CATECHESI SULL'APOCALISSE
DI SAN GIOVANNI APOSTOLO

don Guglielmo Fichera

2ª puntata - 1ª parte

 

 

 

1) IL PREGIUDIZIO DI ALCUNI BIBLISTI

Secondo alcuni biblisti, tutto ciò che è linguaggio apocalittico, tutto ciò che è letteratura apocalittica sarebbe soltanto e sempre simbolismo e non esprimerebbe mai corrispondenza a fatti reali. Invece l’Apocalisse è rivelazione e profezia (Ap 1,3; 22,7.19)

1) Rivelazione di Dio sulla storia degli uomini e per la storia degli uomini.

Non bisogna fare di nessun libro della Bibbia un libro avulso dalla storia, una specie di libro solo "raccolta di fiabe" per consolare gli animi. La Bibbia, tutta la Bibbia, e ogni libro della Bibbia, non è mai a-storico: è sempre Parola di Dio "per noi", "qui" ed "ora"; una Parola di Dio che si incarna nella storia degli uomini, una Parola di Dio per la storia degli uomini. L’Apocalisse, come ogni libro della Bibbia, è Parola dì Dio per la storia, con la storia, nella storia e quindi si realizza e trova riscontro concreto nella storia.

2) Profezia: Dio rivela in anticipo quello che accadrà nella storia, quello che la libertà degli uomini deciderà di compiere. L’Apocalisse non è solo lettura della storia e neanche solo interpretazione della storia, come se Giovanni si fosse messo a tavolino per scrivere solo una bella teologia della storia. L’Apocalisse è anche il diario essenziale - rivelato da Dio - degli interventi concreti di Dio nella storia e, insieme, degli avvenimenti che li caratterizzeranno. È la descrizione degli interventi di Dio che da sempre punisce il male e premia il bene. Attenzione, dunque, a non fare dell’Apocalisse solo un libro di speculazione filosofica o teologica. Nell’Apocalisse il riferimento è a fatti concreti, non a favole, non a interpretazioni fantasiose e cervellotiche, non a "ritorni al passato", non a speculazioni solo letterarie e/o linguistiche. La conoscenza dei generi letterari, non significa precipitare nell’a-storicità o nella fantasia. Alcuni biblisti, razionalisti e superficiali, hanno ridotto l’Apocalisse ad una collezione di "favole per bambini". Il libro sarebbe un espediente letterario, solo "un modo di dire", una serie di affermazioni solo verbali - un modo di parlare - che nulla o quasi nulla avrebbe a che fare con la realtà. Se fatti ci sono - essi affermano - sarebbero da ricercare solo nel passato! Quando poi si trovano dinanzi a passi un po’ oscuri, si rifugiano dietro un allegorismo spesso fantasioso e cervellotico. Inoltre bisogna rifiutare decisamente coloro che hanno ridotto l’Apocalisse ad un libro che parlerebbe solo di "Domiziano e ... dintorni"!

 

A) CONTRO L’UNILATERALITÀ DI INTERPRETAZIONE

1) Le 10 piaghe d’Egitto (Es Cap 7-12), non furono un fatto simbolico, ma terribilmente reale.

2) L’annuncio del castigo per Sodoma e Gomorra (Gen 18,17-21; 19,13) non fu un fatto simbolico, rientrante nel linguaggio e nel genere apocalittico. Il Fuoco che piovve su Sodoma e Gomorra, non fu un fatto simbolico, ma terribilmente reale.

3) L’annuncio del castigo del diluvio (Gen 6,5-8.12-22) non fu un fatto simbolico rientrante nel linguaggio e nel genere apocalittico. Il diluvio universale non fu un fatto simbolico, ma terribilmente reale.

4) L’annuncio della deportazione a Babilonia, a causa dei peccati d’Israele, (cfr. Is 5;7,18-25; 8) non fu un fatto simbolico rientrante nel linguaggio e nel genere apocalittico, ma fu un fatto terribilmente reale.

5) Vento, folgori, tuoni, terremoti nella Bibbia, non vanno sempre e solo interpretati come un semplice simbolismo, senza riferimento alla realtà, dovuto - si dice - al linguaggio e al genere apocalittico. Bisogna discernere caso per caso. Fa veramente sorridere - per esempio - la difficoltà ad accettare che si parli, nella Bibbia, di un terremoto vero, reale, quando la realtà, proprio di questi mesi, supera addirittura anche quello che leggiamo!

 

B) LA NATURA SI RIBELLA ALL’UOMO, QUANDO L’UOMO SI RIBELLA A DIO

Il 26 dicembre 2004, un terremoto devastante nel Sud-est asiatico, in poco tempo fa più di 300.000 morti, migliaia di dispersi, un’isola di sposta di 30 metri, l’asse terrestre si sposta di pochi centimetri, un’ecatombe di distruzione di case, di edifici, ecc.

