Le profezie di una religiosa trappistina

 

 

Quella che segue è la visione di un'anziana religiosa francese appartenente alle Trappistine di Notre-Dame-des-Gardes (presso Chemillé-en-Anjou, diocesi di Angers in Francia), morta attorno al 1828.

 

"[...] Sentii molte voci che gridavano con un tono orribile, e in quel momento mi credetti mezzo morta. Ma ebbi ancora più grande paura quando sentii distintamente per tre volte le stesse voci che dicevano: «Siamo vincitori, abbiamo la vittoria!». Nel momento in cui le voci pronunciavano queste parole, all'improvviso vidi che il cielo divenne una profonda notte; non avevo mai visto niente di così oscuro. Questa oscurità fu accompagnata da un tuono, o piuttosto mi sembrava che il tuono arrivasse allo stesso tempo dalle quattro parti della terra.

Mi è impossibile descrivervi quale fu il mio terrore: il cielo divenne tutto un fuoco, lanciava in ogni direzione frecce infuocate; faceva un rumore così terribile che sembrava annunciare la rovina completa del mondo. Vidi allora una grande nube rossa color sangue di bue; questa nube rotolava su tutti i lati e mi procurava molta inquietudine, non sapendo cosa significasse.

Tuttavia, notai una moltitudine di uomini e donne che avevano delle figure che facevano paura; si abbandonavano a ogni sorta di crimine; vomitavano orribili bestemmie contro ciò che vi è di più sacro in cielo e sulla terra. Avvertii una così grande pena, che la sento ancora nello scrivervelo! Ciò che mi sorprese fu il vedere alla testa di questi sfortunati alcuni di coloro che per il loro stato devono condurli al bene, e che li spingevano al male. Ce n'è uno che non nominerò, che subirà la stessa sorte degli altri, a causa della sua riprovevole filosofia; il tempo vi dirà tutto, quando questi crimini saranno conosciuti e puniti.

Il tuono brontolava sempre nell'aria in una maniera spaventosa, quando udii una voce che mi disse: «Non temere: la mia ira cadrà su coloro che hanno acceso la mia collera; spariranno in un momento. Tutto l'universo sarà stupito di apprendere della distruzione della più bella, della più superba città! Dico superba per i suoi crimini! Ce l'ho in abominio! I due alberi che vedi, è lei che li ha generati; i loro rami rappresentano tutte le nazioni che lei ha avvelenato con la sua infelice filosofia che diffonde ovunque l'empietà; è questa maledetta Babilonia che si è inebriata del sangue dei miei santi; ella vuole ancora versarlo, e tra breve quello di un principe. Lei porterà al culmine questi terribili crimini, e io farò bere a lei il vino della mia collera; tutti i mali cadranno su di lei in una volta e in un solo istante». Non sentivo più la voce, ma un rumore spaventoso; la grossa nube si divise in quattro parti che caddero subito sulla grande città, e in un attimo fu tutta in fiamme. Le fiamme che la divoravano si levavano nell'aria e immediatamente non vidi più nulla se non una vasta terra nera come il carbone.

Dopo tutto ciò, il cielo si schiarì e, da una notte spaventosa, vidi il più bel giorno che abbia mai visto. Una mite primavera si faceva sentire, e tutto sembrava nell'ordine più perfetto. Vidi persone di ogni sorta, che erano così numerose, che sembrava un formicaio; non ho mai visto personaggi così felici; avevano un nonsoché che ispirava gioia; si comportavano tutti con profondo rispetto e regnava un generale silenzio, quando notai una grande piazza attorno alla quale tutte queste persone mi parevano riunite.

Nel mezzo di questa piazza vidi un fusto simile a una bella piramide, la cui sommità sembrava elevarsi fino al cielo. C'erano altri fusti tutt'attorno a quello; di distanza in distanza e come per piani, erano tutti guarniti con foglie di un verde vellutato e di una stupenda brillantezza; tra queste foglie c'erano dei fiori, alcuni di un rosso acceso, altri di un bianco senza eguali; tutto ciò dava un colpo d'occhio adorabile. Sulla cima del fusto principale c'era un grosso globo che mi sembrò fatto di un oro molto puro, e una colomba, bianca come la neve, svolazzava al di sopra. Ammiravo tutto ciò, quando udii un canto così melodioso, che mi sembrò provenire dal cielo, e di cui rimasi estasiata; nello stesso momento percepii una processione numerosa di tutti gli ordini religiosi ed ecclesiastici, cioè dei sacerdoti, dei vescovi, degli arcivescovi, dei cardinali e infine di tutti gli ordini.

Di questi, due attirarono in particolare la mia attenzione; sembravano tutti pieni dell'amore di Dio. Ce n'era uno, di cui non conoscevo l'abito; l'altro era accanto a lui in un atteggiamento rispettoso, cioè in ginocchio. In quel momento vidi la colomba, che era in cima al fusto, che si fermò sulla testa di colui il cui abito mi era sconosciuto (il Papa), il quale mise la mano sulla testa di colui che era in ginocchio (il Grande Monarca), e allora la colomba si posò anche sulla testa di quest'ultimo, poi tornò sull'altro; tutto il clero, ciascuno secondo il suo grado, circondava la persona sacra del Pontefice; i principali si avvicinavano a lui ancora di più.

Il fusto, a forma di piramide, aveva quattro porte principali alle sue quattro facciate. Il canto continuava sempre; si mischiava con le grida di gioia, ma senza confusione; dicevano: Gloria a Dio nei cieli e pace sulla terra! Viva la Religione in tutti i cuori! Viva  il Papa! Viva  il Grande Monarca, il sostegno della Religione! Poi la processione avanzò verso le porte del sud e dell'ovest, e uscì attraverso le porte dell'est e del nord, continuando a far sentire il canto più melodioso. In questa moltitudine senza numero c'erano persone di diversi regni, ma avevano tutte un solo cuore, uno stesso spirito e una stessa volontà. Piena di ammirazione per questo incantevole spettacolo, esclamai: Dio, quando arriveranno questi giorni felici? Sentii una voce che mi disse con un tono pieno di bontà: «Consolati, arriveranno quando saranno soddisfatte le mie volontà!»... Non ho più visto nient'altro se non la mia stanza; erano le sei."

 

 

Fonti:

"Nouveau Recueil de Prédictions", Edouard Bricon, Paris 1830; citato in "Voix prophétiques", Abbé J. M. Curicque, Editions Palmé, 3ª edizione, 1872.

 

A cura di Profezie per il Terzo Millennio - gennaio 2019.
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