CATECHESI SULL'APOCALISSE
DI SAN GIOVANNI APOSTOLO

don Guglielmo Fichera

3ª puntata - 1ª parte

 

 

N.B.: alcuni dei testi patristici presentati in questa puntata della catechesi sull’Apocalisse (pubblicata nel n° 27 di Fede e Cultura) sono tratti da Profezie per il Terzo Millennio. Per leggere tutti i testi dei Padri e dei Dottori della Chiesa pubblicati nel nostro sito consulta: Gli "Ultimi Tempi" nella Tradizione della Chiesa

 

CRITERI DI FONDO

Hans Urs von Balthasar, nell’introduzione all’Apocalisse di Adrienne Von Speyr, afferma: "L’opera di Adrienne von Speyr è basata su alcuni presupposti. Essi sono essenzialmente i seguenti: 1) l’autore dell’Apocalisse è il discepolo prediletto Giovanni, che l’ha scritta come sua ultima opera dopo il Vangelo e le lettere; 2) le sue affermazioni vanno prese sul serio. Egli ha realmente visto quel che dice d’aver contemplato, e l’ha visto precisamente nel modo in cui lo riferisce: perciò non ha finto né il fatto del rapimento, perché una cosa del genere fa parte del modo di esprimersi del genere letterario apocalittico, né ha fatto ricorso a forme e immagini letterarie esistenti, magari per esprimere un’estasi effettiva; la sua opera è originaria ed autonoma. Essa, qualora qui si possa seriamente parlare di un genere letterario, costituisce al riguardo l’analogatum princeps; se l’Apocalisse conclude la serie delle visioni e predizioni bibliche genuine, allora queste (soprattutto in Ezechiele e Daniele) nell’economia salvifica divina erano orientate alla "rivelazione" conclusiva "di Gesù Cristo concessagli da Dio". Erano predizioni preparatorie e parziali di quanto Dio volle ora rivelare per mezzo di Cristo ai suoi servi nella Chiesa e che manifestò "inviando il suo angelo al suo servo Giovanni" (Ap 1,1)" (Adrienne Von Speyr, L’Apocalisse, Jaca Book, 1983, pp. 11-12).

 

UOMINI CONCRETI E PERSONALITÀ CORPORATIVE

Per alcuni personaggi dell’Apocalisse, alcuni commentatori insistono che si tratterebbe solo ed esclusivamente di figure collettive, corporative, di immagini di un insieme di uomini. Sembra - a costoro - che sia da escludere il riferimento a singoli uomini in carne ed ossa. Strana e curiosa questa loro posizione. Un qualsiasi sistema di valori, una qualsiasi filosofia di vita, una qualsiasi cultura, stile di pensiero, un qualsiasi spirito, sempre si incarnano in un uomo, o in più uomini. Sempre c’è un rappresentate vivo, concreto, un essere umano storico, in carne ed ossa, un esponente principale, un rappresentante qualificato e riconosciuto che incarna, esprime e trasmette quei valori, quella cultura, quello spirito. Altrimenti ci troveremmo di fronte a fatti evanescenti, a correnti impalpabili e senza riferimenti. Sempre invece uomini concreti sono il punto di riferimento di tutti quelli che a quella cultura fanno capo. Non è possibile, cioè, che - come pensano alcuni - possa esistere un clima, una cultura, uno stile di vita e di pensiero, ma non esisterebbe qualcuno che tutto questo lo incarna, lo sostiene, lo promuove, lo tutela ed è visto come il riferimento per gli altri. Non è mai stato così. In ogni epoca e in ogni campo, dalla politica al rock, dall’arte alle religioni, è sempre esistito e sempre esisterà un rappresentante-leader, un essere umano concreto e storico, in carne ed ossa, una figura che emerge su tutte le altre per esemplarità e completezza di testimonianza. Potrebbe esistere il comunismo senza Lenin, Stalin, Mao, Pol Pot, ecc.? Il Nazismo senza Hitler? Il rock senza Elvis Presley? La scultura senza Michelangelo? I Mormoni senza Joseph Smith? I testimoni di Geova senza Rassel? L’Islam senza Maometto? ecc. Ogni cultura, persino i movimenti di opinione più piccoli, si sono sempre incarnati in un essere umano storico, concreto, e hanno sempre avuto un loro rappresentante concreto che li promuoveva. Non si capisce perché solo per l’Anticristo questo non dovrebbe essere vero: perché solo per l’Anticristo dovremmo trovarci di fronte ad un’eccezione?