Alle 6,58, in fondo all’Oceano Pacifico, al largo dell’isola di Sumatra la terra ha cominciato a tremare. Sono bastate meno di tre ore perché le onde sollevate da uno dei cataclismi più spaventosi della storia si propagasse fino all’Oceano Indiano travolgendo uomini e cose lungo le coste di sei paesi dell’Asia: città spazzate via dalla furia delle acque e paradisi turistici trasformati in inferni. La scossa di 8,9 gradi della scala Richter, durata 42 secondi, è una delle più forti mai registrate al mondo (quinta in ordine di grandezza nell’ultimo secolo, la più potente degli ultimi 40 anni) è stata registrata dai sismografi di tutto il pianeta. Ha sollevato una serie di onde enormi violentissime (lo "tsunami"), alte come montagne (dell’altezza anche di 10 metri come un edificio di tre piani), che hanno viaggiato alla velocità di 500 km l’ora prima di infrangersi con tutta la potenza di migliaia di tonnellate d’acqua su città e villaggi, devastando tutto quello che incontrava, colpendo 10 diversi Paesi a distanza di poche ore uno dall’altro. Il mare si è prima ritirato per centinaia di metri (400), come per prendere una rincorsa e poi è piombato su uomini e cose, come nel peggiore degli incubi, raggiungendo l’entroterra per quasi un chilometro. Ha avuto una potenza distruttiva un milione di volte più forte della bomba atomica. Se fosse accaduto da noi avrebbe rotto l’Italia in due" (cfr. Corriere della Sera, 27/12/2004, p. 2-3; p. 6; cfr. La Repubblica, 27/12/2004, p. 2; cfr. Il Giornale, 27/12/2004, pp. 2-3; pp. 7-8; cfr. Libero, 27/12/2004, p.7; cfr.I1 Mattino 27/12/2004, pp. 1-5). Di fronte a fatti storici così eclatanti, fa sorridere la difficoltà di alcuni biblisti a considerare seriamente che se, in alcuni casi (non in tutti!) la Bibbia dovesse parlare di terremoti, non sarebbe un peccato, qualche volta crederLe!

 

C) LA STORIA DELLA CHIESA È CATECHESI

Nel Capitolo VI, il Rinnovamento della catechesi, indica le fonti della catechesi: La Sacra Scrittura (nn. 105-108), La Tradizione (nn. 109-112); La Liturgia (nn. 113-117); Le opere del creato (nn. 118-122). Il Documento di Base afferma che "Anche la Storia della Chiesa è vera Tradizione, a cui la catechesi deve riferirsi per attingervi, quasi in atto, la verità della nostra salvezza in Gesù Cristo" (n. 112). Dalla Storia della Chiesa, attingeremo avvenimenti e insegnamenti, che ci aiutino a interpretare correttamente quanto l’Apocalisse rivela.

 

D) L’ERRORE DEL BIBLICISMO

Non bisogna infatti cadere nell’errore del Biblicismo, cioè uno studio della Bibbia senza i Padri e senza la Tradizione della Chiesa (cfr. Congregazione per l’educazione cattolica, Lo studio dei Padri della Chiesa nella formazione sacerdotale, n. 8); una lettura della Bibbia o della sua esegesi, come unico punto di riferimento veritativo (Giovanni Paolo Il, Fides et ratio, n. 55). Il biblicismo si pone contro il Concilio Vaticano II il quale afferma che la Bibbia non è il solo riferimento della Chiesa (cfr. D.V., nn. 9-10).

La Parola di Dio autentica è colta nell’unità inscindibile Tradizione-Bibbia-Magistero (cfr. D.V., n. 10) (cfr. Fides et Ratio, n. 55 e n. 65).

 

2) MANIFESTAZIONI DIVINE E COINVOLGIMENTO DELLA NATURA

1) Frequentemente le manifestazioni divine o teofanie nella Bibbia, nel Vangelo o anche nella storia coinvolgono la natura con manifestazioni atmosferiche o cosmiche.

Nel quadro della nascita di Cristo, una stella segnala l’evento ai magi (Mt 2,1-10); Mosè sull’Oreb s’incontra con Dio mediante un roveto acceso (Es 3,1-6); sul Sinai la presenza del Dio della Legge si visibilizza tra lampi e tuoni (Es 19,16); ad Elia, ancora sull’Oreb, Dio si fa precedere da vento impetuoso, da terremoto e da fuoco, e si manifesta nel venticello (1 Re 19,9-13). Anche nei mistici, oltre che nelle visioni autentiche dei profeti e dei veggenti, le apparizioni celesti avvengono sempre coinvolgendo la natura o le forze naturali del soggetto.

 

LA NATURA SI RIBELLA ALL’UOMO, QUANDO L’UOMO SI RIBELLA A DIO

"I cieli narrano la gloria di Dio e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento" (Sal 19,1-2) per cui la natura è "obbediente" all’uomo quando l’uomo è obbediente a Dio, lo loda, lo glorifica e lo ringrazia; si ribella all’uomo, quando l’uomo si ribella a Dio, lo bestemmia, lo insulta, lo rifiuta.

