CATECHESI SULL'APOCALISSE
DI SAN GIOVANNI APOSTOLO

don Guglielmo Fichera

2ª puntata - 5ª parte

 

 

 

TERZA SEZIONE Capitolo 8,1-11.14

CAPITOLO 8

 

Dopo l’apertura del settimo sigillo - vi è una sospensione, un silenzio "per circa mezz’ora". Poi vengono date 7 trombe a 7 angeli. In tal modo, proprio quando si credeva di essere giunti alla fine, ci si ritrova in realtà solo all’inizio di un nuovo settenario. Tutti i settenari sono relativi allo stesso messaggio, alla stessa rivelazione che mirano ad esplicitare e chiarire sempre meglio. Per questo quando un settenario termina, il seguente riprende subito la descrizione, portandola avanti con maggiore precisione e perfezione. Il settenario delle trombe strutturato per analogia come il settenario dei sigilli: i primi 4 e gli ultimi 3.

È un’altra indicazione di struttura letteraria, per affermare che i contenuti dei settenari sono gli stessi. Nei sigilli la serie dei quattro cavalli è "chiamata" dai 4 esseri viventi, quindi dal "cielo". Nelle quattro prime trombe a colpire le varie parti del cosmo è qualcosa che "cade" (Ap 8,10) o "viene scagliato" (Ap 8,7) dal "cielo". In entrambi i casi significa che quegli interventi sono voluti da Dio, che si svolgono sotto il controllo della divinità. Anche nella serie dei flagelli i primi 4, sono distinti dagli altri ultimi 3 che annunciano flagelli più gravi e colpiscono più direttamente gli uomini.

 

APERTURA DEL SETTIMO SIGILLO

Il settimo sigillo introduce alla nuova serie, al nuovo settenario delle trombe. "Il settimo sigillo abbraccia così tutto lo sviluppo settenario seguente e, mediante l’aggancio della settima tromba col materiale ulteriore, tutto il rimanente dei libro" (Ugo Vanni, op. cit., p. 42).

 

LE PRIME QUATTRO TROMBE

(1) QUANDO L’AGNELLO APRÌ IL SETTIMO SIGILLO, SI FECE SILENZIO IN CIELO PER CIRCA MEZZ’ORA. VIDI CHE AI SETTE ANGELI RITTI DAVANTI A DIO FURONO DATE SETTE TROMBE

(N.d.R. = A) "Si fece silenzio in cielo per circa mezz’ora". Si tratta di mezz’ora secondo il tempo della terra? Oppure è un simbolismo (dal momento che in cielo non esiste il "nostro" tempo) solo per dire che è passato un certo spazio di tempo, un tempo abbastanza grande? Giovanni non dice che tale silenzio in cielo dura mezz’ora, ma dice che è un silenzio "come" di mezz’ora, una metà di qualcosa. /.../ Il periodo dimezzato più importante nel testo è la "mezza settimana" di giorni o di anni (ovvero i tre giorni/tre anni e mezzo). Tale periodo di tempo dimezzato deriva da Daniele, dove indica la durata della persecuzione: nell’Apocalisse sembra fare riferimento ad un periodo di sopraffazione dei santi sulla terra da parte delle forze del male. /.../ Il periodo di silenzio in cielo corrisponderebbe al periodo di persecuzione sulla terra /.../ e dopo verrebbero date le trombe agli angeli" (Edmondo Lupini, L’Apocalisse di Giovanni, Mondatori, 2000, pp. 158-159). B) Questo silenzio è il tempo di attesa dell’avvento del giorno di Jahwe (cfr. Sofonia 1,7). Nei profeti dell’A.T. la venuta del Signore per un giudizio è sempre introdotta con un riferimento al silenzio (cfr. Abacuc 2,20; Sofonia 1,7; Zaccaria 2,13). Nella tradizione profetica, un silenzio solenne precede e annunzia la "venuta" di Jahwe. Durante questo silenzio tutto tace. Altri accostano questo silenzio a quello che aveva preceduto la Creazione e che seguirà il passaggio da un mondo all’altro. C) "Vidi che ai sette angeli ritti davanti a Dio". Si tratta di Angeli di ordine molto elevato o di Arcangeli. L’articolo suppone degli esseri conosciuti; sono quelli che la tradizione ebraica chiama angeli della faccia, angeli della presenza, cioè un gruppo di angeli, in numero di sette, che erano a contatto diretto con Dio, stavano sempre alla presenza di Dio (cfr. Tb 12,15; cfr. Lc 1,19), vedevano la sua faccia, e per questo erano chiamati "angeli della presenza o della faccia". Ci sono divergenze sui nomi dei sette angeli: "Gabriele, Michele, Raffaele, Uriele, Raghele, Sariele, Remeiele, Sarachiele, cfr. 1 Enoch XX,7. Secondo Lupieri (159) questi 7 angeli coinciderebbero con i sette spiriti del prologo (Ap 1,4: "i sette spiriti che stanno davanti al trono di Dio"). La scena non si verifica durante il silenzio di "mezz’ora", ma è successiva. D) "furono date 7 TROMBE". Le trombe hanno una parte considerevole nella tradizione ebraica.