 

7 PIAGHE, NON 21 FLAGELLI

Nell’Apocalisse troviamo tre settenari: quello dei Sigilli (Ap 6), delle Trombe (Ap 8-11) e delle Coppe (Ap 16). Non si tratta però di 21 flagelli diversi oppure di 21 piaghe, una differente dall’altra. Si tratta fondamentalmente solo di 7 flagelli descritti variamente e con differenza di particolari, all’interno dei tre settenari. L’Anticristo si trova dentro queste 7 piaghe, sempre all’interno della sesta e prima della settima. Quando queste piaghe (a somiglianza delle piaghe dell’Esodo) saranno terminate anche lui sarà stato già eliminato. Apocalisse giovannea, apocalisse paolina e apocalisse sinottica (le "tre apocalissi"), vanno lette insieme e considerate come un testo unico che parlano di tema unico. Al termine di questo lavoro, proveremo a fare una sintesi conclusiva, sia di tutti e tre i settenari, sia delle "tre apocalissi", cercando così di enucleare il possibile "calendario di Dio".

 

ANTICRISTO E ANTICRISTI

L’Anticristo è il personaggio più tipico degli "ultimi tempi". Ciò non ostante è lasciato quasi completamente all’ombra nell’insegnamento ufficiale della Chiesa Cattolica e, per la stessa teologia, la storia dell’Anticristo non ha, per cosi dire, maggior consistenza dell’Ebreo Errante. Nei nostri studi teologici c’è un pauroso vuoto su questo tema. Eppure negare l’esistenza dell’Anticristo escatologico (o finale, come lo chiama qualcuno) oppure ignorarlo, significa negare o ignorare le Scritture. Le Sacre Scritture, soprattutto l’apostolo Paolo e l’evangelista Giovanni, offrono delle preziose informazioni per conoscere l’Anticristo nella sua attività e nel suo essere, per poterlo individuare. Dell’Anticristo ne parla esplicitamente Giovanni nelle sue lettere(1 Gv 2, 18-23; 4,3; 2 Gv 7-11); ne parla San Paolo addirittura con un capitolo dedicato solo a lui (2 Tes 2); ne parlano ben 7 capitoli dell’Apocalisse (Ap 11,7; Ap 13; Ap 14,9-11; Ap 16,12-16; Ap 17; Ap 19,19-20; Ap 20,10). Inoltre si trovano riferimenti autorevoli nei Padri della Chiesa, nei Dottori della Chiesa e anche in autori moderni.

 

LO SPIRITO DELL’ANTICRISTO

S.Giovanni distingue nettamente l’Anticristo (in greco "o anticristos") dagli anticristi (greco "o anticristoi") (cfr. 1 Gv 2,18-24). Giovanni nella sua lettera ci mostra una specie di progressione del male nel corso della storia: prima i vari "anticristi", poi "l’anticristo" in persona. Non c’è dubbio che esiste uno "spirito dell’anticristo" (cfr. 1 Gv 4,3), sempre all’opera sin dall’inizio e che opera per distruggere tutto quello che Gesù ha detto e fatto (eresie, scismi, apostasie, lotte contro la Chiesa, contro i sacramenti, contro il papato, calunnie, falsità, immoralità, idolatrie, corruzioni, guerre, ecc.). Non c’è dubbio che questo spirito dell’anticristo si è incarnato in tanti anticristi, in tanti tempi, in tanti luoghi. in tanti modi, in tante circostanze (cfr. 2 Gv 7).