Tutto il cosmo si ricapitola in Dio, in Cristo, come spiega San Paolo, per cui ogni movimento di Dio verso l’uomo, diventa movimento dell’universo. E dall’altra parte ogni movimento dell’uomo contro Dio, suscita un movimento della natura contro l’uomo. Le teofanie non fanno che visibilizzare questa potenza, grandezza e infinità di Dio, che investono anche la natura cosmica.

 

A) LA NATURA MAI È AMORFA E PASSIVA

1) Quando Dio interviene nella storia, la natura non è mai neutra, non è mai solo uno sfondo amorfo e passivo. 2) Allo stesso modo quando si manifesta il male (il diavolo), anche qui la natura non è mai neutra, non è mai solo uno sfondo amorfo e passivo.

1) Nel caso delle manifestazioni soprannaturali di Gesù o della Madonna, ai grandi mistici cristiani, in genere queste manifestazioni sono accompagnate da luce, odori gradevolissimi, musiche celestiali, ecc. (cfr. profumo di rose, spesso registrato nel caso di apparizioni di Padre Pio).

2) Nel caso di manifestazioni diaboliche esse, in genere, sono accompagnate da rumori, cattivi odori, a volte fumo, freddo, buio, ecc. Vediamo prima alcuni casi di manifestazioni diaboliche che coinvolgono la natura e poi vedremo - in positivo - le grandi manifestazioni di Dio che coinvolgono la natura.

1) Nel libro delle Visioni di SANTA VERONICA GIULIANI, una delle più grandi mistiche e stigmatizzate francescane (Biblioteca Mistica, Veronica Giuliani,Visioni, Cardini Editore, 1991). si legge: "Mentre facevo delle penitenze, parve che si scatenasse l’inferno tutto: sentii rumori, urli e stridi, fischi come di serpenti" (p. 35) ."Uno splendore grande che illuminava tutta la stanza. Sembrava, su per aria, come in un trono, assisa la Beata Vergine Maria. /.../ Mi accorsi che era il demonio e lo scacciai, nominando il nome di Gesù e di Maria. Subito la visione disparve e diede un grido così forte, che mi diede grande spavento. Lasciò in detta stanza una puzza così grande e un fumo denso, che non sapevo dove io fossi; pensavo di soffocare" (p. 107). "Il demonio mi apparve travestito da Gesù. Lo cacciai e il finto Signore sparì. Lasciò una tale puzza nella mia cela, che mi faceva soffocare" (p. 117).

2) PADRE PIO E BARBABLÙ

"Padre Pio ricevette l’ordine di trasferirsi nel convento di S. Anna di Foggia. Il diavolo seguì Padre Pio anche in quella residenza. Ogni notte, ad una certa ora, si sentivano strani rumori che culminavano con una tremenda detonazione. Padre Pio veniva tentato in ogni modo, assalito, maltrattato e trascinato di qua e di là in un subbuglio indescrivibile e quando il diavolo vedeva che non poteva vincerlo, lo lasciva con un rumore infernale. I frati suoi confratelli ne furono sconvolti e impauriti; speravano solo che la cosa finisse presto, ma invece continuò con grande preoccupazione di tutti. Un giorno capitò in convento il vescovo di Ariano Irpino, Mons. Andrea D’Agostino, che chiese ospitalità. Parlando con lui, si accennò anche agli strani rumori che si verificavano nella camera di Padre Pio, provocati dalla sua lotta col diavolo. Il vescovo ascoltò, poi disse che, a suo giudizio, si trattava di sciocchezze alle quali non bisognava prestar fede. Ma quella stessa notte egli dovette ricredersi, perché ad una certa ora si fecero sentire i rumori col botto finale ed egli fu preso da tale spavento da voler lasciare il convento immediatamente. Ma erano le due di notte e a quell’ora non c’erano mezzi di trasporto, sicché fu costretto a rimanere; volle però che un frate gli facesse compagnia nella sua camera. Al mattino si affrettò a partire, evidentemente con idee ben diverse da quelle con cui era venuto, circa i fatti di Padre Pio. "Provare per credere!" (Pasquale Cutaneo, I fioretti di Padre Pio, Edizioni Devoniane Roma, 1999, pp.155-l56).

 

B) LE MANIFESTAZIONI DI DIO CHE COINVOLGONO LA NATURA.

1) FENOMENI STRAORDINARI A LOURDES

"Il Febbraio 1858. Bernadette Soubirous, va a raccogliere legna al fiume Gave. Mentre si sfila la prima calza, sentì un forte rumore di vento ma poi tutto tornò calmo. Riprese a levarsi la calza e ancora una volta sentì il medesimo rumore; questa volta scorse una Signora in un anfratto della grotta" (Lourdes, Edizione Italiana, Casa editrice Bonechi, Firenze, p. 4 e p. 15).