Presso gli Ebrei venivano annunciate a suon di tromba la guerra (Ger 4,5), le feste (Num. 10,2 ecc.) e nella Bibbia esse annunziano i grandi avvenimenti. Nei quali c’è un intervento particolare di Dio (cfr. Es 19,16.19; Num 16,46; Giole 2,1; Mt 24,31, ecc.). Nei profeti annunciano il giorno terribile di Jahwe. (Gl 2,1; Sof 1,16). Il suono della tromba sembra avere valore escatologico anche in certi passi del Nuovo Testamento (1 Cor 15,52; 1 Tess 4,16; Ebr 12,19; Mt 24,31). "Le 7 trombe ripetono, in una sorta di parallelismo, lo Stesso movimento dei 7 sigilli. Anche il contenuto è molto simile. Ma non è pura ripetizione: le immagini variano e le sciagure sembrano aumentare di intensità, é come se si avvicinano, a spirale, verso un centro. Infatti il 7° sigillo, anziché offrirci la soluzione del mistero si apre - a sua volta - su una sequenza di 7 quadri (le 7 trombe). È il procedimento delle scatole cinesi. /.../ I flagelli che si scatenano corrispondono - a grandi linee - alle piaghe d’Egitto (cfr. Es 7-12): i riferimenti sono però fatti con molta libertà. Non riguardano soltanto un popolo, ma il mondo intero. /.../ Gli uomini capiranno la lezione e sapranno approfittarne? /.../ I flagelli sono l’esecuzione di decreti divini, sono un giudizio e un avvertimento" (Bruno Maggioni, L’Apocalisse, per una lettura profetica del tempo presente, Cittadella Editrice, Assisi, 2003, p. 76-79) = N.d.R.).

 

LITURGIA CELESTE

(3) POI VENNE UN ALTRO ANGELO E SI FERMÒ ALL’ALTARE, REGGENDO UN INCENSIERE D’ORO. GLI FURONO DATI MOLTI PROFUMI PERCHÉ LI OFFRISSE INSIEME CON LE PREGHIERE DI TUTTI I SANTI, BRUCIANDOLI SULL’ALTARE D’ORO, POSTO DAVANTI AL TRONO. (4) E DALLA MANO DELL’ANGELO IL FUMO DEGLI AROMI SALÌ DAVANTI A DIO, INSIEME CON LE PREGHIERE DEI SANTI.