 

L’ANTICRISTO ESCATOLOGICO

Ma è certo che la Bibbia riserva il nome di Anticristo escatologico, ad un uomo particolare, che verrà verso la fine dei tempi, e che sarà unico nella storia della Chiesa e dell’umanità. Così infatti afferma S. Giovanni Damasceno: "In verità, è Anticristo, chiunque non riconosce che il Figlio di Dio venne nella carne, che è Dio perfetto e divenne uomo perfetto rimanendo ed essendo al tempo stesso Dio (cfr. 1 Gv 4,2 s). Tuttavia, in un senso proprio (speciale) e particolare, è detto Anticristo colui che verrà al compimento del tempo" (Testi patristici, Giovanni Damasceno. La fede ortodossa, Città Nuova, 1998, IV, Capitolo 26, p. 314). Non solo questo personaggio verrà solo alla fine dei tempi, e - insieme ad altri segni che lo precederanno (cfr. apostasia) - caratterizzerà la fine dei tempi, ma evidentemente marcherà anche la fine dei tempi, nel senso che se non viene l’Anticristo, non c’è nessuna fine dei tempi!

 

DISTINGUERE BENE I PERSONAGGI

Questo Anticristo escatologico non e il demonio: nell’Apocalisse si distingue nettamente la Bestia (l’Anticristo) dal dragone rosso (il Diavolo) e dal falso-profeta (cfr. Ap 13).

1) Il Demonio, 2) l’Anticristo 3) e il falso-profeta, sono tre personaggi nettamente distinti, sono tre creature diverse, anche se accomunate da uno stesso spirito di odio verso Cristo. Questi tre personaggi non vanno confusi. L’Anticristo escatologico non è il Diavolo, non è il falso-profeta; non coincide con i vari anticristi della storia, di tutti i tempi. L’Anticristo escatologico sarà un uomo concreto, in carne ed ossa. San Paolo lo chiama "ò antropos tes amartias" (2 Tes 2,3), l’uomo del peccato, quindi non c’è dubbio che sarà un vero uomo, non una personalità collettiva o corporativa. In greco "ò antropos" incontestabilmente designa l’uomo concreto in carne ed ossa: sarà quindi un uomo concreto, in carne ed ossa, posseduto però da uno spirito di demonio.

 

LA FIGURA DELL’ANTICRISTO

Secondo il Nuovo Testamento, il termine Anticristo designa la funzione escatologica di uno Spirito di demonio, il quale possederà un uomo (il Figlio della perdizione), mentre inabita - anche in tempi diversi e luoghi diversi - in più uomini (i falsi cristi o anticristi), costituendo in tal modo un regno in antitesi al regno di Dio, fondato da Cristo nello Spirito Santo. Il termine greco "Antichristos" (Anticristo) ha due significati in rapporto al valore del prefisso: 1) quello di "contro", quindi contro lo Spirito e la Parola di Cristo; 2) e quello di "prima" di Cristo, in quanto lo precederà al momento della restaurazione di tutte le cose (cfr. At 3,21). Entrambe le traduzioni hanno una precisa connotazione teologica, in quanto specificano il ruolo dello spirito di demonio nella modalità (anticristo) e nel tempo (avanti-cristo). L’Anticristo ha un suo "maggiordomo", un potente e abile suo propagandista, che appare in veste di pecora ed è convincente con la parola. La prima Bestia (Ap 13,1-10) è una potenza secolare, politica. La seconda Bestia (Ap 13,11-17), il falso-profeta (Ap 16,13; 19,20; 20,10) è, invece, una potenza religiosa, un falso-spirituale, un falso carismatico.

 

AZIONE DELL’ANTICRISTO

L’Anticristo tenterà di uccidere il cristianesimo nella sua forma istituzionale. I pochi fedeli che non adoreranno la Bestia vivranno nascosti nelle catacombe come i primi cristiani. Non opererà da solo, ma sarà appoggiato da pseudoprofeti. Senza dimenticare il terribile appoggio dato dalle potenze infernali. La persecuzione dell’Anticristo sarà la più terribile della storia della Chiesa. Lo Spirito dell’anticristo, operante nei vari anticristi di tutti i tempi e dei nostri tempi, è entrato in azione fin dal tempo delle prime comunità. Questo Spirito è stato poi individuato nei grandi persecutori del cristianesimo. Dall’Apocalisse, sappiamo che la Bestia uccide i due Testimoni. Il falso Profeta farà erigere la "statua" dell’Anticristo per il culto della Bestia. La Statua sarà l’effigie umana dello Spirito dell’anticristo, e avrà il potere di mettere a morte tutti quelli che non l’adorano (Ap 13,15). Gli adoratori dell’Anticristo-uomo saranno segnati sulla fronte e sulla mano destra dal segno della Bestia, ma saranno castigati da Dio con la prima COPPA, il flagello della piaga dolorosa nella carne (Ap 16, 2). Le profezie bibliche annunciano che solo un "resto" si salverà (Is 4,3), un "piccolo numero" (Ez 5,1-4), solo un terzo dell’umanità sarà conservato (Zc 13,8). L’Anticristo non è un demonio incarnato, come una certa letteratura demonologica afferma, senza tenere in debita considerazione le prerogative divine (l’incarnazione è una prerogativa esclusiva di Dio). Dunque è bene evidenziare che l’Anticristo-uomo non è l’incarnazione di satana, ma la possessione demoniaca di un uomo.