 

2) FENOMENI STRAORDINARI A FATIMA

Basta solo rivisitare le Apparizioni di Fatima, per avere la certezza che i fenomeni che la Bibbia descrive come legati alle manifestazioni divine o agli interventi divini nella storia degli uomini, possono essere reali e non fantasiosi!! A Fatima, nella primavera del 1916, prima che apparisse la Madonna, Lucia scrive nel suo Diario: "Si stava giocando ed ecco un vento forte scuotere gli alberi. Vedemmo allora /.../ a qualche distanza, l’Angelo della Pace" (Don Nello Castello, Fatima, messaggio per il nostro tempo, Casa Mariana, Frigento (AV), pp. 12-15).

1ª APPARIZIONE - DOMENICA 13 MAGGIO 1917. "Verso mezzogiorno i tre bambini /.../ ad un tratto un lampo li abbagliò. Lucia disse: "Si vedono lampi, ritorniamo a casa, prima che venga la pioggia". A metà della china, quando passano accanto all’elce grande, ecco un nuovo lampo, più abbagliante del primo e poi vedono una bellissima Signora, tutta luce.

I lampi - come nelle teofanie bibliche - non erano altro che lo splendore annunziante l’arrivo della celeste Apparizione" (Luigi Gonzaga da Fonseca, Le meraviglie di Fatima, San Paolo, 1987, pp. 21-22).

QUARTA APPARIZIONE - DOMENICA, 19 AGOSTO 1917. "Tutti affermavano aver sentito come un tuono e aver visto, vicino all’elce, un lampo seguito da una nube bellissima, formatasi intorno all’albero. I fenomeni straordinari, questa volta furono notevolmente più sensibili. Così ad esempio, il "tuono" che sembrava indicare la presenza della Vergine. I testimoni del processo attestarono concordemente che vi furono due forti detonazioni, di modo che parte della folla si diede alla fuga, credendo fossero bombe o colpi di fucile" (Luigi Gonzaga da Fonseca, Le meraviglie di Fatima, San Paolo, 1987, pp. 48-49).

QUARTA APPARIZIONE - DOMENICA 19 AGOSTO 1917. "L’atmosfera prende il colore già osservato nella "Cova da Iria", durante le apparizioni. Lucia vede il solito lampo, che annuncia la venuta della Madonna. Appena giunta anche Giacinta, Lucia disse loro d’aver visto il secondo lampo e che certo la Signora non avrebbe tardato a venire. Quando l’Apparizione se ne va via - afferma Giovanni - ho sentito un tuono, come lo scoppio di un razzo, ma non vidi nulla" (Luigi Gonzaga da Fonseca, Le meraviglie di Fatima, San Paolo, 1987, p. 56-58).

QUINTA APPARIZIONE - GIOVEDÌ 13 SETTEMBRE 1917. "A mezzogiorno preciso il sole cominciò a perdere il suo splendore. Non vi fu chi non osservasse questo fenomeno che dal maggio precedente si ripete il giorno 13 di ogni mese, alla stessa ora". /.../ Lucia ordina ai circostanti di pregare /.../ Con grande sorpresa vedo distintamente un globo luminoso, che si muove verso l’occidente. /.../ Il globo sale finché disparve nella direzione del sole.

/.../ I pastorelli avevano contemplato la Madre di Dio; a noi era stato concesso di vedere il "veicolo" - per così dire - che l’aveva trasportata dal cielo fino a noi. /.../ Finalmente Lucia esclamò: "Eccola che parte! Il sole riprese il suo splendore consueto. /.../ Oltre al globo luminoso e all’abbassamento della luce solare altri segni accompagnarono e seguirono il colloquio misterioso. L’atmosfera prese un colore giallastro. Una nuvoletta bianca, visibile ad una certa distanza, attorniava l’elce e avviluppava i veggenti" (Luigi Gonzaga da Fonseca, Le meraviglie di Fatima, San Paolo, 1987, pp. 61-65).