(N.d.R. = A) "Poi": Questa scena viene dopo la mezz’ora di silenzio. I sette Angeli con le 7 trombe non suonano subito: c’è un primo rallentamento, una parentesi, con la scena dell’Angelo con l’incensiere - che officia come un sacerdote - che getta sulla terra il fuoco della distruzione. Stando al testo l’angelo in questione non può essere uno del gruppo dei 7 Angeli a cui sono state date le 7 trombe. B) "L’Apocalisse rivela una suggestiva DIMENSIONE LITURGICA" (Gianfraneo Ravasi, op. cit., p. 89). C) "L’apertura del 7° sigillo mette in risalto le preghiere dei santi e lo svolgimento conseguente del settenario delle trombe" (Ugo Vanni, op. cit., p. 42). D) "Il fumo degli aromi sale insieme alle preghiere dei santi": significando che così esse sono accolte in cielo. E) "L’altare in questione è l’altare degli aromi. In Ap 8,3.5 e Ap 9,13, l’altare d’oro davanti al trono rimanda a Es 30,1 ss. L’altare degli aromi, situato nel Santo dei Santi, si trovava immediatamente presso l’Arca, ritenuta a sua volta, il trono di Dio (Es 25,22)" (L’Apocalisse di S.Giovanni, Pierre Prigent, Borla, 1985, p. 259). F) "Nel tempio terreno esistevano due altari: quello dei sacrifici, cioè delle offerte cruente, rivestito di rame o bronzo (cfr. Es 27,2; 38,2) e quello "degli incensi o aromi" usato esclusivamente per l’offerta degli aromi, che era rivestito d’oro (cfr. Es 30,1-10; 37,25).

Giovanni sta dicendo che il culto celeste, cioè la liturgia angelica che è il modello di quella terrena, comporta un unico altare, dove ha luogo l’offerta perfetta, quella gradita a Dio, che è l’offerta di "aromi" cioè di preghiere" (Edmondo Lupieri, op. cit., pp. 159-160) = N.d.R.).

(5) POI L’ANGELO PRESE L’INCENSIERE, LO RIEMPÌ DEL FUOCO PRESO DALL’ALTARE E LO GETTÒ SULLA TERRA: NE SEGUIRONO SCOPPI DI TUONO, CLAMORI, FULMINI E SCOSSE DI TERREMOTO.

(N.d.R. = A) Probabilmente questo angelo è uno di quelli che, come dice Raffaele a Tobia (12,15) sono incaricati di offrire le preghiere dei santi. Il gesto dell’Angelo richiama quello descritto in Ez 10,2, dove si dice che un angelo prese dei carboni accesi dal carro dei Cherubini e li gettò su Gerusalemme per indicarne la distruzione imminente. B) "gli furono dati molti profumi": essi sono cosa diversa dalle preghiere di tutti i santi. Se vengono offerti insieme a quelle preghiere, evidentemente sono cosa diversa da quelle preghiere. Qualcuno pensa che si tratta di un simbolismo per indicare l’intercessione di Gesù in cielo a vantaggio della sua chiesa perseguitata, perché tale intercessione, dà valore e purifica l’offerta delle nostre preghiere, anche di quelle dei santi. Tutte le preghiere infatti sono imperfette e hanno bisogno di essere "profumate" dalla intercessione di Cristo (cfr. 2 Cor 2,15). C) "Ne seguirono scoppi di tuono, clamori, fulmini e scosse di terremoto". Non c’è dubbio che esiste una correlazione tra le preghiere dei fedeli perseguitati e il fuoco precipitato sulla terra. Il risultato dell’offerta delle preghiere è che Dio colpisce gli empi, contro i quali i santi invocano la sua giustizia. "Quanto poi al fatto che il fuoco dell’altare viene "scagliato" sulla terra, il gesto dell’angelo contiene sicuramente una valenza di punizione. Il gesto dell’angelo è la conseguenza di un giudizio divino, che comporta tremende punizioni per i malvagi" (Eugenio Corsini, L’Apocalisse di Gesù Cristo, SEI, Torino, 2002, p. 178). Il profumo dell’incenso che sale verso il Signore e poi il fuoco disceso sulla terra, significa che le preghiere dei giusti perseguitati che supplicavano, sono state esaudite (cfr. Ap 6,9-11 - 5° sigillo). D) "Tuono, clamori, fulmini e scosse di terremoto": questi segni (Ap 8,5 - 7° Sigillo) si trovano proprio uguali in Ap 11,19 (7ª Tromba) e in Ap 16,17-21 (7ª Coppa): i primi tre li troviamo già in Ap 4,5. Essi sono i segni precursori dei mali ancora più grandi che stanno per piombare sulla terra e che sono annunziati dal suono delle sette trombe. E) Essendo le preghiere state accolte l’angelo riempie l’incensiere del fuoco dell’altare e lo gettò sulla terra. Questo gesto richiama una visione di Ezechiele (10,2.6.7). Questo fuoco gettato sulla terra significa la giustizia di Dio,che scatena i suoi flagelli sugli empi, al fine di convertirli o di punirli. Tutto questo vuole dire che i flagelli - scatenati con le sette trombe - sono prodotti dal fuoco celeste e - in ultima analisi - dalle preghiere della Chiesa. F) Vi è un crescendo nella gravità dei giudizi divini di fronte alla crescente empietà. Mentre i cavalieri dei flagelli hanno potestà sopra la quarta parte della terra (cfr. Ap 6,8), i flagelli delle trombe colpiscono "la terza parte della terra, del mare, ecc.". Quelli poi che fanno seguito alle 7 coppe, sulla terra, sono assai più radicali (cfr. Ap 16). A misura che aumenta l’empietà umana, i castighi di Dio sono più severi = N.d.R.).