 

TESTIMONIANZE AUTOREVOLI

S. AGOSTINO parla dell’Anticristo nella sua "Città di Dio", come di una persona, un essere umano storico, concreto, diverso da Satana che invece è il suo burattinaio, e diverso anche dall’insieme degli anticristi di tutti i tempi, cioè diverso da quello che oggi si chiama una personalità collettiva o corporativa. Così ne parlano i maggiori Padri della Chiesa. XX,13: "E stato chiamato "fuoco che discende dal cielo e li divora" quella sventura che si abbatterà sui persecutori della Chiesa, che Cristo venendo troverà vivi sopra la terra quando ucciderà l’Anticristo con il soffio della sua bocca (cfr. 2 Tes 2,8; Is 11,4). /.../

Quest’ultima persecuzione, che avverrà ad opera dell’Anticristo, come abbiamo già detto in questo libro e come si trova scritto nel profeta Daniele (cfr. Dan 12,7), durerà tre anni e sei mesi. E legittimo domandarsi se questo tempo, per quanto esiguo, appartenga ai mille anni, nei quali si dice che il diavolo è legato e i santi regnano con Cristo, o se invece a quegli anni debba essere aggiunto dall’esterno come un breve intervallo di tempo" (Città di Dio, Rusconi, 1992, pp. 1016). XX,19,1-3: "Non si può assolutamente tralasciare ciò che l’apostolo Paolo scrive ai Tessalonicesi: "...prima dovrà avvenire l’apostasia e dovrà essere rivelato l’uomo iniquo (greco: "ó antropos tes amartias"), il figlio della perdizione (greco: "ó uios tes apoleias"), colui che si contrappone e s’innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è soggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio" (2 Tes 2,1-2). Non c’è dubbio che tutto ciò è stato detto in relazione all’Anticristo e che il giorno del giudizio, definito il Giorno del Signore, non verrà, se prima non giungerà colui che è chiamato l’apostata, evidentemente rispetto al Signore Dio. E incerto però in quale tempio egli s’insedierà, se sopra le rovine del tempio costruito dal re Salomone, oppure nella Chiesa. /.../ Nessun dubbio infine che le parole : "Solo allora sarà rivelato l’empio" ("ó anomias"), indichino l’Anticristo. /.../ Giovanni, nella sua lettera, dice: "Come avete udito che deve venire l’Anticristo, di fatto ora molti anticristi sono apparsi. Sono usciti da mezzo a noi, ma non erano dei nostri" (1 Gv 2,18). Come dunque in quest’ora, prima della fine sono usciti di mezzo alla Chiesa molti eretici, definiti molti anticristi, così allora ne usciranno tutti coloro che non saranno di Cristo, ma di quell’ultimo Anticristo, ed allora questo sarà rivelato. /.../ Cristo non verrà a giudicare i vivi e i morti, se prima l’Anticristo, suo avversario, non verrà a sedurre quelli che sono morti, nella loro anima. Certamente la sua venuta, come è stato detto, "avverrà" nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina". Allora satana sarà sciolto e per mezzo dell’Anticristo compirà in tutta la sua potenza opere sorprendenti, ma menzognere" (Città di Dio, Rusconi, 1992, pp. 1026-1029). XX,23,1: "Non si può mettere in dubbio che la Chiesa dovrà sostenere, sia pure per pochissimo tempo, il regno così crudele dell’Anticristo, finché i santi non riceveranno nell’ultimo giudizio di Dio, il regno eterno. Un tempo, più tempi e la metà di un tempo corrispondono poi ad un anno, a due anni e alla metà di un anno, in totale a tre anni e mezzo" (Città di Dio, Rusconi, 1992, pp. 1040-1041).