SESTA ED ULTIMA APPARIZIONE - IL MIRACOLO DEL SOLE SABATO - 13 OTTOBRE 1917. "A mezzogiorno preciso Lucia esclamò: Ora si è visto il lampo! /.../ L’Apparizione si mostra nel solito luogo ai tre fortunati fanciulli, mentre i presenti vedono, a tre riprese, formarsi intorno ad essi e poi alzarsi in aria fino all’altezza di cinque o sei metri, una nuvola bianca come d’incenso. /.../ Nel congedarsi, la Madonna aprì le mani che si rifletterono sul sole o, come si esprimevano i due piccoli, additò il sole. La pioggia cessa immediatamente, le nubi si squarciano e appare il disco solare, poi gira vorticosamente su se stesso simile ad una ruota di fuoco, proiettando in ogni direzione fasci di luce gialla, verde rossa, azzurra, viola /.../ che colorano fantasticamente le nubi del cielo, gli alberi, le rocce, la terra, la folla immensa. Si ferma, per alcuni momenti, poi ricomincia di nuovo la sua danza di luce come una girandola ricchissima. Si arresta ancora per ricominciare una terza volta più svariato, più colorito, più brillante quel fuoco di artificio. /.../ Ad una tratto tutti hanno la sensazione che il sole si stacchi dal firmamento e si precipiti su di loro! Questo spettacolo, dura ben 10 minuti ed è veduto da più di 50 mila persone; credenti e miscredenti, semplici contadini e cittadini colti, uomini di scienza, corrispondenti di giornali, e non pochi sedicenti liberi pensatori, i quali vedono gli stessi fenomeni, con le stesse fasi, nello stesso tempo, nel giorno e nell’ora da mesi promessi e preannunziati. Inoltre al processo si ricava che il prodigio fu osservato anche da persone che si trovavano a cinque e più chilometri di distanza e che non poterono subire alcuna suggestione. Ancora al processo fu attestato da moltissimi quest’altra circostanza: dopo il fenomeno solare si accorsero con sorpresa che i loro abiti, poco prima intrisi d’acqua, si erano asciugati completamente" (Luigi Gonzaga da Fonseca, Le meraviglie di Fatima, San Paolo, 1987, pp. 84-87).

Riflettiamo: non c’è dubbio che se il sole, quello vero, si fosse abbassato realmente, astronomicamente, fino a dove l’hanno visto le migliaia di fedeli riuniti alla Cova di Iria, non sarebbe restato nessuno a raccontare l’episodio, non solo a Fatima, ma in tutto il mondo! Eppure, in qualche modo, l’episodio è stato...reale! I vestiti quando il sole si è "ritirato" erano asciutti. Esiste dunque, una modalità di intervento di Dio sulla natura e sull’uomo che pur provocando fenomeni reali, riesce a renderli mitigati e parziali.

 

3) FENOMENI STRAORDINARI NELLA VITA DI S. FRANCESCO D’ASSISI

Libera gli abitanti di Greccio dai lupi e dalla grandine.

"Gli abitanti di Greccio erano colpiti da diversi mali: torme di lupi rapaci attaccavano bestiame e uomini, e inoltre, la grandine stroncava ogni anno messi e viti. Un giorno Francesco, mentre predicava, disse: "A gloria e lode di Dio Onnipotente, ascoltate la verità che vi annunzio. Se ciascuno di voi confesserà i suoi peccati e farà degni frutti di penitenza, vi do la mia parola che questo flagello si allontanerà definitivamente ed il Signore, guardando a voi con amore, vi arricchirà di beni temporali. Ma, continuò, ascoltate anche questo: vi avverto pure che se, ingrati dei benefici, ritornerete al vomito, si risveglierà la piaga, raddoppierà la pena e la sua ira infierirà su di voi più crudelmente di prima. Da quel momento, per i meriti e le preghiere del padre santo, cessarono le calamità, svanirono i pericoli, e i lupi e la tempesta non recarono più molestia. Anzi, ciò che più meraviglia, quando la grandine batteva i campi dei vicini e si appressava al loro confine, o cessava lì o si dirigeva altrove. Ma nella tranquillità crebbero di numero e si arricchirono troppo di beni materiali. Ed il benessere portò le conseguenze solite: affondarono il volto nel grasso e furono accecati dalla pinguedine o meglio dallo sterco della ricchezza. E così, ricaduti in colpe maggiori, si dimenticarono di Dio che li aveva salvati. Ma non impunemente, perché il giusto castigo del Signore colpisce meno severamente chi cade nel peccato una volta di chi è recidivo. Si risvegliò contro di essi il furore di Dio ed ai flagelli di prima si aggiunse la guerra e venne dal cielo una epidemia che fece innumerevoli vittime. Da ultimo, un incendio vendicatore distrusse tutto il borgo. è ben giusto che chi volge la schiena ai benefici, vada in perdizione" (Vita seconda di Tommaso da Celano, Capitolo VII, FF. n. 62l).

LE STIMMATE SUL MONTE VERNA. Quando S. Francesco - due anni prima di morire - ricevette le stimmate sul Monte Verna "tutto il Monte della Verna pareva che ardesse di fiamma splendidissima, la quale risplendeva e illuminava tutti i monti e le valli d’intorno, come se ci fosse il sole sopra la terra" (I Fioretti di San Francesco, F.F., n. 1920; cfr. Leggenda Maggiore di san Bonaventura da Bagnoregio, F.F., nn. 1222-1228). Quando Mosè ricevette i 10 comandamenti sul Monte Sinai "il monte ardeva nelle fiamme che si innalzavano in mezzo al cielo" (Deut 4,11).