 

RICAPITOLAZIONE

Ogni inizio di sezione ci riporta sempre allo stesso segmento di storia. Questo carattere ciclico della tessitura dell’Apocalisse, rende evidente che i flagelli dei 7 sigilli, poi quelli delle 7 trombe e quindi quelli delle 7 coppe, NON AVVENGONO IN ORDINE SEPARATO E PROGRESSIVO, MA SONO TRA LORO CONTEMPORANEI NELLA STORIA DELLA CHIESA, e sono approfondimenti successivi.

 

7 TROMBE E 10 PIAGHE D’EGITTO

Le sette trombe, con troppa evidenza richiamano l’analogia con le 10 piaghe d’Egitto. "SI RIVIVE L’ESPERIENZA DELL’ESODO (Ugo Vanni, p. 43). "Sono evocate le piaghe d’Egitto. Il parallelismo è troppo accentuato per poter essere giudicato fortuito. /.../ L’uscita dall’Egitto viene vista da Giovanni come profezia di quanto accadrà alla fine dei tempi, alla Chiesa" (L’Apocalisse di S. Giovanni, traduzione e commento di Pierre Prigent, Borla, 1985, p. 266). "Il succedersi dei flagelli che si abbattono sulla terra, sul mare, sui fiumi e sul sole ricordano le piaghe d’Egitto e simboleggiano il graduale cedimento dei nemici di Dio, seguito dalla sconfitta definitiva. La terza parte indica che il castigo non è ancora totale" (Pietro Rossano, Apocalisse, Supplemento n. 1 a Famiglia cristiana, 12/12/2004, nota 8,7-12, p. 64). Se c’è questa analogia, significa, evidentemente, che il nuovo Israele ripiomberà in Egitto, nell’idolatria, nell’infedeltà, nella ribellione, e quindi sarà necessario UN NUOVO ESODO, UN TERZO ESODO, che come quello dell’A.T. e quello della morte-risurrezione di Gesù, può essere solo opera di Dio. "Il terna fondamentale delle trombe è l’annuncio DI UN PROSSIMO INTERVENTO DI DIO. /.../ L’intervento di Dio si realizzerà nella storia in tante forme concrete: come nelle piaghe dell’Esodo (Es 9,24) Dio interviene in favore del suo popolo, tendendo a distruggere il male che lo ostacola (cfr. Gioele 2,30), così ora, finalmente, come in Isaia (14,12) questi interventi divini assumono, nell’ambito della storia, nomi e forme concrete" (Ugo Vanni, op. cit., p. 43). Tutti sanno che le 10 piaghe d’Egitto non furono affatto simboliche! S. IRENEO, a questo proposito, afferma: "Tutto l’Esodo dall’Egitto del popo1o di Dio, sotto l’azione di Dio, fu figura ed immagine dell’Esodo della Chiesa fuori delle nazioni /.../ D’altra parte, se si esamina con attenzione quanto le profezie dicono della fine e ciò che Giovanni /.../ ha visto nell’Apocalisse, si costata che tutte le nazioni subiranno quelle stesse piaghe che un tempo colpirono il solo Egitto" (Adv. Haer., 4,30,4).