S. IRENEO DI LIONE è il più preciso e il più documentato sull’Anticristo. Ne descrive l’identità, l’azione, la cattiveria, le opere. Si tratta di un uomo concreto, in carne ed ossa, posseduto dal demonio, che agirà con una ferocia e un potere diabolico, mai visto prima. "L’Anticristo raccogliendo tutta la potenza del diavolo, verrà non come re giusto e legittimo, sottomesso a Dio, ma empio, ingiusto, illegittimo, ribelle, iniquo, omicida, come bandito, ricapitolando in sé la ribellione del diavolo. Eleverà se stesso come un idolo, per farsi prestare un culto idolatrico. Farà ricostruire il tempio di Gerusalemme per poi insediarsi in esso come "dio". Regnerà sulla terra per tre anni e sei mesi. L’Anticristo, nel periodo del suo regno, trasferirà a Gerusalemme la capitale del suo regno e si assiderà nel tempio di Dio, ingannando i suoi adoratori, facendosi credere Cristo. Dieci re (le 10 corna di Daniele) saranno investiti di potere contemporaneamente alla Bestia (cioè l’Anticristo). L’Anticristo ucciderà tre di questi re e gli altri si sottometteranno a lui ed egli sarà ottavo tra loro e insieme devasteranno Babilonia, ma saranno poi distrutti dalla venuta del Signore. L’Anticristo è la Bestia descritta in Ap 13; e il suo armigero si chiama falso-profeta che compirà falsi miracoli con l’aiuto dell’arte magica. Il nome dell’Anticristo è un nome d’uomo, il suo numero è 666. Probabilmente l’Anticristo si chiamerà Titano" (Contro le eresie, V,25,1 - V,30,4).

Un’intera opera di S. IPPOLITO martire è dedicata alla figura dell’Anticristo escatologico (cfr. Biblioteca patristica, Ippolito, L’Anticristo, a cura di Enrico Norelli, EDB, 1987). S. GIUSTINO, nel DIALOGO CON TRIFONE, dedica all’Anticristo, alcuni accenni e afferma che l’Anticristo, l’uomo dell’iniquità (cfr. 2 Tes 2,3) proferirà parole empie e temerarie contro l’Altissimo e, come indica il profeta Daniele, dominerà per un tempo, più tempi e mezzo tempo" (Dialogo con Trifone, Edizione Paoline, 1988, 32, 3-4, p. 156).