 

3) DISCORSO ESCATOLOGICO DI GESÙ E APOCALISSE

Gesù, nel suo discorso escatologico, non usa per niente la tecnica e gli espedienti che vengono attribuiti al genere apocalittico. Parla in modo chiaro, fa riferimenti precisi, sviluppa un discorso essenziale e circostanziato: "Molti verranno nel nome mio, dicendo: Io sono il Cristo e trarranno molti in inganno. Sentirete poi parlare di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi; è necessario che tutto questo avvenga, ma non è ancora la fine. Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi; ma tutto questo è solo l’inizio dei dolori. Allora vi consegneranno ai supplizi e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome. /.../ Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell’iniquità, l’amore di molti si raffredderà. Ma chi persevererà sino alla fine, sarà salvato. Frattanto questo Vangelo del regno sarà annunziato in tutto il mondo, perché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine" (Mt 24,4-14). Ora tutti i versetti dell’Apocalisse sinottica (Mt 24; Mc 13; Lc 17,20-37; 21,5-36) corrispondono e trovano riferimento a precisi versetti dell’Apocalisse giovannea. Io starei molto attento, allora, ad affermare che il genere apocalittico è solo simbolismo e non avrebbe mai nessun riferimento alla realtà, meno che meno alla realtà futura. Così facendo, per il collegamento che abbiamo mostrato, si disprezzano e si squalificano anche le affermazioni chiare, precise ed essenziali di Gesù riferite nell’Apocalisse sinottica.

 

A) LEGAME TRA APOCALISSE SINOTTICA E GIOVANNEA

"È da notare la stretta rassomiglianza, nella tematica, della scena dei sette sigilli con Mt 24, Mc 13 e Lc 21, cioè con il famoso "discorso escatologico" di Gesù" (Nuovissima Versione della Bibbia, Apocalisse, San Paolo, 2002, p. 84). S’impone "un rapido confronto con l’apocalisse sinottica (Mc 13; Mt 24; Lc 21). Il legame tra questi due testi o gruppi di testi è in realtà assai stretto. Charles discerne un vero parallelismo tra i testi sinottici e Ap 6; in entrambi i testi si ha l’annuncio di guerre, conflitti mondiali, terremoti, carestie, persecuzioni, turbamenti celesti; cui bisogna forse aggiungere, come settimo membro dell’enumerazione, la peste. Questa coincidenza non può essere dovuta al caso" (L’Apocalisse di S. Giovanni, traduzione e commento di Pierre Prigent, Borla, 1985, p. 212). Per uno studio serio è dunque necessario mettere insieme e confrontare tutti i passi della Bibbia dove si parla dello stesso tema. Non è possibile che su uno stesso argomento la Parola di Dio sia discordante o presenti informazioni contraddittorie. Invece sullo stesso tema le informazioni sono concordanti e convergenti e vanno composte insieme. Quindi procederemo ad approfondire bene e a comparare tra loro l’Apocalisse di Giovanni, l’Apocalisse sinottica (Mt 24; Mc 13; Lc 17,20-37; 21,5-36) e l’Apocalisse paolina (2 Tess 2): le informazioni che esse forniscono non vanno contrapposte ma vanno composte insieme.

 

B) UN’ACUTA RIFLESSIONE

In una riflessione su Mt 24,29 a proposito della catastrofe cosmica, descritta e ripresa da Ap 6,12-17 (6° sigillo), c’è un’intelligente e acuta riflessione che vogliamo riportare. "La tribolazione sarà accompagnata dalla catastrofe cosmica. Vista dalla terra, susciterà l’impressione che il sole si oscuri e la luna perda ogni lucentezza, che le stelle cadano dal cielo e tutto il firmamento vacilli. È un evento astronomico, cosmico, che Cristo non specifica nei particolari. Egli descrive soltanto l’impressione che ne avranno gli abitanti della terra. Egli sa pure che ogni resistenza sarà inutile e la salvezza coi mezzi umani impossibile" (Richard Gutzwiller, Meditazioni su Matteo, Edizioni Paoline, 1961, p. 436). Il paragone con quanto abbiamo detto a proposito di Fatima diventa obbligato: se a Fatima il sole, quello vero, si fosse abbassato realmente, astronomicamente, fino a dove l’hanno visto le migliaia di fedeli riuniti alla Cova di Iria, non sarebbe scampato nessuno, non sarebbe restato nessuno a raccontare l’episodio, non solo a Fatima, ma in tutto il mondo! Eppure, in qualche modo, l’episodio è stato...reale! Esiste dunque, una modalità di intervento di Dio sulla natura e sull’uomo che pur provocando fenomeni reali, riesce a renderli mitigati e parziali. Allo stesso modo nella catastrofe cosmica che Gesù descrive in Mt 24,29 che è poi ribadita e ripresa in Ap 6,12-17, anche lì, se tutti quei corpi celesti, quelli astronomicamente veri, si comportassero realmente come descritto. non scamperebbe nessuno e invece c’è chi scampa, perché la Parola di Dio afferma subito dopo: "allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra e vedranno il Figlio dell’uomo venire sopra le nubi del cielo" (Mt 24,30). Se la catastrofe cosmica fosse astronomicamente vera, tutte le tribù della terra non si potrebbero più, certamente, battere il petto, né vedere il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo, perché sarebbero tutte annientate e irrimediabilmente distrutte dalla tragedia cosmica. Invece a me sembra plausibile pensare a qualcosa di simile a quanto accaduto a Fatima e sulla scia di quanto spiegato, a mio avviso, molto bene da Richard Gutzwiller, nel suo bel commento al Vangelo di Matteo.