 

LE PRIME 4 TROMBE

Nelle PRIME 4 TROMBE viene colpita la natura inanimata, il cosmo fisico, gli elementi del mondo (terra, mare, acque dolci, astri) e gli uomini sono lesi solo per contraccolpo, indirettamente. Invece le ultime tre trombe colpiscono direttamente gli uomini.

 

1ª TROMBA

(6) I SETTE ANGELI CHE AVEVANO LE SETTE TROMBE SI ACCINSERO A SUONARLE (7) APPENA IL PRIMO SUONÒ LA TROMBA, GRANDINE E FUOCO MESCOLATI A SANGUE SCROSCIARONO SULLA TERRA. UN TERZO DELLA TERRA FU ARSO, UN TERZO DEGLI ALBERI ANDÒ BRUCIATO E OGNI ERBA VERDE SI SECCÒ

(N.d.R. = A) "Il primo Angelo col suo squillo introduce una sciagura planetaria che rimanda alla settima piaga d’Egitto (cfr. Es 9,22-26), quella della grandine e dei fulmini a cui ora si allega anche una pioggia di sangue" (Gianfranco Ravasi, Apocalisse, Piemme, 2004, p. 82); cfr. Es 9,22-26; cfr. Salmo 104,32: "invece delle piogge, mandò loro la grandine, vampe di fuoco sul loro paese". B) "mescolati al sangue": cosa che non si ebbe in Egitto. Secondo qualcuno questo potrebbe significare che ciò cagionerà la morte di molti sulla terra e così si spiegherebbe il "sangue"; ma si dimentica che quando la grandine e il fuoco cadono - nel testo - essi sono già mescolati al sangue, prima di colpire la terra! "Grandine e fuoco già costituivano la 7ª piaga d’Egitto. L’Apocalisse accentua la severità del flagello, aggiungendo la menzione del sangue, forse sotto l’influsso di Gl 3,3-4 (citato in At 2,19), che annuncia tra i segni della fine quello della luna che si tramuterà in sangue. /.../ cfr. anche Sib 5,377 s, che elenca tra i segni della fine, una pioggia che precipita dal cielo sugli uomini: fuoco, sangue, acqua, meteoriti" (L’Apocalisse di S. Giovanni, Pierre Prigent, Borla, 1985, p. 267 e p. 268). C) "1/3 della terra fu arso, 1/3 degli alberi bruciò e ogni erba verde si seccò" - ("fu arsa"). Il risultato, l’effetto di questo castigo è probabilmente la fame, la carestia! 1/3 colpito non si intende - necessariamente - una superficie contigua ma vuoi dire che l’insieme delle parti della terra colpite, costituiscono una terza parte di essa = N.d.R.).

(8) IL SECONDO ANGELO SUONÒ LA TROMBA: COME UNA GRAN MONTAGNA DI FUOCO FU SCAGLIATA NEL MARE. UN TERZO DEL MARE DIVENNE SANGUE, (9) UN TERZO DELLE CREATURE CHE VIVONO NEL MARE MORÌ E UN TERZO DELLE NAVI ANDÒ DISTRUTTO.

