici credono erroneamente che tutto ciò che il Papa afferma, anche oralmente, sia infallibile. Dovrebbe essere ovvio che non è così (si pensi alla conferenza stampa in volo del 18 febbraio 2016 sull'aereo papale, in cui l'uso di contraccettivi è stato definito "accettabile in situazioni difficili"). Molti cattolici credono altrettanto erroneamente che tutto ciò che il Papa scrive sia preservato dall'errore e debba essere seguito. Anche questo non è esatto. Vale la pena riflettere sui diversi tipi di documenti papali che esistono e sul peso magisteriale di ciascuno.

 

 

Tipi diversi di documenti papali

 

Encicliche: un'enciclica è uno dei tipi più comuni di documenti papali. È una lettera inviata dal Papa ai vescovi della Chiesa e, attraverso di loro, ai fedeli e talvolta persino a tutte le persone. Le encicliche affrontano di solito questioni dottrinali, morali o sociali e forniscono orientamenti e insegnamenti su questioni di fede e morale. Sono destinate a essere lette e studiate dai fedeli per acquisire una comprensione più profonda della posizione della Chiesa su temi particolari.

Costituzioni Apostoliche: una costituzione apostolica è un documento papale di alto livello che si occupa tipicamente di questioni legate al governo e alla struttura della Chiesa. Può stabilire o modificare leggi, regolamenti o istituzioni all'interno della Chiesa. Le costituzioni apostoliche sono considerate avere un livello di autorità superiore rispetto alla maggior parte degli altri tipi di documenti papali.

Motu Proprio: il termine latino "motu proprio" significa "per sua iniziativa". Un motu proprio è un documento emanato direttamente dal Papa per sua iniziativa, senza alcuna sollecitazione esterna. Questi documenti vengono spesso utilizzati per affrontare questioni amministrative o disciplinari specifiche all'interno della Chiesa. I motu proprio possono anche essere utilizzati per modificare determinati aspetti del Diritto Canonico o stabilire nuove norme.

Bolle: una bolla è un documento papale tradizionalmente sigillato con un sigillo rotondo di piombo o cera, noto come "bulla". Le bolle sono utilizzate per vari scopi, tra cui l'istituzione di nuove diocesi, la canonizzazione dei santi, la concessione di privilegi a individui o istituzioni e altre azioni amministrative significative .

Lettere Apostoliche: le lettere apostoliche sono lettere personali emesse dal Papa a individui, gruppi o istituzioni. Pur non avendo lo stesso livello di autorità delle encicliche o delle costituzioni apostoliche, sono comunque di grande peso e affrontano spesso questioni pastorali o amministrative importanti.

Esortazioni Apostoliche: le esortazioni apostoliche sono documenti che incoraggiano i fedeli a vivere più pienamente la loro fede o affrontano specifiche sfide pastorali. Sebbene non siano considerate autorevoli quanto le encicliche o le costituzioni apostoliche, esse servono come importanti guide per i fedeli nella loro vita spirituale.

Ciascuno di questi documenti papali gioca un ruolo cruciale nella comunicazione e nel governo della Chiesa cattolica e viene emanato sulla base del contesto particolare e delle esigenze della Chiesa e dei suoi membri.

 

 

Quali documenti papali sono infallibili?

 

È importante ricordare che nessun documento della Chiesa è automaticamente considerato avere il massimo peso magisteriale solo perché è stato emesso dal Papa. Infatti, l'infallibilità non è automaticamente associata a nessuno dei tipi di documenti sopra menzionati. Va ricordato che il dogma dell'infallibilità papale afferma che il Santo Padre, quando parla ex cathedra (letteralmente, dalla cattedra di Pietro), è preservato dall'errore dallo Spirito Santo. Questo modo solenne di parlare non è legato a un particolare veicolo di diffusione.