 

4) RICAPITOLAZIONE

A) Non c’è dubbio che esiste un’insistenza sul numero sette, corrispondente alla preoccupazione costante d’affermare spesso e sistematicamente il numero consacrato. Noi pensiamo che non si tratti di un espediente solo letterario ma che costituisca un messaggio e un’indicazione teologica.

B) In ognuna delle tre grandi sezioni, accanto ai flagelli che colpiscono i nemici di Dio, troviamo delle benedizioni. Ricordiamo che nell’Apocalisse, prima di descrivere l’azione del maligno o i flagelli, sempre c’è una scena che mette davanti agli occhi la gloria di Dio e la certezza della vittoria di Dio.

C) I flagelli sono riversati sulla terra, per colpire il male e spazzare via gli empi che sono sulla terra, in un tempo diverso, e abbastanza distante, da quello del Giudizio finale, nel quale questi flagelli non avrebbero più senso, perché con quell’avvenimento ultimo si giunge alla fine della storia e ci sarà solo il giudizio definitivo ed eterno su ogni anima. Questi interventi di Dio sotto forma dei 7 flagelli, delle 7 coppe delle 7 trombe, sono tutti situati un bel po’ di tempo prima della fine del mondo, prima del Giudizio finale, e sono la realizzazione del Giorno del Signore, sulla terra. del Giorno dell’Ira di Dio sulla terra.

 

D) METODO DELLA RICAPITOLAZIONE

Questi tre settenari non corrispondono a periodi storici successivi ma come si vede in Daniele, le visioni sono solo rappresentazioni differenti della stessa realtà.

L’Apocalisse si conforma al metodo detto di ricapitolazione. Questo procedimento fu formulato dal più antico commentatore latino del libro, Vittorino di Pettau (fine del sec. III), che in questo dipenderebbe forse da un’antica tradizione esegetica; egli assicura che nella serie delle coppe sono riprese le profezie formulate incompletamente nella serie delle trombe. "Non bisogna fare attenzione all’ordine delle enunciazioni, perché spesso lo Spirito Santo, dopo aver portato il suo discorso fino alla fine degli ultimi tempi, torna di nuovo agli stessi periodi e completa ciò che aveva già detto più brevemente. Nell’Apocalisse non si deve cercare un ordine, ma un significato". Ticonio, verso la fine del quarto secolo, segue questa interpretazione, che chiama recapitulatio precisando che questa recapitulatio comincia al sesto elemento d’una serie, ma che è necessario intender bene, secondo i passi, questa ricapitolazione. I tre settenari simboleggiano tre serie, non successive, ma simultanee. "Giovanni ama raccontare in modo che il punto centrale è continuamente differito, come in una sorta di scatole cinesi. Il lettore deve pazientare e, quando crede di essere giunto alla conclusione, se ne vede di nuovo allontanare. È come quando un panorama ne apre un altro e si è costretti a proseguite" (Bruno Maggioni, L’Apocalisse, per una lettura profetica del tempo presente, Cittadella Editrice, 7ª Edizione, pp. 60-61). "La serie di visioni presentate da Giovanni non rappresenta una successione in senso cronologico, bensì una ripresa dei medesimi temi con variazioni e approfondimenti" (Eugenio Corsini, op. cit., p. 200).

"Le serie profetiche successive sono da prendere come paralleli, i cui elementi riprendono lo stesso messaggio, salvo esprimerlo con sempre maggiore precisione ed esaustività" (L’apocalisse di S. Giovanni, traduzione e commento di Pierre Prigent, Borla, 1985, p. 221).

Il carattere ricapitolativo del libro consiste nel fatto che L’APOCALISSE PRESENTA SOTTO SIMBOLI DIVERSI LE STESSE IDEE E GLI STESSI GRANDI AVVENIMENTI.

Facciamo degli esempi:

1) Sigillo: "Ne seguirono scoppi di tuono, clamori, fulmini e scosse di terremoto" (Ap 8,5). Tromba: Si aprì il santuario di Dio nel cielo e apparve l’Arca dell’Alleanza, ne seguirono folgori, voci, scoppi di tuono, terremoto ed una tempesta di grandine" (Ap 11,19). Coppa: "Ne seguirono folgori, clamori e tuoni accompagnati da un grande terremoto /.../ e grandine enorme del peso di mezzo quintale" (Ap 16,17-21).