(N.d.R.= A) Questo giudizio divino è più severo del primo. B) Una massa simile ad una gran montagna di fuoco fu scagliata nel mare. Si può trattare di una massa infuocata avente le dimensioni di una montagna. Un meteorite? Bisogna intendere che dall’alto cade un corpo celeste? Secondo Lupieri potrebbe essere un angelo (p. 161). Il castigo precedente colpisce la terra, questo invece colpisce il mare, cambiato in sangue, come il Nilo al tempo della prima piaga e, come allora, tutti i pesci muoiono. Il disastro, però, non tocca tutto il mare, ma solo un terzo di esso. C) "1/3 del mare diventò sangue". Richiama la prima piaga d’Egitto (cfr. Es 7,20-21) le acque cambiate in sangue; cfr. Salmo 104,29: "Cambiò le loro acque in sangue, e fece morire i pesci". Alcuni cercano di allegorizzare questi dati, tirando in ballo: 1) Satana infuriato; 2) una grande eresia; 3) la Chiesa invasa dal fanatismo; 4) le invasioni barbariche. Si tratta di speculazioni cervellotiche. D) RICAPITOLAZIONE. Faccio notare che questo flagello (Ap 8,8) è proprio uguale alla 2ª Coppa: "Il secondo angelo versò la sua coppa nel mare che diventò sangue come quello di un morto e peri ogni essere vivente che si trovava nel mare" (Ap 16,3) = N.d.R.).

 

3ª TROMBA

(10) IL TERZO ANGELO SUONÒ LA TROMBA E CADDE DAL CIELO UNA GRANDE STELLA, ARDENTE COME UNA TORCIA, E COLPÌ UN TERZO DEI FIUMI E LE SORGENTI DELLE ACQUE. (11) LA STELLA SI CHIAMA ASSENZIO; UN TERZO DELLE ACQUE SI MUTÒ IN ASSENZIO E MOLTI UOMINI MORIRONO PER QUELLE ACQUE, PERCHÉ ERANO DIVENUTE AMARE.

(N.d.R. = A) Questo flagello colpisce i fiumi e le sorgenti d’acqua dolce. B) " La causa di questo inquinamento è nella caduta di una specie di asteroide, denominato simbolicamente "Assenzio", un termine che indicava un liquore amaro (cfr. Geremia 9,14-16; 23,15) e che poteva essere sinonimo di "veleno". Qui si fa allusione piuttosto all’episodio delle "acque amare" che gli Ebrei incontrarono nel deserto durante la loro marcia verso la terra promessa (Es 15,23-26)" (Gianfranco Ravasi, Apocalisse, Piemme, 2004, p. 83). C) Molti uomini morirono per quelle acque, perché erano divenute amare, cioè velenose (cfr. Es 15,23; 2 Re 2,19). "Si tratta di un segno straordinario della fine. Simile fenomeno viene del resto riportato in Ap 6,13 e in Mc 13,25. Dopo la terra e il mare, viene colpita l’acqua dei fiumi e delle sorgenti. Ritroveremo la stessa progressione nel settenario delle Coppe (Ap 16,4) e anche la stessa gradazione, che qui limita la portata del cataclisma ad un terzo delle acque" (L’Apocalisse di S. Giovanni, Pierre Prigent, Borla, 1985, p. 270). D) Si tratta di meteora luminosa? Oppure di un Angelo ministro delle divine vendette? Secondo Lupieri sarebbe un angelo di altissimo livello (p. 161). Il Nome Assenzio evoca UN VELENO MORTALE (cfr. Ger 9,15; 23,15). "Le "acque amare" dovrebbero essere una ripresa delle acque di Mara (Es 15,23 e contesto). A conclusione dei fatti di Mara, Dio promette agli Israeliti, se osserveranno "tutte le sue leggi", di non colpirli con le infermità che aveva rovesciato sugli Egiziani (Es 15,26). Bisognerebbe riflettere, dunque, sui casi d’Israele. Lo stesso appare con l’Assenzio. Esso, in Geremia è sempre promesso da Dio, come cibo insieme con "acque avvelenate" a Israele (Ger 9,14; nella LXX = 9,15, scompare l’assenzio come cibo, ma appare "acqua di fiele", cioè amarissima; cfr. Ger 8,14 LXX "acqua di fiele") oppure ai profeti d’Israele (Ger 23,15; anche qui la LXX non ha assenzio come cibo, ma "acqua amara" come bevanda). Assenzio e acqua amara, quindi, sono per lo meno strettamente connessi con la storia d’Iraele, sia passata (l’acqua di Mara) sia futura (le minacce di Geremia)" (Edmondo Lupieri, op. cit., p. 162). Alcuni si chiedono: potrebbe trattarsi della peste causata dall’insalubrità dell’acqua? (cfr. Ap 6,8).