Piuttosto, il Beato Papa Pio IX, nella sua solenne definizione del dogma cattolico dell'infallibilità papale (nel 1870, durante il Concilio Vaticano I), spiegò che un pronunciamento ex cathedra ha quattro caratteristiche interne:

"il Romano pontefice [...] parla ex cathedra [...] quando, adempiendo il suo ufficio di pastore e maestro di tutti i cristiani, in virtù della sua suprema autorità apostolica definisce che una dottrina riguardante la fede o i costumi dev’essere ritenuta da tutta la Chiesa"

 

 

Condizioni necessarie

 

Potremmo elencare le quattro caratteristiche distintive di un insegnamento papale infallibile "ex cathedra" nel seguente modo:

Una quinta condizione che molti non menzionano è che al Papa non è permesso "inventare" una nuova dottrina con potere infallibile. Il Concilio Vaticano I afferma chiaramente: "Lo Spirito Santo infatti, non è stato promesso ai successori di Pietro per rivelare, con la sua ispirazione, una nuova dottrina, ma per custodire con scrupolo e per far conoscere con fedeltà, con la sua assistenza, la rivelazione trasmessa dagli Apostoli" [1].

Pertanto, quando il Papa emette un insegnamento infallibile, si adopera anche per mostrare come tale insegnamento sia contenuto nella Sacra Scrittura e nella Sacra Tradizione.

 

 

Esempi di infallibilità

 

I pronunciamenti infallibili del Papa sono estremamente rari.  I casi più noti in tempi recenti sono stati la definizione del dogma dell'Immacolata Concezione e il dogma dell'Assunzione di Maria, rispettivamente nel 1854 e nel 1950. Se si leggono questi documenti, si vede quali sforzi i Papi abbiano fatto per mostrare come questi due insegnamenti provengano dalla Rivelazione Divina e siano presenti sia nella Scrittura che nella Tradizione.

Il dogma dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria è stato definito attraverso una costituzione apostolica. Il documento che ha definito questo dogma si chiama Ineffabilis Deus ed è stato emesso da Papa Pio IX l'8 dicembre 1854. In questa costituzione apostolica, Papa Pio IX ha dichiarato e definito come dogma che la Beata Vergine Maria, per un privilegio singolare concesso da Dio, è stata preservata da ogni macchia di peccato originale dal primo istante del suo concepimento nel grembo di Sant'Anna.

Anche il dogma dell'Assunzione della Beata Vergine Maria è stato definito attraverso una costituzione apostolica. Il documento che ha definito questo dogma è chiamato Munificentissimus Deus ed è stato promulgato da Papa Pio XII il 1 novembre 1950. In questa costituzione apostolica, Papa Pio XII ha proclamato il dogma dell'Assunzione, che afferma che la Beata Vergine Maria, alla fine della sua vita terrena, è stata assunta corpo e anima nella gloria celeste.

Ma questi esempi non significano che tutte le costituzioni apostoliche siano infallibili. Un esempio di una costituzione apostolica che non ha definito nulla di infallibile è la costituzione apostolica Veterum Sapientia. È stata promulgata il 22 febbraio 1962 e affronta l'importanza e la necessità di preservare il latino come lingua della liturgia, della teologia e delle istituzioni educative della Chiesa cattolica. In Veterum Sapientia, Papa Giovanni XXIII ha sottolineato il valore duraturo e la ricca tradizione del latino all'interno della Chiesa. Sebbene il documento sia autorevole e rifletta l'insegnamento del Papa sull'argomento, non comporta una definizione definitiva di un dogma o una dichiarazione di dottrina infallibile. Invece, rientra nella categoria dell'insegnamento pastorale e dell'incoraggiamento all'uso del latino nella vita della Chiesa.

 

 

Conclusione

 

Encicliche, costituzioni apostoliche, motu proprio e altri documenti papali non sono automaticamente infallibili. La loro autorità varia in base al livello di insegnamento e al modo in cui sono promulgati. È possibile che contengano errori, e trovare errori in tali documenti non dovrebbe mai scandalizzare o portare a dubitare di alcun punto del dogma cattolico infallibile.

L'infallibilità è un aspetto speciale e limitato del magistero straordinario del Papa all'interno del contesto più ampio del suo ruolo di insegnamento nella Chiesa. Dovremmo comunque dedicare del tempo alla lettura e allo studio dei documenti tradizionali emessi dai Papi in passato prima dell'incertezza dottrinale che è emersa con forza a metà degli anni '60.

 

 

 

Note dell'autore dell'articolo riportato:

[1] Pastor Aeternus, Costituzione Dogmatica della Chiesa di Cristo, 18 luglio 1870, Capitolo 4, No. 6.

 

Documento redatto con l'ausilio di ChatGPT e Bard.

 

Traduzione e adattamento a cura di "Profezie per il Terzo Millennio" - Dicembre 2023
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