2) Coppa: "Il sesto versò la sua Coppa sul fiume Eufrate. /.../ E vidi dalla bocca del dragone, dalla bocca della Bestia e dalla bocca del falso profeta uscire tre spiriti immondi, in forma di rane: sono infatti spiriti di demòni che operano prodigi e vanno a radunare tutti i re della terra per la guerra del gran giorno di Dio onnipotente. /.../ E radunarono i re nel luogo che in ebraico si chiama Armaghedòn" (Ap 16,12). "Vidi la Bestia e i re della terra con i loro eserciti radunati per muovere guerra contro colui che era seduto sul cavallo e Contro il suo esercito. Ma la Bestia fu catturata e con essa il falso profeta che alla sua presenza aveva operato quei portenti con i quali aveva sedotto quanti avevano ricevuto il marchio della bestia e ne avevano adorato la statua. Ambedue furono gettati vivi nello stagno di fuoco, ardente di zolfo. Tutti gli altri furono uccisi dalla spada che usciva di bocca al Cavaliere" (Ap 19,19-21).

Malgrado la diversità di alcuni particolari, che si spiega sia con la preoccupazione di semplificare, sia con una trascuratezza di dettagli, riconosciamo gli stessi avvenimenti.

3) Tromba: "Il secondo angelo suonò la tromba, e una specie di grande montagna ardente di fuoco fu gettata nel mare: la terza parte del mare diventò di sangue, e morì la terza parte delle creature che sono nel mare, quelle che hanno vita, e la terza parte delle navi fu distrutta" (Ap 8,8). Coppa: "Il secondo versò la sua coppa sul mare che diventò sangue, come quello di un morto, e perì ogni essere vivente che si trovava nel mare" (Ap 16,3).

4) 3ª Tromba: "Il terzo angelo suonò la tromba e cadde dal cielo una grande stella, ardente come una torcia, e colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque. La stella si chiama Assenzio; un terzo delle acque si mutò in assenzio e molti uomini morirono per quelle acque perché erano divenute amare" (Ap 8,10-11). 3ª Coppa: "E il terzo versò la sua coppa nei fiumi e nelle sorgenti delle acque" (Ap 16,4).

5) 4ª Tromba: "Il quarto angelo suonò la tromba e un terzo del sole, un terzo della luna e un terzo degli astri fu colpito e si oscurò: il giorno perse un terzo della sua luce e la notte ugualmente" (Ap 8,12). 4ª e 5ª Coppa: "Il quarto angelo versò la sua coppa sul sole e gli fu concesso di bruciare gli uomini col fuoco. /.../ Il quinto versò la sua coppa sul trono della bestia e il suo regno fu avvolto dalle tenebre" (Ap 16,8-10).

6) La Bestia di Ap 13,1-10 è la stessa Bestia con 7 teste e 10 corna che si trova in Ap 17,3-7.

7) 144.000. "Poi udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: 144.000" (Ap 7,4). "Ecco l’Agnello ritto sul monte Sion e insieme 144.000 persone che recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo" (Ap 14,1).

8) Le anime dei martiri della "grande tribolazione": "Vidi sotto l’altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano resa" ( Sigillo - Ap 6, 9). Capitolo 20: "Poi vidi alcuni troni e a quelli che vi sedettero fu dato il potere di giudicare. Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù e della parola di Dio e quanti non avevano adorato la Bestia e la statua e non avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano" (Ap 20,4). "Vidi una moltitudine immensa /.../ portavano palme nelle mani /.../ "Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell’Agnello" (Ap 7,9-14).

9) Cavallo bianco e cavaliere vittorioso. "Quando l’Agnello sciolse il primo dei 7 sigilli, vidi e udii il primo dei quattro esseri viventi che gridava come con voce di tuono: "Vieni". Ed ecco mi apparve un cavallo bianco e colui che lo cavalcava aveva un arco, gli fu data una corona e poi egli uscì vittorioso per vincere ancora" (Ap. 6,1-2). "Ecco un Cavallo bianco; Colui che lo cavalca si chiama "Fedele" e "verace": egli giudica e combatte con giustizia. /.../ è avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è Verbo di Dio" (Ap 19,11-13).

10) Apertura del tempio celeste e comparsa dell’Arca e della Tenda (Ap 11,19 e Ap 15,5).

 

CONCLUSIONE,

La realtà delle manifestazioni soprannaturali e straordinarie nella storia della storia, come abbiamo visto, in questa piccola carrellata, supera di gran lunga le speculazioni razionalistiche e le incoerenti cautele di alcuni biblisti razionalisti. Se tuoni, fulmini, colpi di vento, miracoli del sole, terremoti incredibili, si sono realizzati nella storia della Chiesa e addirittura nella storia recente, non si capisce perché questi biblisti razionalisti debbano dichiararli impossibili oppure debbano dichiararli - a priori - solo speculazioni e/o artifici letterari! Mi sembra una ciclopica mancanza di realtà.

 

 

 

 

 

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Pubblicato da "Profezie per il Terzo Millennio" su autorizzazione del direttore di redazione di "Fede e Cultura", don Guglielmo Fichera.

 


 

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