E) A proposito del fuoco che cade sulla terra, nel libro del profeta Isaia troviamo spiegato perché viene mandato il fuoco: "La terra è stata profanata dai suoi abitanti, perché hanno trasgredito le leggi, hanno disobbedito al decreto, hanno infranto l’alleanza eterna. Per questo la maledizione divora la terra, i suoi abitanti ne scontano la pena; per questo sono bruciati gli abitanti della terra e sono rimasti solo pochi uomini" (Is 24,5-6). F) Una dopo l’altra, le parti più stabili e più necessarie del cosmo vengono colpite. Ma il carattere parziale del castigo mostra che si tratta ancora dì un semplice preavviso. "Al suono delle prime tre Trombe vi è sempre del "fuoco" o qualcosa di ardente che è gettato, ovvero, cade, sulla terra, nel mare, nei fiumi e sorgenti. Si sviluppa, quindi, l’immagine dei versetti precedenti, in cui l’Angelo getta fuoco sulla terra" (Edmondo Lupieri, op. cit., p. 161) = N.d.R.)

 

4ª TROMBA

(12) IL QUARTO ANGELO SUONÒ LA TROMBA E UN TERZO DEL SOLE, UN TERZO DELLA LUNA E UN TERZO DEGLI ASTRI FU COLPITO E SI OSCURÒ: IL GIORNO PERSE UN TERZO DELLA SUA LUCE E LA NOTTE UGUALMENTE.

(N.d.R. = A) Questo flagello colpisce gli astri (cfr. Ap 16,8) (cfr. Mt 24,29?). B) Questo giudizio ricorda la nona piaga d’Egitto (Es 10,21-23; cfr. Salmo 104,28: "Mandò le tenebre e si fece buio, ma resistettero alle sue parole"). La nona piaga d’Egitto consisteva in una notte di tre giorni (Es 10,21). Il tema dell’oscurarsi improvviso del giorno si trova ben attestato nei testi profetici e apocalittici (cfr. Is 13,10; Ger 4,23; Ez 32,7; Gl 3,4; 4,15). C) "Con la quarta tromba si passa dalla terra al cielo. La nona piaga d’Egitto consisteva nell’oscurarsi del sole e degli astri (Es 10,2 1-23). Qui però le tenebre non regnano ancora su tutto l’orizzonte: solo un terzo della luce quotidiana è annientato" (Gianfranco Ravasi, Apocalisse, Piemme, 2004, p. 84). D) Abbiamo qui un anomalo funzionamento dei corpi celesti. Il fatto richiama alla mente i profeti che parlano spesso di oscuramento della luce del giorno (Amos 8,9; 5,20; Gioele 2,30-31; cfr. Atti 2,20); alla morte di Gesù, per tre ore, venne buio su tutta la terra (cfr. Lc 23,44). E) C’è chi dà una spiegazione letterale: oscuramento dei luminari celesti con diminuzione di 1/3 della loro luce, oppure loro oscuramento durante 1/3 del giorno. C’è chi invece si avventura in spiegazioni allegoriche: eclissi straordinaria che oscura il sole della Rivelazione cristiana, la luna della sapienza umana e le stelle (i santi, i dottori, i pastori) della Chiesa cattolica. "Le quattro prime trombe descrivono una catastrofe che si abbatte sulle varie parti del cosmo e parzialmente lo danneggia. /.../ Con la quarta tromba c’è sicuramente l’accenno a un danneggiamento fisico subito da una componente del cosmo, il cielo" (Eugenio Corsini, op. cit., p. 180 e p. 181).