La DIDACHÈ o Dottrina degli Apostoli, scritta verso il 50 d.C., parla dell’Anticristo: "Negli ultimi giorni aumenteranno i falsi profeti e i corruttori, le pecore si cambieranno in lupi e l’amore si muterà in odio. Crescendo l’iniquità, gli uni odieranno gli altri, si perseguiteranno e si tradiranno. Allora comparirà il seduttore del mondo (kosmo-planes) e farà segni e prodigi. La terra sarà nelle sue mani e farà cose scellerate che mai avvennero dal principio del mondo. Allora il genere umano perverrà al fuoco della prova, si scandalizzeranno molti e periranno. Quelli invece che perseverano nella fede, saranno salvati dalla maledizione di lui" (Collana di testi patristici, I Padri apostolici, Città Nuova Editrice, 1994, p. 39). S. GIROLAMO: "Io sono venuto a voi nel nome del Padre mio e non mi ricevete; se un altro verrà nel suo proprio nome, voi lo riceverete" (Gv 5,43). Non c’è dubbio che in "quest’altro" che Gesù dice che verrà di propria autorità e che sarà ricevuto dai Giudei. Egli intendesse parlare dell’Anticristo" (Epistola CLI ad Algasiam., quest. II; Comm. In Dan., 11,24). S. Efrem il Siro precisa che "Costui (l’Anticristo) colmerà certo di favori, in modo speciale, la nazione giudaica". S. CIRILLO DI GERUSALEMME, nelle sue famose Catechesi, così parla dell’Anticristo finale: "L’odio fraterno infine introdurrà l’Anticristo. /.../ Di lui scrisse l’apostolo Paolo: "L’uomo iniquo, il figlio della perdizione che s’innalza sopra Dio, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio" (2 Tes 2,3 ss). /.../ L’Anticristo verrà quando l’impero romano avrà esaurito il suo tempo e sarà ormai vicina la fine del mondo. Dieci imperatori occuperanno allora il potere di Roma, e dopo di loro, verrà come undicesimo l’Anticristo. Egli usurperà con arti magiche l’impero romano, umiliando tre degli imperatori suoi predecessori e assoggettando gli altri sette al suo dominio. Dapprincipio si mostrerà ragionevole e saggio, simulando benignità, moderazione e clemenza; ma dopo aver tratto i giudei a seguirlo come Messia aspettato, ingannandoli con i segni e i prodigi della sua menzognera magia, in seguito sopravanzerà per comportamenti disumani e iniqui, gli ingiusti ed empi suoi predecessori, segnalandosi per comportamenti malvagi e sanguinari, tirannici e impietosi. Sarà maldisposto con tutti, ma specialmente con noi cristiani. Tale strapotere durerà soltanto tre anni e sei mesi. /.../ Nell’Anticristo opererà il padre della menzogna. Ricostruirà il tempio e perseguiterà i santi. Si siederà nel tempio giudaico additandosi come dio per farsi adorare. Sarà un mostro di ferocia, una belva sempre pronta a divorare. La Bibbia ci darebbe argomento per parlarne a lungo, ma per non passare la misura non ne diremo altro. /.../ Quanti in quel tempo subiranno il martirio per Cristo, sopravanzeranno tutti i martiri precedenti. Quelli che testimonieranno ai tempi dell’Anticristo, dovranno infatti combattere contro lo stesso satana" (Collana di testi patristici, Cirillo di Gerusalemme, LE CATECHESI, Città Nuova Editrice, 1993, Decimaquinta catechesi battesimale. Sul secondo avvento, pp. 325-333). S. TOMMASO D’AQUINO, nella Summa Theologiae scrive: "Come in Cristo abitò tutta la pienezza della divinità, così nell’Anticristo la pienezza di tutta la malvagità, non nel senso che il diavolo assuma in unità di persona l’umanità di quest’ultimo, come il Figlio di Dio l’umanità di Cristo, ma nel senso che il diavolo gli suggerirà la sua malizia più che a tutti gli altri. E così tutti gli altri cattivi del passato sono quasi figura dell’Anticristo, avverandosi ciò che dice l’Apostolo: "Già è in azione il mistero dell’iniquità". Nell’Anticristo ci sarà il diavolo non però per unione personale né per intima in abitazione, perché soltanto la Trinità penetra nell’anima, ma per gli effetti della sua malizia. Nell’Anticristo il diavolo porterà a capo la propria malizia" (S. Th. III, q. 8, a.8).

Il Papa GIOVANNI PAOLO II, nel Discorso tenuto a Fatima, il 13 maggio 1982, afferma con chiarezza: "Di fronte a noi sta il pericolo dell’apostasia da Dio, della lotta contro Dio e contro tutto ciò che è sacro e divino. Siamo forse vicini al tempo predetto da San Paolo, il tempo dell’anticristo che si alza contro Dio e contro ogni specie di religione. È il tempo però in cui anche lo Spirito Santo mobilita, attraverso la Madonna, tutta la Chiesa" (citato da Don A. Mutti su "Eco di Medjugorie" n° 72 - il riferimento è a 2 Tess 2,1-8).

CARD JOSE SARAIVA MARTINS (nella foto): "L’esistenza dell’Anticristo è rivelata nei testi biblici. È una realtà che nessun cristiano che abbia una qualche conoscenza della Sacra Scrittura, può negare. Credo fermamente nella sua esistenza, eccome! Gli effetti, d’altra parte, sono sotto gli occhi di tutti" (Lettera al dott. Magister, 28 febbraio 2005).

 

 

 

 

 

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Pubblicato da "Profezie per il Terzo Millennio" su autorizzazione del direttore di redazione di "Fede e Cultura", don Guglielmo Fichera.

 


 

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