Si tratta dunque di flagelli reali, confermati indirettamente anche da altri dati. Quando ad esempio, alla fine della 7ª Tromba, i 24 Vegliardi pregano e chiedono che Dio "annienti" ("distrugga") coloro che distruggono la terra (Ap 11,18), il verbo usato da Giovanni "distruggere" (in greco "diaphtheiro") ha un valore che implica effetti sul piano reale e anche fisico.

 

I TRE GUAI

(13) "VIDI POI

(N.d.R. = La comparsa dell’aquila crea uno stacco tra le prime 4 Trombe e le ultime 3 Trombe, identificate con i tre "guai". La descrizione delle ultime tre trombe occupa un intero capitolo, protraendosi fino al settenario delle Coppe (Ap 15) = N.d.R.)

E UDII UN’AQUILA CHE VOLAVA NELL’ALTO NEL CIELO

(N.d.R. = Secondo alcuni sarebbe proprio un’aquila annunciatrice di disgrazie; secondo molti altri, recentemente anche Lupieri (p. 163), sarebbe un essere angelico. Per Giovanni l’aquila è un animale con valore positivo (il quarto degli esseri viventi è un’aquila: le due ali di aquila sono date alla Donna che si rifugia nel deserto). Visto poi che sempre "nell’alto del cielo", cioè nello stesso mezzo, si incontra anche un altro angelo (Ap 14,6) è possibile che quest’aquila in realtà sia un angelo, o che simboleggi un angelo. L’immagine dell’aquila è ricorrente nell’A.T. a significare la cura, insieme forte e amorosa, dispiegata da Dio a favore di Israele, in particolare proprio nella liberazione dall’Egitto (cfr. Es 19,4; Dt 32,11). Anche quest’aquila è simbolo dell’aiuto prestato da Dio al suo popolo = N.d.R.)

E GRIDAVA A GRAN VOCE: "GUAI, GUAI, GUAI AGLI ABITANTI DELLA TERRA"

(N.d.R. = Tali guai si rivolgono ai nemici di Dio e dei cristiani; sono gli empi, non gli abitanti della terra in quanto tali. Questi tre guai rappresentano i tre flagelli che saranno introdotti dalle ultime 3 Trombe (3 guai = trombe) = N.d.R.)

AL SUONO DEGLI ULTIMI SQUILLI DI TROMBA CHE I TRE ANGELI STANNO PER SUONARE!

(N.d.R. = L’aquila è anche un uccello da preda (Mt 24,28). Essa è in genere l’emblema del giudizio divino che piomba sugli uomini come l’aquila piomba sulla preda (cfr. Deut 28,29; Abacuc 1,8). Perciò essa dice: "Guai, guai, guai agli abitanti della terra al suono degli ultimi squilli di tromba". Essa annuncia i tre restanti flagelli, annunciati dalle tre restanti trombe; flagelli inauditi ad opera di potenze demoniache. Flagelli che - per gli empi - saranno peggiori dei primi 4 flagelli = N.d.R.).

 

 

 

 

 

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Pubblicato da "Profezie per il Terzo Millennio" su autorizzazione del direttore di redazione di "Fede e Cultura", don Guglielmo Fichera.

 


 

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